Giulianova. La Forza Bruta

Occorre rendere noto alla cittadinanza che nella vita istituzionale di Giulianova vengono calpestati ogni giorno di più i principi democratici da parte del Sindaco e del Presidente del Consiglio comunale con l’avallo della maggioranza.
Ormai tutti sapranno della ferma protesta di molti Consiglieri comunali di opposizione e non, in relazione al fatto che non si è voluto concedere il tempo adeguato (lo stesso che hanno avuto i Consiglieri di maggioranza) per conoscere bene tutta la problematica inerente le 488 osservazioni alla variante al PRG. Forzando leggi e regolamenti e contro il parere emerso nella Conferenza dei Capigruppo, è stato imposto, infatti, in tempi strettissimi, un Consiglio comunale articolato in ben sette sedute tra il 25 novembre ed il 9 dicembre prossimi.
Ora, come se non bastasse, è stato imposto per il 28 novembre – ancora una volta contro il parere prevalente, espresso nella Conferenza dei Capigruppo – un altro Consiglio comunale su un argomento complesso quale quello dell’Assestamento generale di Bilancio previsionale. Detto Consiglio dovrà, addirittura, tenersi tra una seduta e l’altra del Consiglio sulle osservazioni, confermando che è in atto, a Giulianova il tentativo di far affermare un nuovo costume: quello del “Consigliere ignorante e impreparato”. E’ stato convocato, infatti, un Consiglio comunale da far svolgere mentre ne è in corso un altro! Siamo all’illogicità ed all’irragionevolezza più totali. Accompagnate da un’arroganza senza pari. Cosa impediva di far svolgere entro il 30 novembre, come prevede la legge, quello sul Bilancio? E di far slittare a gennaio quello sulle osservazioni come prevedono il buon senso ed il rispetto delle procedure? Mai nella storia la città si è registrato un atteggiamento così protervo, chiuso al buon senso e sprezzante delle regole e della prassi democratica che dovrebbero ispirare, invece, le attività nell’Istituzione comunale. Ogni confronto dialettico, anche di fronte ad argomentazioni convincenti ed inoppugnabili, è deciso, non dalla razionalità responsabile ma dallo sfoggio della forza bruta: la forza dei numeri senza qualità, che certo non è un buon argomento per avere ragione.
Il Consiglio comunale è stato completamente esautorato dalle sue funzioni di organo sovrano eletto dal popolo e preposto – sulla base della conoscenza – al confronto democratico, il più alto possibile, per la miglior elaborazione propositiva e per l’esercizio del più rigoroso controllo. Ormai gli scopi sono molto chiari: si cerca di evitare, con premeditazione, la partecipazione consapevole dei consiglieri comunali scomodi – quelli dotati di senso critico ed interessati a “conoscere prima di deliberare” (secondo il motto di Luigi Einaudi) – in modo da poter agire indisturbati sui temi più cruciali della nostra città. In particolare, di coloro che sono stati eletti per svolgere il ruolo dell’opposizione, fondamentale in democrazia. Forzare i tempi, specialmente se lo si fa su argomenti complessi ( il PRG ed il Bilancio sono senz’altro i più complessi all’interno dell’attività comunale) vuol dire mettere fuori gioco coloro che hanno il compito di controllare oltre che di proporre. È molto grave, inoltre, che il Presidente del Consiglio comunale – che dovrebbe essere super partes, attento a creare, per tutti i Consiglieri, le migliori condizioni per la partecipazione consapevole – venga meno al suo ruolo istituzionale e sia, al contrario, tanto prono ai voleri del Sindaco e della Giunta, quanto sordo alle legittime istanze espresse dai Consiglieri della minoranza.
Nella vita democratica della nostra città è apparsa, insomma, una inquietante novità: il tentativo di imporre una sorta di “dittatura della maggioranza” dopo che si è imposta, facilmente purtroppo, quella nella maggioranza. A questo, ovviamente, ci opporremo strenuamente. E’ necessario per difendere il bene comune. Siamo certi, comunque, che questo nostro grido d’allarme troverà un positivo riscontro nei cittadini giuliesi e in tutti quei partiti che hanno a cuore i valori della democrazia e dello svolgimento corretto e sereno della vita istituzionale cittadina., condizioni indispensabili per il buongoverno. Ed è per questo che, tanto per cominciare, abbiamo rivolto loro una lettera aperta.
