Il PD di Giulianova favoleggia
21 novembre 2013
Un affezionato lettore ha segnalato alla nostra Redazione quanto pubblicato su facebook dall’amministratore di una delle società controllate al 100% dal Comune di Giulianova, iscritto al Partito Democratico. E’ una favola di Esopo e recita così: “C’era una volta un topo che entrò in un mulino in cerca di qualcosa da mangiare. Girò di qua e di là, ma non trovò nulla, c’era farina per terra, ma non la trovò di suo gradimento e sacchi di juta che risultarono duri sotto i denti, benché affilati. Si guardò intorno per essere certo di non aver dimenticato nulla e si accorse di avere la coda completamente bianca. In quel momento entrò una volpe attraverso il medesimo buco dal quale era penetrato il topo e lo guardò con sospetto. – Che ci fai tu qui ? Chi sei ? – chiese la volpe. Il topo gonfiò il petto e rispose -Sciocca, non vedi forse la mia coda ? Sono il mugnaio-. La volpe si fece una sonora risata e sgusciò fuori dal mulino perché nel frattempo aveva fiutato nell’aria odore di pollame. Appena fuori vide una donnola che le chiese cosa si trovasse all’interno del buco. -Niente d’interessante- rispose la volpe -soltanto uno stupido topo che non aveva mai visto un mulino prima d’ora in vita sua, ma gli è bastato sporcarsi la coda di farina per credersi un mastro mugnaio”. Il nostro “segnalatore” ci ha proposto anche una maliziosa lettura dell’accaduto: a suo dire, infatti, la favola sarebbe “sbarcata” su facebook lunedì scorso, poche ore dopo la chiusura delle convention dei circoli del PD per il Congresso Nazionale. Il che lascerebbe pensare che l’estimatore di Esopo volesse alludere a quanto accaduto a Giulianova dove, secondo le solite malelingue, i voti “renziani” avrebbero compiuto un prodigioso ed improvviso balzo in avanti, sopravanzando quelli per Cuperlo, con grande indignazione da parte dei sostenitori di quest’ultimo. Mah! Chi sarebbe il topo? Chi la volpe? Dove sarebbero mulino e relativo mastro mugnaio? Donnola e pollame?
COMUNE DI GIULIANOVA: PIANO DI VIA CUPA DI NUOVO IN CAMPO
18 novembre 2013
Eccoci di nuovo qua a scrivere della tormentata vicenda del Piano di Intervento Integrato di Via Cupa. E pensare che qualche buontempone ci aveva invitato a desistere perché, a suo dire, non ci sarebbe stata più trippa per gatti. Le dichiarazioni del Sindaco di Giulianova, affidate al quotidiano La Città, vanno nella direzione opposta: palla al centro, fischio dell’arbitro, e via con i tempi supplementari. Il Sindaco ammette: “La questione è stata gestita male”. Da chi se non proprio dal Sindaco in persona, che nella seduta del Consiglio Comunale del 22 maggio 2013, rivendicò il merito del riesame dei termini dell’accordo con il Prof. Serafino Cerulli Irelli? Siamo all’autocritica, dunque. Frutto amaro delle sonore strigliate ricevute dai “Furbetti di Via Cupa”? Cosa accadrà alla fine dei tempi supplementari? Il nostro blog aveva registrato nei giorni scorsi alcune dichiarazioni rese dal Prof. Cerulli Irelli in risposta alle nostre seguenti domande: “Cogliamo l’occasione per chiederLe, sempre a proposito del P.P.I. di Via Cupa, se il Sindaco di Giulianova l’ha più richiamata per chiederLe di incontrarLa. Vede, noi abbiamo una strana sensazione: normalmente se uno vuol fare una cosa -soprattutto se di una certa delicatezza- si limita a farla senza darne notizia all’universo mondo. Viceversa, se l’intendimento è di segno opposto, lo dice e poi non lo fa … Ma noi siamo indotti a porLe egualmente una domanda chiara e diretta e a chiederLe di rispondere in modo altrettanto chiaro: per le cose non fatte, l’Amministrazione ha da temere qualcosa da Lei che pure più volte ha ribadito di voler rinunciare ad eventuali azioni risarcitorie nei confronti del Comune? E’ per questa ragione che non La chiamano?”. La risposta piuttosto articolata fu la seguente: “Come credo di aver già scritto, da maggio non ho avuto informazioni da ARPA SpA e dal Comune. Neppure contatti … Come ho già scritto almeno una volta non ho mai esaminato la questione in profondità. Non è mia abitudine ragionare in termini di cause e di ricorsi e di danni. Ciò non toglie che alcune volte sia stato proprio costretto a farlo, ad es. per un risarcimento da occupazione appropriativa e per un paio di questioni urbanistiche. Del resto nessuno mi ha neppure comunicato la ragione per la quale la parte contrattuale (non quella propriamente urbanistica) del P.I.I. non andava più bene, dopo la approvazione della “proposta di P.I.I.” del 2008 e la (forse irrituale) “adozione” avvenuta del 2012. Le informazioni che sono riuscito a ricavare, da solo, dalla deliberazione, sarebbero: che avrei guadagnato troppo, ovvero che la parte pubblica doveva ottenere molto di più da quella privata. (Ed evidentemente nessuno aveva fatto effettivamente i conti). Trovo comunque singolare che un Comune coinvolga un privato prima con un”Prusst” e poi con un “P.I.I.” per poi non farne più nulla. Come dicevano gli antichi? Neminem laedere. E’ anche un principio cristiano”.Fino ad oggi, dunque, nessun incontro e nessuna comunicazione formale tra Amministrazione e Privato. Dopo le modifiche apportate al PII in Consiglio Comunale nel maggio 2013, nessuna comunicazione a firma del responsabile del procedimento al Prof. Cerulli. Un procedimento sospeso non è un procedimento chiuso. E infatti. Sul piano amministrativo, infatti, nulla vieta di rimettere in discussione i contenuti di una deliberazione di Consiglio Comunale. Una persona avveduta ed avvertita quale Arboretti avrebbe dovuto fiutare il pericolo e spingere affinché anche sul piano formale si arrivasse in fondo alla vicenda. E dire che dalle colonne di questo blog lo avevamo avvertito!! Perché non ci ha voluto dare ascolto? Di tutt’altro segno il giudizio politico. Via Cupa come la Legge di Stabilità: una correzione ogni rigo. Una storia senza fine, con reiterati cambi di direzione da parte sia del Sindaco sia della maggioranza che lo sostiene sia del suo stesso partito sempre più macerato. Ci chiediamo come i vari Andrenacci possano a questo punto rimangiarsi quanto dichiarato nel corso del Consiglio Comunale del 22 maggio scorso. Intanto c’è chi gode mentre agli altri tocca metterci la faccia.Sullo sfondo le eventuali pretese risarcitorie del Prof. Cerulli Irelli che Il Cittadino Governante ritiene destituite di ogni fondamento. Rileggiamo il Prof. Cerulli Irelli: “Non ho mai esaminato la questione in profondità. Non è mia abitudine ragionare in termini di cause e di ricorsi e di danni. Ciò non toglie che alcune volte sia stato proprio costretto a farlo … trovo comunque singolare che un Comune coinvolga un privato prima con un “Prusst” e poi con un “P.I.I.” per poi non farne più nulla. Come dicevano gli antichi? Neminem laedere. E’ anche un principio cristiano”. Amen.
Giulianova: Filipponi paga per tutti?
9 novembre 2013
E pensare che è dieci anni che sta studiando da Sindaco. Lui che si dice fiero di non essere mai stato comunista. Francesco glielo aveva promesso e poi lo ha scaricato preferendogli il più atletico Forcellese. Ma lui non si è scomposto: è rimasto al suo posto, come un bravo soldatino. La pazienza è la virtù dei forti. E lui è forte anche quando alza la paletta a comando. Quessta volta però gliel’hanno fatta grossa, proprio a lui che è Assessore all’Ambiente. Nei Comuni, per i cittadini l’Assessore all’Ambiente è quello che si occupa della pulizia della Città e dei rifiuti. Rifiuti uguale TASSA RIFIUTI che invece è materia dell’Assessore al Bilancio. Vallo a spiegare ai residenti a Colleranesco, dove il prode Vice Sindaco nonché Assessore all’Ambiente ha la sua personale cospicua riserva di voti, che la TARSU del 2013 sarà del 16% superiore a quella dello scorso anno. UN SALASSO. E chi verrà additato come il principale responsabile di questa emorragia di fine anno se non l’Assessore all’Ambiente? Almeno si fosse dissociato: neppure quello! E non può neppure mentire: lo schema del bilancio di previsione 2013 lo ha approvato la Giunta al gran completo (atto n. 187 del 21/10/2013). Altro che corsa alla poltrona di Sindaco nell’era post-Mastromauro! Qui c’è da salvare perfino il posto nel feudo di Colleranesco. Pare che intenda dimettersi. Troppo tardi: ormai la frittata è fatta. Chi frequenta i luoghi del potere ad un certo punto si trova a dover scegliere: far valere le proprie ragioni e quelle dei Cittadini o alzare la paletta a comando. Tra le due il Sindaco di Colleranesco ha scelto la seconda opzione ed ora paga pegno a differenza di quanti, invece, continueranno a farsi i bip loro. E non può permettersi neppure di fiatare. Gli tocca soffrire e subire in silenzio. I giochi sono fatti. Non c’è più niente da fare. Quant’era bravo Filipponi. Che peccato!
Ex Migliori-Longari e dintorni: Mio Piergallini ti scrivo
8 novembre 2013
Gentile Dottor Piergallini, nel Suo commento alla nostra ultima fatica sulla ex Migliori-Longari, Le diamo atto di aver scritto cose di buon senso. Come darLe torto quando afferma che la responsabilità di tutto ciò che non funziona a Giulianova -e forse anche ad Atri, aggiungiamo noi- è degli Acquaviva? Oppure quando sbeffeggia certi politici nostrani che di punto in bianco pretendono, sfiorando il senso del ridicolo, di riacquistare la verginità perduta? Da inguaribili bambini quali siamo, per un attimo non abbiamo voluto arrenderci, salvo poi farlo a mente lucida, alla Sua amara riflessione sull’essenza dello scontro elettorale che si profila all’orizzonte: “… gli attori cercano di rifarsi la verginità. L’importante è che sia fatta sulla pelle degli altri ed in questo senso sono in fondo uguali anche se si combattono. L’opportunismo della politica è il loro credo”. Lei ha individuato più di un “attore” protagonista ed ha snocciolato un po’ di situazioni: le costruzioni all’Annunziata, il ripetitore di Piazza dalla Chiesa, l’altra area resa edificabile, adiacente al mercato coperto di Piazza dalla Chiesa, i parcheggi davanti al Santuario della Madonna dello Splendore con torre faro dalla luce penetrante in zona inedificabile, la moltiplicazione dei parcheggi nei dintorni del Santuario, ecc. ecc.. Avrebbe potuto osare di più ma si è trattenuto dal farlo. I naviganti avranno letto il Suo avviso? “Mi fermo qui anche se ho un libro di queste situazioni”, Lei ha scritto, come volesse scoccare un dardo in pieno petto a chi prima ha detto sì e poi, coraggiosamente, si è defilato, lasciando i soli “tecnici” alle prese con un processo penale ricco di insidie. Il suo dardo li avrebbe colpiti alle spalle. “Il cetriolo e l’ortolano” suona forse meno elegante del Suo “opportunismo della politica” ma rende di più il senso di quanto accaduto. Sappia sin d’ora che se un giorno dovesse decidere di leggere questo suo “libro” ricco di certe situazioni avrebbe tutta la nostra comprensione e il nostro plauso: contribuirebbe anche Lei a porre fine a questa stagione che si trascina da troppo tempo, in cui l’unica regola è che non ci sono regole se non quelle di chi sa come regolarsi. Lei non è risultato tra questi, evidentemente. In attesa di poter leggere il Suo “libro”, La salutiamo cordialmente.
Ex Longari: Ahi! Ahi! AHI…anche Mastromauro ci cade sul più bello
7 novembre 2013
Ad appena due giorni dalla pubblicazione del nostro articolo “Giulianova: Ahi! ahi! ahi! Il caso Longari è caduto sul…più bello” http://www.iduepunti.it/cronaca/3_novembre_2013/giulianova-ahi-ahi-ahi-il-caso-longari-%C3%A8-caduto-sulpi%C3%B9-bello a pagina 13 de La Città del 6 novembre leggiamo quanto segue: “Quelle case non piacciono neanche a me ….. da cittadino più che da Sindaco quelle case non mi piacciono. Non possono piacermi. Se fosse stato possibile avrei lasciato quella zona così com’era. Intatta. Va però detto che … la variante urbanistica che le ha generate fu frutto di una scelta obbligata. Lo affermo oggi e ne eravamo convinti anche allora: in quegli anni, con una sentenza passata in giudicato ed un debito milionario tra capo e collo, non esistevano altre via d’uscita. L’amministrazione, da poco insediata, dovette prendere atto di una situazione drammatica, frutto peraltro di scelte operate da altri. Giocoforza fu dunque creare Giulianova Patrimonio per l’alienazione degli immobili e procedere ad un accordo economicamente sostenibile con Maria Grazia Migliori Longari. L’edificazione fu il male peggiore ma non avevamo scelta”. Eppure, commenta la giornalista Marzia Tassoni su La Città, sarebbero stati sufficienti poco più di 900.000 euro (903.000 per l’esattezza) per soddisfare i creditori e per evitare la cementificazione del piede della collina. L’accordo raggiunto con la Signora Migliori-Longari prevedeva infatti che in luogo della variante edificatoria il Comune avrebbe potuto soddisfare le pretese del creditore versando 903.000 euro. Singolare sdoppiamento di ruolo, quello del Primo Cittadino, con un doppio salto carpiato e capzioso “auto-imboscamento” a chiusura del tuffo: da questa parte il cittadino; dall’altra il Vice Sindaco di allora che sembrerebbe difendere la scelta dell’ex Sindaco, Claudio Ruffini. Chiara difesa di se stesso e dell’intero gruppo dirigente che in Consiglio Comunalefece propria la scelta dell’accoppiata Ruffini-Mastromauro sia l8 febbraio 2007, approvando la variante specifica al Piano Regolatore, sia il 22 marzo 2010, bocciando la mozione de Il Cittadino Governante. Tentativo di scaricare su Claudio Ruffini e sui suoi predecessori (Gerardini e Cameli) l’intera responsabilità politica ed amministrativa delle scelte fatte e non fatte in passato. La dichiarazione di Mastromauro a La Città potrebbe suonare anche così: “Non sono stato io. A me quelle palazzine non sono mai piaciute. La decisione è stata di Ruffini -indotta da scelte operate in passato da altri- ma io lo difendo”. Tentativo di far passare per verosimile un film in cui si confondono due i diversi livelli della complessa vicenda amministrativa scaturita dall’esproprio dell’area ex Migliori-Longari. In realtà quei due livelli sono distinti oggi come lo erano allora: il risarcimento alla Signora Migliori Longari era dovuto in forza di una sentenza passata in giudicato; l’approvazione della variante, invece, fu il frutto di un’ampia discrezionalità esercitata dall’amministrazione. Risarcimento. La sentenza passata in giudicato condannava il Comune di Giulianova al pagamento di una somma milionaria. Nell’accordo raggiunto con la Signora Migliori-Longari fu previsto di versare alla stessa la somma di circa € 3.300.000 e, per la parte restante del debito, di rendere edificabile l’unica area rimastale, nelle adiacenze del Campo di Atletica, pari a 5.160 metri quadri che il Prg destinava a spazi pubblici attrezzati. La domanda sorge spontanea: perché, invece di rendere edificabili circa 6.000 metri quadri al piede della bella collina giuliese e con un indice di utilizzazione territoriale pari a 0,55, il Comune non pagò la parte residua del debito vendendo uno dei beni che aveva già ceduto alla Giulianova Patrimonio proprio per pagare i debiti pregressi? La storia amministrativa di Giulianova ci racconta invece che i beni furono ceduti alla Giulianova Patrimonio allo scopo di saldare i famosi debiti pregressi ma che, al contrario, salvo che per la ex Scuola Acquaviva (che è stata venduta all’asta nel 2010 malgrado un cospicuo avanzo di amministrazione) ed il Pioppeto, ceduto nel 2008, nessun altro bene è stato alienato per far cassa. Oppure, come suggerito a suo tempo da Il Cittadino Governante, il Comune avrebbe potuto “cedere un lotto edificabile nell’ambito della E2, nelle aree comunali sopradette, di valore pari a 903 mila euro e non pari alla valorizzazione derivata dall’approvazione del progetto edilizio …”. Non solo. Parte del debito della ex Migliori-Longari è stata pagato favorendo ulteriore consumo di territorio e l’edificazione a tappeto di una delle zone di maggior pregio paesistico di Giulianova. E con un’aggravante in più, secondo la Procura di Teramo: intaccando un’area soggetta a vincolo. Da qui, come, noto, ha tratto origine un’inchiesta che il 31 ottobre ha portato al rinvio a giudizio dell’ex dirigente dell’area urbanistica del Comune di Giulianova e di tre costruttori. Del fatto si sono occupati i principali quotidiani locali. Tra questi anche Il Messaggero che nella locandina giuliese ha esibito un titolo a caratteri cubitali che suonava più o meno così: PROCESSO PER L’EX MIGLIORI-LONGARI SENZA POLITICI. Quel SENZA POLITICI sottolinea un fatto vero ma sembra anche riflettere la preoccupazione di alcuni personaggi, appartenenti al recente passato ed al presente della politica giuliese, di non essere associati a vicende di carattere penale. Domanda. E se il prossimo 12 novembre dovesse essere deciso il rinvio a giudizio di tecnici ed amministratori in relazione al presunto abuso del
cosiddetto Gavioli, quali sarebbero le conseguenze sul piano politico? Quali e quante candidature più o meno eccellenti andrebbero a monte? Visto da questa particolare angolazione, quel SENZA POLITICI acquista un significato molto particolare e ci riporta all’attualità della corsa per le Regionali 2014. Quanto alla mai sopita verve ambientalista del Primo Cittadino di Giulianova, i nostri lettori desiderano sapere se il rinnovato interesse per la riqualificazione ecosostenibile di Via Cupa abbia spinto il Sindaco a fare ciò che si era ripromesso di fare: contattare telefonicamente il Prof. Serafino Cerulli Irelli, fino a qualche giorno fa impegnato nella campagna dei fagiolini tardivi, per trovare un nuovo accordo e sbloccare finalmente la situazione.
Giulianova: Ahi! ahi! ahi! Il caso Longari è caduto sul…più bello
4 novembre 2013
Sabato 2 novembre l’Associazione Il Cittadino Governanteci ha recapitato una lettera dal titolo “Giulianova: tutti a processo per abuso edilizio”. L’abbiamo pubblicata: http://www.iduepunti.it/lettera-aperta/2_novembre_2013/giulianova-tutti-processo-abuso-edilizio La lettera è la copia fedele di un articolo apparso sull’ultimo numero del periodico ”GiuliaViva”, il cui autore, visto lo spazio a disposizione, ha circoscritto il suo commento -che condividiamo a pieno- soltanto all’epilogo di una lunga vicenda che invece merita di essere raccontata da principio. La materia del contendere è l’esproprio di una vasta area posta ai piedi della collina giuliese, tra Zona Orti e Piazza dalla Chiesa, dove sorge da tempo il campo-scuola, nota col nome di area ex Migliori-Longari. “Per l’esproprio dell’area su cui è stato realizzato il campo scuola (3.492.495 di euro, oltre a rivalutazione e interessi legali dal ’97) il Sindaco (N.d.R.: Claudio Ruffini) propone una transazione che il Consiglio approva nel maggio 2005 nei seguenti termini: pagamento di 3.232.473 di euro come corrispettivo per cessione aree, oltre a 137.412 di euro per rimborso imposta di registrazione della sentenza; variante a fini residenziali di un’area di 5.160 metri quadri che il Prg aveva destinato a spazi pubblici attrezzati; cessione del Comune alla proprietà di 640 metri di terreno” (fonte: Italia Nostra). Il 13 ottobre 2005 Il Consiglio Comunale adotta una variante specifica al Piano Regolatore, consentendo così ai proprietari dell’area di poterla rivendere ad una nota ditta di costruzioni che vi avrebbe realizzato 4 palazzine alte 13,5 metri. Il 5 gennaio 2006 Italia Nostra e Il Cittadino Governante presentano un’osservazione che verte sulla congruità del generosissimo ristoro previsto a favore della proprietà dell’area e su numerosi aspetti di natura urbanistica e paesistica: il PAI non consentirebbe l’edificazione al piede della collina; le quattro palazzine deturperebbero il paesaggio e ridurrebbero il soleggiamento del vicino asilo, la nuova viabilità restringerebbe la fascia di rispetto della pista d’atletica, ecc. L’osservazione viene respinta a maggioranza dal Consiglio Comunale del tempo. L’8 febbraio 2007 il Comune di Giulianova trasferisce la proprietà di gran parte dei “gioielli di famiglia” (Piazza dalla Chiesa, Kursaal, Scuola Acquaviva, ecc.) alla controllata “Giulianova Patrimonio”. Questa operazione ne rende possibile un’altra: l’accensione di un mutuo presso TERCAS da 4 milioni di euro, di cui 3,6 milioni di euro destinati alla famiglia Migliori-Longari. L’8 ottobre 2007 il Consiglio Comunale vota a favore della realizzazione del complesso residenziale che interessa una zona (lato ovest del lotto) dove, secondo il Pm che ha condotto le indagini, le prescrizioni stabilite nel 2006 dal Comitato dei Beni Ambientali e recepite dal Comune non avrebbero dovuto consentire alcuna edificazione. Nello stesso anno il Comune rilascia il permesso a costruire e la ditta di costruzioni, divenuta nel frattempo proprietaria dell’area resa edificabile dalla variante al Prg, avvia i lavori che giungono a compimento un paio di anni fa. Facciamo un salto avanti di due anni. Si è già consumato il passaggio dalla giunta di centro-sinistra Ruffini-Mastromauro -con Rifondazione Comunista estromessa a proprio a causa della non condivisione delle scelte urbanistiche- alla giunta Mastromauro. Come ricorda Paolo Innocenti, nel 2010 “il Gruppo Consiliare del Cittadino Governante presenta una mozione per ristabilire, in autotutela, la regolarità negli atti fino a quel momento approvati in contrasto con le norme urbanistiche. L’attuale Sindaco e la maggioranza respinsero la mozione”. Per la cronaca, quel pomeriggio del 22 marzo 2010 in Consiglio sono presenti tutti, tranne i consiglieri Ciccocelli, Di Carlo e Cameli, future stampelle della Giunta Mastromauro. Il consigliere Vincenzo Santuomo chiede l’inoltro alla Procura delle Repubblica della trascrizione degli atti della seduta. La mozione è respinta con una maggioranza schiacciante (13 voti su 18): votano per la bocciatura il Sindaco Mastromauro e i consiglieri Andrenacci, Maddaloni, Ciafardoni, Sacconi, Ruffini Fabrice, Giorgini, Cicioni, Ridolfi, Di Giacinto, Cartone, Vella e Francioni. Gennaio 2012: si concludono le indagini innescate da un esposto presentato alla Procura di Teramo da Il Cittadino Governante. Il bilancio è pesantissimo: destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini sono i 10 consiglieri comunali che votarono a favore della costruzione delle quattro palazzine (l’ex Sindaco Claudio Ruffini, e i consiglieri Augusto Montebello, Emidio Andrenacci -oggi capogruppo consiliare del PD-, Fabio Ruffini, Roberto Mastrilli, Augusto Baldasserini Gabriele Filipponi -attuale vice sindaco-, Dino Macera, Berardo D’Antonio e Federico Croci), il dirigente comunale che al tempo ricopriva l’incarico di responsabile dell’area urbanistica, Roberto Olivieri, e tre costruttori. http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/01/20/news/palazzi-sotto-la-collina-14-indagati-1.5027672 Strada facendo escono dalla vicenda giudiziaria i 10 consiglieri comunali: il Gip ritenne che fossero stati tratti in inganno dal parere dei cosiddetti “tecnici”. Sul piano amministrativo e contabile, registriamo la giurisprudenza prevalente della Corte dei Conto secondo cui “in linea di principio si può affermare che quando gli Organi di governo esercitano una funzione loro propria, l’apporto tecnico favorevole non ne esclude la responsabilità”. Ma questa è un’altra storia. Fin qui la narrazione che si chiude, per il momento, con il recente rinvio a giudizio dell’ex dirigente comunale dell’area urbanistica e dei tre costruttori. Per esprimere un giudizio sui risvolti penali della vicenda ex Migliori-Longari occorrerà attendere che la giustizia faccia il suo corso. L’esser garantisti ed il rispetto del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza dell’imputato fino a condanna definitiva, non ci esimono, tuttavia, da una valutazione di tipo politico. Di una cosa v’è certezza: ad uscire letteralmente a pezzi da questa brutta storia è tutto il sistema di potere che ha determinato le sorti di Giulianova nel corso delle ultime quattro consigliature, senza soluzione di continuità tra vecchie e nuove stagioni politiche. Il periodo di permanenza a Palazzo di Città di Claudio Ruffini e del suo consigliere all’urbanistica, Gianni Capanna, ha segnato un salto di qualità e di intensità in certe scelte urbanistiche, passate attraverso varianti specifiche al PRG e ristrutturazioni del debito che hanno prodotto ulteriore debito di cui dovranno farsi carico le future amministrazioni. La cosiddetta riqualificazione dell’area ex Sadam, il Piano di Intervento Integrato di Via Cupa, la lottizzazione dell’area ex Migliori-Longari, la vendita e la successiva edificazione del Pioppeto, l’alienazione della vecchia Scuola Acquaviva -giusto per fare qualche esempio- sono le “perle” di una gestione dissennata e scriteriata del territorio e della finanza comunale, che ha trovato piena continuità nell’era Mastromauro anche con il tentativo, abortito, di far passare per intero la Variante Generale al Prg. Tuttavia Ruffini e Mastromauro non hanno deciso ed agito in solitudine: a loro sostegno è intervenuto un blocco sociale ed economico; hanno goduto di quel consenso senza il quale anche la lottizzazione ex Migliori-Longari non si sarebbe compiuta; Tutti assieme appassionatamente, insomma, uniti dalla condivisione di un’idea di sviluppo della Città legata alla crescita di un’edilizia disarmonica, ed incapace
di cogliere le tante potenzialità di cui il territorio giuliese è ricco. Sul piano politico ed amministrativo, l’evolversi della questione ex Migliori-Longari certifica dunque il fallimento dei protagonisti di un lungo periodo di oscurantismo. Trattasi di aspetto che non può e non deve essere minimizzato, e che va ben oltre il dato di pura cronaca giudiziaria. E’ lecito chiedersi come l’attuale maggioranza e tutti coloro che al loro interno predicano il “verbo del rinnovamento” possano non prenderne atto: sono i fatti, ancor prima di un eventuale voto o sentenza, ad aver sfiduciato entrambi. Venendo all’attualità politica di casa nostra ed al recente congresso provinciale del PD, ai più non sarà passata inosservata la circostanza che tra i protagonisti della ex Migliori-Longari risplendano le figure dell’ex Sindaco, Claudio Ruffini, e dell’attuale Sindaco, Francesco Mastromauro, schieratisi più o meno apertamente sul fronte di Matteo Renzi. Sono proprio loro a rappresentare il meglio del “nuovo che avanza” nel Partito Democratico? Tornando invece alle motivazioni che hanno indotto il Gip a lasciar fuori dagli strascichi penali i “politici” e a tener dentro solo la parte tecnica, c’è un aspetto che torna poco chiaro sul piano della logica. A breve lasso di tempo dal suo insediamento, nel febbraio 2005 l’ex Sindaco Ruffini decide di potenziare l’ufficio ambiente e demanio marittimo portando a Giulianova un valente funzionario del Comune di Alba Adriatica. Dal luglio 2007 questo funzionario viene chiamato a ricoprire il ruolo di Dirigente dell’Area Servizi alla Collettività e Territorio con incarico a tempo determinato. Viene sostanzialmente riconfermato nell’incarico il 30 dicembre 2010: da qui in avanti ricopre, fino al 31 dicembre 2011, il ruolo di Dirigente dell’Area Servizi alla Collettività e Territorio con incarico a tempo indeterminato. Usufruendo della mobilità, si trasferisce presso il Comune di Francavilla al Mare dove attualmente ricopre il ruolo di Dirigente della Ripartizione Urbanistica e della Ripartizione Ambiente e LL.PP.. Nel suo periodo giuliese, si occupa, tra tante altre cose, di urbanistica e di edilizia privata. Sovrintende, dunque, a tutto ciò che riguarda la Variante Generale al PRG, i Piani di Lottizzazione, i Piani di Recupero, i Piani Integrati di intervento, gli Accordi di Programma, le attività inerenti procedure di Verifica di Assoggettabilità a VAS, il rilascio di Permessi a Costruire, le verifiche DIA e SCIA, il rilascio di provvedimenti e di Autorizzazioni Ambientali. Sono di sua competenza, dunque, anche il recupero dell’area ex-Sadam, il Piano di Via Cupa, il rilascio del permesso a costruire del c.d. “palazzo Gavioli” accanto al Kursaal come pure il rilascio del permesso a costruire del complesso residenziale al piede della collina nell’area ex Migliori-Longari. Abbiamo fin qui descritto il profilo di un manager pubblico di specchiata professionalità e collaudata esperienza amministrativa. La domanda sorge spontanea: perché mai un così valente funzionario di pubblica amministrazione avrebbe dovuto incorrere in quel macroscopico errore di valutazione tecnica che ha portato i “politici” a votare, sbagliando, a favore della realizzazione del complesso residenziale che interessa una zona (lato ovest del lotto) dove, secondo il Pm che ha condotto le indagini, le prescrizioni stabilite nel 2006 dal Comitato dei Beni Ambientali e recepite dal Comune non avrebbero dovuto consentire alcuna edificazione? Com’è possibile che in quel Consiglio Comunale del 7 ottobre 2007, il Sindaco e la maggioranza di allora abbiano votato a favore della costruzione delle quattro palazzine non avvedendosi di quanto dimostrato e documentato da Italia Nostra e da Il Cittadino Governante che, a differenza degli amministratori del tempo, non furono tratti in inganno malgrado avessero potuto maturare conoscenza dei fatti solo in modo indiretto, non avendo rappresentanza in Consiglio Comunale? Per il momento è tutto. Noi ci fermiamo qui, in attesa che almeno uno dei Gruppi Consiliari -oltre a quello del Cittadino Governante, ovviamente- rilasci uno straccio di comunicato. Ci credete, voi?
Ludopatia: La nostra risposta all’On. Giulio Cesare Sottanelli
29 ottobre 2013
A stretto giro di posta dalla pubblicazione dell’ articolo “Ludopatia:Sottanelli su chi scommette?” abbiamo ricevuto una nota dall’On. Giulio Sottanelli al quale volentieri replichiamo prendendo a prestito quanto dichiarato dal Direttore del SERT di Giulianova, Cesare Di Carlo, su Il Centro del 19/10/2013: http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/10/19/news/sert-in-cura-sempre-piu-malati-di-gioco-1.7956368 “Sert, in cura sempre più malati di gioco – Sono oltre 1.000 i pazienti che, ogni anno, vengono assistiti nella struttura che si occupa di dipendenze legate alla droga, l’alcol e, più di recente, al gioco d’azzardo, una patologia che è in costante crescita … Le persone dipendenti da videopoker, giochi on-line e dal tavolo verde sono aumentate anche nel corso degli ultimi due mesi”. E quali sono le misure che la politica adotta per arginare questa piaga sociale oltre che esistenziale? Così l’On. Sottanelli: “Rispetto alla regolamentazione del gioco posso dire che all’interno della legge di “delega fiscale” che è stata licenziata proprio dalla Commissione Finanze di cui faccio parte sono state approvate all’art. 14 importanti norme definite “no slot” che contengono, tra le altre cose, requisiti più stringenti per le aziende che chiedono la concessione e l’istituzione del “bollino” per i bar e i locali che non installano macchinette”. Siamo andati a verificare sul sito ufficiale della Camera de i Deputati cosa prevede l’art. 14 della “delega fiscale”: http://www.camera.it/leg17/465?tema=465&La+delega+fiscale+#paragrafo2307 La “delega in materia di giochi” è la classica “foglia di fico” con cui lo “Stato biscazziere” (la definizione è di Famiglia Cristiana) tenta di nascondere l’ennesima vergogna nazionale. Chi ha voglia di approfondire, legga e rilegga trattenendo i conati di vomito:http://www.famigliacristiana.it/articolo/gioco-d-azzardo_200711194425.aspx. C’è da rabbrividire, sgomenti. Va dato però atto all’On. Sottanelli di aver risposto alla nostra domanda: “Sottanelli su chi scommette?”. Non vi sono dubbi: Scelta Civica, le altre forze che sostengono il Governo delle “larghe intese” e Sottanelli hanno scommesso sul gioco d’azzardo. Così l’On. Sottanelli: “Come Scelta Civica ci siamo battuti per migliorare molti (e sottolineo molti) dei provvedimenti inseriti nel decreto Imu ma alla fine non abbiamo potuto far a meno di dare il nostro voto favorevole al decreto nel suo insieme avendo scelto, nell’interesse del Paese, di fare parte di questo governo di larghe intese pur avendo espresso spesso posizioni differenti da Pd e Pdl”. Dissentiamo: a nostro avviso esistono ancora valori e principi che non sono negoziabili. Esistono drammi e tragedie che meritano comprensione e, da parte di chi ha responsabilità di governo, risposte adeguate. Sul piano delle scelte individuali. In casi come quello della ludopatia non soltanto si può ma SI DEVE derogare alla disciplina di Partito o di maggioranza. Che razza di risposta è “Non abbiamo potuto far a meno di dare il nostro voto favorevole al decreto nel suo insieme?”. E il diritto/dovere dell’On. Sottanelli di scegliere secondo coscienza, dov’è finito? Se avessimo a disposizione una OPENPOLIS anche per il Consiglio Comunale di Giulianova così come per il Parlamento, scopriremmo che Progresso Giuliese detiene il record per numero di conferenze stampa indette, interrogazioni e mozioni presentate, su una grande varietà di temi. Tra questi però manca quello del proliferare delle slot machine a Giulianova, malgrado esista dal 2010 un Regolamento Comunale, piuttosto restrittivo ma sistematicamente ignorato. Ci si indigna per buche e lampadine, per il trasporto scolastico, per le rette degli asili, per le cartelle pazze e per la villa della famiglia Franchi ma sulle slot machine Progresso Giuliese ed il Partito Unico del Silenzio non spendono una goccia di inchiostro. Come mai? Degli oltre 1.000 malati di ludopatia in cura al SERT di Giulianova non importa proprio a nessuno? Ecco dunque una proposta che invitiamo Progresso Giuliese a valutare con la dovuta attenzione: preannunciare nel corso del convegno di giorno 31 la presentazione di un’interrogazione al Sindaco Giulianova su quanto accaduto a Giulianova malgrado il Regolamento Comunale del 2010 e su quali misure l’Amministrazione intenda adottare in futuro per far sì che anche a Giulianova trovi applicazione la legge regionale approvata lo scorso 15 ottobre.
Giulianova: Via Cupa, i furbetti sono tornati!
28 ottobre 2013
Ci eravamo lasciati con i nostri affezionati lettori con il tacito accordo che avremmo chiuso la lunga serie della fiction “I Furbetti di Via Cupa” con la pubblicazione delle memorie del Prof. Serafino Cerulli-Irelli. Trascorsa la campagna dei fagiolini in cui il Prof. Cerulli-Irelli è stato affaccendato e non essendo nulla nel frattempo pervenuto in Redazione, complice un ritorno di fiamma de I Furbetti di cui sopra, ci troviamo costretti, nostro malgrado, a tornare sulle dolenti note di Via Cupa. Nel corso di questa breve pausa che ci siamo concessi, non abbiamo mai smesso di monitorare l’evolversi degli eventi. Da qualche giorno abbiamo assistito, incuriositi, come il gatto fa col topo, alla querelle su chi avrebbe potuto e chi no giocare nel mitico Fadini: solo il più blasonato Giulianova Calcio 1924 o anche l’emergente Colleranesco? Ci siamo anche divertiti a scommettere sul seguito della storia ed abbiamo vinto facile, come dicono i numerosi iscritti al Partito Unico del Silenzio sulle slot machine, che a Giulianova è maggioritario. Riepiloghiamo. Puntata n. 1) Un noto quotidiano locale dà fiato alle trombe: è scontro sull’uso del campo di gioco del Fadini. Ed è subito polemica: il campanile è campanile. Puntata n. 2) Intervento provvidenziale, in calcio d’angolo, del Salvatore della Patria e del pallone, che chiede al Presidente del Colleranesco che la partita di sabato 26 ottobre venga giocata al Castrum e non al Fadini. “Ho formulato questa richiesta alla dirigenza del Colleranesco per recuperare quel clima di serenità e di concordia che è fondamentale per la città, e che deve continuare a sussistere”, ha dichiarato il Sindaco Mastromauro. Puntata n. 3) Il Messaggero di sabato 26 ottobre: “A questo punto, alla luce di quanto avvenuto (e soprattutto di quanto non avvenuto) è opportuno che l’amministrazione trovi una soluzione per ottenere il fondo in sintetico al Castrum e il Sindaco riporti il Piano Integrato di Via Cupa con il suo campo di calcio regolamentare, proprio per il Colleranesco e gli allenamenti del Giulianova”. Birichini birichini. Ci riprovano con la storia del pallone. In un primo tempo hanno utilizzato la leva della mancata realizzazione del nuovo deposito dell’ARPA; adesso tocca al famoso stadio da 500 posti, con manto in erba sintetica, ad uso e consumo sia del Colleranesco sia del Giulianova Calcio 1924. Cosa si inventeranno la prossima volta? Avviso a Il Cittadino Governante e ad Arboretti, che dicono essersi allontanato un attimo dall’amico di un tempo, Loreto Vanni, e da certo PD: attenti che stanno tentando di fregarvi (ci) un’altra volta. Non ve n’eravate accorti?
