Anche il coordinatore del gruppo Eden Cibej fa dietro front
GIULIANOVA. Esce dalla Giunta Mastromauro e si dimette in blocco. Il circolo territoriale dell’Italia dei Valori di Giulianova ha tolto il sostegno alla maggioranza.
Un’uscita sotto tono accompagnata da un comunicato corposo che la dice lunga sui motivi di questa scelta. Il gruppo, in un documento del 28 aprile scorso, ha dichiarato di non sentirsi più rappresentato dai suoi due membri istituzionali, il consigliere Luigi Ragni e l’assessore Nadia Ranalli, «che hanno sempre agito e votato in modo del tutto autonomo»; così come ha espresso preoccupazioni sulla crisi politica della Giunta Mastromauro, «già in passato oggetto di un’ inascoltata critica costruttiva soprattutto in alcuni settori dell’azione di governo (Ambiente, Urbanistica, Bilancio, Sensibilità sociale) su alcuni dei quali si è abbattuto lo sguardo della Magistratura».
Oggi l’ultimo atto di una cirsi già preannunciata: le dimissioni in blocco dal coordinamento cittadino di Eden Cibej, Valerio Semproni, Arian Farahmand, Marcella Vanni unitamente a quaranta iscritti. Quello che il coordinamento cittadino chiedeva era un cambiamento. Una squadra di governo nuova in grado di rimuovere la sfiducia della gente e di ricostruire reali forme di collaborazione e di controllo, che garantissero in modo concreto, non retorico, valori essenziali come la legalità e la trasparenza.
L’avventura del circolo territoriale Idv di Giulianova è cominciata il 23 luglio 2011 con il Primo Congresso Cittadino dell’Italia dei Valori. Allora, ricorda il gruppo, «il senatore Alfonso Mascitelli, Coordinatore regionale del Partito, si dichiarò orgoglioso di quel Congresso ed a Pescara, all’Hotel Plaza, alla presenza del Presidente Antonio Di Pietro, nell’ottobre scorso, lo ringraziammo pubblicamente dell’impegno che aveva profuso perché quel tipo di democrazia dal basso si realizzasse».
Lo scopo del coordinamento all’epoca come oggi, era creare un buon governo che si alimentasse della sensibilità per i bisogni della gente. Invece, sottolinea il gruppo, «i cittadini hanno avuto con questa governance quanto di più lontano sia dato immaginare da una coalizione di centrosinistra finalizzata al buon governo da parte di una maggioranza che non è stata ai patti, né al suo interno, né con la cittadinanza, che strada facendo ha perso pezzi importanti della sua compagine, tutti del Pd. In città si assiste con palese fastidio al crescere di un criterio amministrativo clientelare e familistico che toglie diritti, offende i meriti, indigna l’esigenza di equità, rivelando quanto siano ipocriti gli appelli alla giustizia sociale, al futuro dei giovani, alla meritocrazia e via di seguito. Siamo convinti che il lavoro stabile e le risorse di ogni ordine e grado, di ogni genere e quantità, se limpidamente distribuite, non generano mai quel servilismo responsabile dei meccanismi poco chiari di cui si nutre la corruzione che sta avvelenando il sistema Paese sia a livello centrale che periferico. Esempi di questa malattia amministrativa sono racchiusi in tante carte prodotte da non pochi membri del consiglio comunale, nelle dimissioni a catena di non pochi elementi della maggioranza, tutti dell’area di sinistra».
Per queste ragioni, l’Idv ha preferito rompere con l’attuale maggioranza.
di Primadanoi.it