Giulianova 18 novembre 2009
Gruppo consiliare “Il Cittadino Governate per cambiare”
Associazione di cultura politica “Il Cittadino Governante”

LETTERA APERTA

AI PARTITI E AI GRUPPI CONSILIARI CHE SOSTENGONO IL SINDACO

sulla anomala situazione istituzionale venutasi a creare a Giulianova in materia urbanistica

Nei suoi 64 anni di storia repubblicana, Giulianova si trova ad affrontare per la terza volta la problematica più importante di ogni città: il PRG, che disciplina la gestione del territorio giuliese ed il suo assetto urbanistico complessivo. Tre volte in 64 anni: già solamente da questo dato si evince quanto siano importanti i passaggi istituzionali previsti. Non siamo, cioè, di fronte ad un regolamento di condominio ma a qualcosa di molto, molto più importante che, una volta approvato, dispone scelte spesso irreversibili su cui, proprio per questo, non è consentito sbagliare per il bene della città e delle generazioni future.
È di tutta evidenza quindi che le scelte riguardanti il PRG vanno fatte quando ogni consigliere comunale, di maggioranza o di minoranza, ha piena consapevolezza di tutta la materia come stabilisce l’art. 38 comma 7 dello Statuto comunale, al fine di poter esprimere con “ piena libertà d’azione, d’espressione, di opinione e di voto” la propria posizione in merito a tale complesso e delicato argomento.
L’attuale Consiglio Comunale – che deve affrontare questo nuovo passaggio della Variante al PRG (controdeduzioni alle osservazioni) – annovera16 nuovi consiglieri su 20 (la maggioranza, addirittura, 11 su 12) rispetto a quelli che hanno adottato la variante in itinere. Ci pare sensato che i nuovi Consiglieri debbano avere il tempo per conoscere bene sia il PRG vigente, sia quello adottato, sia le osservazioni con i relativi pareri tecnici ed amministrativi. La maggioranza in un recente comunicato ha ammesso di aver lavorato nell’arco di tre mesi prima di arrivare alle proposte che intendono presentare al consiglio comunale. I Consiglieri di minoranza hanno invece ottenuto la documentazione (peraltro incompleta) solo il 21 ottobre ultimo scorso.Va da sé che anche i Consiglieri di minoranza, per pari opportunità, debbano avere, da quel momento, lo stesso tempo (circa tre mesi), cioè un periodo congruo per poter acquisire la conoscenza piena degli atti al fine di far maturare la posizione più responsabile nei confronti del bene comune cittadino da portare poi al confronto dialettico con la maggioranza, prima nella Commissione consiliare di urbanistica e poi nel Consiglio Comunale. Tutto questo è stato chiesto ripetutamente in consiglio comunale dai consiglieri di opposizione e soprattutto con una nostra motivata mozione (allegata) che per sua natura può far esprimere tutti i gruppi consiliari presenti nella massima assise civica cittadina. Quest’ultima, presentata il 30 settembre, – proprio per poter parlare, per tempo, della definizione dell’iter per giungere alla discussione consiliare delle osservazioni -, dopo due pretestuosi rinvii, è stata discussa addirittura il 9 novembre quando ormai tutte le decisioni in merito erano state prese unilateralmente dal Sindaco. Insensibili ed indifferenti a tutto ciò il Sindaco, la maggioranza (con l’eccezione del gruppo consiliare dell’Italia dei Valori) e, perfino, il Presidente del consiglio comunale e il Presidente della commissione consiliare di urbanistica, che dovrebbero essere super partes, stanno procedendo – con irragionevole atteggiamento autoritario e poco rispettoso dei principi democratici e della correttezza procedurale – all’imposizione di tappe forzate, in tempi strettissimi, in un anomalo iter per
approvare frettolosamente le controdeduzioni alle osservazioni.