Ludopatia: Sottanelli su chi scommette?
25 ottobre 2013
Giovedì 31 ottobre si terrà un incontro dal titolo “Scommettiamo su di te … la vita non è un gioco”. Si parlerà soprattutto della nuova legge regionale, approvata in Consiglio il 15 ottobre scorso, finalizzata alla prevenzione della ludopatia. L’iniziativa è promossa dal Gruppo Consiliare Progresso Giuliese e da Scelta Civica. Presenti l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali, Paolo Gatti, la Presidente della V Commissione del Consiglio Regionale e già capolista al Senato di “Scelta Civica con Monti”, Nicoletta Verì, ed il parlamentare Giulio Sottanelli, sempre di Scelta Civica. Verosimile che sul banco degli imputati finiscano quelle dieci imprese di slot-machine che nel febbraio scorso sono state condannate dalla Corte dei Conti al pagamento di una sanzione complessiva da 2,5 miliardi di euro, per il mancato collegamento delle macchinette alla rete di controllo dei Monopoli nel periodo 2004-2009. Prima ancora della Corte dei Conti si erano occupati del caso la Guardia di Finanza ed il Pubblico Ministero, secondo il quale la multa avrebbe dovuto essere di circa 90 miliardi di euro. Lo scorso agosto, in sede di approvazione del decreto che congelava la prima rata Imu sulla prima casa, il Governo Letta aveva previsto per i “signori delle slot” uno “sconto” da 1,9 miliardi di euro, proponendo la somma di soli 600 milioni di euro ai fini di un’eventuale futura transazione. Nei piani del Governo quei 600 milioni di euro sarebbero serviti per ottenere la copertura finanziaria necessaria per compensare i mancati introiti dovuti alla cancellazione della rata dell’Imu sulla prima casa. Già a questo punto verrebbe spontaneo chiedere al Consigliere Verì ed al deputato Sottanelli, entrambi di Scelta Civica che appoggia il Governo delle larghe intese, che effetto fa trovarsi nel doppio ruolo di chi, da una parte, osteggia la ludopatia e, dall’altra, ricopre ruoli di primo piano all’interno di un partito che sostiene il principale benefattore dei “signori dell’azzardo”. Ma questo è il meno. Accade infatti che mentre alla Camera è in corso la discussione sulla conversione in legge del decreto taglia-Imu (Atto Camera 1544), i tre principali partiti che sostengono Letta –tra questi Scelta Civica- presentino un emendamento, puntualmente approvato, che riduce quei 600 milioni di euro di multa ad appena 400. Possiamo chiamarla “sanatoria-giochi” light? Il 16 ottobre la Camera approva il Disegno di Legge –e, quindi, anche la sanatoria- che ora è all’esame del Senato. Votano a favore 35 deputati di Scelta Civica, 57 deputati del PDL, 237 (!) del PD, 6 del Gruppo Misto ed 1 della Lega Nord. Tra gli abruzzesi votano a favore 4 deputati del PD e 3 del PDL. I due deputati presenti eletti in provincia di Teramo votano entrambi a favore. http://parlamento17.openpolis.it/votazione/camera/decreti-imu-ddl-1544-a-voto-finale/3562 L’onorevole Giulio Sottanelli risulta ASSENTE. Ma se fosse stato presente, come si sarebbe comportato? Come i suoi 35 colleghi di partito che hanno votato a favore della sanatoria? E’ probabile: tra le fila di Scelta Civica in quella seduta della Camera non risultano voti ribelli. Eppure in settembre Scelta Civica aveva posto il problema delle slot in un’interrogazione, dichiarandosi contrariata e contraria alla prima sanatoria da 1,9 miliardi di euro. E’ il caso di dire che sulle slot-machine, il partito di Sottanelli e Verì “si costerna, s’indigna, s’impegna; poi getta la spugna con gran dignità”. C’è dunque una questione, al contempo morale e politica, che va affrontata: nel convegno di Giulianova Sottanelli dovrà chiarire la scelta di Scelta Civica e dire con chiarezza se la sua posizione sulla sanatoria fiscale per le slot è diversa o in linea con quella del suo partito. E’ del tutto evidente che in quest’ultimo caso la sua presenza a Giulianova non avrebbe significato alcuno. Quanto ai deputati abruzzesi -e teramani in particolare-, che hanno votato pro DDL 1544, la loro presenza al convegno di giorno 31 sarebbe ovviamente inopportuna oltre che di cattivo gusto.
Giulianova: Sulle slot machine “Progresso” solo a metà
24 ottobre 2013
Apprendiamo da facebook che giovedì 31 ottobre si terrà un incontro sulla nuova legge regionale, approvata in Consiglio il 15 ottobre scorso, che pone un freno alla crescita incontrollata delle slot machine. L’iniziativa è promossa dal Gruppo Consiliare Progresso Giuliese e da Scelta Civica. I lavori, a cui prenderanno parte illustri politici, tra cui l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali, Paolo Gatti, e l’On. Giulio Sottanelli, saranno coordinati dal Consigliere Comunale di Progresso Giuliese, Laura Ciafardoni. Della nuova legge regionale abbiamo già scritto: http://www.iduepunti.it/cronaca/10_ottobre_2013/giulianova-la-politica-vince-sul-gioco Del proliferare delle slot machine a Giulianova, anche: http://www.iduepunti.it/cronaca/5_maggio_2013/comune-di-giulianova-chi-risponde-sulle-%E2%80%9Cmacchinette%E2%80%9D-spuntate-come-funghi http://85.94.221.114/cronaca/21_maggio_2013/gioco-e-scommesse-giulianova-thaon-de-revel-ad-esempio Bene la legge, bene anche il convegno. Male invece che nessuno, all’infuori della Redazione de I Due Punti, abbia fatto notare che a Giulianova le slot machine fossero da tempo spuntate come funghi malgrado fosse già vigente apposito Regolamento Comunale, approvato con Delibera di Giunta n. 54 del 30/6/2010, che è ancora più severo della stessa legge regionale. Malissimo che nessuno tra i consiglieri comunali, compresi i tre di Progresso Giuliese, non abbia ancora interrogato il Sindaco Mastromauro e l’Assessore al ramo, malgrado la lettera aperta a loro rivolta dalle colonne del nostro blog in data 8 maggio 2013: http://www.iduepunti.it/lettera-aperta/8_maggio_2013/macchinette-lettera-aperta-ai-consiglieri-comunali-agli-assessori-ed-al All’Amministrazione andrebbe ricordato che il Regolamento Comunale approvato con Delibera di Giunta n. 54 del 30/6/2010 prevede quanto segue: – art. 6 comma 1: “L’apertura ed il trasferimento di sede dell’attività di Sala giochi è soggetta ad autorizzazione assentita dal Dirigente dello Sportello alle Attività Produttive, entro 60 giorni dalla data di presentazione della domanda, fatta salva eventuale richiesta di integrazione da parte dell’ufficio competente”; – – art. 6 comma 3: “Il Dirigente rilascia l’autorizzazione per l’apertura di una sala giuoco nel rispetto del presente Regolamento, dei Regolamenti comunali di Polizia Municipale, della sorvegliabilità dei locali, della regolarità delle certificazioni presentate previa acquisizione del parere favorevole da parte degli organi tecnici preposti all’analisi e alla verifica della documentazione esibita nel corso dell’istruttoria”. Sempre all’Amministrazione andrebbe chiesto quanto segue: “Come si spiega il fatto che molti tra gli apparecchi ed i congegni da trattenimento e da gioco di abilità entrati in funzione dopo l’entrata in vigore del regolamento comunale siano spesso e sovente distino a meno di 500 mt., in linea d’aria, da scuole e luoghi di culto?”. Fino al 31 ottobre, data del convegno, c’è ancora tempo per rimediare. Diversamente i soliti detrattori -e tra loro anche noi- sarebbero autorizzati a pensare che quella del convegno del 31 ottobre è soltanto la solita trovata pubblicitaria che tornerebbe molto utile in vista degli imminenti appuntamenti elettorali.
Tributi locali a Giulianova: Non ci resta che ridere
14 ottobre 2013
Saltiamo a piè pari la narrazione della vicendache ha visto protagonista, in negativo, un noto esponente del PD giuliese per via di una villa di lusso accatastata in A3 e del favorevole trattamento fiscale di cui ha goduto grazie a quell’accatastamento irregolare. Chi ha voglia di leggere, legga qui sotto. In Redazione c’è chi protesta per i calli spuntati sotto i polpastrelli. http://www.iduepunti.it/cronaca/6_agosto_2013/tutte-provincia-di-teramo-le-casette-canad%C3%A0 http://www.iduepunti.it/cronaca/28_agosto_2013/la-nuova-politica-del-senatore-franchi http://www.iduepunti.it/cronaca/7_settembre_2013/giulianova-trovata-finalmente-%E2%80%9Ccasetta-piccolina-canada%E2%80%99%E2%80%9D-da-16-vani-piu%E2%80%99-p L’Assessore al Bilancio del Comune di Giulianova, in Consiglio Comunale, si è dovuto parecchio arrampicare sugli specchi per tentare di far passare tutta questa brutta vicenda come fatto meramente tecnico. Da La Città del 12 ottobre scorso: “Secondo Vanni, merito dell’attuale Amministrazione è di aver proseguito l’azione iniziata dalla Giunta Ruffini che nel 2007 affidò alla propria società di riscossione il compito di individuare immobili fantasma e di accertare eventuali anomalie contributive. Tra il 2008 ed il 2009 sarebbe stato chiesto a 190 soggetti l’aggiornamento delle rendite catastali, mentre tra il 2009 ed il 2011 sarebbero stati scovati più di 300 evasori totali, proprietari di case sconosciute al fisco”. Gli crediamo. E perché solo fino al 2011 e non anche nel 2012 e 2013? Per quale ragione l’ufficio tributi del Comune non ha completato l’azione avviata nel 2007? Non sarebbe stato meglio scovare altri evasori totali e parziali, e chiedere l’aggiornamento delle rendite catastali per le tante “Casette Piccoline in Canadà” presenti in alcune zone ben definite di Giulianova? Evidentemente in Comune avevano altro a cui pensare: ad esempio, a come fare impazzire i contribuenti recapitando loro avvisi TARSU 2011 per somme già versate. A voglia a predicare di meritocrazia, di efficienze e di efficacia dell’azione amministrativa, e a riempirsi la bocca di parole del tipo “equità fiscale”, “lotta all’evasione” e “pagare tutti per pagare meno”: quanto accaduto nel Comune di Giulianova negli ultimi due anni prova che la realtà è tutt’altra. Sarebbe interessante, a questo punto, che qualcuno dei Consiglieri Comunali chiedesse un parere anche all’Organismo Indipendente di Valutazione che dovrebbe spiegare, ad esempio, perché dal 2012 l’ufficio tributi abbia inspiegabilmente cessato di dar la caccia ad evasori/elusori e di chiedere l’aggiornamento delle rendite catastali per tutte le “Casette Piccoline in Canadà”, e dirci se almeno due tra gli obiettivi operativi assegnati al Dirigente di quel settore per il 2012 con il Piano Esecutivo di Gestione 2012-2014 (rispettivamente, Recupero TARSU II fase – anni 2011/2012 e Potenziamento ufficio TRIBUTI ICI – Unico Occupante) siano stati raggiunti.
Giulianova: La Politica vince sul Gioco…
10 ottobre 2013
Apprendiamo da La Città del 10 ottobre (pag. 4) che martedì prossimo approderà in Consiglio Regionale ( disegno di legge Assessore Paolo Gatti e Nicoletta Verì, P. quinta commissione regionale) a Teramo curata dall’Ass. Giorgio D’Ignazio, un progetto di legge che vieta slot-machine e “macchinette da gioco che danno premi in denaro” a meno di 300 metri dai luoghi cosiddetti “sensibili”: scuole, università, ospedali, impianti sportivi, chiese e cimiteri, ecc.. E’ un piccolo “premio” che giunge a coronamento di una lunga battaglia condotta anche dalla nostra redazione: http://www.iduepunti.it/2-pi%C3%B9-2/25_ottobre_2011/il-gioco-e-le-dipendenze-lettera-aperta-al-sindaco-e-ai-consiglieri-comunali http://www.iduepunti.it/cronaca/5_maggio_2013/comune-di-giulianova-chi-risponde-sulle-%E2%80%9Cmacchinette%E2%80%9D-spuntate-come-funghi http://www.iduepunti.it/lettera-aperta/8_maggio_2013/macchinette-lettera-aperta-ai-consiglieri-comunali-agli-assessori-ed-al http://www.iduepunti.it/cronaca/18_maggio_2013/sale-gioco-giulianova-mastromauro-non-avvia-alcuna-indagine-interna http://www.iduepunti.it/cronaca/21_maggio_2013/gioco-e-scommesse-giulianova-thaon-de-revel-ad-esempio Con un po’ di buona volontà da parte di tutti i Consiglieri, quei 300 metri potrebbero diventare anche 500 oppure trasformarsi in un generale divieto di funzionamento nelle zone più densamente abitate, confinando le slot-machine in aree che ogni Comune potrebbe individuare con apposito strumento urbanistico. La prossima legge regionale non è la panacea di tutti i mali. Non è la soluzione del problema che ha radici molto profonde e complesse ma la sua approvazione segnerà una svolta importante che salutiamo con piacere.
Giulianova: Il Sito web va in bianco
4 ottobre 2013
Siamo alle solite. Con il sito web del Comune di Giulianova non si può star tranquilli: una volta manca la scheda dei rimborsi neve; un’altra sparisce un allegato. Questa volta è toccato ai video delle sedute del Consiglio Comunale, pubblicati in apposita sezione: http://www.comune.giulianova.te.it/Default.aspx?tabid=809 Sempre in omaggio alla trasparenza ed al rispetto del diritto dei Cittadini-contribuenti ad essere informati su ciò che si decide a Palazzo, l’audio dell’ultimo Consiglio Comunale -quello del 30 settembre scorso- è un’assordante accozzaglia di rumori. Provare per credere: http://www.livestream.com/webappliances/video?clipId=pla_650301e0-8c35-4c16-a666-ad1426fdebcf Pessima qualità della registrazione? Incidente tecnico, come quando si interrompono certe dirette del Consiglio Comunale? Patetico tentativo di oscurare qualche passaggio del dibattito non particolarmente gradito all’Amministrazione? Egregio Signor Assessore alla Trasparenza, vuol provvedere Lei a rimettere le cose a posto? Grazie.
Giulianova: Sul piano di via Cupa…l’Arpa si incupisce
3 ottobre 2013
Piano sì, Piano no, Piano sì, Piano no … Ad un mese esatto dalla sortita mediatica con cui qualche “furbetto” pensava di riaccendere il dibattito sul Piano d’Intervento Integrato di Via Cupa allo scopo di riportarlo all’esame del Consiglio Comunale, nelle ultime ore la stampa ha certificato la morte clinica del Piano. Eppure il Sindaco Mastromauro aveva dichiarato giorni fa: “Non intendo lasciare che l’accordo pubblico-privato si risolva in un nulla di fatto. Mi impegno anzi personalmente a far sì che le parti coinvolte superino le difficoltà e diano seguito ai contenuti del piano. Non è un caso se è mia intenzione contattare telefonicamente, nelle prossime ore, il signor Serafino Cerulli Irelli per fissare la data di un nuovo incontro”. Intervistato da Viveregiulianova.it, il Prof. Serafino Cerulli-Irelli ha negato di essere stato finora contattato sia dal Comune sia dall’ARPA: “Leggo che il Comune avrebbe intenzione di riflettere e ridiscutere il programma integrato. Nulla so di preciso. Da Arpa (probabilmente occupata da altre faccende) non ho informazioni, in particolare sulle loro intenzioni riguardanti Giulianova”. Il Prof. Cerulli-Irelli ha detto bene: di questi tempi l’ARPA ha ben altro a cui pensare. Con Sistema S.p.a. in via di smembramento, perdite da bilancio 2012 pari a 42 milioni di euro, una mancanza di liquidità che avrebbe costretto l’Azienda “ad accettare l’ipoteca sui propri immobili pur di ottenere finanziamenti ed anticipazioni necessari per pagare gli stipendi di oltre 900 dipendenti” (fonte: Il Centro), sarebbe irresponsabile da parte di ARPA andare a perder tempo in altre questioni. E poi, dove troverebbe ARPA la somma stimata in quasi 1,3 milioni di euro necessaria per acquistare i 18.000 mq. di proprietà della Ditta Serafino Cerulli-Irelli, sui cui edificare il nuovo deposito? Dopo le modifiche al Piano votate in Consiglio Comunale le posizioni tra Comune e Privato si saranno sensibilmente allontanate fino a rendere il Piano irrealizzabile ma forse ancor di più a decidere le sorti del Piano è stato l’abisso finanziario in cui l’ARPA è stata precipitata dai “soliti noti” e dai loro “nominati” che si sono avvicendati sulle poltrone del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda. Le sorprese però potrebbero scaturire proprio dalla drammatica situazione finanziaria in cui versa l’ARPA che, alla drammatica ricerca di liquidità a tutti i costi, potrebbe chiedere al Comune di Giulianova ed alla Ditta Serafino Cerulli-Irelli di essere risarcita dei danni subiti (lucro cessante). ARPA potrebbe far valere quanto stabilito nella promessa di vendita siglata con il Privato nel 2008, vendita che si sarebbe perfezionata se le cose fossero andate come previsto nell’originaria proposta di Piano. Il Comune di Giulianova e la Ditta Cerulli-Irelli si potrebbero trovare ad essere trascinati dentro alle vicissitudini, presenti e future, dell’ARPA, ormai prossima al default. E allora, si salvi chi può!
Mastromauro & Arboretti. Gemelli diversi.
1 ottobre 2013
Nulla di nuovo sotto il sole.L’offensiva mediatica di Mastromauro contro il “fratellastro” Arboretti non conosce pausa. Dopo la breve intervista a La Città il 6 settembre sul caso del presunto abuso Gavioli, in cui Mastromauro addossava le responsabilità dello sfregio portato al Kursaal, ai tecnici comunali in servizio nel 1994 e a coloro che partorirono il vecchio PRG, sempre da le colonne de La Città del 29 settembre ecco un nuovo affondo al leader de Il Cittadino Governante. Questa volta le note dolenti riguardano il nuovo ultramoderno edificio in corso di costruzione in Via Gramsci-Via Battisti, nella parte alta di Giulianova. Il messaggio è chiaro e diretto: se responsabilità vi sono, sono tutte da ascrivere a chi licenziò il vecchio PRG del 1994 ed ai tecnici. Punto. I “tecnici”, sempre e solo i tecnici. Anche sul caso Gavioli il messaggio che passa è: “Sono otto le persone indagate ma non ci sono amministratori o consiglieri”. Stesso refrain di quello a suo tempo ascoltato in merito alla cementificazione della ex Migliori-Longari. Sembrerebbe quasi che da sempre Giulianova si sia amministrata da sola, che non abbia mai avuto classe dirigente, che nessuno abbia deciso in che direzione andare o non andare. Dov’è finito il concetto di “responsabilità politica”, vocabolario da tempo cancellato dallo Zingarelli della politica in giallorosso? E Arboretti, che fine ha fatto? In una sua dichiarazione a I Due Punti, ebbe a scrivere che da qui alle dimissioni di Mastromauro ne avremmo visto delle belle: “ Vuol dire che non conoscete bene chi è Franco Arboretti. E che non avete compreso pienamente cosa rappresenta a Giulianova Il Cittadino Governante con la sua determinata volontà di cambiamento. Vedrete, però. Le cose che accadranno nei mesi che mancano alle elezioni vi dimostreranno che adesso state prendendo una solenne cantonata …. la Giunta (presieduta dall’attuale sindaco) che approvò il 14 agosto 2008 il Programma Integrato di Intervento insieme ad altre 44 deliberazioni (!!) nell’ultimo giorno utile prima dell’arrivo del Commissario Prefettizio non tutelò gli interessi generali”. Finora, in verità, a parte una timida sortita sull’ultimo numero di GiuliaViva a proposito di Kursaal e Gavioli, in cui la Redazione ha invitato il Comune e la Giulianova Patrimonio a costituirsi nell’eventuale processo di cui si deciderà il prossimo 12 novembre, abbiamo visto e udito ben poco. Di quelle famose 44 deliberazioni non abbiamo saputo più nulla. Eppure, conoscendo la tenacia, l’inflessibilità e la memoria di Arboretti, siamo certi che di cose avrebbe da dirne parecchie. Francamente non comprendiamo il suo silenzio. Sgomberato il campo dal demone berlusconiano, il PD inizia a fare drammaticamente i conti con le proprie contraddizioni interne. La sua base è delusa ed arrabbiata per come la nomenclatura ha logorato il Partito: – sacrificando il dibattito interno su programmi e contenuti sull’altare di un’infinita discussione sulle regole interne (ricordate lo sketch di Crozza a Ballarò?); – trascinandolo, con Monti e con Letta, in un’alleanza suicida con il partito di proprietà di Berlusconi ed avendo poi la pretesa di poter salvare il Governo Letta e l’alleanza con il PdL una volta uscito di scena Berlusconi; – tollerando la doppia morale di chi pubblicamente predica virtù e privatamente fa affari con il giuaguaro (vedi Finocchiaro ed Alfano assieme in affari in Sicilia). Infine, i casi MPS e Penati sono lì a testimoniare, impietosamente, di una questione morale che non risparmia niente e nessuno. E dunque Arboretti se ne sta seduto sulla riva del fiume. Paziente e quasi certo di avere già in tasca una parte consistente dei voti del PD. Altrimenti come potrebbero certi suoi emissari, impegnati nella ricerca di improbabili alleanze, dichiarare di essere vicini alla soglia del 30%?
Palazzo Gavioli: Lettera aperta al Sindaco di Giulianova
26 settembre 2013
Gentile Signor Sindaco, sapendoLa piuttosto indaffarato nei preparativi della Sua candidatura alle elezioni di primavera, salteremo preamboli e convenevoli per venire al dunque. Il “dunque” è l’abuso del cosiddetto Palazzo Gavioli a Giulianova, ancora oggi sotto sequestro. Sebbene la vicenda sia nota, ad uso e consumo dei meno informati pubblichiamo di seguito un link ad un articolo pubblicato da Il Centro quasi due anni fa: ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2011/01/28/news/sequestrato-il-palazzo-gavioli-1.4758659http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2011/01/28/news/sequestrato-il-palazzo-gavioli-1.4758659 Abbiamo letto, attoniti, alcune dichiarazioni da Lei rese al quotidiano La Città del 6 settembre scorso, sempre con riferimento alla vicenda Gavioli, in merito alla Sua volontà di vestire i panni del“mediatore” o, se preferisce, del “paciere”. Da “paciere”? Non se la prenda più di tanto se Le ricordiamo, secondi a Il Cittadino Governante, che questa non è soltanto faccenda che possa risolversi tra “amici” in via bonaria. Piuttosto, di fronte ad un abuso edilizio che ha deturpato il Kursaal il minimo che ci si sarebbe aspettato è che il Comune e la Giulianova Patrimonio, società soggetta a direzione e coordinamento dal Comune di Giulianova, difendessero lo storico edificio. Invece niente. Non lo hanno fatto in prima battuta, quando fu concesso il permesso a costruire; non lo starebbero facendo neppure adesso, in vista di quello che una testata locale ha definito “processo”. Processo? Finora nessun organo di informazione ne aveva scritto. Legga insieme a noi in fondo a pag. 15 del numero 18 di GiuliaViva: “L’Amministrazione se vuole riparare al grave errore non può che fare questa scelta, cominciando col costituirsi parte civile al processo, a difesa del Kursaal”. http://www.giuliaviva.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1037:ledificio-in-costruzione-che-sfregia-il-kursaal-va-abbattuto&catid=37:parliamone&Itemid=194 Secondo GiuliaViva, ci sarà dunque un processo. In appena tre righi di testo un possibile scoop che sarebbe sfuggito a tutte le altre testate. Signor Sindaco, GiuliaViva dice il vero o si diverte a fare pronostici? Ci sarà un processo oppure no? Per chi sarebbe stato richiesto il rinvio a giudizio? Quali elementi raccolti nelle indagini preliminari avrebbero deposto a favore di tale richiesta? Quali sarebbero le imputazioni? Il Comune di Giulianova accetterà l’invito rivoltogli da GiualiaViva affinché si costituisca parte civile oppure no? Signor Sindaco, per favore risponda.
Giulianova: Che farà il PD del piano di Via Cupa?
21 settembre 2013
Ne avremmo fatto volentieri a meno. Magra consolazione aver previsto in anticipo quanto sarebbe accaduto. 2 settembre 2013. Particolarmente ispirato ed informato, Il Messaggero rivela che la Ditta Serafino Cerulli-Irelli avrebbe intenzione di far causa al Comune per violazione di un accordo sottoscritto nel 2008 ma che la situazione potrebbe essere sanata portando il Piano di Via Cupa nuovamente in Consiglio Comunale per l’approvazione di modifiche più favorevoli per il Privato. Impossibile: i “falchi” del PD non accetterebbero mai. Per molti si trattò di un fulmine a ciel sereno, considerato che le modifiche apportate al Piano erano state approvate a larga maggioranza dal Consiglio Comunale il 13 maggio 2013 e che sia Il Cittadino Governante sia il Sindaco avevano rivendicato la paternità di quelle modifiche. Il video di quella memorabile seduta del Consiglio Comunale è disponibile a questo indirizzo: http://www.livestream.com/webappliances/video?clipId=pla_bc0ad852-b271-4db0-9188-0be8c6d37c34 Vedere per credere. L’11 settembre scrivemmo che: “Di questo passo andrà a finire che in Consiglio Comunale si tornerà davvero per votare gli emendamenti agli emendamenti”. A meno di 20 giorni da quell’articolo birichino de Il Messaggero, dalle colonne de La Città il Sindaco conferma la tesi de I Duepunti.it: rimette in discussione per la seconda volta se stesso, il volere del Consiglio Comunale, quello della sua stessa maggioranza e quello del PD, ed annuncia di non aver mai rinunciato all’idea di modificare il Piano d’Intervento divenuto, a causa dei suoi stessi emendamenti, non più sostenibile per il Privato. Chi decide da più di un lustro a Giulianova? Chi ha deciso sul Piano di Via Cupa? Chi ha stabilito che quel Piano s’ha da fare? I Sindaci passano; loro no. Sono lì, fermi, intoccabili. Poi magari ci scappa qualche incidente di percorso (vedi Palazzo Gavioli) e qualche avviso di garanzia. Per “loro” si tratta di un prezzo accettabile. Nel frattempo in casa PD -e non solo- quella del “rinnovamento” è diventata un’ossessione quasi maniacale. I cosiddetti renziani, ad esempio, su Il Centro del 21 marzo scorso: “E’ ora di cambiare rotta”. I Giovani Democratici: “Siamo fermamente convinti che per uscire da questa situazione di caos sia opportuno, per il bene del partito e del Paese un Cambiamento”. Sulle stesse posizioni i “falchi” del PD, molto vicini al Capogruppo Andrenacci. Era parso che l’approvazione dei 7 emendamenti al P.I.I. di Via Cupa andasse in quella direzione. Ed ora che il Piano di Via Cupa tornerà per l’ennesima volta in Consiglio Comunale, cosa faranno i “falchi” intransigenti del PD? Si rimangeranno quanto hanno detto e votato il 13 maggio? Accetteranno di farsi portare al guinzaglio dai soliti manovratori? Quanto faranno pesare la loro volontà? Sapranno mantenere la posizione o si lasceranno eterodirigere? Andrenacci & Co. devono essere consapevoli dell’importanza della posta in palio:non solo del business da 50 milioni che ruota intorno al Piano di Via Cupa ma anche della credibilità di un partito. Votare nuove modifiche alle modifiche già approvate in Consiglio Comunale sarebbe per il PD e per coloro che, dentro il PD, aspirano ad un reale cambiamento, un suicidio politico in piena regola. Andrenacci, Ridolfi, Ruffini, Giorgini, ecc. -e lo stesso Crescentini di SEL- come fanno a non comprendere che certe uscite sulla stampa sono state lucidamente programmate a tavolino e che l’accelerazione degli eventi cui stiamo assistendo è determinata dalla fine anticipata della consiliatura? Non hanno ancora capito che siamo alla replica di quanto accaduto il 14 agosto 2008? Con Mastromauro che dovrà dimettersi per correre nel marzo 2014 per un posto in Consiglio Regionale, c’è più d’uno che ha iniziato a temere che il Piano di Via Cupa potesse restare in eterno in alto mare e che oggi spinge perché il Consiglio si pronunci nuovamente. Diamo quasi per scontato ciò che farebbe o direbbe Il Cittadino Governante in un eventuale Consiglio Comunale: metterebbe il Sindaco sul banco degli imputati senza indugiare troppo sulla “politica del fare” del duo Ruffini-Capanna. Nutriamo invece molti dubbi su quella che potrebbe essere la linea del PD, sempre più sfilacciato, fiaccato e scosso dai continui ed improvvisi cambi di rotta di Francesco Mastromauro. Andrenacci & Co., di che pasta siete fatti? Sulla questione di Via Cupa intendete comportarvi da sudditi ubbidienti o da amministratori responsabili?
Lettera seconda….a Franco Arboretti
20 settembre 2013
Domandare è lecito, cortesia è rispondere. O il semplice “chiedere” implica per Lei il reato di lesa maestà? Comprendiamo il fastidio di chi, appena tornato da ferie meritate, trova il nostro non tenero “bentornato”. Tutto merito dei nostri numerosi e disinformati “corrispondenti” che abbiamo assoldato in quel di Giulianova. Comunque, grazie per aver risposto anche solo per metà. La prima reazione, dopo aver letto la Sua nota, è stata di incredulità. Evidentemente l’ascolto non rientra tra i Suoi talenti. Diversamente, leggendo con maggior frequenza ed attenzione “I Due Punti.it” avrebbe scoperto già da tempo che con chi è maggioranza ed amministra non siamo soliti usare particolari convenevoli. Lei sa, ad esempio, quante volte abbiamo bersagliato di critiche il Suo “fratellastro” Mastromauro? Provi a contarle, se ci riesce. E Catarra? E Brucchi? E Chiodi? E Varrassi? Per non parlare delle tante “dediche” affettuose che abbiamo indirizzato ai Suoi colleghi consiglieri comunali. Ne abbiamo risparmiato forse qualcuno? Nel caso, ce lo segnali. Oppure dobbiamo ritenere che la serietà, che Lei sembrerebbe volere accordare a giorni alterni ai “I Due Punti.it”, sia direttamente proporzionale al gradimento espresso nei confronti di tutto ciò che il Consigliere Arboretti o “Il Cittadino Governante” pensano o fanno? A noi pare, invece, di avere espresso vivo apprezzamento per talune iniziative de Il Cittadino Governante, anche con riferimento al Piano d’Intervento Integrato di Via Cupa. Il ruolo della vittima de I Due Punti.it non Le si addice affatto. E Mastromauro, allora, che dovrebbe dire? Nel merito. Ripercorrendo i passi del Suo intervento, apprezziamo la dovizia di particolari con cui descrive i diversi passaggi amministrativi post-delibera di Giunta n. 346 del 14 agosto 2008 ed illustra il Suo punto di vista sull’intera vicenda, rispettabile quanto quello del Prof. Cerulli che giunge a conclusioni opposte alle Sue. La Sua narrazione sconta tuttavia un limite assai evidente: pecca di scarsa contestualizzazione. Anzi, non ne ha affatto. Non è cosa da poco per chi viene da una ben definita formazione politica e culturale. Non è da Lei. Non è coerente con il Suo percorso. Lo abbiamo già scritto in almeno due occasioni: la deliberazione di Giunta n. 346/2008 e le altre 40 adottate in coda alla consiliatura non sono un accidente piovuto improvvisamente dal cielo bensì il naturale frutto di una stagione, costellata da scelte urbanistiche funeste, inaugurata da Ruffini e da Capanna Senior all’insegna della “politica del fare”. Nessuno meglio di Lei può comprendere. La proposta di P.I.I. fu il risultato di lunghe e laboriose trattative cui parteciparono l’Arpa, il Privato ed il Comune. Ci furono, prima del 14 agosto 2008, incontri, studi preliminari, bozze di accordo, consultazioni. Chi partecipò per il Comune e a che titolo? Nella Sua narrazione tutto questo è stato rimosso. Ne conviene? Così come vengano lasciati scivolare via alcuni accadimenti di quel 14 agosto 2008:proposta tecnica, elaborati e tavole portate in Comune poche ore prima dell’approvazione della delibera, alla vigilia di Ferragosto, alle 17.25. Istruttoria lampo ed approvazione l’ultimo giorno utile della consiliatura. Ci spiega Lei il senso di tutto questo correre pur sapendo che il Consiglio Comunale non avrebbe potuto “ratificare” entro i successivi 30 giorni visto l’arrivo del Commissario? Ci aiuti Lei a capire. Lei preferisce puntare l’indice contro Mastromauro che noi, invece, riteniamo degno erede di una lunga tradizione. Così facendo Lei rende più frivola la lettura di una brutta pagina della storia di Giulianova, segnata dalla tentata vendita di parte di Piazza Dalla Chiesa, dalla lottizzazione Migliori-Longari, dalle numerose varianti specifiche al Prg, dall’avvio dell’iter della Variante Generale al Prg, dalla lottizzazione ex Sadam, ecc.. Chi, meglio di Lei, conosce quelle tristi vicende? Eppure … Quanto a tutti i nostri punti di domanda che ha ritenuto non meritevoli di risposta, saranno i lettori a farsene un’opinione. Non abbiamo la pretesa di dettare l’agenda politica de Il Cittadino Governante e non intendiamo farne il focus della nostra attività editoriale. Né Arboretti né Il Cittadino Governante sono il centro del mondo. Saremo tuttavia osservatori attenti delle cose che accadono anche a Giulianova. Sarà il tempo a dire se siamo stati profeti fallaci o inascoltati. Cordiali saluti.
Chiodi attacca Simona Conte
20 settembre 2013
Da Il Messaggero del 18 settembre:“Chiodi: Tercas, un miliardo di crediti fuori regione non tutti recuperabili”. Sempre Chiodi: “Dal 2006 un miliardo di euro di crediti è stato erogato fuori regione. Buona parte di questi non sarebbero recuperabili, ed è come se fossero titoli tossici … una strategia di depauperamento non fatta da una sola persona Insomma è come se successivamente al 2005 fossero stati introdotti nell’attivo della banca “titoli tossici” … in realtà non erano titoli ma crediti”. Ancora Chiodi su Il Centro del 18 settembre: “Nel 2005 la Tercas era solida e liquida; c’è stata poi una strategia di depauperamento non fatta da una sola persona. Il direttore Di Matteo, infatti, non avrebbe potuto fare da solo, ma aveva evidentemente persone nei punti nevralgici dirigenziali per attuare queste operazioni. Il cda e il collegio sindacale potrebbero essere stati quindi tratti in inganno”. E ancora: “Ho l’impressione che alcune possano essere operazioni trasmigrate dal mondo del gruppo Unipol, visto che il direttore Di Matteo proveniva da una società del gruppo stesso. Si tratta di crediti erogati fuori regione a clienti non abruzzesi del settore immobiliare. Ne sapremo di più al termine dell’indagine predisposta dagli organi competenti, tra cui Procura e Banca d’Italia”. Chiodi cita dunque il Collegio Sindacale, di cui faceva parte l’attuale amministratore della Julia Servizi Più, Simona Conte, a cui l’avrebbero fatta letteralmente sotto il naso. Meno tenera si è dimostrata invece la Banca d’Italia che il 15 aprile scorso ha sanzionato per 75 mila euro i membri del Collegio Sindacale, tra cui la Conte, in ragione di “carenze nei controlli da parte dei componenti il disciolto Collegio Sindacale” e “di posizioni ad andamento anomalo e previsioni di perdite non segnalate all’O.d.V. da parte dei componenti il disciolto Collegio Sindacale”. Ne avevamo già scritto il 15 aprile scorso (http://www.iduepunti.it/cronaca/15_aprile_2013/quando-il-commissariamento-tercas-incrocia-la-julia-servizi), ponendo al Sindaco di Giulianova la seguente domanda: “Come può un ex componente del Collegio Sindacale di un istituto bancario, che secondo la Banca d’Italia non avrebbe ben vigilato di fronte a fatti così gravi da portare al commissariamento della TERCAS, offrire ogni tipo di garanzia rispetto alla diretta amministrazione della Juia Servizi Più?”. Il Sindaco ovviamente non rispose ed il PdL ne fece una questione di mera opportunità. Poco più di un vagito. Cosa farà il centrodestra giuliese adesso che il “suo” Presidente Chiodi ha “scusato” la collega Conte? La vorrà in eterno alla Julia Servizi Più?
GIULIANOVA, VIA CUPA. COSI’ PARLO’ SERAFINO CERULLI-IRELLI. COSI’ TACQUE FRANCO ARBORETTI.
