L'incomprensibile italia dei valori di Giulianova

Ha dell’incredibile quello che è successo. Nell’IdV giuliese esistevano due anime, una più coerente con i principi del partito di Di Pietro, una minoritaria molto più interessata a gestire, comunque, il potere. La prima anima ha vinto il congresso cittadino, ha espresso un assessore di livello (Margherita Trifoni, cacciata dal sindaco in pieno consiglio comunale), ha avuto il coraggio di esprimere critiche motivate all’interno della maggioranza fino a proporre la fuoruscita da essa; la seconda espressa in Comune dall’ass. Ranalli e dal consigliere Ragni sempre allineati a Mastromauro. Bene, il segretario regionale Mascitelli che aveva detto a Giulianova azzeriamo incarichi e funzioni, alla fine non ha fatto nemmeno questo e dire che, tra l’altro, quell’annuncio aveva sorpreso non poco, perché è incredibile che si delegittimi in questo modo la direzione locale del partito che aveva vinto il congresso e che si sforzava di tradurre con coerenza a livello locale le linee nazionali. Quindi, via chi aveva vinto il congresso (in realtà oltre 40 esponenti si sono dimessi spontaneamente dal partito), via l’ass. Ranalli (che però pare non voglia lasciare la poltrona), resta, invece, inaspettatamente il consigliere Ragni, artefice, tra l’altro, di comportamenti inqualificabili nell’aula consiliare e in consiglio comunale. Incomprensibile. Alla luce del fatto che per far entrare Ragni dopo la scomparsa del compianto Vincenzo Santuomo, fu chiesta la rinuncia a entrare in consiglio al primo dei non eletti, Giancarlo Cartone, come mai non si è completato l’azzeramento con la richiesta delle dimissioni a Ragni? Forse perché sarebbe entrata in consiglio la brava e autonoma Margherita Trifoni? Beh, se è così l’IdV, a Giulianova, non rappresenta assolutamente il rinnovamento della politica e merita di avere ancora meno consensi della volta scorsa quando ebbe uno scarsissimo risultato alle comunali.

Di giuliaviva.it

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