Vogliamo far conoscere che essi, nel fare ciò, insieme al buon senso, stanno violando o forzando palesemente numerose norme procedurali previste dal TUEL, dallo Statuto comunale, dal Regolamento del consiglio comunale e dal Regolamento delle commissioni consiliari. Pensate, il Sindaco, pur di poter affermare di aver rispettato i “100 giorni”(!!!) ha imposto al Presidente del consiglio comunale di notificare ai Consiglieri la convocazione del Consiglio comunale ben 40 giorni prima del suo inizio fissato, in perfetta solitudine (come dichiarato in Consiglio Comunale), per il 23 novembre. Il Consiglio, però, può essere convocato solamente dopo l’approvazione del verbale finale contenente l’obbligatorio parere consultivo della Commissione consiliare di urbanistica (come si evince dai Regolamenti del Consiglio comunale e delle Commissioni consiliari). Una volta trasmesso al Sindaco, al Presidente del consiglio comunale e al Segretario generale, e solo a quel punto, possono essere messi in moto i meccanismi per la convocazione del Consiglio che, comunque deve essere organizzato nei tempi (inizio, durata) e nelle modalità di svolgimento dalla Conferenza dei capigruppo come prevedono l’articolo 39 dello Statuto comunale e l’articolo 14 del Regolamento del consiglio comunale. A seguito delle nostre proteste, siamo riusciti ad ottenere la convocazione della Conferenza dei capigruppo dove cinque capigruppo su otto si sono espressi per la concessione di un tempo più adeguato per la conoscenza della delicata e complessa problematica e per lo spostamento del Consiglio comunale ad una data successiva (si è ipotizzata la fine di gennaio 2010). Nonostante ciò, il Presidente del consiglio ha confermato sia la data del 23 novembre, sia lo svolgimento per sette giorni consecutivi (sempre se sufficienti) dalle 8.30 alle 20 (seppur con breve pausa a metà giornata) per la discussione delle 488 osservazioni da controdedurre. E naturalmente, il Presidente della commissione urbanistica, dal canto suo, per stare nei tempi strettissimi fissati, ha imposto, tra il 30 ottobre ed il 18 novembre ben 11 sedute pomeridiane (comunque insufficienti) ai commissari ed agli esperti facenti parte della commissione stessa. A parte l’ovvia impreparazione con cui le componenti di minoranza sono costrette a presentarsi al confronto con la maggioranza nelle sedi istituzionali previste, va evidenziato, anche, come non viene affatto favorita la partecipazione dei Consiglieri comunali – che comunque devono ovviamente occuparsi anche, quotidianamente, del proprio lavoro (sono, ad esempio, presenti ben tre medici di medicina generale ed un pediatra che certo non possono abbandonare i propri pazienti per circa un mese, nella stagione fredda, quando stanno collaborando anche alla campagna di vaccinazione antinfluenzale) – anzi, al contrario, si persegue, oggettivamente, una sorta di selezione naturale. Non a caso è stata prevista anche la seduta in seconda convocazione, cosa che ovviamente renderebbe valida la seduta anche con quattro consiglieri. Noi, sulla scorta di quanto detto, abbiamo presentato una comunicazione al Presidente del consiglio comunale e a quello della commissione consiliare di urbanistica in cui, ritenendo le loro decisioni illegittime, strumentali e poco rispettose dei principi democratici e della partecipazione consapevole, abbiamo dichiarato che avremmo partecipato solamente dopo il ripristino della correttezza procedurale. Successivamente, il 9 novembre, in Consiglio comunale, in occasione della discussione della nostra mozione, dopo una forte e motivata protesta di numerosi consiglieri di opposizione e del consigliere dell’IdV, finalmente, su iniziativa del capogruppo del PD Emidio Andrenacci, i gruppi consiliari di maggioranza hanno convinto il Sindaco a concedere almeno uno svolgimento meno serrato delle sedute consiliari previste per la discussione delle osservazioni. Apprezziamo, senz’altro questa apertura maturata nei gruppi consiliari di maggioranza, che denota, finalmente, un atteggiamento rispettoso della vita democratica nelle istituzioni.Però non basta. Inoltriamo, quindi, questa lettera aperta ai partiti che sostengono l’amministrazione comunale, affinché questa prima, importante, apertura sia seguita da un’accettazione piena della richiesta, sacrosanta, di un tempo congruo per poter conoscere e valutare responsabilmente le osservazioni e la variante adottata. Specialmente, ora, che è venuta fuori (nella Conferenza dei capigruppo del 13 novembre) l’esigenza, prevista dalla legge, di dover approvare, entra il 30 novembre, l’Assestamento di bilancio in un altro Consiglio comunale da tenersi nel mentre saranno in corso le sedute del Consiglio convocato per le osservazioni!!! Crediamo sia opportuno che i partiti svolgano un ruolo positivo al fine di far prevalere il buon senso. Il PD e Sinistra e Libertà non possono non onorare la loro tradizione, a Giulianova, di forze di governo serie, mature, responsabili, con un forte senso delle istituzioni e del confronto democratico.