18 settembre 2013
A far da contraltare ai tanti che, pur avendo molto da dire al riguardo, tacciono, nel corso dell’ultimasettimana abbiamo registrato sul nostro blog le puntuali e simpatiche “intrusioni” del Prof. Cerulli-Irelli che ha assunto su di sé la responsabilità di rappresentare ai lettori de I Due Punti la sua verità sul Piano d’Intervento Integrato di Via Cupa. Il Professor Cerulli-Irelli ci ha così consegnato un’inedita e preziosa lettura della storia recente e meno recente dell’urbanistica a Giulianova e per questo gli siamo grati. Ci ha raccontato di una storia iniziata e consumatasi in moltissimo tempo (2007-2013) e che ha avuto una lunga fase di gestazione culminata nell’atto n. 346 del 14/8/2008 con cui la Giunta del tempo approvò, sempre nell’ambito del procedimento del Piano d’Intervento Integrato, una scrittura che fissava, fin nei minimi particolari, i rapporti tra i vari soggetti partecipanti al P.I.I.; in particolare tra la Ditta Serafino Cerulli-Irelli ed ARPA SpA. Quella scrittura recava, oltre alle sanzioni per il caso di inadempimento, anche elaborati tecnici che indicavano le varianti urbanistiche necessarie a individuare, con riferimento al terreno oggetto della compravendita, la superficie a destinazione artigianale e/o commerciale, quella per il deposito comunale (da cedere al Comune), quella per il nuovo sito di ARPA SpA, quella per la complessa viabilità e verde pubblico (da cedere al Comune), quella per il campo sportivo per gli allenamenti e relativo parcheggio (da cedere al Comune, assieme ad una somma di più di 400.000 euro per la sua realizzazione). E poi il Consiglio Comunale del 13 maggio 2013, con cui, attraverso l’approvazione di 7 emendamenti a firma de Il Cittadino Governante, furono apportate modifiche – di natura contrattuale e progettuale – a quanto definito e convenuto in precedenti documenti ed elaborati, approvati dalla Giunta nel 2008, prestando così il destro ad una possibile azione risarcitoria da parte del Privato. Questi i fatti. Nel mentre sul nostro blog si andava sviluppando un articolato dibattito sul P.I.I. di Via Cupa, si registravano sulla stampa feroci attacchi da parte del Sindaco Mastromauro al futuro candidato Sindaco de Il Cittadino Governante: in prima battuta a proposito dell’abuso edilizio del Palazzo Gavioli; a seguire, sulle poche chance che avrebbe il Dott. Franco Arboretti nello scalare i piani alti del Palazzo di Città. Così tuonava, provocatorio, Francesco Mastromauro dalle colonne de La Città: “Altro che primavera, con Lui arriva l’autunno inoltrato, quasi inverno”. E ancora: “Fu Arboretti, nel 1999, a consegnare il suo partito al minimo storico, credo al 16%”. Il Sindaco in carica ha riversato su Arboretti fiumi di inchiostro al veleno fino a toccarlo sul piano personale, dipingendolo come la causa prima dell’immobilismo in cui era precipitata Giulianova prima dell’avvento di Mastromauro, prima della “politica del fare” inaugurata da Ruffini di cui l’attuale Sindaco è stato vice per ben quattro anni. In altre stagioni politiche Arboretti non ci avrebbe pensato due volte a replicare con durezza. In questo frangente l’icona de Il Cittadino Governante non ha proferito parola. Molto strano, avendo tutti apprezzato la sua suscettibilità in occasione del dibattito consiliare su Cirsu/Sogesa, quando ebbe a “ritirare” la sua amicizia al collega medico e consigliere PdL, Andrea Rota. Arboretti, in verità, ha preso a prendere parte al “gioco del silenzio” da diverso tempo e su questioni di non poco conto: sul caro-bollette gas della Julia Servizi Più ; sulle cartelle pazze Tarsu 2011 (vietato sfiorare l’amico Vanni?); sul recente cambio di rotta sul Cirsu, votato in Giunta, che ha ribaltato le decisioni del Consiglio Comunale dello scorso anno quando si decise per il concordato preventivo (vietato insistere troppo, causa presenza dell’amico Loreto Vanni in trascorse gestioni?); in tema di equità fiscale, venuto alla ribalta con il caso della “Casetta Piccolina in Canadà” della figlia dell’ex Senatore Franchi, sui mancati accertamenti a carico di chi possiede immobili di lusso a Giulianova e li dichiara/accatasta invece come A3 (anche questo grazie ai dirigenti preposti e dell’Assessore al Bilancio); sull’infondatezza di certe affermazioni dell’Assessore Vanni, addolorato per non aver potuto evitare la (s)vendita dell’ex Scuola Acquaviva causa debiti mentre in realtà era disponibile un avanzo di amministrazione di importo superiore al ricavo ottenuto dall’alienazione del bene. Fantasie di quelli che GiuliaViva ha definito “buontemponi”? Una rondine non fa primavera ma uno stormo …. Cosa pensano esattamente i lettori del periodico GiuliaViva del nuovo corso arborettiano e del nuovo Arboretti, sempre più simile ai suoi colleghi consiglieri, che glissa su certi temi e non “affonda” il colpo? Sulla delibera di Giunta n. 346/2008 e su come ci si fosse arrivati, a parte qualche parola di circostanza, Franco Arboretti fino ad oggi se n’è stato buono buono, in religioso e rispettoso silenzio. La “politica del fare” di Ruffini, prima, e di Mastromauro, poi, non gli è più indigesta come ai bei tempi dell’esposto sulla lottizzazione Migliori-Longari? Questo “nuovo” Arboretti “ci fa strano” ed il suo non rispondere alle provocazioni di Mastromauro ci piace poco. Da dove trae tanta sicurezza chi non ha i numeri per andare al ballottaggio o, quanto meno, per puntellare con qualche consigliere in più la sua presenza in Consiglio
Comunale? Chi gli ha consigliato di soprassedere e di tacere perché, tanto, il tempo di Mastromauro è già scaduto da un pezzo e, quindi, non è “intelligente” sollevare troppa polvere su quella lontana delibera di Giunta cui lavorarono alacremente gli artefici (Ruffini e Capanna senior) delle scelte urbanistiche più sciagurate degli ultimi anni a Giulianova? Che promesse sono state fatte? Franco, se ci sei batti un colpo.
La fiction di via Cupa continua: dal cilindro salta fuori Claudio Ruffini
13 settembre 2013
$$E’ una storia lunga e non banale quella del Piano Integrato di Via Cupa, che merita di essere raccontata perché è lo specchio dei nostri tempi. Prima di continuare nella narrazione, un ringraziamento va a tutti coloro che commentano a vario modo. Uno, in particolare, lo indirizziamo al Prof. Serafino Cerulli-Irelli dal quale ci divide l’opposta valutazione dell’esito amministrativo ultimo della vicenda ma del quale apprezziamo il contributo franco, diretto, acuto e, per certi versi, illuminante. Nel suo ultimo intervento il Prof. Cerulli-Irelli ci offre lo spunto per un’ulteriore riflessione sul perché e sul come ci ritroviamo oggi a scrivere circa il Piano d’Intervento Integrato di Via Cupa. Scrive il Prof. Cerulli-Irelli: “Quanto alla “sveltina” (delibera di Giunta del 2008) io la chiamerei piuttosto una “lentina”, visto che la “Proposta di P.I.I.”, elaborata per moltissimi mesi, era ormai pronta da tempo. Ho un vaghissimo ricordo che ci possa esser stato, da ultimo (estate del 2008), una qualche accelerazione legata alle improvvise dimissioni dell’allora Sindaco e alla supposizione che il Commissario di nomina prefettizia avrebbe gestito soltanto l’ordinaria amministrazione …”. A beneficio di coloro che non conoscono i fatti citati dal Prof. Cerulli-Irelli, “sveltina” è l’appellativo che abbiamo dato ad una delibera con cui la Giunta Comunale approvò la Proposta di Piano nell’ultimo giorno utile della consiliatura, poche ore dopo che la Proposta era stata protocollata in Comune e nel tardo pomeriggio della vigilia di Ferragosto del 2008. Il nostro autorevole interlocutore propone una diversa lettura dei fatti, ricordando che, in realtà, la proposta era stata elaborata per moltissimi mesi e che era pronta ormai da tempo; quindi, molto prima del famoso 14 agosto 2008. Il Prof. Cerulli-Irelli mette in luce un fatto vero e di straordinaria importanza: la Proposta di Piano fu il risultato di lunghe e laboriose trattative ed era pronta da tempo. Lo ricorda anche un articolo de (guarda caso) Il Messaggero del 4 dicembre 2007, dal titolo “Il deposito dei pullman di Giulianova si trasferisce in Via Cupa dove nasce un campo di calcio. Negozi e case al posto dell’Arpa”. Quel pezzo merita di essere letto per interno e conferma tutto. In più rivela che “Sempre sulla statale adriatica, a pochi passi dalla stazione, la ditta Di Gennaro Costruzioni di Tortoreto ha acquistato l’immobile che attualmente ospita la rivendita e riparazione moto della ditta “Erasmo Di Giacinto” ed anche lì realizzerebbe appartamenti e negozi”. Per farla breve, pronto da diverso tempo, l’accordo approda in Giunta, dopo lunga attesa, quasi fuori tempo massimo. Perché questa lungo stop? Chi e cosa l’hanno determinato? Le dimissioni improvvise del Sindaco di allora, Claudio Ruffini, rischiano di far precipitare la situazione. Le dimissioni di Ruffini sono datate 28 luglio. Il rischio di vanificare il lavoro di mesi è grande. La proposta di Piano è pronta ma si attende l’ultimo giorno utile per protocollarla in Comune, per portarla in Giunta e per farla approvare. Non è normale, no? Cosa sarà mai accaduto in quei giorni di così importante da far perdere quasi 20 giorni per mettere un punto fermo su una Proposta già elaborata? Di cosa avranno dovuto ridiscutere coloro che in quegli anni determinavano (e determinano inran parte ancora oggi) le scelte urbanistiche a Giulianova? Abbiamo la quasi certezza che questa nostra curiosità non verrà mai soddisfatta. Certe mancate risposte, però, sono più eloquenti di mille parole. Il Prof. Cerulli-Irelli ricorda le improvvise dimissioni del Sindaco del tempo, Claudio Ruffini, offrendoci così il destro per ricordare uno dei periodi più bui dell’urbanistica a Giulianova e per dare una collocazione storica all’originaria Proposta di Piano Integrato di Via Cupa, licenziata in tempi record nel 2008. Uno dei primi atti di Claudio Ruffini, fresco Sindaco di Giulianova, consiste nel paracadutare da Alba Adriatica a Giulianova colui che sarebbe diventato in seguito il Dirigente dell’Area Urbanistica -l’Arch. Roberto Olivieri- e che ritroviamo, destinatario di due avvisi di garanzia, al centro dei casi della lottizzazione ex Migliori-Longari e dell’abuso di Palazzo Gavioli. Dei due, quello della ex Migliori-Longari appartiene all’era Ruffini. Ruffini è anche colui che fa declassare il Comune di Giulianova per consentire l’arrivo da Sant’Egidio di un nuovo Segretario Generale, la Dott.ssa Daniela Marini, che continuerà ad esercitare il ruolo di garante della legalità e della correttezza amministrativa dell’azione dell’ente anche sotto Mastromauro. Ruffini ed il consigliere comunale con delega all’urbanistica, Capanna senjor, sono in quegli anni i protagonisti della cosiddetta “politica del fare”, del fare purché si faccia. Tentano, senza riuscirvi, di far vendere una parte di Piazza Dalla Chiesa; acconsentono alla trasformazione del Riviera da albergo a residence; promuovono l’approvazione di numerose varianti specifiche al Piano Regolatore (es.: quella dell’area ex Moma);
sponsorizzano la vendita del Pioppeto che per l’occasione viene raso al suolo; avviano l’iter per l’alienazione dell’ex Scuola Acquaviva e per l’approvazione della Variante Generale al Piano Regolatore; consentono che si edifichi ai piedi della collina in area parzialmente interessata da vincolo PAI (v. Migliori-Longari). In quei frangenti calca la scena nei panni di attore non protagonista (non di semplice comparsa) l’attuale Sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, al tempo vice di Ruffini. Ruffini si dimette il 28 luglio ed è Mastromauro a condurre la Giunta che approva il Piano di Via Cupa il 14 agosto. Pur avendone ancora titolo, Ruffini preferisce non partecipare a quei lavori: lascia il testimone al suo vice e confida, sicuro, nei suoi fedeli assessori. Visto il parere reso dal Dirigente competente e presente il Segretario Comunale, la delibera passa. In un suo intervento di qualche giorno fa sul nostro blog, il Dott. Arboretti ha sottolineato il ruolo di Mastromauro nello sviluppo della vicenda del P.I.I. di Via Cupa. Al contrario, Arboretti non ha speso una virgola su quel lungo ed estenuante lavoro di elaborazione del Piano e di ricerca dell’accordo tra Pubblico e Privato, che oggi ci viene ricordato dal Prof. Cerulli-Irelli, che ha visto operare alacremente il Sindaco Ruffini ed il Geom. Capanna. Se vorrà, avrà modo di recuperare anche sul nostro blog. Questo passaggio a vuoto di Arboretti ci dà modo di fare un’ultima considerazione: dal punto di vista delle scelte urbanistiche ed anche con riferimento a quella del P.I.I. di Via Cupa, le responsabilità politiche di Ruffini non sono affatto minori rispetto a quelle di Mastromauro. Semmai è vero l’esatto contrario. Su Via Cupa -e non solo- Mastromauro pensa ed agisce in perfetta continuità rispetto alla strada maestra tracciata dal duo Ruffini-Capanna. Il vero autore del “sacco urbanistico” di Giulianova non è Mastromauro bensì il suo predecessore. Differenze tra i due? Di stile (“inclusivo e da buon padre di famiglia” quello di Ruffini; “divisivo ed appariscente” quello del secondo) ma anche di sostanza: Ruffini avrebbe sicuramente gestito il Consiglio Comunale del 13 maggio in modo da far respingere i 7 emendamenti presentati da Arboretti. Invece Mastromauro li ha rivendicati per sé! Nella sostanza, tuttavia, tra le scelte dei due Sindaci non c’è soluzione di continuità ed Arboretti ne è consapevole più di chiunque altro visto che su certe battaglie Il Cittadino Governante si è molto speso mentre le altre forze politiche –Rifondazione esclusa- stavano quasi sempre a guardare. Fin troppo facile sparare su Mastromauro, tutt’altra cosa è spezzare il filo rosso che lega tra loro Ruffini, Capanna e Mastromauro, e che parte dalla ex-Migliori-Longari per finire al Gavioli.
L’ARPA NEL PALLONE: GIULIANOVA-TERAMO ANDATA SENZA RITORNO
12 settembre 2013
Chi ha viaggiato sulla tratta Giulianova-Teramo ricorderà l’11 settembre come un giorno di straordinaria follia. Alla fine di questa breve storia vi domanderete cosa ci stia a fare all’Arpa un Consiglio di Amministrazione. Cosa amministrano quei Signori nominati dalla solita vecchia politica che è stata capace di produrre debiti per 42.600.000 di euro? E i loro dirigenti? Cosa amministra, ad esempio, il Consigliere giuliese Flaviano Montebello, che ultimamente sembra più occupato a fare da sponda ai Furbetti di Via Cupa che ad occuparsi dei suoi concittadini che vanno su e giù, tra Giulianova e Teramo, per ragioni di lavoro o di studio? Passiamo ai fatti. Ore 13.30: ai Tigli c’è un nutrito gruppo tra lavoratori e studenti, che attende il solito pullman a molla per Giulianova. Alle 13.30 il pullman si ferma, stracolmo, e non è quello a molla bensì quello più piccolo, totalmente inadeguato al servizio. Il gruppo dei pendolari resta così appiedato ed attende che transitino i pullman delle ore 13.50 (scomparso in circostanze misteriose), delle ore 14.05 (che viene preso d’assalto in mezzo alla strada prima che il mezzo si fermi), e delle ore 15.05 (questo transita senza fermarsi, stracolmo, 25 minuti dopo). Persa ogni speranza, il gruppo si dirige, stanco e sconsolato, verso la stazione ferroviaria e salta sul treno locale delle ore 16.11, pagando regolarmente il biglietto di € 2,50. Grazie Arpa. La domanda sorge spontanea: a che serve pagare l’abbonamento (per gli studenti sono 217 euro per chi va da Giulianova a Teramo) se poi si resta a piedi e si è costretti a prendere il treno?
Giulianova: Nuova mossa dei furbetti di via Cupa
11 settembre 2013
Nuova punta della fiction “I Furbetti di Via Cupa”. Sempre dal solito Il Messaggero, dopo l’articolo dell’8 settembre (“La sede Arpa va a Sulmona, piano di Via Cupa addio”), l’Arpa replica e precisa di non aver del tutto abbandonato l’idea di spostare il suo deposito dalla SS 16 a Via Cupa ma che tutto potrà avvenire solo “una volta chiarite e definite le linee programmatiche del Comune perché la battuta di arresto registrata per la sede giuliese è legata alle novità intervenute in occasione delle modifiche apportate al Piano Integrato di Via Cupa”). Il virgolettato è autentico. Insomma, l’Arpa ci fa sapere che se non si torna al Piano prima degli emendamenti approvati in Consiglio Comunale il 13 maggio 2013 non se ne fa niente. La domanda vien da sé: perché questo intervento a gamba tesa dell’Arpa, l’ennesimo di una serie “ad orologeria”? L’Arpa intende anch’essa fare pressioni perché l’accordo (vecchia versione) vada in porto attraverso un nuovo passaggio in Consiglio Comunale che azzeri i 7 emendamenti presentati da Il Cittadino Governante? Cosa muove l’Arpa ad intervenire nella complessa ed oscura vicenda del Piano Integrato di Via Cupa? A parte le evidenti “affinità elettive” tra Mastromauro e l’incompatibile/inconferibile Consigliere Arpa, Flaviano Montebello, e, più in generale, tra un centro destra silente ed il centro sinistra giuliese, non sarà che l’Arpa sia mossa a premere perché timorosa di essere citata in giudizio dalla Ditta Serafino Cerulli-Irelli per essere venuta meno agli obblighi fissati tutti nel famoso preliminare di vendita datato 2008 e regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate? Qualcuno sta tentando di indurci a credere che il Comune debba vedersela sia con Cerulli-Irelli sia con l’Arpa e che, quindi, è bene tornare in Consiglio Comunale per le ennesime modifiche al Piano? L’unico che può chiarire questo dubbio è proprio Arboretti che, scrivendo qualche giorno fa alla nostra redazione, ha assicurato di voler leggere bene la famosa delibera di Giunta n. 346/2008 e, soprattutto, gli atti connessi ed allegati, tra cui il resto dell’accordo e del preliminare di compravendita stipulato da Arpa e Cerulli-Irelli. Noi attendiamo fiduciosi. Mentre la fiction de “I Furbetti di Via Cupa” continua con nuovi episodi, TUTTI i “saggi” che siedono in Consiglio Comunale preferiscono non commentare. Merito del “mediatore” che muove i fili? Anche lo stesso Arboretti, sebbene più volte attaccato a mezzo stampa ed additato come attore della situazione di immobilismo in cui versa Giulianova, tace. Chi tace acconsente. Quali rassicurazioni avrà ricevuto? Di questo passo andrà a finire che in Consiglio Comunale si tornerà davvero per votare gli emendamenti agli emendamenti. I “Furbetti di Via Cupa” ringraziano (Arboretti compreso).
Giulianova: Chi ha visto il centro destra?
10 settembre 2013
“Buona notte, buona notte Fiorellino”. Che fine ha fatto il Centrodestra a Giulianova? Dopo un’estate sonnacchiosa sembra essersi improvvisamente risvegliato. “Dormo o son desto?” si sarà chiesto il Consigliere Comunale Antelli il quale non ha trovato di meglio da fare che porre un’interrogazione su fatti e circostanze di cui la stampa ed altre forze politiche si occupano da mesi (la questione Demos/Di Marco). Dopo tanto riposo ci saremmo aspettati di più dal “nuovo che avanza”, soprattutto dopo che il “Maradona” del Centrodestra è stato parcheggiato, inconferibile, alla Presidenza dell’Ente Porto. La foto della conferenza stampa in cui Vasanella, Rota ed Antelli attaccavano l’Amministrazione Mastromauro dopo gli avvisi di garanzia per il Gavioli si è fatta sbiadita e così, col trascorrere del tempo, siamo passati dagli elogi di Vasanella al Sindaco Mastromauro al silenzio tombale. Forse Antelli non è Vasanella. Giorni fa abbiamo inviato una lettera aperta al Dottor Arboretti in merito alla nota vicenda del Piano d’Intervento Integrato di Via Cupa e, in particolare, ad una delibera (la n. 346 del 14 agosto 2008), con cui la Giunta approvò una proposta di Piano datata 8 agosto 2008, compreso lo schema di convenzione, comprendente le clausole relative alle sanzioni in caso di inottemperanza. Da quella delibera di Giunta, citata nelle successive delibere di Consiglio n. 7/2012 e n. 34/2013, risulta che la proposta di Piano, corredata dallo schema di convenzione, oltre a copiosissima documentazione tecnica, pervenne in Comune e fu approvata dalla Giunta nella stessa giornata. Istruttoria lampo, con Variante al PRG, cotta e mangiata in poche ore! Stanti le dimissioni dell’allora Sindaco Ruffini, l’8 agosto 2008, data in cui viene redatta la proposta del PII, non sarebbe stato tecnicamente possibile convocare il Consiglio Comunale entro l’ultimo giorno di vita utile della consiliatura. Probabilmente quella dell’approvazione di una delibera di Giunta anziché di Consiglio, su cui più di qualcuno avrebbe dovuto eccepire, sarà parsa l’unica via possibile per approvare in extremis la proposta di Piano e l’accordo con ARPA e Cerulli-Irelli. Perché così tanta fretta? Immaginiamo che tutti i Consiglieri del Centrodestra (PdL e Forza Italia) sappiano di cosa stiamo parlando. Giustamente il Dottor Arboretti ci ha chiesto perché avessimo scritto soltanto a lui. In effetti aveva ragione. Cosa hanno da dire i Consiglieri Comunali del centrodestra su tutta questa vicenda ritornata in auge dopo che Il Messaggero del 2 settembre ha rivelato che la Ditta Serafino Cerulli-Irelli avrebbe intenzione di far causa al Comune? Invece di perder tempo per star dietro (molto tardivamente) a Demos ed al Prof. Di Marco, di cui scrivemmo noi stessi secoli fa, perché non si occupano di cose un po’ più serie e consistenti? La presenza di Flaviano Montebello all’ARPA, ripetutamente ringraziato e lodato dal Sindaco Mastromauro, offusca la vista dei consiglieri del centrodestra a tal punto da impedire loro di leggere una semplice delibera di Giunta? Oppure non la vogliono proprio leggere? Hanno deciso forse anch’essi di far parte del partito del “chi tace acconsente” e del governo locale delle “larghe intese”?
PIANO DI VIA CUPA ADDIO: DI NUOVO COLPA DI ARBORETTI?
9 settembre 2013
La vicenda del Piano d’Intervento Integrato di Via Cupa, di cui ci siamo diffusamente occupati nella scorsa settimana, si arricchisce di un nuovo capitolo. A scriverlo è nuovamente Il Messaggero di domenica 8 settembre con un articolo dal titolo “La sede Arpa va a Sulmona, piano di Via Cupa addio”, che segue di qualche giorno a quello del 2 settembre, con cui il sempre informatissimo corrispondente locale dava notizia dell’intenzione della Ditta Serafino Cerulli-Irelli di citare in giudizio il Comune per aver violato un accordo sottoscritto e registrato all’Agenzia delle Entrate. Tra il 2 e l’8 settembre si sono registrate, dopo i nostri articoli, gli autorevoli interventi sia del Dott. Serafino Cerulli-Irelli sia del Dott. Franco Arboretti che avevamo invitato a rileggere con estrema attenzione una lontana delibera di Giunta datata 2008 (la n. 346 del 14 agosto), approvata in circostanze un po’ particolari: nel tardo pomeriggio alla vigilia di Ferragosto, qualche ora dopo il deposito in Comune della Proposta di Piano (istruttoria lampo!) e l’ultimo giorno utile della consiliatura Ruffini. Dal Consigliere Arboretti abbiamo ricevuto le seguenti testuali rassicurazioni: “Comunque se in quella delibera non sono non sono state scritte inimmaginabili, cose abnormi e illegittime con impegni che la Giunta non poteva assumere, il polverone mediatico avviato dal Messaggero si risolverà una tempesta in un bicchier d’acqua. Altrimenti chi ha sbagliato, danneggiando l’Ente, si dovrà assumere le proprie responsabilità. Per questo ora, ovviamente, la chiederemo e se vi troveremo forzature delle norme e della correttezza amministrativa Il Cittadino Governante adotterà, ovviamente, le misure appropriate in difesa della collettività e dell’Ente.”. Tralasciando per un attimo le questioni di merito, la domanda sorge spontanea: a chi giova tutto questo can can mediatico innescato dal famoso articolo pubblicato su Il Messaggero del 2 settembre? Analizziamo lucidamente i fatti. Nel Consiglio Comunale del 13 maggio 2013 passano 7 degli 8 emendamenti proposti da Il Cittadino Governante alla proposta di piano approvata dalla Giunta Comunale nell’agosto del 2008. Il Sindaco, invece, forse colpito da sindrome da “primo della classe”, attribuisce a se stesso la paternità della revisione del Piano proprio in occasione del Consiglio Comunale del 13 maggio 2013, prima delle dichiarazioni di voto: “La proposta che ha fatto l’Amministrazione … Questa è una proposta del Sindaco”, dice. La Ditta Cerulli-Irelli non gradisce i nuovi termini dell’accordo: “Tali modifiche rendono l’intero progetto ineseguibile e assolutamente diseconomico per qualsiasi imprenditore”. Fin qui tutto nella normalità o quasi. Il 2 settembre accade quel che non ti aspetti: va in stampa l’articolo de Il Messaggero, sul cui ispiratore Arboretti avanza un’ipotesi verosimile: Quindi in base a quali informazioni il corrispondente locale del Messaggero ha scritto “Il privato pensa di denunciare il Comune per danni avendo disatteso un accordo sottoscritto, adottato dal Consiglio Comunale e registrato all’Agenzia delle Entrate”? Chi gli dato quelle informazioni? Forse chi vuole “riproporre in consiglio il vecchio accordo” come dice l’articolo subito dopo? E chi è? Forse colui che ha presieduto la Giunta in qualità di Sindaco facente funzione il 14 agosto 2008 (il giorno prima dell’avvio del Commissariamento del Comune per le dimissioni di Ruffini) quando fu fatta un’infornata pre-elettorale di delibere poco favorevoli agli interessi generali? ”. Nel frattempo, su facebook, c’è qualcuno che commenta: “Con il progetto di Ruffini quella area domani avrebbe un futuro, invece lo le modifiche di Arboretti rimarrà per sempre terra agricola. Allora vi chiedo, la città ci ha guadagnato m ci ha perso ?”. Segnali piccoli ma eloquenti. L’8 settembre, sempre da Il Messaggero, il clamoroso annuncio che per gli addetti ai lavori tanto clamoroso non era: l’Arpa lascia Giulianova per Sulmona. Addio nuovo deposito! Addio accordo con Cerulli! Salta il Piano d’Intervento Integrato di Via Cupa! E di chi è la colpa anche questa volta? Ma sempre di Arboretti, del solito Partito del NO che è sempre stato contro la “politica del fare” inaugurata da Ruffini e portata alle estreme conseguenze da Mastromauro. Per capire cui prodest occorre dare risposta ad una serie di domande. Prima domanda: chi è stato ad “informare” Il Messaggero che del trasloco dell’Arpa in Via Cupa non se ne fa più nulla? Non è del tutto peregrina la tesi di chi pensa che sia stata attivata la stessa “fonte” che ha ispirato il primo articolo del 2 settembre. Seconda domanda: chi ha informato anzitempo “l’uccellino” de Il Messaggero della decisione dell’Arpa di lasciare Giulianova? Sarà stato forse qualche zelante consigliere dell’Arpa? E quando sarebbe giunta all’orecchio dell’”uccellino” questa informazione riservata? E’ inverosimile immaginare che questo spiffero possa risalire a prima del 2 settembre, prima ancora che trapelasse dalle colonne de Il Messaggero, che la Ditta Cerulli-Irelli avrebbe potuto citare il Comune per danni? Se tanto ci dà tanto, saputo che l’Arpa aveva già scartato per sempre la soluzione di Via Cupa, la misteriosa vocina potrebbe aver architettato di far ricadere la colpa del “fallimento” del Piano di Via Cupa tutta sul solito Arboretti. Prima facendo palesare un possibile contenzioso tra Cerulli-Irelli ed il Comune di Giulianova; poi lasciando trapelare la decisione dell’Arpa. Se uniamo questa nuova puntata del giallo di Via Cupa all’altro pezzo del puzzle (v. caso Gavioli dovuto, secondo Mastromauro, alle disposizioni del PRG del ’94, approvato sotto Arboretti Sindaco), il quadro è pressoché completo.
Terza domanda (retorica): c’è qualcuno che vuole “crepare” Arboretti e stroncare definitivamente la sua carriera politica? Chi, oltre Mastromauro? Quarta domanda? Perché queste uscite “a orologeria” sulla stampa e, per giunta, soltanto su Il Messaggero? Forse il Mastromauro teme di passare alla storia come il Sindaco della fuga dell’Università, della chiusura degli Uffici del Tribunale e del Giudice di Pace, e, infine, della mancata costruzione di un nuovo stadio da 500 posti e del nuovo deposito Arpa? Su tutt’altro fronte, cosa si può rimproverare a Franco Arboretti? Non certo di aver proposto e fatto passare emendamenti migliorativi di un accordo troppo sbilanciato verso la parte privata quanto di aver peccato di ingenuità nell’aver dato ascolto ai “casti e puri” del PD, utilizzati a mò di sherpa da chi a Giulianova detiene da sempre il controllo del territorio e delle scelte urbanistiche. Perché tanta ingenuità da persona così avvertita quale Arboretti è? Arboretti sa benissimo che da solo Il Cittadino Governante non ha alcuna chance di poter concorrere per la guida di Giulianova. Scrive lo stesso Arboretti nell’ultimo numero di GiuliaViva: “… eventuali alleanze saranno possibili solo con chi è, realmente, sintonia con le scelte programmatiche che tutelano gli interessi generali, il dinamismo economico rispettoso della vivibilità e dei diritti dei cittadini, la moralità e la correttezza amministrativa ”. Non è forse questo un richiamo che Il Cittadino Governante rivolge ad un elettorato prevalentemente -ma non solo- orientato a sinistra ed imbarazzato, deluso ed indignato da quanto finora fatto dall’attuale indefinibile amministrazione di stampo sinistra-centro-destra? Forse in questo pecca la strategia di Arboretti: aver pensato che il lupo perde non soltanto il pelo ma anche il vizio.
GIULIANOVA: TROVATA FINALMENTE “CASETTA PICCOLINA IN CANADA’” DA 16 VANI PIU’ PISCINA
7 settembre 2013
Dopo un’estenuante attesa durata oltre un mese, finalmente ora sappiamo che la “Casetta in Canadà” spuntata su facebook in qualche post di fine luglio non è oltre Atlantico bensì a Giulianova. Per chi volesse dilettarsi, questi sono i link i due articoli del 4 ed del 6 agosto scorso: http://www.iduepunti.it/cronaca/4_agosto_2013/giulianova-sogesa-arboretti-il-pd-e-la-bomba-di-mezza-estate http://www.iduepunti.it/cronaca/6_agosto_2013/tutte-provincia-di-teramo-le-casette-canad%C3%A0 A dare ufficialità il “misfatto” ci ha pensato Progresso Giuliese che ha presentato apposita interrogazione al Sindaco, ponendo sul tappeto altre questioni che attengono al rispetto del principio di equità fiscale a Giulianova. Grazie alle maglie larghe presenti nella normativa che consente di accatastare gli immobili abusando di un’ampia discrezionalità, la villa della famiglia Franchi in quel di Colle San Massimo, già al centro della famosa vicenda dei tentati rimborsi post-nevicata per 190 mila euro, è stata accatastata in A3 (Abitazione di tipo economico) piuttosto che in A8 (Abitazioni in ville). Come tutti sanno, l’IMU oggi e l’ICI ieri hanno importi legati strettamente alla classe di accatastamento; in breve, chi ha una casa A3 paga molto ma molto meno di chi la stessa casa l’ha accatastata come A8. Questa anomalia non è ovviamente solo giuliese. Che dire? Quella della famiglia Franchi non è faccenda che possa ritenersi strettamente privata. Non lo è per il ruolo che l’ex Senatore Franchi ha rivestito e continua a svolgere nella politica giuliese e teramana. Comprensibile, quindi, il risalto che verrà dato alla vicenda. Così come non mancheranno i commenti di coloro i quali vorranno sottolineare come la bandiera della giustizia e dell’equità fiscale sia facile portarla pubblicamente senza preoccuparsi di ciò che si fa nella sfera privata. Oppure su quale necessità possa spingere una famiglia benestante ad accatastare in A3 una villa da 16,5 vani, con tanto di piscina ed alberi secolari. Oppure ancora su quante volte sia stata preannunciata una serie riforma del Catasto (l’ultima volta dal Governo Monti) e poi niente. Ma quante finte A3 esistono in Italia? Progresso Giuliese declina il quesito in chiave locale e chiede al Sindaco, tra le altre cose, perché non siano stati effettuati i necessari controlli e cosa intenda fare l’Amministrazione per il futuro. In verità, più che contro Sindaco, quelle di PG sembrano accuse mosse contro l’Assessore al Bilancio, fresco protagonista, assieme al dirigente di settore, dell’emissione di migliaia di cartelle pazze della TARSU 2011. Si dice che non c’è due senza tre. Quale sarà il prossimo passo falso dell’Assessore al Bilancio?
MASTROMAURO: E’ TUTTA COLPA DI ARBORETTI
6 settembre 2013
Nel clima rovente di una campagna elettorale già iniziata, registriamo nel giro di appena 48 ore un botta e risposta tra il Sindaco in carica ed il rappresentante in Consiglio Comunale de Il Cittadino Governante, già Sindaco di Giulianova nel 1994 per qualche mese. In merito agli sviluppi impressi alla vicenda del Pianto d’Intervento Integrato di Via Cupa da un recente articolo de Il Messaggero e, in particolare, ad una delibera di Giunta Comunale (n. 346 del 14.8.2008), il consigliere Arboretti così scriveva il 4 settembre: Ha colpito, non poco, anche noi l’articolo apparso sul Messaggero il 2 settembre scorso, ma non per tutte le congetture da voi fatte a cui avete legato una serie di sospetti su un mio presunto atteggiamento distratto (o volevate alludere, maliziosamente e ingiustificatamente, ad altro ancora?). Il contenuto di quell’articolo ci ha colpito perché: • Nello schema di convenzione dato in cartella ai consiglieri all’art. 12 c’è scritto testualmente: “Tutti gli obblighi di cui alla presente convenzione diverranno efficaci per il Comune soltanto dopo l’approvazione del Programma Integrato di Intervento da parte del Consiglio Comunale”. • Nell’articolato della convenzione che ci è stata consegnata non figura alcuna clausola che parla di sanzioni per il Comune in caso di inottemperanza. Quindi in base a quali informazioni il corrispondente locale del Messaggero ha scritto “Il privato pensa di denunciare il Comune per danni avendo disatteso un accordo sottoscritto, adottato dal Consiglio Comunale e registrato all’Agenzia delle Entrate”? Chi gli dato quelle informazioni? Forse chi vuole “riproporre in consiglio il vecchio accordo” come dice l’articolo subito dopo? E chi è? Forse colui che ha presieduto la Giunta in qualità di Sindaco facente funzione il 14 agosto 2008 (il giorno prima dell’avvio del Commissariamento del Comune per le dimissioni di Ruffini) quando fu fatta un’infornata pre-elettorale di delibere poco favorevoli agli interessi generali? “. Due giorni dopo (v. La Città del 6 settembre), il Sindaco Mastromauro interviene sull’abuso di Palazzo Gavioli (N.d.R.: il cantiere a ridosso del Kursaal è ancora oggi sotto sequestro e la magistratura ha emesso 8 avvisi di garanzia, destinati a tecnici comunali e di parte privata) scaricando le responsabilità di quanto accaduto sui tecnici comunali in servizio nel 1994 e su coloro che partorirono il PRG nel 1994. E’ del tutto evidente l’allusione, non proprio sottile, ad Arboretti ed a tutto il gruppo dirigente del PCI del tempo, ora in parte PD. Dopo averne decretato la sconfitta contro Cameli ed averlo messo da parte quando gli fu preferito Ruffini, c’è qualcuno che sta tentando di bruciare Arboretti questa volta come possibile candidato Sindaco, offuscandone l’immagine di fiero ed invincibile oppositore. E su cosa poi? Sull’urbanistica, campo di battaglia prediletto dall’ex Sindaco di Giulianova. Dal canto suo il leader de Il Cittadino Governante si è riservato di richiedere agli uffici comunali copia della delibera di Giunta del 2008 riguardante l’adozione della proposta del PII di Via Cupa per un esame approfondito dell’atto e, soprattutto, dei suoi numerosi allegati (convenzione con il Privato compresa). Vedremo se e cosa avrà da dire al riguardo. Noi siamo sempre pronti ad il Dottor Arboretti come del resto chiunque altro che possa contribuire a far chiarezza. In attesa che ciò possa avvenire, ricordiamo allo stesso Arboretti e a tutti gli altri Consiglieri Comunali in carica che i programmi integrati di intervento devono per legge afferire all’edilizia residenziale, dove il termine “edilizia residenziale” indica anche “altro” rispetto alla sola edilizia “abitativa”; in particolare, esercizi commerciali, uffici e laboratori, locali di intrattenimento, reti tecnologiche, ecc., in quanto tutti strettamente inerenti ai bisogni di chi abita nella zona. Nutriamo qualche riserva, invece, sul fatto che i programmi integrati possano riguardare la realizzazione di manufatti agricoli, di opifici artigianali o industriali, e di attrezzature pubbliche. E non siamo i soli. La domanda sorge spontanea: la realizzazione del nuovo deposito ARPA e di un campo di calcio con una tribuna da 500 posti, e per giunta, come dichiarato in Consiglio Comunale dal Sindaco, anche regolamentare, possono rientrare all’interno di un Piano come quello di Via Cupa?
