Indietro tutta

 Continua il fallimento amministrativo della giunta Mastromauro: al Kursaal incassa una pioggia di motivate critiche dai commercianti. 


Una nave fuori controllo, priva di una rotta e di una meta, rivolta ad un unico disperato obiettivo: mantenersi a galla tentando di conservare quel minimo indispensabile di un consenso che sta rapidamente e rumorosamente svanendo. L’immagine rimandata dall’amministrazione comunale oggi è questa, un’immagine di approssimazione e pressappochismo, messa impietosamente in evidenza dagli episodi più recenti della vita cittadina: l’incontro con il mondo del commercio e la vicenda “Unica Beach”. Convocata con lo scopo neppure troppo nascosto di recuperare consensi all’interno di un settore messo in ginocchio dagli effetti della crisi, l’assemblea con i commercianti locali ha esposto sindaco ed assessore al fuoco di fila degli operatori locali, che hanno impietosamente sottolineato errori, limiti e mancanze messi in mostra dalla giunta Mastromauro. Andato per proporsi come paladino della categoria (l’enfasi delle dichiarazioni dei giorni precedenti è stata al riguardo del tutto emblematica), il primo cittadino ha dovuto invece incassare una pioggia di critiche e, cosa ancor più dolorosa, effettuare pubblicamente non preventivati dietro-front. Bacchettato per i parcheggi a pagamento, per presunte “disparità di trattamento” e per una politica tutt’altro che favorevole al settore, il duo Mastromauro-Forcellese ha finito col ridisegnare frettolosamente le proprie strategie. “Rinnegati” i mercatini, fino ad ora veri e propri monopolizzatori delle vie del lido (lo scorso anno si arrivò a contarne almeno tre per ciascuna settimana estiva), promesso un programma di eventi che premi una buona volta la qualità piuttosto che la quantità, garantita l’attenzione verso quell’universo giovanile fino ad oggi praticamente ignorato (come sta a dimostrare il ridimensionamento prima e la sospensione poi di “GiugnoGiovani”). Andati per suonare la grancassa della propaganda sindaco e assessore hanno finito con l’essere suonati, riportando a casa le macerie di una programmazione sonoramente bocciata e la necessità di una rapida inversione di rotta. E se l’ “indietro tutta” messo in scena di fronte alla platea dei commercianti ha avuto il tratto di una precipitosa ritirata, quello legato alla vicenda “Unica Beach” ha finito col valicare i confini della farsa, con l’animalismo (interessato?) del primo cittadino rapidamente riposto di fronte ai brontolii diffusi ed al vacillare dei consensi. Nel breve volgere di qualche settimana la tribolatissima spiaggia per i cani è passata da quella che sembrava una scontata riconferma nella sede dello scorso anno (l’Annunziata) al trasferimento sull’estremo litorale settentrionale, passando attraverso l’audace e totalmente fantasiosa ipotesi dell’assessore Forcellese di prevedere addirittura il raddoppio delle “location”: una a nord e l’altra a sud. Tanto tramestio ha finito con lo sfociare nella conclusione più prevedibile ed alla quale il Palazzo si era con ogni probabilità orientato dall’inizio: la soppressione di “Unica Beach”, alla cui definitiva sepoltura sembra mancare a tutt’oggi soltanto il crisma dell’ufficialità. E ora? Che penseranno i Giovani Democratici della fine prematura di quella che definirono una “encomiabile iniziativa” che “qualifica la nostra città, e nello specifico quella zona (l’Annunziata, ndr) dal punto di vista sia turistico che della civiltà”? O che diranno il Wwf ed il gruppo regionale dei Verdi, che al sindaco Mastromauro destinarono un plauso per aver dedicato una spiaggia alle famiglie con animali, arrivando ad organizzare una manifestazione di solidarietà in suo favore? E ancora i “Corpi Sanitari Internazionali” (sodalizio erede della Legione Garibaldina), che al primo cittadino consegnarono una pergamena di socio onorario “per la sensibilità dimostrata nel campo della tutela ambientale, rafforzata dall’istituzione, particolarmente apprezzata dal Nucleo ambientale di Giulianova, di Unica Beach”. Oppure i mittenti “delle numerosissime mail giunte da ogni luogo d’Italia”, la Gazzetta di Torino e i molteplici siti specializzati (dall’”Ente Nazionale Protezione Animali” a “Tuttozampe”, dalla “Scuola di Interazione Uomo-Animale a “Slowtourism”), che, parole del sindaco, dimostrarono apprezzamento per l’iniziativa. E, infine, chissà cosa penserà lo stesso Mastromauro, che non più tardi di qualche mese fa giudicò “Unica beach” “nuova e qualificante esperienza (…) che ha reso Giulianova un riferimento importante non solo nel contesto abruzzese ma addirittura nazionale, con positive ricadute turistiche”, ipotizzando persino di indire un referendum popolare a sostegno dell’iniziativa. Distratto da una compulsiva ricerca del consenso ad ogni costo, attratto dalle sirene di una ipotetica candidatura alle prossime elezioni regionali, il sindaco dimostra di aver finito col perdere completamente la bussola, ritrovandosi costretto ad eseguire oggi, dopo i proclami di un programma ambiziosamente battezzato “Giulianova 2020”, la sola manovra cui non avrebbe mai voluto fare ricorso: la marcia indietro.

 Che c’entra l’ICA? 

Ai commercianti è sembrato proprio di essere presi in giro. Prima la convocazione per l’incontro con l’amministrazione, poi un fiume di belle quanto inutili parole, in conclusione il salasso. Agli esercenti giuliesi che hanno chiesto il rinnovo delle insegne delle rispettive attività, è infatti piovuta fra capo e collo una nuova stangata, sotto forma dell’elenco esorbitante di documenti da allegare alla pratica. Carte la cui stesura necessita in massima parte della costosa collaborazione di tecnici professionisti (stimata fra i 1000 e i 1500 euro) e sulla cui necessità c’è da rimanere quantomeno perplessi: soggette alla procedura sono infatti tutte le insegne esistenti prima del 2008, quelle sovrastanti per lo più gli esercizi “storici”, la cui presenza si può considerare consolidata da tempo nel tessuto urbano cittadino ed i cui proprietari sono ora pronti a rimuovere pur di non sottostare ad una nuova, inaspettata batosta. A margine di una vicenda sconcertante, rimane infine da capire perché l’edizione locale del Messaggero abbia attribuito all’ICA (l’agenzia privata di riscossione della pubblicità) la paternità della richiesta, quando la lettera con l’elenco dei documenti da esibire è al contrario uscita direttamente dagli uffici comunali. Semplice svista o l’ennesimo tentativo di coprire le decisioni impopolari del Palazzo?

Da giuliaviva.it

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