Non riusciamo a capire le ragioni di questa chiusura antidemocratica del Sindaco (che dovrebbe essere Sindaco di tutti) nell’accelerare a tutti i costi l’iter, anche mettendo a repentaglio la partecipazione consapevole di tutti i Consiglieri comunali e creando il caos nella vita istituzionale della città.Può essere utile, però, riflettere su quanto sta avvenendo in città in questi primi quattro mesi di mandato del Sindaco Mastromauro, il quale sembra colto da una vera e propria “ossessione urbanistica”, giacchè gli accadimenti sotto elencati rimandano sempre alla materia urbanistica:
Già all’insediamento il Sindaco fissò il termine dei 100 giorni per l’approvazione delle controdeduzioni alle osservazioni alla Variante al PRG.
Nelle settimane seguenti abbiamo letto sulla stampa di diktat del Sindaco ai Consiglieri di maggioranza di questo tenore: “o si votano rapidamente le osservazioni oppure si va tutti a casa”.Successivamente egli entra in rotta di collisione con l’Italia dei valori sulle problematiche urbanistiche fino ad arrivare alla cacciata in malo modo dell’Assessore all’urbanistica Margherita Trifoni, esponente dell’IdV, unica donna in giunta. A luglio presentata come talento, a ottobre declassata a persona sleale e allontanata dalla Giunta comunale.
La “colpa” dell’avv. Margherita Trifoni è stata quella di aver evidenziato la non piena legittimità della delibera consiliare inerente il Piano di Lottizzazione “Lido delle Palme” e le conseguenze negative sulla collettività giuliese ( perdita, rispetto a quanto previsto dal PRG e dal PTP vigenti, di circa 20.000 mq. di standard urbanistici di cui circa 15.000 destinati a verde urbano e a verde attrezzato, in particolare sul fronte del lungomare, mortificando la peculiarità che contraddistingue e fa bella Giulianova), come evidenziato, anche, dalla SUP e dalla Provincia.
Il Sindaco, nei giorni seguenti, è stato ringraziato dal Presidente del consorzio “Lido delle Palme”, pubblicamente, sulle pagine locali di un quotidiano per aver rispettato, rapidamente, col suddetto piano di lottizzazione, gli impegni presi nella recente campagna elettorale! (Alla luce della sopra ricordata penalizzazione degli interessi generali – già sanciti da strumenti urbanistici da tempo approvati e ricordati anche da enti sovracomunali – al fine di avvantaggiare quelli privati, tale notizia non può non acquistare un sapore inquietante!)
In pochi mesi il Sindaco mette in crisi la maggioranza politica entrando in contrasto con i rappresentanti istituzionali dell’Italia dei Valori, addirittura operando (come risulta dalla stampa) per una spaccatura all’interno di quel partito. Rimprovera, poi, all’ IdV che non rispetta il programma concordato. Vorremmo obiettare, da osservatori esterni, che a parte le contraddizioni di quel programma, l’IdV ha espresso chiaramente, anche nel corso dalla campagna elettorale, le proprie idee in materia urbanistica: quindi
come si può, prima, far finta di niente pur di ottenerne i voti e poi accusarli di slealtà?
Suscita, irragionevolmente, la più clamorosa e trasversale protesta istituzionale nella storia della vita pubblica giuliese, forzando le regole e calpestando l’opportunità politica ed il buon senso. Decide di tenere per sé la delega all’urbanistica fino all’approvazione delle controdeduzioni alle osservazioni, come se si fidasse ormai solo di se stesso.Pare, inoltre, che varie controdeduzioni che erano state ufficializzate in un certo modo nel tentativo, andato a vuoto, di approvarle nel 2008, ora, dopo la campagna elettorale, tornino modificate in senso più favorevole all’osservante, anche in contrasto col parere tecnico dei redattori della variante al PRG e a discapito degli interessi generali.