Giulianova: Lettera aperta a Giancristofaro Franco Arboretti
4 settembre 2013
Gentile Dottore, dopo aver letto il contenuto della relazione dell’Arch. Adriano Capanna, datata 15 aprile 2011 e, soprattutto, le precisazioni che il dott. Cerulli-Irelli ha affidato ad un commento al nostro secondo articolo dedicato al Piano Integrato di Intervento di Via Cupa: http://www.iduepunti.it/cronaca/2_settembre_2013/giulianova-chi-risponde-sul-presunto-accordo-gi%C3%A0-firmato-su-cupa la prima persona a cui abbiamo pensato di scrivere è stata Lei. Ciò in virtù del Suo pluriennale impegno a difesa del territorio, che L’ha portata, tra le altre cose, a presentare e far approvare in Consiglio Comunale ben 7 degli 8 emendamenti presentati da Il Cittadino Governante al Piano stesso. Anche a beneficio dei nostri lettori, ricordiamo una circostanza di cui riferiscono sia l’Arch. Capanna sia il Dott. Serafino Cerulli-Irelli e di cui tutti i Consiglieri sono al corrente giacché viene richiamata in alcuni atti di Consiglio Comunale del 2012 e del 2013: nell’ultimo giorno utile della consiliatura targata Ruffini, esautorando l’unico organo che per legge ha competenza in materia (!) -cioè il Consiglio Comunale-, la Giunta Comunale approvò con atto n. 346 del 14 agosto 2008 il Piano Integrato di Intervento di Via Cupa che costituiva variante al PRG allora vigente ed alla successiva Variante adottata nel 2007. Come Lei senz’altro saprà, con quella delibera la Giunta approvò/formalizzò una proposta di Piano datata 8 agosto 2008, compreso lo schema di convenzione, comprendente le clausole relative alle sanzioni in caso di inottemperanza, di solito presenti in tutti i contratti che si rispettino. Da quella delibera di Giunta, citata nelle successive delibere di Consiglio n. 7/2012 e n. 34/2013, oltre che dall’Arch. Capanna e dal Dott. Cerulli-Irelli, risulta che la proposta di Piano, corredata dallo schema di convenzione, oltre a copiosissima documentazione tecnica, pervenne in Comune e fu approvata dalla Giunta nella stessa giornata. Istruttoria lampo, con Variante al PRG, cotta e mangiata in poche ore! La variante urbanistica più veloce del West. Inoltre, leggendo la nota redatta dal Dott. Cerulli-Irelli, Lei avrà anche appreso che ancor prima che la Giunta Comunale approvasse il PII di Via Cupa, la Ditta Serafino Cerulli-Irelli el’ARPA S.p.A. formalizzarono “una scrittura (registrata alla Agenzia delle Entrate di Giulianova, nell’ambito di un procedimento di Programma Integrato di Intervento (PII), al quale procedimento partecipava necessariamente anche il Comune. La scrittura fissava, minutamente, i rapporti tra i vari soggetti partecipanti al PII, in particolare tra chi scrive e ARPA SpA, cioè i due soggetti lottizzanti; la scrittura recava anche elaborati tecnici che indicavano le varianti urbanistiche necessarie a individuare, con riferimento al detto terreno, la superficie a destinazione artigianale e/o commerciale, quella per il deposito comunale (da cedere al Comune), quella per il nuovo sito di ARPA SpA, quella per la complessa viabilità e verde pubblico (da cedere al Comune), quella per il campo sportivo per gli allenamenti e relativo parcheggio (da cedere al Comune, assieme ad una somma di più di 400.000 euro per la sua realizzazione). La Giunta Municipale approvò tale scrittura (2008), sempre nell’ambito del procedimento di PII, che allora prese il suo corso”. Il Messaggero di lunedì 2 settembre riferisce che la Proprietà Cerulli citerà il Comune per danni per violazione di un accordo registrato all’Agenzia delle Entrate. Dobbiamo ritenere che si tratti, evidentemente, della scrittura privata di cui scrivono sia il Dott. Cerulli-Irelli sia l’Arch. Capanna, approvata anche dalla Giunta Comunale. La delibera di Giunta Le dice che questa scrittura privata è un compromesso di vendita riguardante un’area di 18.000 mq. che l’ARPA si era obbligata ad acquistare con atto del 3 giugno, registrato all’Agenzia delle Entrate il 19 giugno 2008. Valorizzata a 70 €/mq., fanno 1.260.000 euro. In estrema sintesi: da atti noti a tutti i Consiglieri Comunali risulta che un privato (Cerulli-Irelli) ed un’azienda pubblica (ARPA S.p.a.), a seguito di lunga trattativa privata, firmano un compromesso per la vendita di un terreno dove sarebbe stato localizzato il nuovo deposito dei mezzi ARPA; che la nuova localizzazione avrebbe comportato variante agli strumenti urbanistici vigenti; che la variante al PRG viene approvata, unitamente all’atto tra ARPA e privato, da un organo che per legge non ha competenza in materia, con un’istruttoria che dura poche ore e nell’ultimo giorno di vita utile della consiliatura Ruffini. Le facciamo notare che, stanti le dimissioni dell’allora Sindaco Ruffini, l’8 agosto 2008, data in cui viene redatta la proposta del PII, non sarebbe stato tecnicamente possibile convocare il Consiglio Comunale entro l’ultimo giorno di vita utile della consiliatura. Probabilmente quella dell’approvazione di una delibera di Giunta anziché di Consiglio, su cui più di qualcuno avrebbe dovuto eccepire, sarà parsa l’unica via possibile per approvare in extremis il Piano e l’accordo con ARPA e Cerulli-Irelli.
Tragga Lei le conclusioni. Fin qui la nuda cronaca del passato. Veniamo ora alla pressante attualità del momento ed alle domande che attendono Sue risposte. In un passo del Suo intervento nel corso del Consiglio Comunale del 13 maggio scorso, Lei afferma che l’affare di Via Cupa vale all’incirca 50 milioni di euro. Meno di quello della ex Sadam, anche se l’area di intervento è doppia (11,7 Ha circa, più di 16 volte il campo da gioco del Rubens Fadini). Com’è possibile che, su un Piano così impattante ed economicamente di peso, che Lei stesso ritiene “sbagliato”, Le siano sfuggiti i “particolari” così minuziosamente descritti in quella delibera di Giunta del 2008, che lo stesso l’Arch. Capanna richiama nella sua Relazione Preliminare dell’aprile 2011 e che trovano riscontro nelle recenti puntualizzazioni del Dott. Serafinio Cerulli-Irelli? Ne siamo molto stupiti conoscendo il modo meticoloso, serio e scrupoloso con cui è solito cimentarsi con atti che riguardano l’urbanistica. Soprattutto Lei, così attento ai “Cannocchiali Verdi”, come ha potuto non vedere il Telescopio che Le è stato puntato in fronte dalla delibera n. 346/2008? Idem per il consigliere Andrenacci che sedeva in Consiglio Comunale anche la volta scosa. Dottore Arboretti, ma Lei quella delibera l’ha letta bene? Ha compreso o no che l’accordo di cui ha scritto Il Messaggero del 2 settembre scorso ha un saldo punto di ancoraggio nella delibera di Giunta n. 346/2008? Ha idea di quanto può valere un contenzioso su un giro di affari che Lei stesso ha stimato, tutto compreso, in 50 milioni di euro? Non sarebbe il caso di andare a riprendere quella delibera che Lei custodirà sicuramente insieme a tutte le altre nel suo sterminato archivio? Non La insospettisce il fatto che, visto l’ammontare delle somme in gioco, il Dottor Cerulli-Irelli, secondo quanto pubblicato da Il Messaggero, abbia registrato il contratto all’Agenzia delle Entrate? Perché mai avrebbe dovuto farlo se non per dare inizio ad un contenzioso il cui peso ricadrà per intero sui bilanci delle famiglie giuliesi? Siamo di fronte ad un nuovo caso Del Monte? L’azione fin qui condotta da Il Cittadino Governante è senz’altro meritoria ma l’approvazione di quei 7 emendamenti al Piano di Via Cupa rischia di trasformarsi nella più classica delle vittorie di Pirro. Di fronte al profilarsi di un contenzioso così dirompente non avverte il dovere di andare a rileggere fino in fondo le “carte” per verificare la loro piena legittimità? In attesa di suo cortese riscontro, La salutiamo cordialmente.
Giulianova: Chi risponde sul presunto accordo già firmato su via Cupa?
2 settembre 2013
Nella pagina di cronaca locale dedicata alla Provincia di Teramo de Il Messaggero di lunedì 2 settembre, il corrispondente locale rivela una circostanza che, se rispondente al vero, sarebbe causa di gravi conseguenze per il Comune di Giulianova ed anche per chi avesse avuto l’ardire di firmare certi atti. Leggendo il breve articolo si apprende infatti che, a proposito dell’ipotesi di accordo Cerulli Irelli-Comune relativo alla pianificazione riguardante una vasta area prossima a Via Cupa, in più punti emendato dal Consiglio Comunale in senso più favorevole all’Amministrazione, (leggi intera vicenda su:http://www.iduepunti.it/cronaca/3_giugno_2013/giulianova-il-piano-integrato-di-cupa-i-mal-di-pancia-del-pd-e-le-larghe-intes) la proprietà dei terreni avrebbe intenzione di “denunciare” il Comune in quanto esisterebbe già un accordo sottoscritto tra le parti e registrato all’Agenzia delle Entrate. Fin qui la notizia che ci ha colpito non poco. Si tratterà forse di un “compromesso” e non di un accordo? Ma anche se fosse la sostanza non cambierebbe affatto. Senza una preventiva ed obbligatoria approvazione del testo di un qualsiasi accordo, atto, patto o contratto che dir si voglia -parola per parola, punto per punto, virgola per virgola- da parte del Consiglio Comunale, nei Comuni nessuno può arrogarsi il diritto di firmare niente con nessuno, neppure uno scarabocchio scritto a matita indelebile. Ripetiamo ancora una volta: se quanto riportato da Il Messaggero dovesse risultare vero, saremmo di fronte ad un fatto gravissimo, censurabile e sanzionabile sotto molteplici profili. Attendiamo urgente chiarimento da parte dell’Amministrazione e, in particolare, del Sindaco Mastromauro.
La nuova politica del Senatore Franchi
28 agosto 2013
Dal suo maniero di Colle San Massimo,ribattezzato su facebook “Casetta in Canadà” per via di un presunto accatastamento poco sincero e ricostruito dopo gli ingenti danni subiti da recinzione, alberi e piscina a causa delle abbondanti nevicate del 2012, l’ex Senatore Franchi medita le prossime mosse per mettere riparo ad una situazione che in casa PD si è fatta parecchio inciampata. L’ultima volta lo fece alle Primarie del PD quando silurò il “figliastro” Mastromauro. A Giulianova il partito è diviso in almeno quattro fazioni, una contro l’altra armata. I “Renziani” del trio Ruffini-Giorgini-Ridolfi; “Quelli che … guarda come si è ridotto il PD a Giulianova” di Andrenacci & Co.; il partito di Mastromauro; infine, la corrente dei “Principi di Periferia” (leggi Filipponi da Colleranesco e Mastrilli, cavallo di ritorno dopo la breve e sfortunata parentesi nell’Idv, da Case di Trento). In casa PD la partita a scacchi è già iniziata. I “Renziani”? Devono ancora decidere cosa faranno da grandi. Stando così fermi rischiano di fare la fine del pollo arrosto. Intanto, facendo da eco al Sindaco, Giorgini veste i panni del “Salvatore” di Giulianova Paese ed il ciclo di manifestazioni di “Attenti al Luppolo”, pagata ed organizzata per intero dai commercianti, si trasforma mediaticamente in un’opera dell’Amministrazione e del suo delegato al Centro Storico. Mastromauro e Filipponi. Il primo, sempre più proiettato verso altri lidi, vorrebbe passare il testimone al fedele Forcy ma, così facendo, verrebbe meno ad una promessa fatta a suo tempo al vice Filipponi. Al “Vengo anch’io!” di Filipponi oggi Mastromauro risponde “No, tu no!”. Ma se da Vice di Ruffini Mastromauro è diventato poi Sindaco perché non potrebbe diventarlo anche Filipponi? I “numeri” sono di quelli pesanti: Filipponi e Mastrilli assieme contano quasi come un partito di medie dimensioni. E Tonino lo sa. Tra Mastromauro e Filipponi i rapporti sono freddi; anzi, freddissimi e sono sempre più rare le occasioni in cui si vedono assieme. La coppia è scoppiata. Nel caso la candidatura di Forcy non dovesse andare in porto ce ne sarebbe comunque una di rincalzo: Simona Conte. Messa nel cassetto la sua iniziale vicinanza a Rifondazione dopo essere stata cooptata da Ruffini alla Julia Servizi, nei piani di Mastromauro la Conte dovrebbe andare ad erodere parte dei consensi altrimenti destinati ad Arboretti che, vista la concomitante presenza del Movimento Cinquestelle, vedrebbe ridotta praticamente a zero ogni possibilità di crescita. E Andrenacci? Un folto gruppo di militanti storici del PD, prima DS e prima ancora PDS, guarda con favore a Il Cittadino Governante che da un pò di tempo in Consiglio Comunale seleziona con cura i destinatari dei suoi affondi. L’Assessore Vanni non è tra questi. I tempi degli esposti sulla Migliori-Longari e sulla (s)vendita della Scuola Acquavivasono acqua passata. L’Associazione di Arboretti ha assunto una veste troppo “politicamente corretta” ed ha perso la sua verve iniziale. Basta leggere gli ultimi numeri del suo organo ufficioso di informazione, GiuliaViva, per capire che da quelle parti da diverso tempo l’aria è cambiata. Normalizzazione. In più in Città si registra una nuova presenza il cui peso è ancora tutto da scoprire:quella del Movimento Cinquestelle che va accreditandosi come la sola novità del panorama politico giuliese. Non v’è dubbio che una parte dei voti dei delusi de Il Cittadino Governante confluirà nel Movimento di Grillo.
MASTROMAURO SPONSORIZZA BRUCCHI CHE RINGRAZIA
26 agosto 2013
Su TG LA 7 Cronache è andata in onda un servizio sul taglio dei “tribunalini”:http://www.la7.it/politica/video-i742267. Ricordati, per l’Abruzzo, i casi di Sulmona ed Avezzano, con tanto di immagini e bandiere. E Giulianova? Giulianova niente. A insistere su Giulianova è rimasto solo Mastromauro che, anche se sbugiardato dai colleghi di Atri e Giulianova, continua con il solito ritornello: la colpa è tutta vostra. Intanto a Teramo ci si prepara al meglio. Così il Presidente del tribunale di Teramo Giovanni Spinosa: “Arrivano 3.200 procedimenti civili, 1.200 penali e 700 esecuzioni mobiliari. Il
flusso in entrata raddoppia e abbiamo calcolato che il palazzo di giustizia nei giorni “caldi” assorbirà un flusso giornaliero di 800-900 persone tra operatori e utenti … Un minimo di assestamento ci sarà, perché è stata messa in moto una macchina importante e diversi uffici dovranno trasferirsi da un posto all’altro”. http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/08/25/news/spinosa-a-teramo-arrivano-5mila-processi-1.7634845 Facendo due conti, dunque, Giulianova perderà un flusso giornaliero di 200-250 persone, tra operatori ed utenti. Chi sbaglia paga anche se in questo caso a pagare già da settembre saranno soprattutto le attività commerciali di Giulianova Paese. Il Sindaco Mastromauro ha preferito navigare per una rotta impervia e impossibile piuttosto che difendere il difendibile (Ufficio del Giudice di Pace). Chi ne ha tratto subito beneficio? Ovviamente Teramo ed il suo Sindaco, Brucchi, che, ben felice, non ha perso tempo per far approvare una delibera con cui il Comune prende in carico le spese di affitto, trasloco e adeguamento degli impianti della sede bis del Tribunale. Brucchi si sarà certamente ricordato del celebre detto: “Per pagare e per morire c’è sempre tempo”. Intanto ha firmato per rendere idonea e confortevole la sede bis del Tributane. Quanto a pagare poi si vedrà. Così Brucchi, guardando il bicchiere mezzo pieno, a Il Centro del 24 agosto: “Con l’accorpamento di Giulianova e Atri a Teramo, nel nostro tribunale ci sarà un movimento di operatori calcolato in 800 persone al giorno. Inevitabili le ricadute positive sull’economia cittadina”. Quanto valgono per l’economia cittadina 400 persone in più ogni giorno? Quanto valgono in meno per l’economia di Giulianova 200 persone in meno ogni giorno moltiplicato per tutti i giorni di apertura del Tribunale che non c’è più? Perché il Sindaco Mastromauro non ha messo mano al portafoglio per salvare almeno gli Uffici del Giudice di Pace? Perché ha fatto questo bel regalo al suo collega-nemico Brucchi?
Giulianova pecca di Trasparenza
26 agosto 2013
Anche per questa vicenda le puntate non si sprecano. Ecco la prima, pubblicata qualche giorno fa: http://www.iduepunti.it/cronaca/20_agosto_2013/comune-di-giulianova-disattese-ancora-una-volta-le-norme-sulla-trasparenza L’8 agosto scorso la Giunta Comunale di Giulianova ha adottato il piano di recupero degli immobili in Viale Orsini e Via Quarnaro, Zona B3.6, Unità Minime 3 E 4, e Zona B3.25 di P.R.G.. Si tratta della costruzione di un nuovo ed imponente edificio che sorgerà nel cuore di Giulianova, laddove un tempo c’era la vecchia Scuola Elementare Acquaviva, “svenduta” qualche anno fa dalla Giulianova Patrimonio con uno “sconto” che Il Cittadino Governante quantificò allora in 1,5 milioni di euro. In delibera la Giunta dispone: “ … che la proposta di deliberazione e i relativi allegati tecnici sono stati inviati per la pubblicazione sul sito web istituzionale del Comune di Giulianova, ai sensi dell’art. 39, comma 1, del D.Lgs. n. 33 del 14.3.2013”. Sul sito web del Comune, a distanza di diversi giorni dalla prima segnalazione, c’era traccia soltanto della deliberazione. Degli allegati tecnici neppure l’ombra. Gli uffici comunali competenti (quelli della Segreteria?), dunque, non eseguendo la delibera di Giunta, violano la legge sulla trasparenza e sulla pubblicità degli atti della pubblica amministrazione. A Giulianova si è già registrato un illustre precedente: quello delle schede dei famosi rimborsi per le abbondanti nevicate del 2012 richiesti dalla figlia dell’ex Senatore Franchi. Non è che anche questa volta non si pubblicano i documenti sul web per qualche motivo “strano”? Nel piano di recupero approvato dalla Giunta c’è forse “qualche” metro cubo o metro lineare di troppo di cui c’è traccia negli allegati che finora non sono stati pubblicati?
Caso Bollette della Julia Servizi più…ecco i nostri Conti
24 agosto 2013
A distanza di poco più di 24 ore dalla pubblicazione del nostro articolo sui conti che non tornano delle bollette del gas a Giulianova, è stata diramata la nota ufficialecongiunta dell’Amministratore Unico della Julia Servizi Più e del Sindaco. Nel ringraziare, sorpresi per cotanta speditezza, ricordiamo a entrambi che non abbiamo riscontrato altrettanta attenzione rispetto ad alcune questioni mai chiarite; tanto per non andare a scavare troppo nel passato, quella dei mancati utili da 1,1 milioni di euro che la Julia avrebbe potuto ottenere con la costruzione di impianti fotovoltaici sui tetti di alcune scuole di Giulianova: http://www.iduepunti.it/cronaca/7_aprile_2013/giulianova-comune-e-julia-servizi-e-quellutile-da-11-milione-di-euro oppure quella del danno erariale da 300.00 euro l’anno, causato del mancato introito dei contributi CIP6 per il rigeneratore ora di proprietà della Julia, che la stessa Conte ed il Sindaco hanno attribuito alle trascorse amministrazioni: http://www.iduepunti.it/cronaca/26_dicembre_2012/giulianova-sul-cogeneratore-risponda-lex-sindaco-cameli oppure quella della mancata pubblicazione sul sito web del Comune di Giulianova degli allegati della delibera con cui la Giunta ha approvato la costruzione di imponente edificio tra Viale Orsini e Via Quarnaro: http://www.iduepunti.it/cronaca/20_agosto_2013/comune-di-giulianova-disattese-ancora-una-volta-le-norme-sulla-trasparenza, così come dei controversi rapporti tra Comune e Gualandi in relazione all’“esproprio” di in terreno avvenuto nel 1980, che potrebbero sfociare in un contenzioso milionario: http://www.iduepunti.it/cronaca/18_agosto_2013/giulianova-ferragosto-gualandi-mio-non-ti-conosco. Perché sul gas tanta diligenza e su tutto il resto niente? Attendiamo, fiduciosi, risposte. Tornado all’oggetto del contendere, la nota diramata dai piani alti di Corso Garibaldi pone almeno tre questioni: chiarezza/leggibilità delle bollette; convenienza delle tariffe (su La Citta’ di sabato 24 agosto: “Le nostra tra le tariffe più basse”); infine, la regolarità dei conti. Sul primo punto: il problema “trasparenza” nel settore gas è reale e concreto. L’amministratore della Julia Servizi Più cita alcune voci con descrizioni diverse da quelle citate in bolletta; esempio: materia prima; quota trasporto; prezzo quota stoccaggio; prezzo quota vendita al dettaglio. Dove sono evidenziate in bolletta? Ci sono ma sono chiamate in modo diverso. E cosa stanno a significare? Vorremmo sentirli i commenti della Signora Maria dopo aver letto una fattura Julia Servizi! C’è un problema di chiarezza e trasparenza oppure no? Fatture alla mano, giudicate un po’ voi. La dottoressa Conte viene smentita non solo dai fatti ma anche dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) che, tanto per cominciare, con la deliberazione 196/2013/R/gas del 9 maggio scorso, ha introdotto nuove regole per rendere più trasparente la bolletta del gas per i Clienti del mercato di Tutela. Decorrenza 1° ottobre 2013. Come fa a non saperlo la Conte visto che anche la bolletta della Julia Servizi Più tra poco più di 1 mese non sarà più la stessa e che dovrà adeguarsi ai nuovi standard di trasparenza? Ma l’AEEG fa anche altro: “spiega” la bolletta in apposita rubrica del suo sito web dedicata ai consumatori. La Julia Servizi Più, invece, non solo non lo fa quanto lascia inspiegabilmente vuote le sezioni FAQ e LINK UTILI del suo sito. Alcuni tra i concorrenti della Julia non fanno così. Anche questo è servizio al consumatore e serve per attirare nuovi potenziali clienti, o no? Sul secondo punto: la convenienza delle bollette della Julia Servizi Più. Le tariffe della Julia Servizi non sono le più basse. A “certificarlo” sono due siti web indipendenti: SOS Tariffe.it e Facile.it. Il primo è il sito indipendente per il confronto di tariffe ADSL, Energia Elettrica, Gas, telefonia mobile, Internet mobile, TV, Voli e Prestiti. Consente di conoscere, confrontare, valutare e, infine, scegliere l’offerta più conveniente. Nel 2012 è stato eletto “Sito web dell’anno” nella categoria “Sito migliore Confronto”, da una giuria composta da Il Sole 24 Ore, La Repubblica, Il Giornale, Corriere della Sera.it, ecc.. Insomma: c’è da fidarsi; e noi abbiamo deciso di fidarci per effettuare un confronto di convenienza tra le offerte delle principali aziende che vendono il gas alle famiglie di Giulianova. Abbiamo caricato i pochi dati richiesti: consumo medio annuo (es.: 1.400 m3 di gas) e località (Giulianova). Abbiamo poi cliccato sul pulsante verde “Confronta le Tariffe” ed ecco cosa ne è venuto fuori. Alla data del 24 agosto 2013 ci sono altre quattro proposte commerciali che, offerte sul mercato libero, assicurano al cliente un risparmio annuo che oscilla tra i 100 ed i 133 euro. Abbiamo effettuato il medesimo raffronto sul sito Facile.it ed il risultato non è stato molto diverso: con un prodotto di un’azienda leader italiana è possibile risparmiare fino a 218 euro/anno.
Sul terzo punto, i Conti: La dottoressa Conte precisa che “Le bollette di Julia Servizi sono in regola”. E chi ha mai posto un problema di regolarità? Non siamo gli ispettori della Banca d’Italia! La nota diramata dal Sindaco e dall’Amministratore Unico della Julia Servizi parte dalle accise e dalla imposte. Per non saper né leggere né scrivere, abbiamo rifatto i conti sottraendo dal totale delle bollette 2013 (che è quello che legge la Signora Maria) le accise e le imposte, ed abbiamo diviso poi per i m3 fatturati. Risultato? Il prezzo di 1 m3 di gas è passato da 0,59 euro della bolletta di gennaio a 0,63/0,64 di quelle di marzo-aprile e maggio-giugno, e a 0,75 di maggio-giugno. Da gennaio a giugno + 27%. Era stato già scritto. Sempre per non sapere leggere e scrivere, siamo andati a togliere dal totale bollette 2013, oltre alle accise ed le imposte anche la “quota fissa vendita”, stabilita dall’Authority e dovuta anche a consumo zero. Risultato? Da gennaio a giugno 2013 il prezzo di 1 m3 di gas è aumentato del 12,15%. Non contenti, abbiamo decurtato, oltre alle accise, alle imposte e la “quota fissa vendita”, anche la “quota fissa rete”. Risultato finale? Da gennaio a giugno 2013 il prezzo di 1 m3 di gas è aumentato dell’1,2%. A far di conto di fa presto: dei 27 punti percentuali di aumento del prezzo del gas riscontrati tra gennaio e giugno, 15 sono da attribuire all’incidenza della “quota fissa vendita” e 10 alla “quota fissa rete”. Riassumendo. La bolletta della Julia Servizi Più è astrusa e verrà riscritta in modo chiaro e comprensibile a partire dal 1° ottobre prossimo perché così ha deciso l’AEEG. Così com’è non consente al cliente di comprendere cosa va a pagare e a chi. Non consente neppure di fare un confronto di convenienza rispetto alle proposte di altri fornitori che pure esistono numerosi. Le sezioni FAQ e Link Utili del sito web di Julia Servizi Più sono vuote e non contengono alcuna guida alla lettura della bolletta. Ognuno si arrangi come può. Le tariffe della Julia Servizi non sono le più convenienti. Tolte le imposte, accise ed addizionali, il prezzo del gas venduto dalla Julia Servizi Più è aumentato da gennaio a giugno del 27%. Tolta la “quota fissa vendita”, è aumentato del 12,5%. Tolta la “quota fissa rete”, l’aumento è dell’1,2%. Alla Signora Maria però di tutti questi conti cervellotici importa poco perché, bollettini alla mano, il prezzo a m3 di gas è comunque aumentato di circa il 30%, grazie alle tasse che, stando a quanto attesta l’AEEG, pesano sul prezzo finale per il 34% ed al costo di servizi di rete che incide per il 19% sul totale. Chi ci guadagna e chi ci perde? A perdere è sicuramente il cliente, soprattutto quando non è messo nelle condizioni di conoscere per poter meglio scegliere. A guadagnarci c’è sicuramente chi gestisce la rete. Per la parte imputabile ai servizi della società amministrata dalla dottoressa Conte, il costo del gas al netto di tutto scende del 3,7% in sei mesi (e non del 7%) ma il prezzo al consumatore, tolte tasse, accise e addizionali, sale nella migliore delle ipotesi del 12,5%. Così come cresce la parte dei ricavi del gestore della rete. Non si offenda nessuno se ripetiamo che così, a fare utili, son bravi tutti. A meno di clamorosi sviluppi e di nuovi comunicati da parte della Julia Servizi, per la Redazione de Iduepunti.it la partita finisce qui. Attendiamo risposte convincenti dalla Conte e da Mastromauro su tutto il resto. Saluti.
Bollette del gas a Giulianova: I conti non tornano
22 agosto 2013
Sulla home page del sito web della Julia Servizi Più campeggia uno slogan accattivante: IL METANO – 10% PESA MENO.
E’ vero. Lo conferma la massima autorità in materia, che in Italia è l’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), organismo indipendente cui la legge affida il compito di tutelare gli interessi dei consumatori e di promuovere la concorrenza, l’efficienza e la diffusione di servizi con adeguati livelli di qualità, attraverso l’attività di regolazione e di controllo.
In uno dei suoi periodici report l’AEEG certifica che nel corso del secondo trimestre del 2013 l’andamento del prezzo del gas naturale per un consumatore domestico tipo (riscaldamento autonomo e consumo annuale di 1.400 m3) è stato decrescente.
Sempre l’AEEG -parliamo in questo caso di clienti che hanno deciso di non accedere al libero mercato- ci dice che nel 2013 le condizioni economiche sono andate migliorando sia per i servizi di vendita sia per quelli di rete.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche uno dei più importanti portali web in materia:
“Gas, prezzo sul mercato spot e bollette meno care – Grazie alla riforma delle modalità con cui l’Autorità stabilisce il prezzo della materia prima, le bollette hanno già visto una riduzione del 4,2% ad aprile. La seconda fase della riforma, approvata in questi giorni, e i cui effetti si sentiranno ad ottobre dovrebbe far risparmiare il 7%, circa 90 euro in meno sulla bolletta media”.
Cosa sta accadendo invece a Giulianova con le bollette gas della Julia Servizi Più?
Nel 2013 sono stati riscontrati diversi casi in cui il prezzo del gas è invece aumentato sensibilmente e di cui, complice anche l’astrusità della bolletta, è difficile dare spiegazione.
A scanso di equivoci, si tratta sempre di utenze domestiche, di bollette emesse sulla base di letture rilevate e non presunte, in cui non sono stati effettuati conguagli.
Colpa dell’IVA che aumenta dal 10 al 21% oltre la soglia dei 480 m3 di gas consumato e che, quindi, si fa sentire dopo la prima o dopo la seconda bolletta? Non diciamo sciocchezze! Facendo un raffronto tra il prezzo a metro cubo pagato dalla Signora Maria nella prima fattura di gennaio 2013 e quello fatturato nell’ultima bolletta, AL NETTO DI IMPOSTE, IVA e BALZELLI VARI, si registra un aumento di circa il 30%. Tra gennaio ed agosto due aumenti: + circa 10% a maggio e + 27% ad agosto.
Andando poi a guardare il dettaglio addebiti, si nota nel corso del 2013 un sostanzioso incremento della “quota distribuzione” che a Giulianova significa Julia Rete.
Risultato: si svuotano le tasche della Signora Maria ed anche quelle del marito che ha una piccola impresa, e si riempiono i forzieri della Julia Servizi e, soprattutto della Julia Rete. A fare utili in questo modo non serve certo uno scienziato della NASA! Ma il punto è: si tratta di fare utili o di rimettere a posto bilanci traballanti?
Da qui in avanti i punti di domanda per l’Amministratore Unico della Julia Servizi Più:
1) Perché a Giulianova nel 2013 il prezzo del gas aumenta mentre l’AEEG ed i media di settore affermano che altrove accade esattamente il contrario?
2) A cosa sono dovuti questi aumenti?
3) Perché nel corso del 2013 è aumentata la “quota distribuzione” del prezzo pagato a Julia Servizi, che va a Julia Rete?
4) La “quota distribuzione” è aumentata anche per le altre società concorrenti della Julia Servizi Più?
Queste, invece, le domande che rivolgiamo al “proprietario” della Julia Servizi Più e della Julia Rete, cioè al Sindaco Mastromauro:
1) A cosa è dovuto l’aumento della “quota distribuzione” che la Julia Servizi Più “gira” alla Julia Rete?
2) Alla Julia Rete c’è qualche “problemino” che finora è rimasto sotto traccia? Magari potrebbe esserLe di aiuto l’assessore Vanni, già Amministratore Unico della Julia Rete fino ad aprile 2012.
Infine, un doppio invito, all’Amministrazione ed alla Julia Servizi Più: rendere la bolletta più chiara anche per la Signora Maria e riempire la sezione FAQ del sito della Julia Servizi Più, rimasta finora inspiegabilmente vuota.
Comune di Giulianova: Disattese ancora una volta le norme sulla Trasparenza
20 agosto 2013
L’8 agosto scorso la Giunta Comunale di Giulianova ha adottato il piano di recupero degli immobili in Viale Orsini e Via Quarnaro, Zona B3.6, Unità Minime 3 E 4, e Zona B3.25 di P.R.G.. Si tratta della costruzione di un nuovo ed imponente edificio che sorgerà nel cuore di Giulianova, laddove un tempo c’era la vecchia Scuola Elementare Acquaviva, “svenduta” qualche anno fa dalla Giulianova Patrimonio per appena 11.000 euro in più rispetto a quanto fissato dalla base d’asta. In delibera la Giunta precisa: “ … che la proposta di deliberazione e i relativi allegati tecnici sono stati inviati per la pubblicazione sul sito web istituzionale del Comune di Giulianova, ai sensi dell’art. 39, comma 1, del D.Lgs. n. 33 del 14.3.2013”. Sul sito web del Comune, alle ore 9 di giorno 20 agosto, c’era traccia soltanto della deliberazione. Degli allegati tecnici neppure l’ombra. Era già accaduto con le schede dei famosi rimborsi per le abbondanti nevicate del 2012. Evidentemente la lezione non è servita.
Giulianova: Mimì, politicamente morto, “scaricato” da Mastromauro e dal PD che gli preferiscono Arboretti
19 agosto 2013
Come il Cavaliere, anche Mimì Di Carlo, per gli amici “Micaiò”, si appresta a varcare la porta di uscita. Protagonista di incredibili trasformismi e di giravolte spaziali, come e più di Goldrake, abbandonato praticamente da tutti coloro che lo avevano seguito nell’ultima campagna elettorale nella lista “PDL 2 La Vendetta”; assieme a Cameli Giancarlo, suo sindaco ai tempi del fu centrodestra; fedele stampella della traballante Giunta dei Talenti, Mimì Di Carlo è stato scaricato dal suo nemico-amico di sempre, Francesco Mastromauro, apostrofato dallo stesso Di Carlo con “ … parole poco consoni ad un dibattito politico”: http://www.giulianova.it/ita/news/cronaca-locale/archiviato-caso-carlo-mastromauro.html La narrazione dei fatti. Con atto n. 155 dell’8 agosto 2013, la Giunta Comunale delibera di non autorizzare lo svolgimento del mercato rionale nel giorno festivo di giovedì 15 agosto (giovedì) sul lungomare Zara. Dunque, lo spazio antistante l’Hotel Europa NON verrà occupato da bancarelle. Si legge, in delibera, che “ … la zona ove si svolge normalmente il mercato, Lungomare Zara, si trova la centro del comune di Giulianova ed è interessata dalla presenza di numerosi parcheggi utili e necessari per l’accoglimento dei turisti”. Il giorno seguente, 9 agosto, si tiene la seduta di consiglio comunale dedicata al fallimento di Sogesa. In una delle sue consuete “filippiche”, Arboretti risparmia l’amico ed ex collega di partito, Loris Vanni, figura di collegamento tra Il Cittadino Governante e quella parte del PD che fa capo al Capogruppo in Consiglio Comunale, Andrenacci. Loris Vanni viene “legittimamente impedito” altrove e la faccia è salva. Nella stessa seduta Arboretti punta il dito contro certe irregolarità urbanistiche: una interessa il solito Hotel Europa, della famiglia Di Carlo. Tra i due non è mai corso buon sangue. Arboretti non è Mastromauro, almeno a giudicare dagli addominali. Finita la seduta di Consiglio, la Giunta si riunisce, inaspettatamente, alle ore 23 per deliberare in senso contrario a quanto già deciso il giorno prima ed approva all’unanimità dei presenti l’atto n. 157 del 9 agosto 2013. In politica le coincidenze non esistono. Nella nuova delibera, il rovesciamento di fronte viene ovviamente motivato in altro modo. Riassumendo: Arboretti risparmia Vanni (legittimamente impedito altrove) nella seduta di Consiglio dedicata a Sogesa Cirsu; attacca Mimì Di Carlo per la questione Hotel Europa ma tace sull’assoluzione degli ex vertici Sogesa-Cirsu (processo ad Atri) e sulla vicenda Gualandi, facendo così cosa grata a parte del PD; tace sulle cartelle pazze TARSU 2001, di competenza Vanni; tace sul progetto, approvato da poco in Giunta, riguardante la costruzione di un edificio alto quasi 16 metri e dai confini “debordanti” che verrà realizzato laddove c’era un tempo la scuola Acquaviva, svenduta per poco più di 2 milioni di euro nell’era del duo Ruffini-Olivieri (nessun problema: tanto, se non lo farà lui, ci torneremo presto noi sopra con apposita “dedica” al Lider Maximo di Giulianova). Subito dopo il Consiglio Comunale di giorno 9 agosto, alle ore 23, la Giunta cambia rotta sull’ubicazione del mercato rionale su Lungomare Zara e “scarica” Di Carlo. Cos’è accaduto? Che, dovendo scegliere chi tra i due “buttare giù dalla torre”, il PD e Mastromauro hanno scelto di non belligerare con Arboretti. Ora che la consiliatura volge al termine e che, in vista delle elezioni regionali di fine maggio 2014, conteranno soprattutto i “numeri”, quei numeri che Mimì non ha, il PD ed il Sindaco strizzano l’occhiolino a chi ne ha di più. E’ la dura legge dei “numeri”, appunto. I tempi supplementari di Di Carlo sono finiti; siamo ben oltre i minuti di recupero. Si instaurano nuovi equilibri e nuovi patti di desistenza. La politica è fatta così e Micaiò, che a 75 anni ricorda forse la politica di altri tempi, non lo ha ben compreso. Bisognerà che qualcuno glielo spieghi per benino: è politicamente morto. Addio Mimì, i tuoi sonnellini e le tue battute in giuliese verace ci mancheranno tanto tanto tanto. Piuttosto, rendi tutto meno penoso ed abbandona tua sponte le luci della ribalta. p.s. Caro Mimì, “tua sponte” è parente di quel “melius re perpensa” che Sisino ha scritto nella delibera n. 157. Se non ti fidi, chiedi a lui per conferma.
