Fra le tante “magagne” di questa città, fra le innumerevoli questioni quotidiane gestite con molta supponenza ed altrettanta approssimazione, fra il “tutto va bene” disegnato dalla propaganda ed una realtà di segno diametralmente opposto, qualcosa, più di altro, dà la misura del livello di incuria, negligenza e superficialità a cui è stata ridotta la gestione della cosa pubblica. Non c’è da andare a scavare, non c’è bisogno di addentrarsi nei meandri del Palazzo, non serve cercare fra le pagine nascoste di una gestione della città tutt’altro che trasparente. È sufficiente guardarsi intorno, girare per la città, camminare per il centro storico o per il lungomare. Brutture e degrado sono lì, balzano agli occhi: la desolazione della pomposissima (in quanto a nome) Piazza del Mare, il senso di abbandono di Piazza Fosse Ardeatine, l’insensato restauro di Piazza Buozzi, l’opprimente parcheggio di Piazza Willermin, il congestionamento di Piazza della Libertà, tradita dalla scarsa intelligenza dei suoi semafori. Le piazze di Giulianova raccontano una storia fatta di promesse mai mantenute, occasioni perdute, spazi mortificati, interventi fuori luogo e di scarsa qualità. Raccontano di denaro speso male (il nostro) avendo come obiettivo finale più che un’immagine coerente e sostenibile della città i riflettori delle inaugurazioni e la grancassa delle conferenze stampa. Raccontano di luoghi sottratti alla loro “socialità”, declassati a spezzoni di città privi di attrattiva, capacità di accoglienza, decoro. Spesso, troppo spesso tutto quanto viene ricondotto alla crisi, ai minori contributi dello Stato, alle ristrettezze di bilancio, in una parola alla mancanza di soldi, ma il punto non è questo. A mancare non è il denaro, pur non abbondante, ma comunque dissipato a piene mani in iniziative quantomeno discutibili. A mancare è una progettualità seria e competente, una visione globale della città che vada oltre il singolo intervento, un’idea di urbanistica che restituisca compiutamente la città ai suoi abitanti ed ai suoi frequentatori. Si fa fatica ad individuare, fra le maglie di una miriade di interventi approssimativi e disarticolati il filo conduttore di un progetto per la città chiaro, definito, congruente: probabilmente perché non c’è mai stato.
Scritto da Paolo Innocenti – Giuliaviva.it
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