Alla luce di tutto ciò, torniamo a chiedere:

Perché questa fretta, a costo di litigare con il mondo con questa esibizione muscolare? Perché non accogliere la richiesta di alcune settimane in più per una partecipazione consapevole di tutti i consiglieri comunali? Nessuno vuole fare ostruzionismo, vogliamo solamente che le opposizioni abbiano le stesse opportunità di conoscenza che ha avuto la maggioranza.
Possono i partiti che sostengono la maggioranza ed i loro gruppi consiliari essere ostaggio di un sindaco che procede a testa bassa, irragionevolmente, all’interno della vita istituzionale?
Non percepiscono che questi comportamenti arroganti, chiusi al dialogo e ad un sereno svolgimento della vita pubblica, stanno gettando nella solitudine, in città anche gli stessi partiti che lo sostengono?
Non sono forse stati decisivi il Partito Democratico, Sinistra e Libertà, l’Italia dei Valori ( e anche il PdCI) nella sua elezione visto che la sua lista personale ha ottenuto solamente il 7%?
L’elezione di un sindaco non interrompe la vita democratica in una città; non si instaurano né dittatura della maggioranza, né dittatura nella maggioranza. I partiti a cui rivolgiamo questo appello lo sanno bene perchè hanno una tradizione consolidata da difendere.
Chiediamo, quindi, un intervento risolutore che inviti il Sindaco e l’Amministrazione comunale ad un atteggiamento più rispettoso nei confronti dei Consiglieri comunali e della vita istituzionale della nostra città che in passato ha scritto fulgide pagine di confronto democratico nella massima assise civica.
Il breve supplemento di tempo chiesto, tra l’altro, potrà tornare utile a tutti i Consiglieri (anche quelli di maggioranza) per poter conoscere più approfonditamente le 23 osservazioni che all’indomani dell’adozione della Variante furono presentate dalla nostra associazione.Esse nacquero per limitare i danni derivanti dallo snaturamento dell’urbanistica giuliese – tradizionalmente illuminata ed esempio di buon governo del territorio per tutto l’Abruzzo – insito nella Variante adottata.
Una valutazione più attenta di quelle 23 osservazioni (visto che, al momento, ne viene proposta la sostanziale bocciatura) potrà evitare, almeno a Giulianova, quanto affermato da Romano Prodi in un famoso articolo apparso sul Messaggero del 26 agosto 2009:
“la devastazione del territorio continua e si è ormai spinta ad un livello tale da farmi pensare che essa sarà ricordata anche tra molti secoli come il documento più buio della realtà italiana di questo dopoguerra. Il nostro paesaggio, nel corso del tempo, è stato abbellito dalle mani dell’uomo per decadere in modo inesorabile nelle ultime due generazioni. Non solo le periferie sono quasi ovunque in uno stato avvilente, ma tutte le nostre pianure, la fascia pedemontana delle Alpi e degli Appennini e migliaia di chilometri dalle nostre coste hanno perso la loro identità e la possibilità di offrire condizioni di vita decente ai loro abitanti. Non parliamo della crescita inarrestabile delle aree industriali che continuano a espandersi nonostante il grande numero di capannoni mai utilizzati o abbandonati a causa della crisi o delle mutate caratteristiche delle strutture produttive. Non parliamo nemmeno del danno all’agricoltura per effetto di un’urbanizzazione che non tiene in minimo conto le vocazioni del suolo. L’azione combinata di speculazione e incultura, rafforzata ed esaltata dalla forza del bulldozer, stanno veramente ferendo a morte l’Italia. Ci vorranno secoli per rimediare, ammesso che sia possibile”.
Grati per l’attenzione porgiamo
Cordiali saluti
Giulianova 16 novembre 2009
Il gruppo consiliare de “Il Cittadino Governante per cambiare”
“Il Cittadino Governante” associazione di cultura politica

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