Giulianova: Ferragosto, Gualandi mio non ti conosco
19 agosto 2013
Ferragosto, Gualandi mio non ti conosco ad eccezione del Movimento Cinquestelle, la politica giuliese snobba l’affare Gualandi di cui abbiamo già scritto in due occasioni: http://www.iduepunti.it/cronaca/11_agosto_2013/giulianova-il-gualandi-buss%C3%B2-e-nessuno-parl%C3%B2 http://www.iduepunti.it/cronaca/14_agosto_2013/la-politica-giuliese-macchia-il-gattopardo Lo avevamo messo in preventivo: trattandosi di una vicenda che inizia più di trenta anni fa e le cui responsabilità politiche attraversano in lungo e largo ampi settori e più di una generazione della politica giuliese, il silenzio è d’obbligo. Il contenzioso tra la Fondazione Gualandi ed il Comune di Giulianova, definito “bonariamente” a fine 2001 con tanto di transazione approvata con delibera di Consiglio Comunale n.° 134 del 30 novembre 2001, può essere considerato chiuso oppure no? Cosa rispondono a Palazzo di Città? A beneficio di coloro i quali nel 2001 a Palazzo c’erano (es.: Cameli. Mastromauro, Di Carlo, Rota) ricordiamo che tutto iniziò nel 1980 allorquando il Comune di Giulianova eseguì tutta una serie di lavori in Via Sechini, realizzando parcheggi e marciapiedi, su terreni di proprietà della Fondazione Gualandi, che nessuno si era preoccupato di espropriare. Prima acquisisci un valido ed efficace provvedimento di esproprio e poi esegui le opere: semplice no? Non nel caso di Via Sechini: qui, come in numerosi altri casi nell’Italia di quegli anni, i 10.100 mq. di terreno del Gualandi sono stati utilizzati per scopi di pubblica utilità in assenza di esproprio. Nel 1996, a distanza di sedici anni dai lavori, una consulenza giudiziale stima il danno subito dal Gualandi in 1,3 miliardi delle vecchie lire: quasi 129.000 lire a mq.. Non sta a noi giudicare la congruità della quantificazione del danno ma la somma, per quei tempi, era importante considerata la destinazione urbanistica dei terreni “acquisiti” dal Comune. In ogni caso, essendosi realizzato l’istituto dell’“occupazione acquisitiva”, il Gualandi doveva essere risarcito. Cinque anni dopo entra in vigore il D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, meglio noto come “Testo Unico Espropri”. Per numerosi Comuni si aprono contenziosi da “lacrime e sangue” ancora oggi pendenti: si pensi all’esproprio Franchi a Giulianova. Comune e Gualandi raggiungono un’intesa e la ratificano nel dicembre del 2001. La misura del risarcimento viene fissata in 1,1 miliardi di lire (quasi 110.000 lire/mq.). I primi 500 milioni di lire avrebbero dovuto essere liquidati a fine 2001 ed il resto entro marzo 2002. Il Comune, però, avrebbe potuto scalare dalla prima “rata” da 500 milioni di lire il 50% delle spese sostenute per lavori ed opere di ammodernamento dei locali dell’edificio di Via Gramsci, allora non idonei ad ospitare l’Università; il restante 50% del costi di opere e lavori sarebbe stato detratto dalla seconda “rata” da 600 milioni di lire. Il Comune avrebbe dovuto presentare “progetti” che il Gualandi avrebbe dovuto accettare. Presentazione “progetti” da parte del Comune, accettazione del Gualandi, scorporo dal debito iniziale: questo è il meccanismo previsto nella transazione di fine 2001. Ebbene, il Comune quei progetti li ha mai presentati? Il Gualandi li ha mai accettati mettendo nero su bianco? Quanto sono costati in tutto ai cittadini i lavori e le opere che il Comune ha realizzato a più riprese, anche durante il mandato Ruffini, per estinguere parte del vecchio debito? Il Comune ha dato più del dovuto? C’è un atto ufficiale con cui il Gualandi attesti che la partita è definitivamente chiusa? L’affaire Gualandi è da archiviare oppure no?
La Politica Giuliese macchia il Gattopardo
15 agosto 2013
Le vicende della inconferibilità/incompatibilità del duo Vasanella-Ruffini e dell’irrisolto contenzioso che vede contrapposti il Comune di Giulianova alla Fondazione Gualandi, su cui non s’è registrato neppure il vagito di un pur minimo dibattito tra le forze politiche presenti in Consiglio Comunale, sono lì a raccontarci di una storia antica e sempre nuove di finte contrapposizioni tra chi il potere ce l’ha e chi, invece, ambisce ad averlo.
E’ la storia di un’unica squadra in campo, con più divise ufficiali. Tutto il resto fuori, a fare il tifo e a prender parte a questa eterna finzione.
Il Paese è piccolo e ci si conosce tutti. In via diretta o per via traversa si è tutti amici o parenti e questo spiega molte cose. Non siamo mica in Gran Bretagna o in Danimarca.
Vasanella e Ruffini sono lì al loro posto. Secondo la CIVIT i loro provvedimenti amministrativi sono nulli e dovranno essere sanati. Nessuno però sembra volersene curare, moralizzatori della politica compresi.
La bomba di mezza estate non è stata quella di un immobile di lusso accatastato A3 piuttosto che A9 bensì una vecchia storia riguardante un “esproprio” milionario di inizio anni ’80, in cui il Comune ha portato via al Gualandi poco più di un ettaro, pagandolo a carissimo prezzo.
Tutta quella vicenda è stata cristallizzata in un accordo ratificato nel 2001 con delibera di consiglio comunale (protagonisti anche allora Cameli, Mastromauro, Di Giacinto e Rota) ma nessuno chiede, va a fondo, interroga. Arboretti idem: a ripercorrere una vicenda iniziata nel 1980 e mai giunta al capolinea, c’è il rischio di pestare qualche piede di troppo.
Unica squadra in campo e la finzione di un campionato senza retrocessioni e senza regole.
Se solo gli archivi ed i muri del Comune potessero parlare …
Ma siamo certi che a qualcuno interessi ascoltare? Siamo o non siamo nell’Era del Chissene?
Giulianova: Il Gualandi bussò e nessuno parlò…
12 agosto 2013
Il paese è piccolo, la gente mormora. Ancora alle prese con la figuraccia rimediata con le cartelle pazze TARSU 2011, dovuta ad “un mero errore materiale determinatosi durante l’elaborazione del ruolo suppletivo” ed alla “distrazione” del dirigente che lo ha firmato, a Palazzo di Città ci si chiede come sistemare la “faccenda Gualandi” visto che, a seguito della decisione del Rettore D’Amico di portare Scienze del Turismo a Teramo, non v’è più necessità di pagare l’affitto per l’occupazione di parte dell’imponente edificio di Via Gramsci. Lo scorso anno, quando nessuno sapeva della chiusura di Scienze del Turismo, con delibera di Giunta n. 109 del 27/06/2012 deliberò di esercitare il recesso dal contratto di affitto reso con scrittura privata sottoscritta in data 29 gennaio 2002, avente ad oggetto concessione in locazione al comune di Giulianova di parte del compendio immobiliare sito in Giulianova alla via Gramsci nn. 58-60 e di delegare il dirigente della III Area ad assumere ogni iniziativa volta alla formalizzazione del recesso, nel contempo abilitandolo a proporre la possibilità di assicurare nuova stipula a condizioni economiche più vantaggiose possibili per l’Ente tali da garantire, la permanenza, nei locali del complesso immobiliare sito in Giulianova alla via Gramsci nn. 58-60, dell’Università degli Studi di Teramo al fine di poter assicurare lo svolgimento del corso di laurea in Scienze del Turismo. Non sappiamo se il Dirigente dell’Area III abbia assolto al mandato ricevuto. All’Albo Pretorio Telematico del Comune di Giulianova non risulta nulla relativo al recesso ed alla stipula di un nuovo contratto di affitto meno esoso del precedente (300.000 euro l’anno x 12 anni). Così esoso che non si comprende la ragione per cui il Comune non abbia deciso nel 2002 di costruire un immobile ad hoc che oggi sarebbe rimasto di proprietà. Ma questa è un’altra storia. Torniamo alla rescissione che non c’è. Il contratto di affitto sottoscritto il 29 gennaio 2002 tra l’Amministrazione ed il Gualandi, regolarmente registrato, parla chiaro: dopo il terzo anno di affitto il Comune può dare disdetta, con lettera raccomandata a.r., con sei mesi di anticipo, senza alcuna penalità. Operata la disdetta nei modi e nelle forme contrattuali, la Fondazione Gualandi, a quel punto, non potrebbe accampare alcuna pretesa. Perché quella raccomandata non è mai partita? Qualcuno potrà obiettare che l’Amministrazione ha inteso essere più prudente a tutela della permanenza della Facoltà di Scienze del Turismo a Giulianova. Apprezzabile. Ma ora che il dado è tratto, ora che il Magnifico Rettore ha assunto una decisione irrevocabile, cosa trattiene il Comune dallo scrivere alla Fondazione Gualandi? Se il Dirigente del III Settore lo avesse fatto appena avuta ufficialità del trasloco di Scienze del Turismo – a fine maggio 2013- la questione si sarebbe chiusa lì. Fa notare un nostro lettore, rimasto nell’anonimato, che “La vicenda Gualandi andrebbe inquadrata anche in relazione ad una presa di posizione chiara e netta dell’Università. Non sarebbe anche utile chiedersi qual è la posizione del nuovo Magnifico Rettore nei confronti di Giulianova? Non mi risulta sia mai stata chiaramente esplicitata: diverse aperture, a parole disponibilità a trovare soluzioni utili a mantenere una continuità formativa sul territorio, percorsi avviati di alta formazione… ma nella sostanza?”. Legittimo interrogarsi sul futuro, sulla possibilità di avere master a Giulianova e sulla necessità di individuare una sede per i corsi di Modellazione, Animazione 3D, Visual Effects e Architettura 3D. Però … Così l’Assessore Forcellese tre mesi fa: “Nelle prossime settimane affronteremo gli aspetti riguardanti la sede. L’idea, piaciuta al nuovo Rettore è quella di utilizzare per i Master la Sala Buozzi, il Sottobelvedere e il Kursaal, che così verrebbero ulteriormente valorizzati”. http://www.cityrumors.it/teramo/cronaca/giulianova-corso-di-laurea-scienze-del-turismo-60622.html#.UgXXfdKSKuI Dopo quella dichiarazione il buio. Sono state individuate tutte queste sedi alternative? E’ stata fatta una scelta definitiva? Non vorremmo che, come già accaduto per il Tribunale soppresso, anche per l’Università si iniziasse a giocare a ping-pong tra Sindaco e Rettore, e a perdere il bandolo della matassa tra una conferenza stampa e l’altra. Il Gualandi continua a bussare a denari: i 3,6 milioni di euro finora incassati ed i lavori di ristrutturazione ed ammodernamento della struttura (sala mensa, ascensore, sale varie), pagati per intero dal Comune e, quindi, dalla collettività, e di cui beneficerà, chiusa l’Università, solo il Gualandi, non sono già abbastanza? Con 3,6 milioni di euro e con tutte le somme spese per opere e lavori oggi il Comune Giulianova avrebbe avuto un immobile tutto proprio. Invece … Perché il Comune non stacca la spina? Cos’è tutta questa prudenza? Dobbiamo forse temere per l’esito di una vecchia vertenza relativa ad un “esproprio” milionario -l’ennesimo- che risale a poco meno di 20 anni fa, che sembrava essere stata definita con un accordo bonario di cui lo stesso Sindaco, allora Capogruppo dei DS nel Consiglio Comunale (secondo mandato Cameli), è perfettamente a conoscenza e per il quale il Gualandi non si ritiene soddisfatto? Inutile chiedere che qualcuno risponda perché non lo farà nessuno. I rapporti tra Comune e Gualandi attraversano quattro consiliature di diverso colore: due di centrodestra, una di centrosinistra ed una, quella attuale, indefinita ed indefinibile. Inoltre gli avversari di ieri (Mastromauro, Cameli e Di Carlo) sono gli alleati di oggi.
E gli altri? Gli altri stanno a guardare e non parlano.
Giulianova: Sogesa, Arboretti, il PD e la bomba di mezza estate
4 agosto 2013
Giulianova, 29 luglio 2013. Una lunga ed estenuante seduta del Consiglio Comunale con un punto “pesante” in agenda: la mozione presentata da “Il Cittadino Governante” sul fallimento SOGESA. I lavori vanno avanti per ore, tra interventi, dati, cronache, analisi. In chiusura il voto contrario sulle due risoluzioni presentate da Il Cittadino Governante: http://www.ilcittadinogovernante.it/images/stories/documenti_associazione/risoluzioni%20fallimento%20sogesa.pdf. Con la prima delle due, anche alla luce delle gravi affermazioni del Presidente dimissionario del Cirsu, Andrea Ziruolo, si “…. propone(va) di promuovere come Consiglio Comunale Azione di Responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori di CIRSU e SOGESA e affidare al Sindaco il compito di proporlo anche all’Assemblea ed al C.d.A. di CIRSU”. Fuori dal Palazzo tre solide certezze: – – il pre-fallimento di Cirsu; – – i lavoratori Sogesa senza lavoro; – – l’assoluzione per Francesco Nardinocchi e Sergio Fano, rispettivamente ex Presidente ed ex Direttore del Cirsu, e Romeo Battistelli, ex Direttore ed Amministraore Delegato di Sogesa, a chiusura del processo celebrato, tra un rinvio e l’altro, in quel di Atri in merito ai fatti che portarono al sequestro degli impianti di Grasciano nel 2008. Dei 7 capi di imputazione, 4 sono venuti meno per prescrizione e per gli altri 3 per insufficienza di prove. Sull’ultimo punto -che nessuno ha ricordato in Consiglio Comunale- abbiamo già scritto: www.iduepunti.it/cronaca/8_ottobre_2012/processo-agli-ex-vertici-cirsu-e-sogesa-tutto-rinviato-gennaio-2013 www.iduepunti.it/cronaca/2_ottobre_2012/processo-agli-ex-vertici-di-cirsu-e-sogesa-ingiustizia-e%E2%80%99-quasi-fatta In Consiglio Comunale il gioco delle parti. Anche quella del rappresentante dell’Associazione “Il Cittadino Governante” che ha sposato da qualche tempo la causa dei “Rifiuti Zero”, subito emulata -nelle sole intenzioni- dall’Amministrazione Comunale. Il Consigliere Arboretti denuncia le storture dell’attuale governance delle società a partecipazione pubblica e di certi meccanismi di nomina, che premiano le appartenenze e non le competenze. Il Consigliere PdL, Rota, fa rilevare, che una qualche responsabilità politica la si deve addossare anche al Consigliere Arboretti che reagisce come fosse il Marchese di Calatrava. Non osiamo immaginare cosa ne sarebbe stato se fosse stato presente l’Assessore al Bilancio, Loreto Vanni, già Revisore dei Conti del Cirsu ed Amministratore Delegato Sogesa. La polemica sarebbe stata certamente più aspra e senza risparmio di fendenti. Il Consigliere Arboretti avrebbe dovuto rimarcare che, ad esempio, nel settembre 2011 lo stesso Comune di Mosciano avesse già dato mandato al Sindaco affinché “ …. promuovesse, in seno all’Assemblea dei Soci Cirsu Spa e Sogesa Spa, l’azione di responsabilità come prevista e normata dagli artt. 2393 e 2393 bis del Codice Civile”. Arboretti si sarebbe trovato nella scomodissima posizione di dover puntare -fisicamente e non metaforicamente- l’indice contro l’ex Amministratore Delegato di Sogesa, con il quale, in verità, non è mai venuta meno una certa liaison maturata negli anni di comune militanza nello stesso partito. Una parte consistente del PD, che verso il Líder máximo de Il Cittadino Governante mostra un atteggiamento benevolo, non avrebbe gradito. Opportuna, dunque la scelta di non mettere né Vanni né il PD né Arboretti in una situazione imbarazzante. Qualora fosse stato chiamato in causa, l’ex Amministratore Delegato Sogesa avrebbe dovuto spiegare troppe cose ed Arboretti, a sua volta, avrebbe dovuto chiederne e tenerne conto. Dunque, l’Assessore Vanni è stato “legittimamente impedito” in altro luogo. Meglio così per tutti: con Mastromauro involato verso L’Aquila o verso Roma, perché rendere tesi rapporti oggi più che cordiali e che potrebbero fruttare futuri accordi? Per chiudere, nel PD giuliese sono in corso riposizionamenti e nuove scaramucce in vista di un nuovo assalto a Colle San Massimo, già al centro della nota vicenda dei tentati rimborsi post-nevicata. Qualche giorno fa un post su Facebook, che riprende certi rumors insistenti: “AVEVO UNA CASETTA PICCOLINA IN CANADA…. Ma non era né piccolina e tantomeno in Canada. A breve a Giulianova scoppierà una bomba di mezza estate. Case di lusso spacciate per “economiche e popolari”. Qualcuno sta indagando tra le carte catastali e stanno già emergendo dei riscontri. Un’altra Idem, ma questa volta a Giulianova e non a Ravenna”. Iniziò così anche per i rimborsi-neve e poi tutto venne alla luce del sole.
Quel “qualcuno” che sta indagando su questa “bomba di mezza estate” venga dunque allo scoperto e racconti la sua verità.
Chiude a Settembre il Tribunale di Giulianova…non ci resta che piangere
26 luglio 2013
C.V.D: come volevasi dimostrare. Il tribunale di Giulianova chiude per sempre: così il Presidente Spinosa ieri su IL CENTRO, che spegne ogni velleità del Sindaco di Giulianova riguardante ogni remota possibilità di istituire una sede secondaria da adibire a deposito pratiche, archivio, ufficio rottamazione del Tribunale di Teramo, ecc.. Persi anche gli Uffici del Giudice di Pace, in mancanza del sostegno dei Comuni confinanti. La storia è arcinota e l’abbiamo raccontata in tutte le salse. Ecco le puntate della telenovela infinita che ha visto il Sindaco Mastromauro spendersi e disperdersi in conferenze stampa, comunicati, annunci, proclami, ecc.: http://www.iduepunti.it/cronaca/27_ottobre_2012/giulianova-il-tribunale-chiuder%C3%A0-legge 27 ottobre 2012 http://www.iduepunti.it/cronaca/2_novembre_2012/tribunale-di-giulianova-… 2 novembre 2012 http://www.iduepunti.it/cronaca/14_novembre_2012/tribunale-di-giulianova… 14 novembre 2012 http://www.iduepunti.it/cronaca/20_marzo_2013/giulianova-la-pace-eterna-… 21 marzo 2013 http://www.iduepunti.it/cronaca/28_aprile_2013/uffici-giudiziari-giulian… 29 aprile 2013 http://www.iduepunti.it/cronaca/4_luglio_2013/addio-al-tribunale-di-giul… 4 luglio 2013 http://www.iduepunti.it/cronaca/5_luglio_2013/il-sindaco-mastromauro-ver… 5 luglio 2013 Dopo la Facoltà di Scienze del Turismo ecco un altro pezzo che se ne va. Una “macchia” indelebile per un Sindaco con obiettivi importanti: Regione, Camera, Parlamento Europeo, ecc.. Un triste primato negativo, centrato dopo essere riuscito ad isolare Giulianova rispetto agli altri Comuni del comprensorio e ad incrinare ogni rapporto con il Presidente del Tribunale ed il Presidente dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Teramo. Bingo! La Città, intanto, si scopre più “povera”.
Mastromauro ancora in corsa per la Regione
18 luglio 2013
Occhio al cronometro ed ai possibili scenari: 30 luglio 2013: la Suprema Corte conferma la condanna di Berlusconi per il processo Mediaset ed il Governo Letta cade rovinosamente. Si va nuovamente alle urne con l’attuale legge elettorale (quindi, senza voto di preferenza). Qualora il decreto di scioglimento anticipato delle Camere sia adottato entro il 29 dicembre 2013, i Sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 20.000 abitanti potranno candidarsi cessando dalle funzioni entro 7 giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di scioglimento sulla Gazzetta Ufficiale; 9 e 10 marzo 2014: in Abruzzo si vota per il rinnovo del Consiglio Regionale. A causa di una norma “ammazza sindaci”, se vorrà candidarsi il Sindaco di Giulianova dovrà dimettersi entro il termine di 120 dalla data prevista per le elezioni (quindi, entro la prima metà di novembre 2013); Maggio 2014: si vota per le Europee. La conferenza stampa in cui Mastromauro ha affermato di rinunciare alla candidatura alla Regione è stata giocata tutta intorno all’ipotesi -poco attendibile- che per la Regione si votasse a metà novembre 2013. La data della conferenza stampa è stata fatta coincidere di proposito con l’11 luglio nella finzione che si votasse a metà novembre. L’incontro con la stampa è stata solo un modo di prendere tempo per attendere l’evolversi degli eventi in un quadro che vede Mastromauro in difficoltà su più di un fronte: non è infatti del tutto scontato il suo secondo giro di valzer alla guida di Giulianova dove, inviso ad una buona metà del PD, non riuscirebbe ad incassare i medesimi consensi del 2009; fuori da Giulianova, nel caso di un’eventuale corsa per uno scranno in Consiglio Regionale, le cose andrebbero ancora peggio; le recenti norme sulla inconferibilità/incompatibilità di incarichi a chi ha ricoperto la carica di Sindaco non gli consentirebbero di finire in più di un posto di sottogoverno. Visto che il tempo c’è, meglio aspettare quanto meno fino a metà novembre, senza pagare lo scotto dell’esser sceso anzitempo dalla giostra ed avendo l’opportunità di poter “passare” alla prima mano, rinunciando ad una candidatura alle regionali, per poi rilanciare in vista delle politiche, o viceversa. Come ultima spiaggia le Europee di fine maggio 2014. Nel frattempo, come dimostra la telenovela della sede del Tribunale di Giulianova, Mastromauro continua all’insegna della pura propaganda che va benissimo sia per le Regionali sia per le Politiche sia per le Europee. Ricorderanno i nostri affezionati lettori come il giorno successivo a quello della pubblicazione del pezzo dal titolo “Addio al Tribunale di Giulianova”(http://www.iduepunti.it/cronaca/4_luglio_2013/addio-al-tribunale-di-giulianova), Mastromauro abbia convocato in fretta e furia una conferenza stampa per ricordare gli sforzi da lui compiuti per far sì che, perso il Tribunale ed anche il Giudice di Pace, a Giulianova restassero in vita almeno un archivio di polverose scartoffie ed un paio di addetti (http://www.abruzzo24ore.tv/news/Mastromauro-insiste-su-Giulianova-sede-secondaria-del-Tribunale-di-Teramo/121844.htm). Così il Sindaco nel comunicato del 5 luglio scorso: ”… la mia proposta, che ha trovato unanime convergenza da parte della Camera Civile, dell’Ordine degli Avvocati e dello stesso presidente del Tribunale di Teramo nella riunione tenutasi a Teramo il 13 marzo scorso, rimane più che mai valida e praticabile”. Salvo poi tornare sui propri passi quattro giorni dopo: ““Poiché ad oggi, nonostante una mia sollecitazione del 20 maggio scorso, non è stata adottata alcuna iniziativa al riguardo, né mi è giunta una qualche comunicazione che possa indicare la volontà di procedere nell’iter, ho chiesto al presidente Spinosa di fissare la data per un incontro così da fare il punto sulla situazione. É appena il caso di rammentare che il 13 marzo scorso, in un incontro che si ebbe nello studio dello stesso dottor Spinosa, e al quale parteciparono, oltre agli avvocati Gabriele Rapali e Jurghens Cartone, anche il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Guerino Ambrosini, e il presidente della Camera Civile di Teramo, Enrico Ioannoni Fiore, si registrò la convergenza di tutti sulla necessità di appoggiare la mia richiesta presentando al Ministero della Giustizia un’istanza congiunta per il mantenimento in uso dell’immobile in Giulianova destinandolo a Sede secondaria del Tribunale di Teramo”. Non pago di aver dichiarato la fine dell’”unanime convergenza” declamata il 5 luglio, Mastromauro rincara la dose appena dieci giorni dopo (http://www.cityrumors.it/teramo/politica/tribunale-giulianova-francesco-mastromauro-62708.html#.UeXTNdKSKuI): “Ma nessuna sarà la strada praticabile, e quindi non vi sarà alcuna prospettiva, senza rimuovere un ostacolo fondamentale che si frappone all’istanza congiunta. L’ostacolo è proprio il ricorso al TAR firmato dal Comitato degli avvocati appositamente costituitosi contro il provvedimento del presidente Spinosa relativo alla non iscrizione a ruolo delle cause nelle cancellerie delle Sezioni distaccate di Giulianova ed Atri. Rimanendo in piedi quel ricorso, sarà impossibile presentare l’istanza congiunta al Ministero della Giustizia per fare si che Giulianova possa aspirare ad essere Sede secondaria del Tribunale di Teramo. In tutta onestà, devo confessare di non comprendere il motivo di questa inerzia, tenuto conto che proprio nella riunione del 13 marzo si era concordato di dare seguito all’iter presentando istanza congiunta al Ministero e ritirando, perché elemento ostativo, il ricorso al TAR. Per cui, se dopo quella riunione fosse stato mantenuto l’impegno preso, inoltrando tempestivamente l’istanza al Ministero, oggi probabilmente la sede secondaria sarebbe cosa fatta”.
Proviamo a riassumere: è impossibile ottenere la sede secondaria del Tribunale se non si invia apposita istanza al Ministro di Giustizia e non si può inviare istanza al Ministro di Giustizia se prima il Comitato degli avvocati non ritira il ricorso presentato al TAR contro il provvedimento del presidente Spinosa relativo alla non iscrizione a ruolo delle cause nelle cancellerie delle Sezioni distaccate di Giulianova ed Atri. In sintesi estrema: se la sede secondaria del Tribunale non si è fatta e non si farà è tutta colpa del Comitato degli avvocati che di certo avranno molto apprezzato le generose esternazioni del Sindaco di Giulianova, resosi in passato già protagonista di qualche incidente diplomatico sia con il Presidente del Tribunale, Spinosa, sia con il Presidente dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Teramo sempre in ordine alla vicenda del Tribunale di Giulianova (leggi: http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/11/02/news/tribunale-smentito-mastromauro-1.5963009). Noi torniamo sulla questione di sempre: il Sindaco di Giulianova avrebbe potuto salvare gli uffici del Giudice di Pace con il consenso dei Sindaci dei Comuni confinanti e mettendoci adeguate risorse finanziarie che avrebbe potuto ricavare “tagliando”, ad esempio, due degli attuali quattro dirigenti comunali, decisamente troppi per un Comune delle dimensioni di Giulianova. “Troppissimi” se a questi aggiungiamo i 3 amministratori delle società controllate.
Il Sindaco Mastromauro verso le regionali?
5 luglio 2013
Dopo aver letto il comunicato stampa licenziato dal secondo piano di Corso Garibaldi…Il sindaco: “Decisione incomprensibile. Ma resta in piedi la nostra proposta di fare di Giulianova la Sede secondaria del Tribunale di Teramo”, se n’è capito subito il senso: il Sindaco di Giulianova, ormai prossimo a candidarsi in Regione dopo l’OK dei suoi più stretti consiglieri (una sorta di Direttivo “ombra” del PD giuliese), non vuole macchiarsi dell’onta di aver lasciato andare in malora gli Uffici Giudiziari di Giulianova. Ergo, primarie o non, si candida di sicuro. Non che potesse salvare la sede distaccata del Tribunale ma, di certo, gli Uffici del Giudice di Pace sì. Conosciamo bene la differenza che passa tra sedi “distaccate” e sede “secondarie” di Tribunale. Quest’ultime sono come le mosche bianche e si trovano nella stessa città che ospita la sede centrale. La sede “secondaria” di Giulianova, se sede secondaria sarà, non sarà certo il luogo dove potranno celebrarsi processi ed i suoi costi saranno tutti a carico del Comune di Giulianova, che, quanto a pecunia, viaggia in acque tutt’altro che tranquille. Niente via vai frettolosi di avvocati, avvocatesse, testi e magistrati. Niente più caffè e tramezzini consumati tra un’udienza e un’altra, anche in qualche bar pasticceria che si era attrezzata alla bisogna. Forse un polveroso archivio, o poco più, ed un guardiano tuttofare. Il resto sono chiacchiere morte, buone soltanto per alimentare l’ennesima propaganda elettorale.
Addio al Tribunale di Giulianova…
4 luglio 2013
Nel mentre boccia il taglio delle Provincie approvato con semplice decreto, la Corte Costituzione “promuove” il taglio di circa mille tribunali minori: tra questi quello di Giulianova.
La Consulta ha infatti dichiaratoinfondate le questioni di legittimità sollevate dai tribunali di Pinerolo, Alba, Sala Consilina, Montepulciano e Sulmona. Inammissibile quella presentata dalla Regione Friuli Venezia Giulia.L’unica eccezione riguarda il Tribunale di Urbino che invece sopravviverà alla riforma. Svaniscono dunque miseramente e politicamente nel nulla le ultime residue speranze del Sindaco di Giulianova che fino all’ultimo, dopo aver imbastito un’incredibile campagna stampa costruita sul fatuo, aveva risposto ogni speranza in un improvviso colpo di scena legato alle decisioni della Consulta. Nisba. Niente da fare per il Tribunale e niente da fare neppure per gli Uffici del Giudice di Pace, che il Sindaco non è stato capace di conservare. Giù il sipario. The End.
Nuova puntata della fiction “Inconferibili e incompatibili”: per la CIVIT, Vasanella e Ruffini sono imcompatibili
2 luglio 2013
Dopo la prime dedicate, rispettivamente, ad Enrico Mazzarelli e Flaviano Montebello, passiamo ora ad un nuova puntata della nostra fiction. Non prima, però, di aver fatto una breve premessa. Nell’affrontare la complessiva riforma del “sistema Paese” e proseguendo un percorso avviato nel 2008 con il c.d. “piano industriale della P.A”, con le leggi n.15 e n.69 del 2009 ed il D.Lgs. n.150/2009, il Legislatore ha avvertito la necessità di intervenire in maniera significativa sulle problematiche della corruzione e dell’eticità dei comportamenti nelle pubbliche amministrazioni. Frutto di questo intervento è stata la cosiddetta “legge anticorruzione”, la n.190/2012, che contiene misure dirette di contrasto al fenomeno e che ha delegato il governo ad emanare una serie di decreti volti a ridefinire ed ampliare gli obblighi di pubblicità e di trasparenza e le disposizioni in tema di incompatibilità. Ne sono derivati i corrispondenti decreti legislativi n. 33 e n. 39 del 2013. La nuova puntata della nostra fiction riprende da qui e cioè dall’analisi del D. Lgs. n. 39, approvato l’8 aprile 2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 aprile, entrato in vigore lo scorso 4 maggio e che -ed ecco la grande novità destinata a decimare i consigli di amministrazione di mezzo mondo- DEVE applicarsi anche agli incarichi già conferiti e, quindi, anche al nuovo CdA dell’Ente Porto di Giulianova. Ad averlo stabilito senza mezzi termini è la Civit, ora anche Autorità Nazionale Anticorruzione (vedi inserto de Il Sole 24 ORE di ieri, lunedì 1 luglio 2013). Il nodo affrontato e sciolto dalla Civit è quello dell’invocato principio del “tempus regit actun” (delibera 46/2013). Recita testualmente Il Sole 24 ORE: “Alcuni si chiedevano se il regime delle incompatibilità si riferisse solo agli incarichi conferiti dopo l’entrata in vigore del decreto (4 maggio 2013). La risposta dell’Autorità è stata negativa, visto che all’art. 9, comma 1, e all’art. 12, comma 1, si precisa che il responsabile anticorruzione deve contestare l’esistenza o l’insorgenza di incompatibilità. Anche per gli incarichi in essere, quindi, andrà verificata la rispondenza al decreto”. E ancora: “Secondo la Civit non esiste un problema di “retroattività” della norma, in quanto il D.lgs. non rende illegittimi gli atti di conferimento di incarichi ma fa sopravvenire incompatibilità per il loro mantenimento. Di conseguenza l’incompatibilità si applica ai mandati in corso”. Giova ricordare che il decreto legislativo D. Lgs. n. 39/2013 contiene numerosi casi di inconferibilità di incarichi pubblici. Il decreto definisce l’inconferibilità come la preclusione, permanente o temporanea, a conferire gli incarichi previsti dal presente decreto a coloro che abbiano riportato condanne penali per i reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, a coloro che abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati da pubbliche amministrazioni o svolto attività professionali a favore di questi ultimi, a coloro che siano stati componenti di organi di indirizzo politico. Con la disciplina introdotta, l’inconferibilità assume una dimensione di strumento di prevenzione della corruzione assurgendo con forza il principio dell’imparzialità. Per quanto concerne la situazione di due noti esponenti politici giuliesi, Paolo Vasanella e Fabio Ruffini, prescrive che: – A coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della regione che conferisce l’incarico, ovvero nell’anno precedente siano stati componenti della giunta o del consiglio di una provincia o di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti della medesima regione o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione della medesima regione, oppure siano stati presidente o amministratore delegato di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte della regione ovvero da parte di uno degli enti locali di cui al presente comma non possono essere conferiti: a) gli incarichi amministrativi di vertice della Regione; b) gli incarichi dirigenziali nell’amministrazione regionale; c) gli incarichi di amministratore di ente pubblico di livello regionale; d)gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale. – “Il responsabile del piano anticorruzione di ciascuna amministrazione pubblica contesta all’interessato l’esistenza o l’insorgere delle situazioni di inconferibilità o incompatibilità di cui al presente decreto” (art. 15, comma 1); – “Lo svolgimento degli incarichi di cui al presente decreto in una delle situazioni di incompatibilità di cui ai capi V e VI comporta la decadenza dall’incarico ….. Ebbene, essendo stato Paolo Vasanella consigliere comunale di Giulianova dal 26 giugno 2009 al 16 dicembre 2012 ed essendo stato nominato Presidente dell’Ente Porto il 13 dicembre 2012, cioè quasi sei mesi dopo dall’aver lasciato il suo posto in Consiglio Comunale, se ne evince che, in
base alla delibera n. 46/2013 della Civit, dal 4 maggio 2013 (data di entrata in vigore del D. Lgs. n. 39) egli è in situazione di incompatibilità. Per tali motivi, dovremmo dedurre come dovrebbe già essergli stata contestata – ai sensi degli articoli sopra citati – l’insorgenza dell’impedimento a ricoprire il ruolo di Presidente dell’Ente Porto, con gli effetti decadenziali che ne conseguono. Perché non è stato ancora fatto? Anche Vasanella, al pari di Montebello, è dunque incompatibile. Invisi l’uno all’altro, la sorte avversa li ha accomunati nella loro incompatibilità. Va a finire che adesso fanno pace! Idem Fabio Ruffini che è stato assessore comunale di Giulianova dal 4 luglio 2009 al 13 giugno 2011 e che è stato nominato componente del CdA dell’Ente Porto il 13 dicembre 2012, cioè sei mesi dopo essere cessato dalla carica di assessore. Perché in questo caso il Responsabile anticorruzione del Comune di Giulianova -che è la Segretaria Comunale- non fa il suo dovere facendo rispettare la legge? Non è consapevole delle gravi conseguenze cui si espone non facendolo? Per inciso, l’articolo de Il Sole 24 ORE che richiama la delibera n. 46/2013 della Civit era presente nella Rassegna Stampa che tutti i Consiglieri e gli Assessori Comunali di Giulianova ricevono quotidianamente. Il che può significare una delle seguenti tre cose: 1) Consiglieri e Assessori Comunali non sanno leggere; 2) Consiglieri ed Assessori Comunali solitamente non leggono; 3) Consiglieri ed Assessori Comunali, pur intendendo perfettamente ciò che leggono, si guardano bene dal toccare certi tasti. Nessuno escluso.
GIULIANOVA: DUMBO E’ DI NUOVO TRA NOI
24 giugno 2013
Finalmente una buona notizia: DUMBO è di nuovo tra noi. Vista la sua età, abbiamo a lungo temuto per la sua sorte. Dopo tanti anni di onorevole servizio pensavamo che fosse finito, dimenticato da tutti, in una casa di riposo. Invece no. Dopo essere stato cacciato in malo modo da Giulianova dove per diversi mesi ha scorazzato i bimbi della Scuola Don Milani, adesso DUMBO è la “star” della linea n. 4 del suo datore di lavoro, la Ditta Gaspari. Con quella faccia un po’ così, con l’espressione un po’ così che hanno loro che di strada ne hanno vista tanta … comunque, tutto è bene quel che finisce bene. A proposito di FINE, non sappiamo invece come è andata a finire la “lite” giudiziaria tra la Ditta Gaspari ed il Comune di Giulianova, esplosa all’indomani della scoperta di Dumbo e Dumbino. Avranno trovato un accordo? E che tipo di accordo? Nel solco dell’italianissima tradizione del TV (tarallucci e vino), con spese a carico dei soliti fessi che pagano? Inutile chiedere a Sindaco ed Assessora perché tanto non rispondono. Mentre scriviamo scorrono in sottofondo le immagini del triste epilogo del Consiglio Comunale in un cui fu discusso il caso del trasporto scolastico: quel giorno, all’ultima domanda posta dal Consigliere Ciafardoni, sia il Sindaco sia l’Assessora restarono in religioso silenzio. Forse meglio così.
