Mentre le recenti elezioni suggellavano la sconfitta della politica e della democrazia
rappresentativa con un tasso di assenteismo, ai ballottaggi, di un cittadino
su due, il Consiglio Comunale di Giulianova celebrava la già operante fusione
tra centro-destra e centro-sinistra con l’entrata ufficiale di Cameli padre, dopo
Cameli figlia, nella variopinta e mutevole maggioranza Mastromauro. Un sindaco
che, come un “padre-padrone”, fagocita assessori, consiglieri e dirigenti amministrativi,
ma al tempo stesso ammicca e lusinga persino il suo antagonista: siamo
alla quarta Giunta “dei 100 candidati-talenti” in meno di tre anni, segno di chiare
difficoltà ed inefficienze.Sconcertata l’opinione pubblica al pari
dell’elettorato tradito, che scopre essere stata una farsa l’accesa campagna
elettorale del 2009, una presa in giro le diversità dei programmi elettorali, una
finzione la distinzione tra i due grandi raggruppamenti capeggiati da Pd e Pdl.
Se fino a qualche anno fa Cameli-Di Carlo-Mastromauro si contrapponevano tra
querele e diffamazioni, (“egli è vittima del proprio io e del proprio presidenzialismo” dichiarava Cameli a proposito di Mastromauro che ribatteva appellandolo
“giurassico”) d’improvviso e come per magia,oggi sono a braccetto, “è vero, Mimì?”, a consentire oscuri trasformismi e insani trasversalismi. Litigi e smascheramenti nella coalizione di centro-sinistra: assessore Idv Margherita Trifoni estromessa, segretario
Pd Albert Pepe fuoriuscito, consigliere Idv Santuomo che passa all’opposizione,
consiglieri Sacconi-Maddaloni-Ciafardoni allontanatisi dal Pd, assessore Mastrilli dimissionario, Idv che diffida i propri rappresentanti in Giunta e in maggioranza, consigliere Cartone che lascia il Pd, assessore Ruffini silurato. Dall’altro lato, urla ed accuse in casa Pdl con nuovi gruppi poi sciolti, rientri in partito, scissioni ed indipendentismi:Antelli, Di Carlo, Ciccocelli, Cameli che,uniti in periodo di elezioni, non si accordano più su nulla; proviamo a immaginare se avessero governato. La risposta a tali deficienze da parte del Sindaco è l’invenzione di una nuova preponderanza con l’Udc che non ha eletto rappresentanti, ma che oggi si ritrova con un assessore ed un consigliere.
Il dott. Cameli è stato scelto dagli elettori quale capo dell’opposizione di centro-destra, ma ora che questa coalizione non esiste più, per onestà intellettuale, sarebbe più logico che si dimettesse. Ed invece assistiamo al collaborazionismo del trio Cameli-Di Carlo-Cameli con una maggioranza Mastromauro fantoccio:un imbarazzato appoggio fatto, occasionalmente,ora di astensionismo, ora di sostegno esplicito. Ci si chiede cosa
spinga persone rispettabili e stimate ad esporsi ad insinuazioni e pesanti umiliazioni:
un mercanteggiamento di ruoli, di visibilità, di incarichi pubblici che ancor di più allontana i cittadini e sfiducia l’agire politico. Paradossalmente la politica ha sviluppato i suoi anticorpi divenendo cupa e autoreferenziale, ingannando gran parte degli elettori dai sani principi e dalle grandi aspettative, lasciando ad ognuno un lacerante conflitto tra dimensione privata e vocazione pubblica;persa così la parte più incline al bene comune,
resta l’altra che può essere compiaciuta da una gestione clientelare del patrimonio di una collettività.Il responso della politica tradizionale è l’affermazione di un forte personalismo nei partiti assieme ad un grave crollo della cultura politica che causa
una mancanza degli strumenti necessari al buon governo; “per proteggere la democrazia bisogna rianimarla e ripopolarla.Bisogna creare una democrazia partecipata che esce dal palazzo ed entra nella cultura della gente” (P. Ginsburg, La democrazia che non c’è).
Rinnegare la politica, e cioè la nostra componente pubblica, equivale a deporre le armi permettendo così un impunito saccheggio.
di Andrea Palandrani – Giuliaviva.it
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