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Il Pd aveva offerto al Sindaco di Giulianova la possibilità di candidarsi alle prossime regionali. L’offerta era stata accompagnata da parole elogiative: “esperienza, capacità e autorevolezza”. In realtà era l’offerta del cappio (politico) al collo: tutti sapevano, bambini compresi, che “il Partito” (D’Alfonso, Ginoble) fosse già orientato a sostenere la candidatura del sindaco di Pineto; quindi nessuna possibilità, o quasi, per Mastromauro di venire eletto. Con una fava il Pd pensava di prendere due piccioni: avrebbe fatto fuori un sindaco circondato da diffuso dissenso e avrebbe allo stesso tempo “riunificato” il Partito rendendo libera una poltrona contesa da molti, speranzosi, aspiranti. Ma gli è andata male; Mastromauro, che ingenuo non è, avendo compreso la proposta di suicidio politico, è stato al gioco; e nella conferenza stampa organizzata per il grande evento, capovolgendo una finta promozione in occasione di auto elogio, dopo aver ringraziato il Partito per l’autentica prova di stima ha declinato l’invito per rimanere a servire la sua “amata città”. L’orgoglio di candidare Mastromauro alla Regione il Pd l’ha evidenziato, se ce ne fosse stato bisogno, lasciandolo solo in conferenza stampa. E’ vero che lo affiancavano il vice-sindaco Filipponi e l’assessore Vanni, ma il primo è amministratore (ed anche pretendente alla poltrona di Mastromauro) ed il secondo non è membro del Partito. Cosa resta al Pd? Il conforto di avere altri mesi di tempo per cercare di risolvere i suoi problemi interni; però, già ai primi dell’anno prossimo dovrà cominciare a chiedersi: “Adesso Mastromauro dove lo mettiamo?” Eh, già, perché Francesco non avrà opzioni: potrà solo aspirare alla riconferma a Sindaco; lasciando però sul terreno una serie di anime deluse, forse non tutte disposte a rassegnarsi. Meglio sarebbe stato, secondo noi, se il Pd anziché ricorrere a forme di teatro da vecchia politica, avesse deciso – finalmente – di riconoscere ai cittadini il diritto alla sincerità.