Verso le Regionali: Mastromauro lancia i saldi di fine stagione
7 giugno 2013
In attesa che venga definita la data delle prossime amministrative (marzo oppure maggio 2014 assieme alle Europee e, con una bella leggina ad hoc, alle Regionali) sono iniziati i saldi di fine stagione ma non sono quelli dei negozi di calzature e abbigliamento che a Giulianova continuano a chiudere bottega bensì quelli di un Sindaco che, con la sensazione di un calo di consensi, decide di alzare il tiro promettendo una cosa che trova tutti d’accordo ma che né il Comune né i suoi contribuenti possono permettersi. “A Giulianova sarà ridotta l’IMU sulla prima casa con detrazioni importanti sui disoccupati e per chi non ha un reddito adeguato”. La musica la conosciamo già: ci ha accompagnato come un mantra per tutta la campagna delle recenti Politiche e continua a far da sottofondo all’azione del Governo Letta che invece la prima rata dell’IMU sulla prima casa, guarda caso, l’ha solo sospesa. La ragione è semplice e sta tutta nelle previsioni OCSE del tasso di decrescita del PIL per il 2013 (-1,8%) che porterà ad un ulteriore calo del gettito tributario (-9,8%), che potrà solo accentuarsi con l’aumento dell’aliquota Iva al 22%, in misura tale da erodere tutti i benefici connessi all’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione UE. Mettiamoci anche il raddoppio del settore statale realizzatosi nel mese di maggio, pari a 8,8 miliardi di euro, ed il quadro è completo. Chi è pronto ancora a scommettere su un parziale sgravio dell’IMU? Dicevamo della prima rata IMU sulle prime case. E’ molto probabile che il nodo vero -farla pagare o meno-, che è anche politico oltre che finanziario, sia stato semplicemente fatto slittare a fine anno. Evidentemente, se Letta tentenna dubbioso Mastromauro invece si nutre di incrollabili certezze. E i Comuni, nel frattempo? Sono stati anestetizzati: a fronte della sospensione della prima rata dell’IMU sulle prime case, lo Stato provvederà a riversare nelle loro casse l’equivalente delle somme venute meno per effetto della sospensione. Tra sei mesi si vedrà. Sei mesi di vuoto iperbarico, più che sufficienti al Re per elargire “di tutto di più”; per tentare di far dimenticare che nel corso dei quattro anni di mandato la sola crescita registrata a Giulianova è stata quella del numero delle sale gioco,delle slots, dei “compro oro”, degli sprechi e dei debiti senza avere in cambio alcun investimento sul e per il futuro di una Città che si riscopre, ogni giorno che passa, sempre più povera di funzioni e servizi (Università, Centro Nutrizionale, ecc.). Quanti voti vale una riduzione dell’IMU sulla prima casa? Quanto amaro sarà il prezzo che i Cittadini saranno chiamati a pagare quando la folle corsa alle Regionali sarà terminata e così pure la “festa” con relativi “santi”? Se veramente avesse voluto prendere seriamente a cuore il tema dell’equità fiscale, il Sindaco si sarebbe già speso, ad esempio, per l’istituzione delle microzone censuarie e per attenuare gli effetti discorsivi che l’attuale Catasto provoca sull’imposta da pagare. Non essendo stato compiuto alcun passo in questa direzione, oggi accade che per due case con le stesse caratteristiche ma ubicate, ad esempio, una all’Annunziata o a Colleranesco e l’altra nel centralissimo Viale Orsini, si paghi la stessa IMU. Se questo ancora avviene lo si deve a chi ha amministrato ininterrottamente Giulianova dal 2009 ad oggi, appoggiato da maggioranze camaleontiche e raccogliticce. Dovendo scegliere potremmo titolare dunque: Mastromauro, l’immaginazione al potere. Marcuse? Il Sessantotto? Quello proprio no perchè non l’hai mai avuto nelle corde. No, più modestamente lo slogan di una nota campagna pubblicitaria vista passare in tv. Attenzione però: la fantasia di chi detiene il potere e si illude di poterlo esercitare a prescindere non conosce freni inibitori, soprattutto in campagna elettorale: a quando anche la restituzione dell’ICI sulle aree fabbricabili rese non edificabili dalla Variante Generale al PRG? Caro Sindaco, abbiamo fatto 30; facciamo 31?
GIULIANOVA: IL PIANO INTEGRATO DI VIA CUPA, I MAL DI PANCIA DEL PD E LE LARGHE INTESE
3 giugno 2013
“Delocalizzazione deposito ARPA: accordo raggiunto – Raggiunto l’accordo per la delocalizzazione del deposito dell’Autolinee Regionali Pubbliche Abruzzesi in un incontro tenutosi in Comune tra il sindaco Francesco Mastromauro ed il vice-sindaco Fabriele Filipponi , il consigliere provinciale e membro del CdA dell’ARPA Flaviano Montebello e l’ing. Edoardo Iezzi dell’ARPA. Il deposito, oggi ubicato su via Turati in una struttura ormai inadeguata, verrà ricollocato in un apposito complesso destinato a realizzarsi, insieme con uno spazio per i bus del Comune, in via Cupa, in un’area di oltre 20.000 mq. dove, peraltro, troveranno idonea collocazione nuovi impianti sportivi per il giuoco del calcio unitamente a spazi verdi attrezzati”. Così il Portavoce del Sindaco di Giulianova, in un comunicato stampa di metà settembre 2009. Quali furono quattro anni fa gli obiettivi ed i termini dell’accordo ce lo dice, il 15 aprile 2011, l’Arch. Adriano Capanna (cognome “di peso” sia nel PD sia in Comune), nel suo Rapporto Preliminare sulla Verifica di Assoggettabilità a VAS del progetto. “La proposta di Programma Integrato di Via Cupa, che interessa un accordo già formalizzato (con delibera di Giunta Comunale n°346 del 14-08-2008 ) tra la società A.R.P.A. S.P.A.,il Comune di Giulianova e la ditta Cerulli Irelli Serafino, riguarda l‘urbanizzazione di terreni di proprietà di quest‘ultima all‘interno dei quali viene prevista un area (da cedere al Comune) su cui costruire un campo di calcio e servizi più un area da destinare ad autoparco comunale da cedere al Comune di Giulianova, a cui vanno aggiunti dei lotti artigianali ed un area di circa mq. 18.000 su cui esiste già un impegno all‘acquisto della società A.R.P.A. S.P.A. per delocalizzarvi la sede ubicata attualmente in via Turati (tratto urbano della S.S. n°16) ….. L‘area oggetto del Programma Integrato, compresa tra la Via Cupa ed il fosso Mustaccio, ha una superficie territoriale di 116.760,00 mq.. Il Programma Integrato d‘Intervento tramite l‘attuazione del Piano di Lottizzazione consiste nella realizzazione di edifici a destinazione prettamente terziaria (industriale, artigianale, commerciale, ecc.) oltre ad una vasta zona per la realizzazione di un impianto sportivo di calcio con un piccolo edificio per i servizi essenziali ed una vasta zona di verde e parcheggio pubblico di tipo permeabile, ed in particolare alla luce di detta proposta urbanistica e della sua perimetrazione dell‘ambito d‘intervento si propone che la parte dei terreni di proprietà Serafino Cerulli Irelli rimasti in zona D4 vengano variati nella loro destinazione d‘uso in D3 ed F2 per far parte integrante e funzionale del PdL ed a fronte dell‘impegno sottoscritto in convenzione per: – la cessione a titolo gratuito al Comune delle aree necessarie per la realizzazione dell‘intervento degli impianti sportivi e parcheggio pubblico di mq. 26.980 (omissis); – la cessione a titolo gratuito al Comune di tutte le aree necessarie alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie; – la cessione a titolo gratuito al Comune di un lotto della superficie di mq. 7.300,00 da destinare ad autoparco comunale (lotto n°2); – l‘assunzione a totale carico dei privati proponenti degli oneri e delle realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione primaria; – l‘assunzione a totale carico dei privati proponenti degli oneri per la realizzazione del campo sportivo e di una zona da destinare a parcheggio pubblico fino alla concorrenza di un importo dei lavori pari ad € 414.000,00 (euro quattrocentoquattordicimila/00); – la delocalizzazione in tempi brevi della attuale struttura dell‘ARPA costituita da parcheggio, ricovero e manutenzione dei propri mezzi che si trova ubicata in pieno centro del Lido alla via F. Turati, tramite la costruzione di una nuova struttura sul lotto individuato ed oggetto di preliminare di vendita già stipulato tra il sig. Serafino Cerulli Irelli ed ARPA s.p.a.”. Trascorrono altri due anni e la pratica approda in Consiglio Comunale a seguito dell’iniziativa de Il Cittadino Governente che, in subordine alla richiesta di archiviare l’intero progetto, propone alcune modifiche di non poco conto all’accordo raggiunto nel 2009 tra l’Amministrazione ed il Sig. Serafino Cerulli Irelli. Quel giorno, in Consiglio Comunale, accade qualcosa di unico ed irripetibile: 7 degli 8 emendamenti del Cittadino Governante passano a maggioranza. Sì, ma di che maggioranza parliamo? Se è vero che i voti si contano ed è altrettanto vero che in politica i voti si pesano, allora vuol dire che i voti espressi nel Consiglio Comunale della notte compresa tra il 13 ed il 14 maggio furono molto pesanti. L’unico a non averne tratto le conclusioni è stato il Sindaco che, due secondi dopo il voto, avrebbe dovuto ringraziare tutti e passare la mano. Qualcun altro che invece avrebbe dovuto indicargli la porta d’uscita -il PDL, ad esempio- lo ha perfino invitato a restare al timone (http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/05/23/news/il-pdl-evitiamo-il-commissario-il-sindaco-non-si-candidi-1.7120255)! E così anche le altre forze politiche. Non ne siamo affatto sorpresi giacché Giulianova le “larghe intese” si praticano da molto prima del Governo Letta. Ma torniamo a Mastromauro ed alle sue dichiarazioni su “Il Centro” del 15 maggio 2013: “Tramite la modifica dello schema di convenzione tra il Comune e Serafino Cerulli Irelli, poi, abbiamo introdotto alcune penetranti modifiche, come la realizzazione, interamente a cura e a spese del privato, di un campo di calcio regolamentare, in erba sintetica di ultima generazione, con tribuna per 500 persone, parcheggi e spogliatoi, da destinare agli allenamenti del Giulianova e del Colleranesco, oltre a spazi verdi attrezzati per un’estensione di 3 ettari”. http://www.iltempo.it/abruzzo/2013/05/15/si-sposta-il-deposito-dell-arpa-1.1138644
Il Sindaco parla di “penetranti” modifiche (se lo dice Lui!) ed ha ragione: l’accordo del 15 settembre 2009 era un’altra cosa, più sbilanciato verso il privato. Mastromauro canta vittoria. L’Udc di Marozzi bastona l’Amministrazione (“Via Cupa, un’occasione persa veterocomunista”). Il Cittadino Governante canta mezza vittoria: meglio sarebbe stato evitare un così importante consumo di suolo ma, visto che la maggioranza lo vuole a tutti i costi, meglio portare a casa qualche risultato. Il che -in attesa di conoscere le decisioni del Sig. Irelli- è stato fatto. A non essere nient’affatto soddisfatto della piega che hanno preso le cose è soprattutto l’establishment del PD, quello che da almeno due consiliature ha puntato tutte le fiches sulla roulette della Variante Generale al PRG (vincendo tre giocate su dieci) e sul mega progetto di delocalizzazione del deposito dell’ARPA, cercando e trovando sostenitori anche nel PDL giuliese (l’inconferibile ed incompatibile Montebello uber alles). Quello stesso establishment che dovrebbe assicurare i voti necessari per assicurare al Sindaco di Giulianova un posto al sole in Consiglio Regionale. Lo farà a questo punto? Nei corridoi del PD non mancano salaci commenti su un concitato summit che si sarebbe svolto qualche giorno fa, nel corso del quale sarebbero volate parole grosse e critiche feroci sulla leggerezza con cui sia il Sindaco sia il gruppo consiliare del PD avrebbe gestito il percorso che ha portato all’inserimento dell’o.d.g. di Arboretti nel Consiglio Comunale del 13-14 maggio. Ai tempi di Ruffini quell’o.d.g. sarebbe stato rinviato alle calendae greche. Sono in molti a ritenere che sia stato un suicidio politico che probabilmente Matromauro pagherà a caro prezzo in termini di voti. Piuttosto il punto inquietante su cui riflettere è un altro: per quale strana ragione l’establishment del PD ed i “Signori del Mattone” del bel tempo di Ruffini Sindaco dovrebbero essere così scontenti di un tentato accordo che è più favorevole all’Amministrazione e, quindi, ai Cittadini, e meno al privato?
GIOCO E SCOMMESSE A GIULIANOVA: VIA THAON DE REVEL, AD ESEMPIO
21 maggio 2013
Due passi per Giulianova, nella centralissima Via Thaon De Revel.Diversi negozi di abbigliamento chiusi. Spariti anche un parrucchiere ed un sushi market. Al loro posto, rispettivamente, una video lottery (VLT) e, dall’altro lato della strada, una sala giochi (sulla vetrina è scritto così). Qualche passo più in giù, direzione lungomare, un “compro oro”. SALA GIOCHI e VLT in Via Thaon De Revel? Ma il Regolamento Comunale approvato nel giugno 2010 non prevede per le sale giochi il rispetto della distanza minima di 500 metri lineari dai luoghi di culto e dalle scuole di ogni ordine e grado? La Chiesa della Natività è ad appena 110 metri lineari scarsi; la Chiesa di San Pietro Apostolo a meno di 500 metri; la Scuola Media Bindi e la Scuola Elementare Don Milani, idem. La “sala giochi” è di recente apertura; di sicuro risale a dopo fine giugno 2010. La VLT anche. Non dovrebbero essere considerate, dal punto di vista amministrativo, sale giochi? Si definisce “sala giochi” un locale specificamente allestito per lo svolgimento del gioco lecito e dotato di apparecchi di divertimento ed intrattenimento di cui all’art. 110 del TULPS. Chi ha rilasciato quelle autorizzazioni e perché? Inutile chiedere perché tanto Nessuno risponde. Come Ulisse invitiamo Nessuno a cliccare qui:http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/01/14/829875-Gioco-Azzardo-Sindaci-Documento.shtml, e a vedere di cosa sono capaci altrove. Copia e incolla. Enrico Gagliano DA IL CENTRO GIULIANOVA. Un dipendente pubblico, con trent’anni di stimata carriera alle spalle, rischia il licenziamento per aver sottratto all’ente per cui lavora del denaro con il quale giocare alle slot machine. Un ragazzo disoccupato apre una sala slot e diventa vittima lui stesso delle macchine da gioco. Sono solo due esempi dell’universo delle ludopatie, che vede ogni giorno di più crescere il numero delle persone affette da dipendenze legate al gioco d’azzardo. Un aiuto concreto a tali soggetti, tra i quali uomini e donne, giovani ed anziani, disoccupati e laureati professionisti, viene fornito dal Sert di Giulianova, che ha organizzato dei progetti per affrontare tali problematiche e «fare rete» con altre realtà del territorio. Quello situato a Giulianova, in via Turati (statale 16), è l’unico Sert abruzzese ad aver finora avviato progetti volti al contrasto delle ludopatie. Le caratteristiche del disagio. Sono circa 40, il doppio rispetto al 2012, i pazienti affetti da dipendenze legate al gioco compulsivo che, in questi primi mesi del 2013, hanno avviato un percorso di cura all’interno della struttura diretta da Cesare Di Carlo. Un numero compreso negli oltre 700 pazienti assistiti dal Sert, interessati da tossicodipendenze, problemi alcol-correlati e gioco compulsivo: una piaga che, negli ultimi due anni, ha conosciuto un incremento significativo. Non sono solo anziani e disoccupati gli utenti che si rivolgono al Sert per ricevere assistenza psicoterapica e sconfiggere la dipendenza da macchinette da gioco, di quelle che, a partire dagli ultimi anni, è possibile trovare in bar, tabaccherie e locali dedicati al gioco. Tra i pazienti figura, ad esempio, uno stimato dipendente pubblico che, da un giorno all’altro, si scopre intrappolato nella dipendenza da gioco compulsivo. L’uomo fa man bassa del denaro contenuto nelle casse del luogo nel quale lavora da trent’anni, crea un enorme buco pari a decine di migliaia di euro e, scoperto, rischia il licenziamento. Spesso, spiega il direttore del Sert Di Carlo, tali individui sono persone sole, senza relazioni sociali e, non di rado, con un’attitudine all’abuso di alcolici. Un’altra faccia della ludopatia è quella rappresentata da giovani i quali, nella disperata ricerca di un lavoro, individuano uno sbocco professionale nell’apertura di sale slot, ormai sempre più presenti nel tessuto urbano. Ma, una volta all’interno di tali strutture, ne diventano vittime, sperperando i magri risparmi proprio di fronte ad una macchina. Gli altri casi. «Spesso la ludopatia è l’ultimo approdo di soggetti affetti da polidipendenze, come droghe, alcol, internet e circondati da famiglie con problemi», afferma Di Carlo. «Ci sono anche persone di mezza età che, non avendo una grossa vita sociale e relazionale, si rifugiano nelle sale slot, afflitti dalla disperazione e vedendo nell’azzardo una sorta di miracolo. Più è povera la situazione economica di tali soggetti, più è ampio il rischio della ludopatia. Ma ci sono anche laureati che cercano la ricchezza nel gioco». I soggetti che si rivolgono al Sert vengono “traghettati” dalle famiglie oppure si presentano spontaneamente, spesso quando prendono atto che la propria situazione è divenuta insostenibile. Al termine della psicoterapia c’è chi si reca al Sert per ringraziare il personale della struttura per il supporto offerto, ma il team di Di Carlo effettua comunque delle verifiche a sei mesi o un anno dalla fine della terapia per controllare il risultato raggiunto. «Non facciamo miracoli», precisa Di Carlo, «ma abbiamo il dovere di dare risposte a chi ce le chiede, anche se con una sola psicologa facciamo difficoltà a seguire i tanti utenti del Sert. L’offerta è limitata mentre la domanda si è amplificata, e la Regione spesso non ha fondi sufficienti per garantire gli strumenti necessari», conclude il medico in merito alla necessità di una seconda psicologa nella struttura. Sandro Petrongolo
COMUNE DI GIULIANOVA: INCARICHIAMOCI ANCORA
20 maggio 2013
A Giulianova l’Organismo Indipendente di Valutazione è particolarmente sfortunato: dopo Enrico Robuffo, costretto fare precipitosamente marcia indietro causa incompatibilità, ora è la volta del Prof. Carlo Di Marco della cui situazione border line ci siamo occupati in tempi non sospetti: http://www.iduepunti.it/cronaca/16_dicembre_2012/ente-porto-giulianova-e-nucleo-di-valutazione-che-tristezza. Al tempo, il noto costituzionalista giuliese, a differenza di oggi, ricopriva un ruolo di primo piano nel nascente soggetto politico “Cambiare si può”, non compatibile con il ruolo di membro dell’OIV del Comune di Giulianova. Poco tempo dopo Di Marco avrebbe posto fine a quella sua breve esperienza politica. Oggi, invece, si pongono ulteriori e differenti questioni. Infatti, è tornato ad occuparsi del Prof. Di Marco l’ex segretario dell’IDV giuliese, il Prof. Eden Cibej, sottolineandone la doppia presenza nell’OIV e nell’Associazione DEMOS, organizzatrice del progetto “Deliberiamoci” che, secondo Cibej, sarebbe costato finora 13 mila euro al Comune di Giulianova. La replica del Prof. Di Marco non si è fatta attendere: i 13 mila euro sono “rimborsi spese” ed anche un componente dell’OIV ha il diritto di prestare volontariamente e gratuitamente i propri servigi all’Amministrazione. Nessun conflitto di interessi, dunque, al contrario di quanto paventato dal Prof. Cibej? Non proprio. Il Prof. Di Marco racconta una comoda verità e ne lascia per strada una seconda un po’ più scomoda ed imbarazzante. La mezza verità non detta. La gestione del progetto “Deliberiamoci” è uno degli obiettivi del PEG assegnato ad uno dei dirigenti comunali il cui operato è soggetto alla valutazione dell’OIV e, quindi, anche del Prof. Di Marco. Qualcosa del genere era già accaduta in occasione del corso di aggiornamento, destinato al personale comunale ed organizzato dall’Università degli Studi di Teramo, in cui il Prof. Di Marco ha svolto più di una docenza. Di Marco valuta Di Marco. Per gli amanti delle metafore calcistiche: l’arbitro di tanto in tanto fa anche da giocatore. La Federazione Calcio approva. Approva anche l’Associazione Arbitri. Tutti lo sanno ma nessuno parla, minoranza consiliare compresa. La seconda verità sfuggita anche al Prof. Cibej. Il ruolo di componente dell’OIV comporta necessariamente l’essere terzo rispetto a tutta una serie di altre vicende che riguardano l’Ente d’appartenenza. Fatta questa doverosa premessa, il ruolo di membro dell’organismo di valutazione della dirigenza comunale appare di indubbia incompatibilità con quello, non meno rilevante, di Presidente della Commissione di Garanzia prevista dall’art. 22 dello Statuto della Città di Giulianova. L’incarico viene espletato a titolo gratuito, salvo il rimborso delle spese vive. Ma non è questo il punto. La Commissione di Garanzia svolge compiti importanti e di estrema delicatezza. Ecco cosa dice al riguardo l’Assessore Archimede Forcellese: “I compiti della Commissione, che ha natura consultiva, rivestono particolare importanza. Infatti, nella fase di presentazione delle candidature per l’elezione dei Comitati di Quartiere, la Commissione verifica la validità delle candidature e trasmette al Sindaco l’elenco dei candidati all’elezione dei delegati per lo svolgimento degli adempimenti successivi. Entro i cinque giorni successivi alle votazioni, la Commissione verifica la correttezza dei verbali e degli atti, esamina gli eventuali ricorsi e trasmette il proprio parere al Sindaco. Nel caso in cui fosse presentata richiesta di Referendum consultivo, propositivo o abrogativo, la Commissione ne deciderà la regolarità e l’ammissibilità, verificherà i risultati elettorali, e prenderà decisioni in merito a eventuali reclami e contestazioni”. Non è un po’ troppo per chi contestualmente valuta anche i dirigenti ed i “mini” dirigenti comunali? Quali garanzie di indipendenza ed oggettività può offrire chi deve per Statuto rendere pareri in materia elettorale o decidere in materia referendaria a quello stesso soggetto -il Sindaco- al quale è legato da rapporto fiduciario per via dell’OIV? Se proprio qualcosa va rimproverato al Prof. Cibej, dunque, non è certo non l’aver approfondito lo studio della Costituzione quanto il non essere andato più a fondo nei suoi rilievi critici. Un uomo divorato dai veleni della politica lo avrebbe fatto senza pensarci due volte. Quanto alla replica del Prof. Di Marco, al lettore di certo non saranno sfuggiti né il tono pungente né un’ostentazione che non s’addice a chi invece sa di non sapere e, quindi, sa. Gli astri consigliano: avanti adagio con moderazione e senza esagerare. Soprattutto con lo stile e con gli incarichi.
SALE GIOCO A GIULIANOVA: MASTROMAURO NON AVVIA ALCUNA INDAGINE INTERNA
18 maggio 2013
Mentre su alcuni media va avanti spedita una speciosapolemica tra fornitori di macchinette e gestori di bar, in uno scarica-barile che neppure sfiora la sostanza del problema, il Sindaco di Giulianova … Sostenuto dal silenzio della minoranza, non ha ancora avviato, ad esempio, alcuna indagine interna volta ad appurare come sia stato possibile il rilascio di autorizzazioni per sale gioco, la competenza (vedi art. 86 del R.D. 18 giugno 1931) è senza ombra di dubbio del Comune, in violazione del regolamento comunale del 30 giugno 2010, “contenente prescrizioni riguardanti l’apertura, le modalità d’uso degli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici, da trattenimento e da gioco di abilità”, che vieta l’ubicazione di sale gioco a meno di 500 mt. di distanza in linea d’aria da alcuni luoghi “sensibili” come scuole, luoghi di culto, ospedali ed altri locali destinati stabilmente all’accoglienza di persone per finalità educative, socio-assistenziali e monumenti storici a forte attrazione turistica”. Si tratta di un fatto grave e in controtendenza rispetto a quanto altri Comuni vanno facendo per contrastare quello che è ormai diventato una “macchina” di macelleria familiare, sociale ed economica. Dopo quello di Genova, infatti, si segnala tra i Comuni più agguerriti nella lotta al gioco d’azzardo quello di Forlì dove la Giunta approvato una variante ad hoc del PRG alo scopo di introdurre una destinazione urbanistica specifica alle sale slot e videolottery, dopo Teramo e l’esempio dell’ordine del giorno a firma dell’assessore Giorgio D’Ignazio, che ha scatenato una serie di interventi anche scomposti. Una volta approvata in Consiglio Comunale, queste attività potranno insediarsi solo in aree per il commercio al dettaglio e all’ingrosso al di fuori dalla “città compatta”. L’assessore alle Attività Produttive del Comune di Forlì dimostra di avere le idee molto chiare al riguardo: “Crediamo di aver adottato un provvedimento efficace contro il fenomeno della ludopatia. Più che mai in questo caso bisogna agire sulla prevenzione, non dimentichiamo che in queste attività si infiltra la criminalità organizzata, come hanno dimostrato alcune indagini recenti anche nella nostra regione”. A Forlì è stato costituito anche un Osservatorio sulla legalità che si focalizzerà sul problema delle ludopatie. Esattamente come a Giulianova … Qui servirebbe un altro gemellaggio. Dopo Mantova ora anche Forlì?
“MACCHINETTE”, GIULIANOVA CITTA’ DEL SILENZIO
14 maggio 2013
In apertura diamo subito atto a “Il Centro” di essersi speso a più riprese su slotes ed altri giochetti infernali sulla pagina di Teramo. Se lo avesse fatto anche su quella dedicata a Giulianova sarebbe stato in tripudio. Incontentabili. Mentre “Le Iene” ed il TG di Mentana continuano ad accendere i riflettori sulle “macchinette”, mentre a Teramo, l’Ass. D’Ignazio con un intelligente ordine del giorno, viene intervistato da tutte le reti italiane sulla ludopatia, diventando in poche ore il fautore di una rivoluzione culturale, mentre altrove i Comuni sottoscrivo perfino un “manifesto” ed i Sindaci scendono in prima linea per contrastare il fenomeno divenuto flagello sociale (http://magazine.terre.it/notizie/rubrica/17/articolo/2813/sindaci-in-prima-linea), a Giulianova la politica, interpellata, non risponde. Slotes, case da gioco e videolottery? Non esistono, al pari di quell’ormai famoso regolamento comunale approvato nel 2010 che ne vieta il posizionamento a meno di 500 mt. in linea d’aria da luoghi “sensibili” come scuole, luoghi di culto, ecc.. Zitti tutti. Il silenzio i consiglieri comunali ed assessori del PD che in Comune, Genova ha invece fortemente voluto ed imposto la linea dura. Tace il PDL nel cui direttivo figura Flaviano Montebello che sulla ludopatia proporrà in Consiglio Provinciale ( copiato da D’Ignazio) l’approvazione di un ordine del giorno da inviare al Capo dello Stato. A quando qualcosa di più concreto del tipo “Interrogazione sul mancato rispetto del regolamento comunale n.° 54 del 30/6/2010 contenente prescrizioni riguardanti l’apertura, le modalità d’uso degli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici, da trattenimento e da gioco di abilità”? La stessa domanda andrebbe posta anche a Progresso Giuliese, iperattivo su altri fronti. Su questo proprio no. Ciò che resta dell’IDV, Cittadino Governante e M5S non pervenuti. Il “vincere facile” non rientra nelle loro priorità. Li invitiamo a ricredersi e a riflettere su un dato: ogni “macchinetta” genera 20/25.000 euro di fatturato ogni anno e quasi tutte, a Giulianova, sono “fuori legge” in quanto non è stata fatta rispettare la distanza regolamentare dei 500 mt. da scuole e luoghi di culto. Una parola è troppa e due sono poche. E i Cattolici“moderati”? Gelosi custodi della morale cattolica e del valore del rispetto della vita, anche loro tacciono. Li invitiamo dunque alla lettura del Vangelo di Matteo (27, 11 E 27, 18-26). “Gesù intanto comparve davanti al Governatore. […] Pilato sapeva bene che glielo avevano conservato per invidia. […] Pilato visto che non otteneva nulla, anzi il tumulto cresceva sempre più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: “Non sono responsabile, disse, di questo sangue”. […] Allora rilasciò Barabba, e dopo avere fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocefisso”. La condanna di coloro che dipendono dal gioco, e di intere famiglie, nasce anche dalla loro indifferenza. In chiusura, Sindaco ed assessori. Al primo: imporre, da un lato, l’affissione del crocifisso negli uffici pubblici e nelle scuole, e disconoscere, dall’atro, il senso profondo della pietas cristiana son cose che stridono tra loro. All’amministratore ricordiamo il suo essere anche massima autorità socio-sanitaria locale e che la ludopatia è stata inserita nei LEA. Infine, che i regolamenti comunali devono essere fatti rispettare e che il Comune ha tutti gli strumenti per far sì che ciò avvenga. Ai secondi: poco da dire. Meno cicaleggio e maggior senso di pudore e responsabilità soprattutto quando ci si trova a rappresentare l’Istituzione nei luoghi di culto e nelle scuole, pur sapendo che a meno di 500 mt. slotes e macchinette varie continuano a mietere vittime.
“MACCHINETTE”: LETTERA APERTA AI CONSIGLIERI COMUNALI, AGLI ASSESSORI ED AL SINDACO DI GIULIANOVA
8 maggio 2013
Questa lettera aperta è indirizzata a:Francesco Mastromauro, Gabriele Filipponi, Loreto Vanni, Archimede Forcellese, Nausicaa Cameli, Alfonso Vella, Nello Di Giacinto, Emidio Andrenacci, Andrea Cicioni, Alessandro Giorgini, Vinicio Ridolfi, Fabrice Ruffini, Patrizia Pomante, Laura Ciafardoni, Massimo Maddaloni, Gianfranco Francioni, Jurghens Cartone, Luigi Ragni, Luciano Crescentini, Andrea Rota, Flaviano Poliandri, Gianluca Antelli, Giancarlo Cameli, Roberto Ciccocelli, Domenico Di Carlo e Franco Cristofaro Arboretti. Gentilissime/i Tutte/i, secondo il Ministero della Salute, i malati di gioco d’azzardo in Italia sono 700.000 e di questi 300.000 sono patologici. Nel 2011 sono stati in trattamento per gioco d’azzardo patologico 4.687 persone. L’art.5 del DDL 13/9/2012 n.° 158 ha inserito la prevenzione, la cura e la riabilitazione dalla ludopatia nell’ambito dell’attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria alle “persone affette da dipendenze patologiche o comportamenti di abuso di sostanze”, fino ad allora previste solo per la dipendenza da droga e alcool. Non si può far finta di niente: la dipendenza da gioco è un male sociale di cui anche i media nazionali si stanno occupando insistentemente, soprattutto dopo il ferimento di due Carabinieri, di guardia a Palazzo Chigi, da parte di un folle che il gioco aveva fatto precipitare nella depressione. Il fenomeno è complesso e, pertanto, richiede che tutte le Istituzioni si mobilitino per prevenirne le cause e limitarne gli effetti. Dunque, anche i Comuni. Teramo sta per votare un ordine del giorno, a firma dell’Ass. al Sociale, Giorgio D’Ignazio, che chiede di togliere le macchinette mangia soldi dai Bar e di approvare un apposito regolamento. Questo ordine del giorno verrà inviato al Presidente della Repubblica. Una questione di sensibilità istituzionale e di allarme sociale. Ebbene, pensate, con deliberazione di Consiglio Comunale n.° 54 del 30/6/2010 il Comune di Giulianova si è dato un regolamento “contenente prescrizioni riguardanti l’apertura, le modalità d’uso degli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici, da trattenimento e da gioco di abilità”, divenuto esecutivo il 18/7/2010. Con tutti i suoi limiti, quell’atto amministrativo, tutt’oggi vigente, fissa in 500 mt. lineari la distanza minima consentita tra i dispositivi di gioco/intrattenimento e luoghi “sensibili” come scuole, chiese, ospedali ed altri locali destinati stabilmente all’accoglienza di persone per finalità educative, socio-assistenziali e monumenti storici a forte attrazione turistica. Visto il numero elevato di scuole e chiese presenti a Giulianova, quanto basta per localizzare dette attività ai margini del tessuto urbano. A dispetto di tale puntuale previsione normativa, vincolante ai fini del rilascio dell’autorizzazione assentita all’apertura di sedi di attività di sala giochi, dopo il 18/7/2010 a Giulianova sono sorti invece numerosi luoghi di gioco che non rispettano il requisito della distanza dei 500 mt., soprattutto da scuole e luoghi di culto, e che sovente si trovano a poche decine di metri da sportelli bancomat e “compro oro”. Una vera e propria istigazione al gioco compulsivo, che fa leva su una evidente violazione del principio di legalità oltre che di buon andamento dell’azione amministrativa. In altre località d’Italia (es.: Cremona, S.Omero, ecc.), alcuni gestori di esercizi pubblici, stanchi di vedere persone rovinarsi con il gioco, hanno deciso in autonomia di staccare la spina alle slot machine, rinunciando così ad un giro d’affari stimato in 20/25.000 euro per macchina da gioco. Altrove, invece, come a Genova, è stato il Comune a farsi direttamente promotore ed attuatore di misure di contenimento della malattia da gioco. E a Giulianova? Basterebbe che anche uno solo tra Voi chiedesse il rispetto di una norma –il Regolamento n.° 54 del 2010- che lo stesso Comune si è dato. Se non sono per prime le Istituzioni a rispettare le leggi, come si può pretendere che le rispettino poi i Cittadini? Come possono essere definiti quegli Amministratori Locali che non prendono a cuore le sorti dei Cittadini pur sapendo che i più deboli tra questi, in un momento così difficile per il nostro Paese e per le famiglie, sono o potrebbero essere facilmente preda dell’illusione del “vincere facile”? Non ripugnerebbe alla Vostra coscienza di essere umani, ancor prima che di amministratori della cosa pubblica, sapere che un Vostro eventuale silenzio esporrebbe Giulianova ed i suoi abitanti alla crescita incontrollata di un fenomeno economico che, secondo la DIA, in altri contesti ha fatto da paravento ad attività illegali? Non è solo una questione di buona o cattiva politica. E’ soprattutto una questione di coscienza.
Per questo Vi chiediamo di avere coraggio e di dimostrare che, malgrado tutto, la pietà non è ancora morta.
COMUNE DI GIULIANOVA: CHI RISPONDE SULLE “MACCHINETTE” SPUNTATE COME FUNGHI?
6 maggio 2013
I numeri parlano da soli: secondo il Ministero della Salute, i malati di gioco d’azzardo in Italia sono 700.000 e di questi 300.000 sono patologici. Nel 2011 sono stati in trattamento per gioco d’azzardo patologico 4.687 soggetti, per un costo sul S.S.N. pari a quasi 1 milione di euro; il che significa che per tutti i ludopatici patologici il costo per il trattamento oscillerebbe tra i 60 e i 140 milioni di euro, farmaci esclusi. E lo Stato cosa fa? Da un lato consente che intere campagne pubblicitarie spargano false speranze a piene mani sulle principali reti televisive e sul web; dall’altro inserisce la ludopatia tra i livelli essenziali di assistenza (Lea). Infatti, l’art.5 del DDL 13/9/2012 n.° 158 inserisce la prevenzione, la cura e la riabilitazione dalla ludopatia nell’ambito dell’attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria alle “persone affette da dipendenze patologiche o comportamenti di abuso di sostanze”, fin qui previste solo per la dipendenza da droga e alcool; dall’altro ancora, infine, incassa da Lotto e affini 12,345 milioni di euro nel 2011, e prevede di incrementare le entrate, al netto da vincite e spese, a 14,504 milioni entro il 2013. Teramo che s’interroga, ha di recente organizzato con l’egida dell’Amministrazione comunale, l’ufficio al sociale dell’Ass. Giorgio D’Ignazio, un convegno sulla dipendenza da gioco. Per il bilancio dello Stato “biscazziere” la perdita netta è, nella migliore delle ipotesi, pari a 45 milioni di euro l’anno a fronte di un giro d’affari che tocca la ragguardevole cifra di 76,1 miliardi di euro, che corrisponde ad oltre il 4% del PIL e all’equivalente di circa quattro manovre del Governo Monti (http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5743). Ma c’è anche chi -ed è un alto graduato delle Fiamme Gialle, il colonnello Umberto Rapetto- si è spinto ben oltre elevando una multa da 98 MILIARDI di euro che diverse concessionarie di slot machine dovrebbero pagare allo Stato e che nel processo della Corte dei Conti sono diventati 2 e mezzo. Per non parlare poi del reportage confezionato da Le Iene (http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/386164/toffa-la-piaga-delle-slot-machines.html) e del servizio, “Roma come Las Vegas”, andato in onda nell’ultima puntata di “Servizio Pubblico” (http://www.serviziopubblico.it/puntate/2013/05/02/news/roma_come_las_vegas.html?cat_id=10). Attraverso il web il “gioco” entra fisicamente nelle case, sotto forma di “Giochi d’azzardo on line”, “Casinò on line” e “Scommesse on line”. Un’ecatombe a cui contribuisce anche lo Stato riducendo il prelievo fiscale allo 0,53% sul poker on line e allo 0,61% sul casinò on line, per un incasso totale di 375.000 euro. Perché, dunque, perseverare in questo omicidio/suicidio esistenziale ed economico? Il “gioco” legalizzato, al pari del tabacco, è la cartina di tornasole della doppia morale dello Stato che con una mano fa da volano alla diffusione di questo strumento infernale e con l’altra si prodiga, attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, nel curare chi si ammala di gioco. Il dilagare del “gioco” annienta la consapevolezza, dilata la precarietà esistenziale, crea dipendenza, distrugge le relazioni sociali, sfilaccia il tessuto sociale fino a corroderlo fin nelle fondamenta. In modo strisciante ma non per questo meno pericoloso. Poi, il 28 aprile scorso, accade quel che prima o poi quel che ti aspetti che accada:uno squilibrato, armato di pistola, ferisce due Carabinieri di guardia a Palazzo Chigi ed una donna in stato di gravidanza. Il gesto di un folle, ingiustificabile sotto ogni profilo. Così Carlo Rienzi, Presidente del Codacons: “Sempre più spesso in Italia dietro gesti di follia vi sarebbero problemi di dipendenza da gioco. Questo perché le ludopatie rappresentano una vera e propria emergenza nel nostro paese. L’abnorme crescita di sale da gioco in tutto il paese così come il proliferare di slot machine e videopoker oramai collocati ovunque, non fanno che alimentare il fenomeno delle dipendenze, portando un numero crescente di giocatori a perdere il controllo, indebitarsi e compiere gesti di estrema follia come quello di ieri davanti Palazzo Chigi. Per tale motivo chiediamo oggi (NDR: 29 aprile) un incontro urgente ai ministri dell’economia e della salute del nuovo Governo Letta e ai Monopoli di Stato, allo scopo di studiare misure urgenti per contrastare le dipendenze e salvare centinaia di migliaia di giocatori dalla rovina psicologica ed economica, e per evitare il ripetersi di atti criminali come la sparatoria di ieri”. Dice bene Rienzi: le responsabilità attengono ai diversi livelli istituzionali, a partire dal Governo e dai Monopoli di Stato fino ai singoli Comuni, passando attraverso le Regioni e le strutture del SSN. La matassa è ingarbugliata ma ciò non esime ciascuno degli attori in campo dal fare la parte che spetta. Anche i Comuni, dunque, che hanno tra le loro competenze le politiche sociali e la tutela della salute pubblica e, quindi, una potestà regolamentare in materia. A Genova, ad esempio, il consiglio comunale ha approvato un nuovo regolamento, più restrittivo, sulle sale da gioco, finalizzato a contrastarne la proliferazione e a combattere la ludopatia. Nella bozza originaria erano già stata fissata una distanza minima di 100 mt. tra i luoghi di gioco e luoghi “sensibili” come sportelli postali e bancomat.
Il regolamento definitivo sulle sale da gioco approvato a Genova è andato ben oltre: i 100 metri devono essere mantenuti anche rispetto ad agenzie di prestiti e negozi “compro oro”, dove è facile reperire denaro da spendere immediatamente. Linea durissima, dunque, intesa non come panacea di tutti i mali ma come singolo tassello di una strategia più complessiva. Nel frattempo a Giulianova, dove la diffusione delle slot machines è sotto gli occhi di tutti … … a Giulianova il Comune chiude un occhio; anzi, due. In verità nel 2010 il Consiglio Comunale ha approvato un regolamento “contenente prescrizioni riguardanti l’apertura, le modalità d’uso degli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici, da trattenimento e da gioco di abilità” ma è sufficiente leggerne l’abbrivio per comprenderne i limiti (atto n. 54 del 30/6/2010). “L’Amministrazione comunale intende sviluppare e favorire una giusta consapevolezza del ruolo sociale del gioco, in grado di favorire la voglia di stare insieme e di divertirsi con serenità, moderazione e senso di responsabilità, fissando regole da rispettare che ne valorizzino la funzione di aggregazione sociale e quella di comunicazione tra individui”. Pur con tutti i suoi limiti, quel regolamento qualche “paletto” lo mette. In particolare, all’art. 7 stabilisce la distanza minima di sicurezza, pari a 500 mt. In linea d’aria, che deve separare le slots da alcuni luoghi “sensibili” come scuole, luoghi di culto, ospedali ed altri locali destinati stabilmente all’accoglienza di persone per finalità educative, socio-assistenziali e monumenti storici a forte attrazione turistica. Purtroppo nell’elenco dei luoghi “sensibili” il regolamento non contempla “compro oro”, banche, bancomat ed uffici postali. E’ auspicabile una modifica regolamentare in tal senso. Divenuto esecutivo il 18/7/2010 (dieci giorni dalla pubblicazione della delibera C.C. n.54/2010), il regolamento comunale prevede inoltre quanto segue: – art. 6 comma 1: “L’apertura ed il trasferimento di sede dell’attività di Sala giochi è soggetta ad autorizzazione assentita dal Dirigente dello Sportello alle Attività Produttive, entro 60 giorni dalla data di presentazione della domanda, fatta salva eventuale richiesta di integrazione da parte dell’ufficio competente”; – art. 6 comma 3: “Il Dirigente rilascia l’autorizzazione per l’apertura di una sala giuoco nel rispetto del presente Regolamento, dei Regolamenti comunali di Polizia Municipale, della sorvegliabilità dei locali, della regolarità delle certificazioni presentate previa acquisizione del parere favorevole da parte degli organi tecnici preposti all’analisi e alla verifica della documentazione esibita nel corso dell’istruttoria”. Ebbene, come si spiega il fatto che molti tra gli apparecchi ed i congegni da trattenimento e da gioco di abilità entrati in funzione dopo l’entrata in vigore del regolamento comunale siano installati in esercizi che distano a meno di 500 mt., in linea d’aria, da scuole e luoghi di culto? Qualche esempio? Basta fare un giro sia in spiaggia sia a Giulianova Paese e prendere come punti di riferimento le chiese (es.: Chiesa della Natività in Via Galilei, Chiesa di San Pietro Apostolo in Viale Orsini, San Flaviano in Paese) e le scuole (es.: Don Milani e Bindi in Via Nievo e De Amicis in Piazza della Libertà) e porsi le seguenti domande: 1) Quali e quanti sono gli esercizi in cui sono installate le famose “macchinette”, che si trovano a meno di 500 mt. in linea d’aria da quei luoghi? 2) Per quanti di quegli esercizi è stata rilasciata la licenza dopo il 18/7/2010? Trovate le risposte, “pescate” le autorizzazioni che il Comune non avrebbe dovuto rilasciare. Com’è potuto accadere tutto questo? E la minoranza in Consiglio Comunale, tra i cui banchi siedono anche avvocati e dottori in medicina, quali azioni ed iniziative intende promuovere al riguardo? Noi ci fermiamo qui per evidenti ragioni di spazio, lasciando alle autorità preposte il compito di effettuare le dovute verifiche e al Sindaco il diritto/dovere di dare spiegazioni in relazione ad un fatto così grave ed incomprensibile.
UFFICI GIUDIZIARI A GIULIANOVA: CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA
29 aprile 2013
Lo abbiamo scritto e riscritto, e puntualmente si è verificato: sia il Tribunale sia il Giudice di Pace lasciano Giulianova. Le responsabilità sono ampie e diffuse: di chi, innanzitutto, nulla ha fatto per rendere la macchina di quegli uffici più efficiente (= fare di più con meno). Un esempio da imitare? Bolzano, come ci racconta il Corriere della Sera: http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_06/fasano_9353e6a2-4b33-11dd-9596-00144f02aabc.shtml La sede del Tribunale di Giulianova aveva “numeri da brividi” e, quindi, ha fatto la fine che ha fatto. Ma ci sono anche altre responsabilità, “made in Giulianova”, che riguardano il Sindaco Mastromauro che ha sprecato l’unica vera occasione che aveva di conservare uno straccio di ufficio giudiziario: lavorare per la permanenza in città del Giudice di Pace (v. art. 3, comma 2, del d. lgs. n. 156 del 7 settembre 2012): http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_9_8.wp. Piuttosto che tentare di convincere i Comuni confinanti (es.: Mosciano Sant’Angelo, Tortoreto, Alba Adriatica, ecc.) a sostenere la comune causa e a fare istanza al Ministro per mantenere la sede del Giudice di Pace di Giulianova (il che andava fatto entro il 28 aprile scorso), Mastromauro ha preferito spendersi in una serie di riunioni inconcludenti e in una miriade di fumosi comunicati stampa, ottenendo il più classico dei risultati: zero. Magari avrà anche lavorato in questa direzione con la massima discrezione senza riuscire nell’impresa e avrà dimenticato di informarci. Il risultato comunque non cambia: è sempre pari a zero. Dopo quella degli scuolabus e di tutta la dinastia di Dumbo, anche per quanto riguarda la storia (in)finita del Tribunale la nostra narrazione finisce qui. Riteniamo di aver scritto tutto ciò che era possibile scrivere. I lettori del nostro blog sapranno ora trarne le dovute conclusioni.
SCUOLABUS GIULIANOVA: ULTIMA FERMATA
24 aprile 2013
Dumbo, Dumbino, Dumbina e Dumbao. La squadra dei fenomeni, dei pullmini superstar. Ma di squadra dei “fenomeni” ce n’è un’altra: quella che non risponde alle interrogazioni e, quando lo fa, dice che alla base della richiesta di risoluzione del contratto scuolabus, avanzata solo di recente, vi sono gravi inadempienze che si trascinano da due anni. Fenomeni di velocità, soprattutto quando sono in gioco la sicurezza dei bambini e il danaro dei contribuenti. Fenomeno di mutismo il Sindaco che, interrogato, non risponde. Fenomeno di eleganza stilistica l’Assessore Cameli nel leggere “frastagliate modalità”, “apodittiche” ed “asseritamente vantate”, le suggeriamo pedissequamente o basta un poco di zucchero e la pillola va giù la pillola va giù la pillola va giù Basta un poco di zucchero e la pillola va giù tutto brillerà di più!
Altri testi su:http://www.angolotesti.it/G/testi_canzoni_gigliola_cinquetti_13974/testo_canzone_un_poco_di_zucchero_457743.html Tutto su Gigliola Cinquetti: http://www.musictory.it/musica/Gigliola+Cinquetti
Ne valeva la pena? Conosciamo già la risposta: chissene, così fan tutti. Il video del Consiglio Comunale del 19 aprile scorso è disponibile qui, triste e avvilente: http://www.livestream.com/webappliances/video?clipId=pla_868f2955- af0c-49a7- be60-dc115c6ceeee&utm_source=lslibrary&utm_medium=ui-thumb Da 2:43:05 ha inizio l’interrogazione della Consigliere Laura Ciafardoni. Da 2:51:39 l’Assessore Cameli ci racconta una storia di lettere e diffide alla Gaspari, rimasta misteriosamente nascosta finché la storia del simpatico Dumbo ha reso la situazione insostenibile. La lite tra Comune e Ditta esterna finirà molto probabilmente a T.V. (=tarallucci e vino) grazie ad un capitolato scritto così … Sulle cifre vere del costo del servizio, prima e dopo l’appalto, tocca ai Consiglieri Comunali andare a fondo. Il dato dei 695.000 euro deve essere accertato in modo analitico, voce per voce, tenendo conto anche del costo del servizio navetta “gratuito” (conoscete qualcuno che vi abbia mai regalato qualcosa?). Come promemoria i Consiglieri Comunali sono autorizzati a far buon uso del nostro primo articolo sul servizio scuolabus, molto tempo prima di incontrare Dumbo e Dumbao. Non c’è copyright: http://www.iduepunti.it/cronaca/11_febbraio_2013/giulianova-chi-risponde-sul- trasporto-scolastico-e-sul-servizio-navetta La Redazione de I Due Punti mette la parola “fine” a questa storia. C’è anche altro che attende. Ritenendo di aver detto e dato tutto, almeno per il momento, passa la mano a chi sentirà di doverci vedere più chiaro di quanto possa chi non vive il Palazzo e non è magistrato contabile. Il finale si tinge di amaro perché -come traspare da questa piccola storia diprovincia- del bene comune e dei nostri figli non frega proprio a nessuno.
SCUOLABUS GIULIANOVA: Arriva in classe il cugino di Dumbo
17 aprile 2013
Il Comune di Giulianova,sostenuto dalla Gaspari Bus, si è lanciato in una spericolata campagna acquisti. Dopo l’acquisto di Dumbino e del suo gemellino, nuovi di zecca per circa 182.000 euro, è arrivato a Giulianova un attaccante di peso. Il Cugino di Dumbo, Dumbao. Gli è stata affidata la gloriosa maglia numero 11 che è di buon auspicio per una squadra che finora ha rimediato solo sconfitte e bordate di fischi. Si tratta di un vero “cavallo di razza”, lui che di cavalli ne ha 33 e che può trasportare 35 bambini. E’ un veicolo EcoDiesel, ha una cilindrata di 4249 cc e la sua targa è EK156JM. Dopo aver lavorato tutto il giorno, se ne va a riposare solo soletto al Paese, alla fermata dei pullman nei pressi del Liceo Scientifico. E’ giallo che più giallo non si può. E’ anche un pò goffo e bruttino ma non importa. L’importante è che segni. Anche lui però è “d’annata”, come il più celebre DUMBO che di anni ne aveva 23. In effetti, con il nuovo acquisto, il Comune punta a riempire il vuoto che è venuto a crearsi nei cuori dei tifosi dopo la prematura sdcomaprsa di DUMBO. Data immatricolazione della “new entry”: 22/01/1998. Così fanno le squadre “scaciutte”: comprano cavalli di razza un pò avanti con l’età ma con grande esperienza. E di esperienza il “nuovo” scuolabus ne ha parecchia visto che, a dispetto della targa “nuova”, ha 15 anni tondi tondi. Il prezzo è a buon mercato. Gallina vecchia fa buon brodo, si dice. E’ nel caso degli scuolabus come si dice? Quello che di certo il nuovo acquisto non fa, sommato a Dumbino ed al suo gemello, è quella cifra record di 400.000 euro di cui resta traccia soltanto “nell’outing” di qualche assessore un pò distratto e credulone.
Quando il commissariamento Tercas incrocia la Julia Servizi
15 aprile 2013
Secondo quanto pubblicato da La Città (http://www.lacittaquotidiano.it/tercas-in-arrivo-le-sanzioni-di-bankitalia) e non solo (leggi anchehttp://www.primapaginaweb.it/component/content/article/46-messaggi-ticker/2077-news-notizie-prima-pagina-banca-sanzioni-commissariamento.html ), entro oggi dovrebbero essere notificate le sanzioni che la Banca d’Italia ha destinato al management TERCAS ante commissariamento. Tra i destinatari di provvedimenti sanzionatori della Banca d’Italia figura anche Simona Conte, all’epoca dei noti fatti componente del Collegio Sindacale di TERCAS. La sanzione amministrativa è, nel suo caso, pari a 75.000 euro. Probabile che la diretta interessata faccia ricorso al TAR. Come noto, la stessa Simona Conte è anche Amministratore della Julia Servizi Più. La domanda sorge spontanea: come può un ex componente del Collegio Sindacale di un istituto bancario, che secondo la Banca d’Italia non avrebbe ben vigilato di fronte a fatti così gravi da portare al commissariamento della TERCAS, offrire ogni tipo di garanzia rispetto alla diretta amministrazione della Juia Servizi Più? La risposta al Sindaco di Giulianova.
GIULIANOVA: PERCHE’ DUMBO NON C’E’ PIU’?
12 aprile 2013
In questi giorni un grave lutto ha colpito la Scuola Don Milani. Il Caro vecchio DUMBO non è più tra noi. Dopo mesi di onorato servizio, DUMBO oggi riposa in pace altrove. Il suo numero di maglia, il 12, è stato assegnato all’ex compagno di squadra Fiat 100 E 22 (targa CP 969 HF) che prima del cambio di ruolo vestiva la maglia numero 10, pur giocando sempre alla Don Milani. DUMBO è stato fatto sparire dalla circolazione. Come mai tanta crudeltà? Troppi i 23 anni dalla prima immatricolazione, i 7 passaggi di proprietà e troppo basso il prezzo pagato dalla Gaspari Bus per acquistarlo? Primo Punto. Nel piazzale della Don Milani sono state segnalate le presenze di DUMBINO -di cui ci siamo già occupati in altro articolo del 10 marzo scorso (http://www.iduepunti.it/cronaca/10_marzo_2013/scuolabus-giulianova-dumbo-ha-un-fratellino)- e del suo gemello targato EK 708 NK. I “gemelli” sono nuovi e, come previsto dal capitolato di gara, sono andati ad integrare i 10 mezzi messi a disposizione dal Comune. Totale spesa a carico della Gaspari Bus poco superiore ai 180.000 euro, lontanissima -meno della metà- della cifra indicata a suo tempo dall’Assessore Cameli che l’8 marzo 2012 dichiarava: “Il costo dell’appalto ha consentito di risparmiare rispetto alla precedente gestione che, per le modalità di svolgimento, non consentiva più di garantire la sicurezza sugli scuolabus. Infatti, a carico della ditta aggiudicataria, si è imposto l’onere di acquistare 2 nuovi mezzi di trasporto a cadenza annuale. E in proposito voglio sottolineare il fatto che sino ad oggi la ditta ha investito 400.000 euro per l’acquisto di nuovi mezzi”. Secondo Punto. L’art.16 del capitolato d’appalto (Verifiche e controlli) prevede “la facoltà del Comune di eseguire controlli e ispezioni tecniche sia ai mezzi adibiti al servizio che al servizio stesso, restando inteso che le verifiche possono aver luogo senza preavviso e comunque almeno ogni tre mesi”. Visto che i controlli e le ispezioni tecniche “possono” aver luogo ogni tre mesi, come può essere accaduto che la presenza del “povero” DUMBO non sia mai stata rilevata se non dopo quanto pubblicato dal nostro blog? Il “possono” inserito nel capitolato ha forse autorizzato gli uffici comunali a non effettuare alcun controllo? Terzo Punto. L’art. 5 del capitolato d’appalto prevede che “All’inizio di ogni anno scolastico verrà steso apposito verbale sullo stato generale dei mezzi destinati al servizio, sottoscritto dal responsabile incaricato dall’Amministrazione e dal legale rappresentante dell’appaltatore. L’Appaltatore si impegna a definire, con cadenza biennale ed a far data dall’anno scolastico 2011/2012 un piano di rinnovo del parco macchine a proprie cura e spese, tale da porre a disposizione propri mezzi per sostituire eventuali scuolabus che risulteranno da dismettere”. La convenienza dell’affidamento del servizio a ditta esterna aveva il suo punto di minor debolezza nelle minori spese che il Comune avrebbe potuto ottenere “scaricando” sul privato il costo di acquisto dei 2 nuovi mezzi (DUMBO ed il suo gemello) e di ulteriori mezzi che la ditta affidataria avrebbe dovuto mettere a disposizione “per sostituire eventuali scuolabus che risulteranno da dismettere”. Non solo. Per rafforzare il concetto, l’8 marzo 2012 l’Assessore Cameli si spingeva ben oltre dichiarando che “Il costo dell’appalto ha consentito di risparmiare rispetto alla precedente gestione che, per le modalità di svolgimento, non consentiva più di garantire la sicurezza sugli scuolabus. Infatti, a carico della ditta aggiudicataria, si è imposto l’onere di acquistare 2 nuovi mezzi di trasporto a cadenza annuale”. Ebbene, atteso che alcuni tra i 10 pullmini messi a disposizione del Comune sono piuttosto obsoleti, cosa prevede il piano biennale di rinnovo dei mezzi, documento che l’Appaltatore avrebbe dovuto consegnare a partire dall’anno scolastico 2011/2012? Quarto Punto. Nello schema di bilancio consuntivo 2012 le spese relative al servizio di trasporto scolastico toccano quota 623.000 euro. L’appalto di scuolabus è stato aggiudicato alla Gaspari al prezzo di 482.000 euro l’anno, oltre indicizzazione. Oltre 200.000 euro di differenza: come sono stati spesi e a chi sono finiti? Lungi da noi che alla ditta privata sia stata corrisposta una somma superiore ai 482.000 euro perché se così fosse sarebbe cosa assai grave. Quinto Punto. L’appalto del servizio era già in principio meno conveniente dell’originaria gestione diretta e, quindi, illegittimo. La vicenda di DUMBO ha rafforzato ulteriormente il concetto. L’Amministrazione non ha mai esibito il piano analitico dei conti della gestione diretta del servizio ante appalto così come si è guardata bene dal rispondere ai diversi quesiti posti in un nostro articolo dell’11 febbraio 2013: http://www.iduepunti.it/cronaca/11_febbraio_2013/giulianova-chi-risponde-sul-trasporto-scolastico-e-sul-servizio-navetta. Sui conti del 2012 ci torneremo a tempo debito. Promesso. Quanto a DUMBO, chiunque l’avesse visto, o addirittura proprio chi l’avesse preso con se, ce lo facesse sapere, abbiamo bisogno di sapere che sta bene.
DOPO COMUNE E JULIA SERVIZI ANCHE LA PATRIMONIO: INVESTONO FINESTRA ALTRI 2,2 MILIONI DI EURO?
9 aprile 2013
Accade che nel settembre 2012 la Regione metta a disposizione della Giulianova Patrimonio la ragguardevole somma di 2.227.968 euro per finanziare una serie di interventi edilizi a destinazione prevalentemente residenziale nell’ambito dei programmi di edilizia residenziale pubblica “PUC”.
Così il Sindaco Francesco Mastromauro:”Gli interventi di social housing, cioè di edilizia sociale sono sempre stati tra le mie priorità insieme con la riqualificazione e la valorizzazione del Centro storico. Per cui non appena venne indetto il bando regionale per l’edilizia a canoni sostenibili, mi attivai immediatamente insieme con il presidente della Giulianova Patrimonio, Filippo Di Giambattista, per partecipare con un progetto particolarmente impegnativo e ad ampio respiro. Un progetto a cui si è lavorato sodo, con attenta programmazione e in silenzio, e finalmente ora si potrà dare risposte alle famiglie meno abbienti in cerca di casa ma anche alle giovani coppie. Senza dimenticare, appunto, la riqualificazione della parte antica della città, come previsto nel programma Giulianova 2020. E ciò superando, una volta per tutte, i ritardi sinora accumulati e le dichiarazioni d’intenti rimaste senza seguito. Insomma, niente effetti annuncio ma fatti, mantenendo gli impegni assunti ed innovando”.
Così, invece, il presidente della Giulianova Patrimonio, Filippo Di Giambattista: “Il progetto riguarda 36 alloggi complessivi: 18 da costruire ex novo su un’area di proprietà della Giulianova Patrimonio, in via Bellini, e gli altri, ubicati nei palazzi Massei e Roscioli, nella parte superiore del Centro storico e pure di proprietà della Giulianova Patrimonio, da recuperare tramite interventi di ristrutturazione. Il progetto prevede anche la realizzazione, tramite intervento di recupero edilizio, di altri 5 alloggi per gli anziani, di 2 piccole unità egualmente ubicate nel Centro storico da destinare ad attività di laboratorio artigianale e piccole botteghe nonché, e questo è un aspetto particolarmente importante, interventi sulla parte ancora non ristrutturata del Kursaal. Quindi molto si potrà realizzare. Va però detto che la somma messa a disposizione dalla Regione rappresenta solo il 50% di quanto necessario a completare tutte le opere: il resto dovrà essere messo a disposizione dalla Giulianova Patrimonio. Ma stiamo già studiando, insieme con l’Amministrazione comunale, le soluzioni per reperire i fondi necessari”.
Dopo cotanto “studio”, l’8 ottobre 2012 l’Assemblea dei soci della Giulianova Patrimonio delibera l’impegno finanziario di competenza della società, ammontante a circa 2 milioni e mezzo di euro.
Così il Sindaco Francesco Mastromauro: “Ringrazio il Presidente Filippo Di Giambattista e i soci della Giulianova Patrimonio che hanno accolto la richiesta da me presentata e che precedentemente ha ricevuto l’assenso della maggioranza. Si tratta di un impegno finanziario notevole ma che permetterà, in un periodo di forte crisi economica, di dare risposte alle fasce deboli ed alle giovani coppie in cerca di casa e, al contempo, di riqualificare la parte antica della città completando gli interventi di ristrutturazione sul Kursaal”.
Il Sindaco è tornato pochi giorni fa ad elogiare l’efficienza della Giulianova Patrimonio che in effetti fu velocissima (anche troppo) anche in occasione della tentata vendita della farmacia comunale.
“Niente effetti annuncio ma fatti”, disse il Sindaco sette mesi fa. Bravissimo a parole, ma i fatti dove sono?
Cosa ne è stato di tutto il programma di interventi annunciato dall’Amministrazione? Cosa pensa di fare il Sindaco Mastromauro per non perdere i 2,2 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione?
Agli annunci seguiranno i fatti o siamo sempre al solito inconcludente e fumoso “bla bla bla”, come già accaduto per il Tribunale e per l’Ufficio del Giudice di Pace ormai prossimi alla chiusura nonostante tremila comunicati stampa e diecimila assemblee?
GIULIANOVA: COMUNE E JULIA SERVIZI E QUELL’UTILE DA 1,1 MILIONE DI EURO
8 aprile 2013
Da inizio 2013 numerosi Comuni stanno approfittando di una misura, detta “Salva Alcoa 2”, per indire gare per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici ed aree di proprietà o per concederne l’uso a privati interessati al loro uso sempre per gli stessi fini, dietro pagamento di un canone. La misura “Salva Alcoa 2”, inserita nel comma 425 della Legge di Stabilità (Legge n. 228 del 24 dicembre 2012, pubblicata sulla GU n. 302 del 29 dicembre 2012), consente infatti alle amministrazioni pubbliche di continuare ad usufruire dei più favorevoli incentivi del IV Conto Energia. In particolare, la scadenza utile per rientrare nel Quarto Conto Energia è stata posticipata al: • 31 marzo 2013, per gli impianti autorizzati entro tale data (il termine è quindi scaduto); • 30 giugno 2013, per gli impianti sottoposti alla procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e autorizzati entro il 31 marzo 2013; • 30 ottobre 2013, per gli impianti sottoposti alla procedura di VIA e autorizzati successivamente al 31 marzo 2013. http://download.acca.it/Download/BibLus-net/Rinnovabili/NOTA_GSE_QuartoContoEnergia.pdf Cosa c’entra tutto questo con Giulianova? C’entra eccome. Per spiegare perché, dobbiamo partire da una famosa perizia datata 2/12/2011, a firma dell’Ing. Ciabattoni, di cui ci siamo già occupati per via della vicenda del rigeneratore venduto dal Comune alla Julia Servizi a prezzo d’oro: http://www.iduepunti.it/cronaca/31_dicembre_2012/giulianova-cogeneratore-le-domande-senza-risposta In quella perizia l’Ing. Ciabattoni si esprime, da pag. 11 in poi, anche in merito alla “cessione del diritto di superficie dei tetti di proprietà comunale, cessione unicamente finalizzata alla realizzazione di impianti fotovoltaici, la cui titolarità sarà in capo al soggetto aggiudicatario”. Dopo aver censito i tetti utili ed aver quantificato la potenza degli impianti installabili, il perito giunge alla conclusione che il Comune possa ricavare dall’”affitto” delle superfici disponibili ben110.000 euro (vedi foto). La perizia viene redatta nel mentre vige il IV Conto Energia. Oggi il IV Conto Energia (con i suoi incentivi) non è più applicabile tranne che per le amministrazioni pubbliche e questo grazie al “Salva Alcoa 2”. A distanza di oltre un anno le condizioni di mercato sono certamente cambiate e onestà intellettuale vuole che il “canone di affitto” stimato dall’Ing. Ciabattoni, pari a 24 €/kW per ogni anno, debba essere tagliato almeno del 70%. I 7 €/kW x 670 kW devono essere considerati per l’intera durata degli impianti (25 anni) e poi attualizzati. Possiamo tranquillamente affermare che se il Comune di Giulianova avesse fatto ciò che nella perizia si afferma e che sarebbe stato possibile fare anche oggi grazie al “Salva Alcoa 2”, nelle casse comunali ci sarebbero quanto meno circa 70.000. Ma siccome il Comune “scoppia di salute”, qualcuno ha deciso di poterne fare tranquillamente a meno. Altra cosa delicata riguarda la Julia Servizi a cui l’Amministrazione avrebbe potuto cedere il diritto di superficie dei tetti di proprietà per 70.000 euro. Su quei tetti la Julia Servizi che avrebbe potuto installare diversi impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 670 kW per poi incassare, per la durata di 20 anni, gli incentivi del IV Conto Energia, sempre grazie al Salva Alcoa 2. Partendo dai dati forniti in perizia ed applicando la tariffa incentivante del IV Conto Energia relativa all’anno 2013 riportate all’Allegato 5 del D.M. 5 maggio 2011 e stimando i costi di realizzazione, giungiamo alle seguenti conclusioni: 1) Nei 20 anni di durata degli incentivi, la Julia Servizi avrebbe incassato dallo Stato oltre 4.743.000 di euro in tutto. Questa somma, che è diluita in 20 anni, valutata a prezzi 2013, oggi varrebbe circa 2.850.000 euro; 2) Essendo la durata degli impianti pari ad almeno 25 anni (in realtà sarebbero 30), vanno calcolati anche i ricavi relativi alla vendita dell’energia prodotta nel corso di altri 5 anni. Nella peggiore delle ipotesi, si dovrebbero considerare ulteriori ricavi pari a circa 150.000 euro (valore già attualizzato); 3) Stante la discesa del costo di realizzazione degli impianti, il costo delle opere non andrebbe oltre quota 1.270.000 di euro; 4) Nel caso la Julia Servizi avesse dovuto accedere al credito per l’80% del costo delle opere, avrebbe pagato per interessi 640.000 euro in 15 anni. Facendo due conti, la Julia Servizi avrebbe portato a casa quasi 1.100.000 euro di utili (prima delle tasse). Non male, però! Evidentemente la Julia Servizi, come il Comune, scoppia di salute. Continui rumors ci dicono che è vero esattamente il contrario. Buon Maalox (Plus) a tutti.
Giulianova e i rimborsi neve. Non ci resta che piangere
3 aprile 2013
Sui tempi di richiesta dei rimborsi per i danni prodotti dalle nevicate del 2012 l’Assessore Filipponi e la Dirigente Mastropietro hanno dato una versione un po’ datata dai fatti. Così Filipponi il 16 marzo 2012:”Comprendo il disappunto dei cittadini, ma è giusto si sappia cosa è accaduto. La comunicazione del Centro Funzionale Protezione Civile della Regione, contenente la nota dell’assessore Giuliante e le indicazioni relative alle procedure da seguire, è stata acquisita dai nostri uffici tecnici venerdì 9 marzo. Nella comunicazione si invitavano i Comuni ad avviare la raccolta dei dati riguardanti i danni subiti sia nel settore pubblico che in quello privato, con relativa documentazione e schede, stabilendo l’invio alla Regione entro e non oltre il 13 marzo, con previa autorizzazione della Giunta comunale. Quindi, considerando che gli uffici tecnici hanno ricevuto la comunicazione venerdì, e tenuto conto che sabato e domenica il Comune è chiuso, si è dovuto provvedere in tempi strettissimi (NdR: 12 e 13 marzo)”. Così invece la Mastropietro il 30 marzo 2013:” … E poiché la Regione Abruzzo non ci fornì la modulistica per consentire ai privati di fare le richieste, ci fu un accordo tra alcuni Comuni della provincia di Teramo per utilizzare la scheda che era servita per l’alluvione del 2011. E’ stato fatto così a Giulianova come a Teramo e a Roseto degli Abruzzi, dove all’epoca lavoravo come dirigente”. Dunque, nel giro di 1 anno il Comune di Giulianova ha già cambiato versione. Nella versione di Filipponi il Comune ha atteso le istruzioni fino a giorno 9 compreso; in quella della Mastropietro sono stati i Comuni a mettersi d’accordo. Chi dei due buttiamo giù dalla torre? Ma c’è di più. Seppure in modi diversi, l’Assessore e la Dirigente hanno dato ad intendere quanto segue: 1) Le istruzioni su come rendicontare i danni sono pervenute dalla Regione ai Comuni con grave ritardo; 2) Non sapendo che modulistica utilizzare, i Comuni si sarebbero messi d’accordo tra loro per utilizzare il famoso Modulo “P”, All.to B4 (quello, per intenderci, da 191.000 euro, compilato dal familiare dell’ex Senatore Franchi). Dopo aver letto note e circolari varie, siamo giunta alla conclusione che per Filipponi e Mastropietro Giulianova probabilmente non è più in Abruzzo. Anche loro vittime della sindrome di “Giulianova Marche”? A quanto pare sì, visto che il 2 marzo 2012 la Regione Abruzzo aveva già inviato a tutti i Comuni, con nota Prot. n. RA 48298, le istruzioni per compilare le schede “A” e “B”, lasciando loro la decisione se utilizzare o meno il modulo approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 642/2006 (che altro non è che il Modulo “P”) ai soli fini interni (es.: nelle attività di sportello). In più, sempre la Regione, aveva pubblicato sul sito web anche le FAQ per rispondere ai residui dubbi interpretativi dei Comuni. Quindi, trattandosi di stampati risalenti al 2006 (il file pdf del Modulo “P”risulta creato il 10/7/2006), quanto meno il 6 marzo 2012, giorno in cui la stessa Mastropietro risulta pienamente operativa a Roseto nel ricevere le richieste del pubblico, i moduli erano già disponibili e pronti per l’uso, senza bisogno di speciali istruzioni. Non vi era alcuna necessità –come invece emerge dalle dichiarazioni di Filipponi- che arrivasse in Comune alcuna missiva da parte della Direzione Regionale della Protezione Civile per far partire le attività di sportello. E non v’era neppure necessità che i Comuni si mettessero d’accordo tra loro sull’utilizzo di questo o quello stampato in quanto la Regione li aveva già autorizzati di fatto ad impiegare, ai soli fini interni, il modulo “P” che oggi tutti conosciamo. A Giulianova, invece, il Comune ha fatto da solo, consentendo così la presentazione in tempo utile di pochissime richieste, tra cui quella del familiare del Senatore Franchi. Magra consolazione, per gli esclusi, che per tutto l’Abruzzo siano stati assegnati appena 24 mila euro contro il mezzo milione della Campania ed i quasi 239.000 della Toscana. Mal comune, mezzo gaudio? Proprio no. Resta invece un’altra sensazione. Riso amaro.
PASQUA A GIULIANOVA 2: DOPO LA SORPRESA TOCCA ALL’AGNELLO
30 marzo 2013
Senza mai citare il nostro blog, il Sindaco Mastromauro, ha affidato ad un lungo comunicato stampa la replica al nostro pezzo pubblicato ieri: http://www.iduepunti.it/cronaca/29_marzo_2013/pasqua-giulianova-una-bella-sorpresa-nell%E2%80%99uovo-dell%E2%80%99ex-senatore-franchi Alcune affermazioni contenute nel comunicato appaiono poco convincenti e contraddittorie. (f.to Giulianovanews) La prima. Afferma, il Primo Cittadino di Giulianova “Il Comune di Giulianova, come tutti gli altri Comuni abruzzesi, è stato invece un semplice passacarte … Nostro compito era solo quello di provvedere ad una prima quantificazione del danno subito, sia nel settore pubblico che privato, senza entrare assolutamente nel merito della veridicità e della congruenza delle richieste”. Il Comune non è stato un semplice passacarte –come detto dal Sindaco anche in altro comunicato dello scorso 5 gennaio- ma si è spinto anche oltre fino ad una prima quantificazione del danno. Di grazia, e come avrebbe fatto questa prima quantificazione del danno? In quanto gli uffici comunali hanno quantificato i danni subiti dal familiare dell’ex Senatore Franchi? La seconda. Dichiara la Dirigente Maria Angela Mastropietro: ““I Comuni, tutti, non dovevano istruire le pratiche relative ai danni quantificati dai privati. Nostro obbligo era solo quello di raccogliere e inviare i dati con le schede riassuntive A) e B) allegate alla delibera di Giunta n. 39 del 14 marzo 2012; schede, come è verificabile sul nostro sito istituzionale, che non dovevano contenere alcun nome. E poiché la Regione Abruzzo non ci fornì la modulistica per consentire ai privati di fare le richieste, ci fu un accordo tra alcuni Comuni della provincia di Teramo per utilizzare la scheda che era servita per l’alluvione del 2011. E’ stato fatto così a Giulianova come a Teramo e a Roseto degli Abruzzi, dove all’epoca lavoravo come dirigente”. La Mastropietro afferma che alcuni Comuni –Giulianova compreso-, non avendo ricevuto i modelli dalla Regione si erano messi d’accordo per utilizzare la scheda che era servita per l’alluvione del 2011. Perché, allora, a Roseto i moduli vengano pubblicati sul web e distribuiti il 6 marzo (idem a Tortoreto) mentre a Giulianova gli uffici preposti si attivino soltanto il 12 marzo, lasciando soltanto 1 giorno di tempo ai cittadini interessati per mettere assieme foto e documenti, protocollare la domanda di rimborso? Mistero. Il Sindaco dichiara che più che pescare nel torbido dovremmo mostrarci indignati per la mancata assegnazione dei fondi da parte della Regione. Se il Sindaco è indignato noi lo siamo doppiamente: per la mancata assegnazione delle risorse e per la discutibile condotta del Comune di Giulianova e dei suoi sommi rappresentanti. Oltre tutto il Sindaco non considera il danno che possono produrre nell’opinione pubblica il tentativo -non riuscito- di un privato di portare a casa 191.000 euro e le dichiarazioni di un Assessore che afferma senza pudore che “ Progresso Giuliese avanza l’ipotesi che gli allegati non siano stati pubblicati per nascondere un nome eccellente. Nulla di più falso perché nelle schede incriminate, allegate al presente comunicato, non ci sono nomi e quindi non c’è proprio nulla da nascondere”. Nelle schede A e B non c’è nessun nome ma nei fascicoli dei rimborsi sì. Da ultimo, per onestà intellettuale, spezziamo una lancia a favore del Sindaco e dei suoi supporter. Perché tirarla tanto per le lunghe quando un qualsiasi consigliere comunale avrebbe potuto richiedere l’accesso agli atti? Noi rincariamo la dose: perché un organo di informazione deve sostituirsi a chi rappresenta i Cittadini nelle istituzioni, soprattutto quando dei fatti narrati, secondo un noto collega giuliese, si vernicchiava da diverso tempo? Buon Agnello di Pasqua a tutti (compreso Mastromauro).
PASQUA A GIULIANOVA: UNA BELLA SORPRESA NELL’UOVO DELL’EX SENATORE FRANCHI
30 marzo 2013
Dai e ridai, e alla fine il muro sembra essere crollato.
Laddove non sono riusciti i reiterati comunicati stampa e l’interrogazione presentata da Progresso Giuliese, è riuscita invece la manina di un anonimo estimatore dell’ex Senatore Franchi, che, notte tempo, ha deciso di mettere nella buca della posta della nostra redazione due fotocopie di un documento, sulla cui autenticità dovrebbe pronunciarsi il Comune di Giulianova che ne detiene l’originale. Trattasi del famoso modulo compilato dal Privato per chiedere un rimborso, con tanti zeri, dei danni della nevicata 2012.
Prima pagina del modulo “P” – All. B4
Il modulo sarebbe stato protocollato in Comune (Prot. nr. 10668) martedì 13 marzo 2012. Il campo riservato al Comune appare non compilato.
Descrizione dell’evento: nevicate che si sono succedute nel mese di febbraio 2012, con formazione di uno strato di neve di oltre mt. 1,00.
Localizzazione dell’evento: Case di Trento, Colle San Massimo n. 6.
Dati Soggetto segnalante: Franchi Giovanna (proprietaria).
Immobile danneggiato: Civile abitazione – residenza secondaria.
Seconda pagina del modulo “P” – All. B4
Descrizione sintetica dei danni: Pinus Pinea n. 27 / Pini Marittimi n. 13 / Piante Ulivo n. 18
Costo presunto del reimpianto delle essenze arboree: € 176.000,00.
Documentazione in Possesso Comprovante il Danno: 42 foto (data foto non indicata).
Beni Mobili Danneggiati: Porzioni strutturali della recinzione esterna lato strada / Pavimentazione esterna del fabbricato / Telo di copertura della piscina.
Stima sommaria dei Danni a Beni Mobili: € 15.000.
TOTALE SCHEDA = € 191.000,00.
Documentazione da Allegare alla Scheda: Documentazione Fotografica (le 42 foto senza data) e Documento di riconoscimento valido.
NON RISULTA ALLEGATA LA PERIZIA ASSEVERATA GIURATA, OBBLIGATORIA QUANDO IL TOTALE DEI DANNI SUPERA LA CIFRA DI 15.000 € PER SCHEDA.
Se il documento non mente, così starebbero le cose. Altro che i 90.000 euro di cui abbiamo già scritto in diverse occasioni; qui ci sono 101.000 euro in più!!
Inoltre i 191.000 euro di danni non trovano riscontro in una perizia asseverata giurata, obbligatoria per richieste di risarcimento superiori a 15.000 €.
Fin qui l’analisi del documento in nostro possesso. Da qui in avanti qualche riflessione su un paio di punti che andranno sicuramente approfonditi a mente fredda nei prossimi giorni.
In primis restano da chiarire tutte le questioni da noi già sollevate un paio di giorni fa nell’articolohttp://www.iduepunti.it/cronaca/27_marzo_2013/giulianova-dopo-picci-tantaltro-ancora: tra tutti il ritardo con cui i moduli di richiesta dei rimborsi sono stati messi a disposizione dei cittadini, lasciando agli stessi appena 24 di tempo per mettere assieme documenti, foto, ecc.., contro i 7 giorni di Roseto e Tortoreto. Abbiamo letto certe singolari dichiarazioni da parte di un Assessore, che meriterebbero di essere prese in serie considerazione in altra sede.
Altro punto da approfondire: il tipo di controllo effettuato dagli uffici comunali competenti. Hanno verificato quanto meno la completezza della documentazione prodotta dai Privati oppure si sono limitati ad acquisire la richiesta? A questa domanda il Sindaco ha già risposto lo scorso 5 gennaio ma vorremmo che rispondesse nuovamente alla luce di quanto accaduto nel frattempo.
In ultimo ma non meno importante: non appare chiaro il collegamento tra la scheda dei 191.000 euro e la scheda B (vedi foto) approvata dalla Giunta Comunale, in cui compare una richiesta da 90.000 euro per rimborsi che competono per il 100% ad un privato.
Tra i tanti dubbi affiorano un paio di inossidabili certezze.
La prima: l’Assessore alla Trasparenza (Forcellese) ed il suo collega, Filipponi, sono apparsi del tutto inadeguati al ruolo. Basta leggere certe loro dichiarazioni per comprenderne le ragioni.
Così Filipponi: “Comprendo il disappunto dei cittadini, ma è giusto si sappia cosa è accaduto. La comunicazione del Centro Funzionale Protezione Civile della Regione, contenente la nota dell’assessore Giuliante e le indicazioni relative alle procedure da seguir, è stata acquisita dai nostri uffici tecnici venerdì 9 marzo”. Roseto e Tortoreto distano dalla Regione meno di Giulianova ed i piccioni viaggiatori ci hanno messo più tempo per raggiungere Corso Garibaldi?
Il 6 marzo il modulo P era già stato pubblicato sul sito web di Roseto ed era già in distribuzione a Tortoreto.
Così Forcellese (assieme al Sindaco): “Progresso Giuliese avanza l’ipotesi che gli allegati non siano stati pubblicati per nascondere un nome eccellente. Nulla di più falso perché nelle schede incriminate, allegate al presente comunicato, non ci sono nomi e quindi non c’è proprio nulla da nascondere”.
Correva il 5 gennaio e da allora sono trascorsi quasi tre mesi prima che la scheda B fosse resa pubblica sul sito web del Comune. Nella scheda B non ci sono nomi ma -guarda caso- c’è un privato che ha richiesto un rimborso da 90.000 euro ed ora spunta fuori la copia di un documento da cui risulta una richiesta di rimborso da 191.000 euro che sarebbe stata avanzata da un familiare dell’ex Senatore Franchi.
Evidentemente per Mastromauro e Forcellese “Franchi” non è un “nome eccellente”. Almeno, non più.
La seconda. Chi ha messo questa bella sorpresa nell’uovo di Pasqua dell’ex Senatore? Di chi è l’anonima manina che notte tempo ha depositato la copia del modulo P nella buca della posta della nostra redazione? E chi è l’ispiratore di questo imprevisto “regalo” che ci è stato recapitato?
Se fosse un thriller il suo titolo sarebbe senz’altro “Intrighi a palazzo”. Se fosse il latinorum di Don Abbondio si potrebbe tradurre nel più classico dei “Quoque tu Brute, fili mi!”. C’è ampia scelta.
Per il momento (ma solo per il momento) è tutto.
Buon uovo di Pasqua a tutti (Franchi compreso).
GIULIANOVA: DOPO “PICCI” TANT’ALTRO ANCORA
28 marzo 2013
In attesa che il Sindaco ci dica se è “PICCI” il/la privato/a proprietario/a di capannoni e/o serre che ha chiesto il rimborso di 90.000 euro per danni subiti nel corso delle nevicate del febbraio 2012, c’è da fare luce su numerosi altri aspetti della vicenda, che necessitano di essere messi in chiaro. Punto Primo: il tempo lasciato a disposizione dei cittadini e delle imprese per poter presentare i moduli di rimborso entro la scadenza del 13 marzo 2012. A Giulianova i moduli per chiedere il risarcimento danni sono stati resi disponibili appena 24 ore prima della scadenza e senza darne adeguata pubblicità ; a Roseto, invece, accompagnati da una conferenza stampa, furono messi a disposizione dei cittadini il 6 marzo 2012. Quindi, 7 giorni prima della scadenza, il tempo sufficiente per mettere assieme i documenti necessari e per presentarli in Comune (http://www.comune.roseto.te.it/archivi_primopiano/20120306135703.pdf). Filipponi, invece, per giusitificare il ritardo, addosso ogni responsabilità al Centro Funzionale Protezione Civile della Regione (http://www.lacittaquotidiano.it/giulianova-rimborsi-neve-e-tutta-colpa-della-regione) che avrebbe inviato in Comune le indicazioni relative alle procedure da seguire soltanto giorno 9 marzo. A Roseto degli Abruzzi, invece, giorno 6 marzo gli uffici comunali sapevano esattamente come gestire le pratiche (.http://www.comune.roseto.te.it/comunicati.php?id=999). A Tortoreto giorno 7 marzo (http://www.altraparola.it/in-breve/2331-neve-a-tortoreto-richieste-per-i-rimborsi-entro-il-12.html). L’ennesimo complotto contro Mastromauro? Risultato: a Giulianova i privati che hanno fatto in tempo a presentare le domande sono stati appena 15; tra questi –se il Sindaco ce ne darà conferma- il/la famoso/a PICCI che, evidentemente, è stata molto lesta/o a mettere assieme foto e documenti e a correre in Comune. Qualcuno si arrabbiò molto per esserne rimasto escluso: http://www.cityrumors.it/teramo/cronaca/modulo-danni-neve-giulianova-44341.html Punto Secondo: per le somme che superavano i 15.000 euro, le richieste avrebbero dovuto essere supportate da perizia di un tecnico abilitato o da preventivo di spesa (vedi modulo nella foto scaricato a suo tempo dal sito web del Comune di Giulianova). “PICCI” -o chi per Lui/Lei- ha chiesto un rimborso da 90.000 euro. La domanda sorge spontanea: come diavolo ha fatto ad essere così veloce? Come ha fatto a mettere assieme tutti i documenti per la pratica di rimborso? Curiosi, per imparare. Punto Terzo: leggiamo attentamente il modulo Scheda Privati P – All. B4. Si tratta di un’autocertificazione resa ai sensi dell’art. 4 della L. 15/1968 e D.P.R. 445/2000 e s.m.i.: il richiedente è quindi consapevole delle sanzioni stabilite dalla legge per chi attesta il falso. Al modulo andavano allegate obbligatoriamente la documentazione fotografica dei danni subiti e, solo nel caso in cui il totale dei danni avesse superato la cifra di € 15.000, una perizia asseverata giurata. Il Comune avrebbe potuto richiedere anche copia delle fatture. Sul punto terzo di domande ce ne sarebbero a iosa; in particolare: 1) La pratica dei 90.000 euro protocollata in Comune è corredata di tutti i documenti previsti (foto, perizia asseverata giurata, ecc.)? 2) Il Comune ha richiesto anche le eventuali fatture? 3) Chiunque abbia richiesto i 90.000 euro, è effettivamente proprietario di capannoni agricoli e/o serre? 4) L’entità del rimborso richiesto è commisurato ai danni subiti da questi capannoni e/o serre? 5) Cosa afferma la perizia asseverata giurata e chi è il perito incaricato dal richiedente? 6) Che tipo di controllo hanno effettuato i competenti uffici comunali prima di “passare le carte” alla Giunta che ha poi approvato la scheda B? Hanno verificato quanto meno la completezza della documentazione prodotta dal Privato/a che ha richiesto i 90.000 euro oppure si sono limitati ad acquisire la richiesta? Fin qui le domande. Per le risposte ci rimettiamo al Sindaco Mastromauro o dell’Assessore al ramo, e all’iniziativa anche di uno soltanto tra i Consiglieri Comunali, gli unici che possono imPICCIarsi, avendo accesso al fascicolo dei rimborsi neve.
Giulianova: Indovinate chi ha richiesto i 90 mila euro dei danni neve
26 marzo 2013
Gentile Signor Sindaco, Avv. Francesco Mastromauro, La nostra è una semplice richiesta di trasparenza. Ci piacerebbe, per conoscere fino in fondo, lo stato sociale del tessuto cittadino, avere accesso ai nomi dei contribuenti, che hanno fatto richiesta del rimborso per i danni della nevicata del Febbraio 2012. Anche un solo nome. Anche il solo nome. In base alle informazioni in Suo possesso, è in grado di dirci se il cittadino/a, titolare di capannoni e/o serre, che ha richiesto 90.000 euro risponde al soprannome di “PICCI”? Picci come PCI?
Grazie per la sua gentilezza…buon pupazzo delle nevi…a tutti.
SS16 a Giualianova: Chi risponde?
26 marzo 2013
Non saremmo più tornati sulla vicenda dei lavori di rifacimento dell’asfalto del tratto sud della SS 16, di cui ci siamo già occupati fornendo dovizia di particolari tempo fa http://www.iduepunti.it/la-voce/21_ottobre_2012/clamoroso-giulianova-lidv-ricomincia-dalla-ss-16-e-da-matromauro se non fosse stato per alcuni commenti postati su cityrumors.it: http://www.cityrumors.it/teramo/cronaca/giulianova-rimozione-rifiuti-abbandonati-abusivi-58164.html#comment-6509 Scrive Mangusta:”… inoltre desidero se possibile sapere ….. chi è addetto ai lavori pubblici non per criticare ma per guarire questa assenza totale degli amministratori quanto vengono svolti i lavori da parte di imprese es. stradali es. via Sabotino si sono fatti lavori non so se del Ruzzo vicino all’ ARPA dove hanno fatti i lavori a mio modesto avviso anche un cieco lo vede già vi è una buca, Traversa Turati dove da tempo hanno rifatto la pubblica Illuminazione ogni tanto ci cadono sia con le bici o con le moto, inoltre S.S. 16 all’altezza Ass. Generali dove hanno rifatto l’asfalto nuovo da circa un anno già si sta creando delle buche, di conseguenza dico ma il Comune ha pagato per rifare l’asfalto sulla S.S. 16 quindi sarebbe il caso che gli si contestasse all’impresa o chi per loro che il lavoro non è stato fatto a regola d’arte …”. Aggiunge Silver Surfer:”…. I lavori sulla ss16 tratto sud, (bivio Bellocchio sotto passo via Salerno) eseguiti da pochi anni ma già pieni di avvallamenti pericolosi sulla corsia direzione nord-sud. Avvallamento pericoloso si sta creando dinanzi all’ex sede della Banca Monte dei Paschi di Siena-Via Turati ad appena 1 anno e mezzo dalla conclusione dei lavori per non parlare poi del tratto che precede la stazione della Polizia Stradale. Ma questi lavori eseguiti hanno un minimo di garanzia?Non è possibile che, ad appena pochissimo tempo, la strada si riduca già in questo stato”. In effetti è così: a poco tempo dall’ultimazione dei lavori sul tratto sud della SS16, il manto stradale si presenta fessurato e mal messo. Invitiamo i due attenti lettori di cityrumors.it ad andare a rileggere sul nostro blog la storia rocambolesca di quell’appalto che vanta una perizia di variante intervenuta, a tempo di record, il giorno dopo la firma del contratto e tale da erodere gran parte del ribasso offerto dalla ditta appaltatrice in sede di gara, seguita dall’affidamento di lavori complementari non previsti nel progetto iniziale. Alla domanda di Silver Surfer ne aggiungiamo una noi: c’è da qualche parte un certificato di regolare esecuzione dei lavori o di collaudo? Il certificato di regolare esecuzione è comunque emesso non oltre tre mesi dalla data di ultimazione dei lavori. Nel caso in cui il Comune di Giulianova avesse invece optato a suo tempo per il certificato di collaudo, lo stesso avrebbe dovuto aver luogo non oltre sei mesi dall’ultimazione dei lavori. Il collaudo assume carattere definitivo trascorsi due anni dall’emissione del relativo certificato. E’ utile ricordare che l’appaltatore risponde per la difformità e i vizi dell’opera, ancorché riconoscibili, purché denunciati dal soggetto appaltante prima che il certificato di collaudo assuma carattere definitivo. Come stanno messe esattamente le cose per l’appalto di rifacimento dell’asfalto del tratto Sud della SS 16? Ripetiamo: c’è da qualche parte, negli archivi del Comune, un certificato di regolare esecuzione dei lavori o di collaudo? L’Amministrazione ha intenzione -sì o no- di denunciare i vizi dell’opera segnalati dai cittadini, chiamando a risponderne la ditta appaltatrice? Al Sindaco ed alla Giunta il dovere di rispondere; ai consiglieri comunali tutti il diritto-dovere di studiare bene le carte e di agire di conseguenza.
COMUNE DI GIULIANOVA: DI CHI SONO I 90.000 EURO DELLA SCHEDA “B”?
25 marzo 2013
Dopo tanto insistere è stato finalmente risolto il famoso problema tecnico che, secondo l’Assessore Forcellese, avrebbe impedito di pubblicare gli allegati alla delibera di Giunta n.39 del 14/3/2012 avente ad oggetto: “Emergenza neve 2012 – approvazione schede di quantificazione delle spese e dei danni subiti alle strutture pubbliche e private”. Con quella delibera la Giunta approvava due schede di cui una, la B, contenente una prima quantificazione dei danni subiti, sia da soggetti pubblici sia da privati, a seguito delle abbondanti nevicate verificatesi nel febbraio del 2012. Le schede sarebbero state poi trasmesse a chi di dovere, entro le ore 13 del 14 marzo 2012, per l’attivazione dell’apposito Fondo di Solidarietà della U.E. ai fini del ristoro –in seguito negato dal Governo- delle spese e dei danni subiti. Adesso è possibile scaricare dal sito del Comune e leggere la tanto chiacchierata scheda “B”. Ebbene, nel prendere visione della scheda balza agli occhi la posizione di un PRIVATO che ha tentato di portare a casa un bel gruzzoletto da 90.000 euro circa e che ci sarebbe riuscito se nel frattempo il Governo non si fosse messo di traverso. LA DOMANDA SORGE SPONTANEA: CHI È QUESTO PRIVATO? E GLI ALTRI CHI SONO? A noi ne viene una seconda: senza attendere l’esito di una seconda interrogazione in Consiglio Comunale, non c’è nessuno tra i 20 consiglieri comunali disposto a fare l’accesso agli atti e a consultare il fascicolo relativo alla delibera n. 39, dove si celano nome e cognome di questa signora o di questo signore che, a parere della Giunta, avrebbe avuto diritto ad un ristoro di “appena” 90.000 euro? Se c’è qualche volontario, alzi la mano. Oppure taccia per sempre.
Giulianova: Filipponi si confessa sui debiti Cirsu. E ora?
25 marzo 2013
“Abbiamo ceduto i crediti del Cirsu alla Tercas affinché il Consorzio avesse liquidità ….. il credito nei confronti del Comune non è di 1.200.000 euro ma di 529.000, e le fatture riguardano il 2010, in parte liquidate nel 2011. Non c’è nessuna bugia da parte del Comune”. Questo dichiara a “Il Centro” di domenica 24 marzo 2013 il Vice Sindaco Filipponi, non sapendo di essere caduto dalla padella alla brace e di aver messo così il Comune nei guai. Prima domanda: a cosa fanno riferimento quelle fatture del 2010, in parte liquidate nel 2011, che messe assieme valgono 529.000 euro? Seconda domanda: nel certificare -Il Sindaco- e asseverare -il Collegio dei Revisori- il rispetto del Patto di Stabilità per gli anni 2010 e 2011, si è tenuto conto di questi 529.000 euro? Infine: se, come si suppone, ai fini del rispetto del Patto di Stabilità per gli esercizi 2010 e 2011, il debito verso Cirsu, certificato da Filipponi e da questi definito in 529.000 euro, è stato ignorato, come si giustifica la condotta di uno dei Revisori dei Conti del Comune che ha asseverato la certificazione di avvenuto rispetto del Patto pur sapendo egli stesso, da Presidente del Collegio dei Revisori del Cirsu, dell’esistenza di questo “bubbone” da oltre mezzo milione di euro?
Giulianova-Scuolabus: Non c’è la risoluzione del contratto
24 marzo 2013
Parole, parole, parole, a volte anche confuse di alcune emittenze giuliesi. La Giunta non ha deliberato affatto la risoluzione con la Gaspari bus, bensì (vedi Atto di Giunta n.59 del 21 marzo 2013) di “integrare il contenuto della deliberazione di Giunta n. 52 del 11 marzo 2013, esecutiva, sì da assicurare che, nell’indicata opposizione al decreto ingiuntivo n. 1364 del 7 febbraio 2013, sia spiegata domanda riconvenzionale nei confronti del convenuto in giudizio, nei modi e termini di legge, ratificando, si opus sit sul punto, l’operato dell’Avvocatura Civica, sostanziantesi nella proposizione di giudizio di cognizione per pronuncia dichiarativa di risoluzione in danno del contratto avente ad oggetto il servizio di trasporto scolastico degli alunni delle scuole materne, elementari e medie del territorio di Giulianova, per inadempimento contrattuale”.
In altre forme, la Giunta ha deciso di andare al contrattacco nei confronti della Gaspari che reclama il pagamento di oltre 321.000 euro, tentando di ottenere in giudizio la risoluzione per grave inadempienza contrattuale, che è cosa ben diversa dal deliberare la risoluzione del contratto.
Se veramente la Giunta avesse deliberato la risoluzione dal giorno al mattino, così come ha scritto sua emittenza, il Comune si sarebbe visto recapitare una richiesta di risarcimento dei danni per diverse centinaia di migliaia di euro e ciò grazie ad un capitolato che non tutela adeguatamente il Comune.
Ciò che non è stato scritto è che la delibera di Giunta n. 59 è stata approvata senza il voto dell’Assessore Cameli (inconsueta l’assenza dell’Assessore di riferimento quando la Giunta decide su quella determinata materia) e che tutto rischia invece di finire miseramente in un nulla di fatto, per quanto riguarda l’auspicabile ritorno alla gestione diretta del servizio, così com’era fino a due anni fa.
Per chi, come I Due Punti, ha seguito l’evolversi della vicenda passo passo e ne ha pronosticato l’esito finale, a “tarallucci e vino” con tanto di accordo finale tra Comune e Gaspari Bus http://www.iduepunti.it/cronaca/20_marzo_2013/scuolabus-giulianova-gaspari-bus-esige-321-mila-euro-ma-il-comune-non-paga-per il punto è sempre stato un altro: la dubbia legittimità della scelta di esternalizzare il servizio mancando il presupposto dell’economicità:
http://www.iduepunti.it/cronaca/11_febbraio_2013/giulianova-chi-risponde-sul-trasporto-scolastico-e-sul-servizio-navetta I conti (quelli veri) hanno fatto sempre pendere la bilancia decisamente a favore della gestione diretta del servizio.
Giulianova: La pace eterna del Tribunale?
21 marzo 2013
Apprendiamo dalla stampa e dal web che entro il 10 aprile verranno smantellati gli uffici del Giudice di Pace di Nereto. “Il Tribunale di Teramo è in possesso di un provvedimento che in pratica ci trasferisce dal 10 aprile tutti a Teramo. Una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno”. http://www.certastampa.it/index.php?id=8&itemid=2948# Tutto questo malgrado gli sforzi del Sindaco che ha più volte tentato di convincere i Comuni vicini a contribuire, non solo con preghiere ma anche con opere di bene, alla difesa degli uffici del Giudice di Pace. Costo del salvataggio: 200 milioni di euro da ripartire tra più Comuni. Uniche sedi superstiti sarebbero quelle di Atri e di Campli. E il Giudice di Pace di Giulianova? Accade che il Sindaco di Giulianova tenti la sua personalissima “mission impossible”: fare del Tribunale di Giulianova una sede secondaria o distaccata di quello di Teramo. In realtà il destino del Tribunale di Giulianova è segnato: http://www.iduepunti.it/cronaca/27_ottobre_2012/giulianova-il-tribunale-chiuder%C3%A0-legge Ma il Sindaco di Giulianova non molla. Dopo aver presentato al Ministero di Grazia e Giustizia un’istanza -priva di effetti- per trasformare il Palazzo di Giustizia in una sede secondaria, qualche giorno fa Mastromauro è tornato ad incontrare il Presidente del Tribunale di Teramo, Giovanni Spinosa “per parlare del mantenimento di Giulianova come sede secondaria”, manifestandosi ottimista: http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/03/08/news/tribunale-mastromauro-incontra-spinosa-1.6663262 La verità è un’altra. L’unica chance che Giulianova ha di conservare uno straccio di ufficio giudiziario è legata alla permanenza in città del Giudice di Pace (v. art. 3, comma 2, del d. lgs. n. 156 del 7 settembre 2012): http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_9_8.wp Sarebbe dovere del Sindaco di Giulianova tentare, come fatto finora senza successo dal suo collega di Nereto, di convincere i Comuni confinanti (es.: Mosciano Sant’Angelo, Tortoreto, Alba Adriatica, ecc.) a sostenere la comune causa e a fare istanza al Ministro per mantenere la sede del Giudice di Pace di Giulianova. Ai Comuni “soci” il Ministero chiederebbe comunque di coprire le spese di funzionamento e quelle del personale amministrativo dell’Ufficio. Mastromauro vorrà provarci fino in fondo oppure andrà avanti come finora ha fatto, tentando di farci credere alla favola della sede secondaria? Il 29 aprile noi ci saremo comunque per raccontarVi della soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace o, come auspichiamo, dell’inizio di una nuova storia.
SCUOLABUS GIULIANOVA: GASPARI BUS ESIGE 321 MILA EURO MA IL COMUNE NON PAGA. PERCHE’?
20 marzo 2013
Sul sito web del Comune è stata finalmente pubblicata la delibera di Giunta n. 52 dell’11 marzo 2013. Oggetto: GASPARI BUS S.R.L. / ATTO DI CITAZIONE IN OPPOSIZIONE A DECRETO INGIUNTIVO. Leggendola per intero si capisce che tra il Comune e la Gaspari Bus, gestore del servizio scuolabus, c’era qualche problema prima ancora che venisse resa nota la storia di DUMBO, di anni 23 (13 di troppo rispetto alle previsioni del capitolato), e del suo fratellino DUMBINO (in due, meno di 100 mila euro l’anno sborsati dalla Gaspari contro i 400 mila dichiarati dall’Amministrazione). Infatti si legge in delibera che l’11 febbraio 2013 la Gaspari Bus ingiunge al Comune di Giulianova di pagare della somma di € 321.984,82 in dipendenza di contratto di servizio avente ad oggetto il trasporto scolastico degli alunni delle scuole materne elementari e medie del territorio di Giulianova. Lo stesso giorno in cui “va in onda” la seconda puntata di DUMBO, alle ore 16:25, con atto n. 52 la Giunta delibera di opporsi al decreto ingiuntivo ed incarica l’Avvocatura Civica di curare il relativo procedimento. Semplice coincidenza? Perché la Giunta si affretta a deliberare proprio quel giorno contro il decreto ingiuntivo della Gaspari Bus, che era stato notificato addirittura un mese prima? Vista la posta in gioco, perché la Giunta non deliberato subito dopo la notofica del decreto ingiuntivo? La sensazione è che Giunta e Ditta stessero trattando per trovare un accordo e che DUMBO e DUMBINO lo abbiano fatto “saltare”, magari facendolo passare per una strada più lunga e tortuosa: l’opposzione al decreto ingiuntivo della Gaspari. La delibera n. 52 è sibillina: non spiega perché a fronte della richiesta del pagamento del corrispettivo da parte della Gaspari il Comune fa spallucce. In attesa che lo faccia -si spera- qualcuno tra i consiglieri della minoranza, anticipiamo noi il quesito… Perché il Comune non ha versato finora alla Gaspari i 321.984,82 euro? Qual è l’oggetto della contesa, che non può essere ovviamente DUMBO che è venuto alla luce dopo l’11 febbraio? E in relazione alla violazione del capitolato d’appalto del servizio -causa DUMBO-, quali provvedimenti sanzionatori ha adottato il Comune? Sempre in relazione al parco mezzi usato per il trasporto scolastico, si conoscono i contenuti del piano di rinnovo che la Ditta avrebbe dovuto già presentare? Oroscopo dei Consiglieri di minoranza: siate molto attenti perché tenteranno di farvela sotto al naso con un accordo bonario. Si preannuncia italianissimo epilogo a “tarallucci e vino”.
COMUNE DI GIULIANOVA: FILIPPONI “CERTIFICA” DEBITO VERSO CIRSU PER 1,2 MILIONI DI EURO
16 marzo 2013
Il Vicesindaco Filipponi promette “giochi, ricchi premi e cotillon” ai cittadini che differenziano meglio i rifiuti. Come farà a individuarli, non si sa: a Giulianova non c’è tracciabilità nella raccolta del differenziato. Assumerà una squadra di 007 o andrà a cercare i cittadini più virtuosi casa per casa? Parliamo di cose serie. Il Vicesindaco promette premi dimenticando la pesante situazione debitoria del Comune di Giulianova nei confronti del CIRSU il cui Presidente è dimissionario proprio a causa delle inadempienze dei Comuni soci. Il debito ammonta a 1,2 milioni di euro ed è di competenza dell’Esercizio 2011. Ad affermarlo, secondo “Il Centro” di venerdì 15 marzo è il Sindaco di Giulianova. A certificarne l’esistenza è la firma apposta da Filipponi, su delega del Sindaco, su un atto con data 1 marzo 2011 con cui si prende atto della cessione a TERCAS di questo credito che il CIRSU vanta nei confronti dell’Amministrazione giuliese. Il fatto si presta ad alcune considerazioni e ad una domanda: 1) Per effetto di questo debito, il Comune di Giulianova non ha rispettato il Patto di Stabilità per l’anno 2011; 2) Il mancato rispetto del Patto di Stabilità farà scattare una serie di misure pesantissime per l’Amministrazione e per i Cittadini; 3) Pur avendo certezza e sapendo, avendolo “certificato” prendendo atto della cessione del credito CIRSU, dell’esistenza e dell’ammontare del debito verso la partecipata, il Sindaco ed il Vicesindaco ne hanno taciuto l’esistenza in sede di approvazione del consuntivo 2011 o del bilancio di previsione 2012?; 4) Resta tutta da chiarire la posizione di Marco Fraticelli, all’epoca componente del Collegio dei Revisori del Comune e contemporaneamente Presidente del Collegio dei Revisori del CIRSU, che ha certificato il rispetto del Patto di Stabilità 2011 da parte del Comune di Giulianova pur essendo a conoscenza, per ovvie ragioni, del debito da 1,2 milioni di euro nei confronti del CIRSU. Del caso ci eravamo occupati, in tempi non sospetti, con alcuni articoli pubblicati sul nostro blog. http://www.iduepunti.it/la-voce/16_settembre_2012/giulianova-non-rispettato-il-patto-di-stabilit%C3%A0 http://www.iduepunti.it/la-voce/20_settembre_2012/comune-di-giulianova-si-aggrava-la-posizione-dei-revisori-dei-conti Che dire a questo punto? Prima che intervenga la Corte dei Conti -di solito molto attenta alle cose che scriviamo-, prima dell’ennesimo intervento di Progresso Giuliese-consigliamo al Sindaco di Giulianova ed alla Sua Giunta delle onorevoli dimissioni.
AL COMUNE DI GIULIANOVA IL RECORD DELL’OPACITA’
15 marzo 2013
Con atto n.52 dell’11 marzo 2013 la Giunta Comunale del Comune di Giulianova approvava una delibera con il seguente oggetto: “GASPARI BUS S.R.L. / ATTO DI CITAZIONE IN OPPOSIZIONE A DECRETO INGIUNTIVO”. Il Comune non vuole pagare la Ditta che gestisce il servizio di trasporto scolastico. Perché? Cosa spinge l’Amministrazione, dopo aver difeso a spada tratta l’appalto per lungo tempo, a fare dietro front. Mentre si fanno sempre più insistenti le voci che danno per probabile la rescissione del contratto (!) che lega il Comune alla Gaspari Bus per sette anni, l’Amministrazione persiste nel non pubblicare la delibera dell’11 marzo sul sito web (vedi foto) come se si trattasse di un segreto di Stato. Perché? Il vulgo sciocco non deve sapere cosa sta realmente accadendo e come vengono spesi i suoi soldi? Allo stesso modo, sul sito web del Comune si sono perse definitivamente le tracce degli Allegati ad un’altra famosa delibera di Giunta, la n.39 del 14/3/2012, avente ad oggetto: “Emergenza neve 2012 – approvazione schede di quantificazione delle spese e dei danni subiti alle strutture pubbliche e private”. Con la quella delibera la Giunta approvava due schede di cui una, la “B”, conteneva una prima quantificazione dei danni subiti, sia da soggetti pubblici sia da privati, a seguito delle abbondanti nevicate verificatesi nel febbraio del 2012. Dov’è finita la scheda “B”? E giusto per non farci mancare niente, dove sono finiti i tabulati delle utenze telefoniche TIM del Comune in dotazione al Sindaco (e non solo a Lui) a cui il periodico GiuliaViva ha attribuito l’invio di sms di invito a votare PD alle recenti Politiche dopo il precedente delle Primarie del PD in novembre? Che fine hanno fatto questi benedetti tabulati TIM?
Giulianova-Scuolabus, verso clamorosi sviluppi?
13 marzo 2013
A distanza di poco tempo dalla pubblicazione sul nostro blog di SCUOLABUS GIULIANOVA : DUMBO HA SPENTO LE CANDELINE!!, di giovedì 7 marzo 2013, e di SCUOLABUS GIULIANOVA: DUMBO HA UN FRATELLINO di lunedì 11 marzo, http://www.iduepunti.it/cronaca/7_marzo_2013/scuolabus-giulianova-dumbo-ha-spento-le-candeline http://www.iduepunti.it/cronaca/10_marzo_2013/scuolabus-giulianova-dumbo-ha-un-fratellino al secondo piano del Palazzo di Città in Corso Garibaldi è accaduto qualcosa ma non si sa esattamente cosa. Sul sito web del Comune di Giulianova, rimasto al buio per l’ennesimo week-end, c’è traccia di una delibera di Giunta approvata lunedì 11 marzo, giusto qualche ora dopo la nostra seconda puntata, dall’oggetto “GASPARI BUS S.R.L. – ATTO DI CITAZIONE IN OPPOSIZIONE A DECRETO INGIUNTIVO”. A differenza che per gli altri provvedimenti pubblicati nella stessa pagina web, il sito non dà modo di scaricare alcun file sicché nulla di specifico è dato sapere; ad esempio, perché la Giunta non vuole pagare la Gaspari Bus che avrebbe fatto ricorso ad un decreto ingiuntivo? Perché? Un “perchè” in più che va ad aggiungersi ai tanti perchè (vedi GIULIANOVA: CHI RISPONDE SUL TRASPORTO SCOLASTICO E SUL SERVIZIO NAVETTA?, dell’11 febbraio 2013 http://www.iduepunti.it/cronaca/11_febbraio_2013/giulianova-chi-risponde-sul-trasporto-scolastico-e-sul-servizio-navetta) e ai vari perchè di Progresso Giuliese, a cui nessuno sembra voler dare risposta. La stessa lista civica chiederà la rescissione del contratto di convenzione con la Gaspari Bus S.r.l. Che almeno pubblicassero il testo della delibera dell’11 marzo …come da TRASPARENZA.
SCUOLABUS GIULIANOVA: DUMBO HA UN FRATELLINO
11 marzo 2013
Ricordate il nostro simpatico DUMBO, di anni 23, nazionalità sconosciuta, venduto e ricomprato 7 volte ed ora della Gaspari Bus per il modico prezzo di 7.200 euro, che gli ha appiccicato addosso il numero 12? http://www.iduepunti.it/cronaca/7_marzo_2013/scuolabus-giulianova-dumbo-ha-spento-le-candeline DUMBO ha un fratellino più piccolo: si intravede, accanto a DUMBO, nella foto del nostro articolo del 7 marzo. Correva il giorno 28 febbraio. Il fratellino è stato nuovamente segnalato sabato scorso in Via Nievo, introno alla 8:15, mentre portava il suo “carico” giornaliero di gioia e spensieratezza alla Don Milani. Avrebbe dovuto indossare la maglia numero 11 ma, sbadato e capriccioso come quasi tutti i fratelli più piccoli, l’aveva dimenticata a casa. Il fratellino di DUMBO ha la targa EK709NK ed è un ISUZU QBUS31/M51. Ha un motore alimentato a gasolio (Euro 5) ed è omologato per 53 posti. E’ stato immatricolato per la prima volta il 21/10/2011: quindi deve compiere ancora 2 anni. Insomma, fin qui nulla da ridire. Al contrario di quanto continua ad accadere con DUMBO, l’art.5 del Capitolato d’appalto per l’affidamento del servizio di trasporto scolastico questa volta è stato rispettato. La carta di identità del fratellino di DUMBO ci rivela però una cosa di non poco conto: il prezzo del veicolo acquistato dalla Gaspari Bus il 28/12/2011, che è di 91.000 euro. DUMBO era costato alla Gaspari 7.200 euro; il fratellino 91.000 euro. IN TUTTO FANNO 98.200 EURO. Nel marzo 2012 l’Assessore Cameli dichiarava: “Il costo dell’appalto ha consentito di risparmiare rispetto alla precedente gestione che, per le modalità di svolgimento, non consentiva più di garantire la sicurezza sugli scuolabus. Infatti, a carico della ditta aggiudicataria, si è imposto l’onere di acquistare 2 nuovi mezzi di trasporto a cadenza annuale. E in proposito voglio sottolineare il fatto che sino ad oggi la ditta ha investito 400.000 euro per l’acquisto di nuovi mezzi”. Al riguardo c’è da sottolineare che, dei due mezzi acquistati dalla Gaspari, DUMBO non è di nuova immatricolazione (ha 23 anni contro ogni previsione del Capitolato d’appalto) e che per arrivare ai famosi 400.000 euro mancano all’appello 301.800 euro. Assessore Cameli, parafrasando Baden Powell, crede di aver reso la situazione un pò migliore di quanto non l’abbia trovata? Secondo punto. Le stime su cui si è basato il Comune per motivare l’affidamento del servizio di scuolabus ad una Ditta esterna si stanno rivelando del tutto errate, con tutte le conseguenze del caso anche in relazione alla legittimità dell’appalto ed alle connesse responsabilità di amministratori e dirigenti. Sin dall’inizio, numeri alla mano, si era già capito che l’esternalizzazione del servizio sarebbe stato un pessimo affare per il Comune. Man mano che il tempo passa, con l’emergere di nuovi elementi, la cosa diventa sempre più manifesta ed anziché rispondere alle tante domande rimaste senza risposta, su DUMBO e su molto altro ancora (http://www.iduepunti.it/cronaca/11_febbraio_2013/giulianova-chi-risponde-sul-trasporto-scolastico-e-sul-servizio-navetta), l’Amministrazione -Sindaco ed Assessore in testa- tace, nella speranza che il tempo cancelli ogni cosa. Gli alunni della Don Milani non votano ma i loro familiari sì e le amministrative sono vicine. Inoltre la Corte dei Conti, solitamente molto attenta a quanto racconta questo blog, legge e prende nota, e, se interpellata, qualche volta anche scrive, come ben sanno in Corso Garibaldi. Parola di boy scout.
SCUOLABUS GIULIANOVA: DUMBO HA SPENTO LE CANDELINE!!
7 marzo 2013
“Dumbo ha spento le candeline?”. Chi è “DUMBO”? Cosa c’entra con il trasporto scolastico a Giulianova? E le candeline? DUMBO è il nomignolo che abbiamo affibbiato ad un “coso” (vedere foto) che da qualche tempo si aggira per le vie di Giulianova: una specie di ”elefante” a quattro ruote molto “vintage” (che vuol dire vecchio di almeno 20 anni ma trendy), color giallo pupù o giù di lì, e dalle dimensioni imbarazzanti se rapportate alle strade urbane (è lungo 21 metri!). La sua presenza è stata segnalata lo scorso 16 febbraio all’incrocio tra Via Nievo e Via Cerulli, poco dopo le 12.30, orario di uscita degli alunni della Don Milani. Poi di nuovo mercoledì 20 febbraio, alle ore 12.35, nel piazzale davanti alla stessa scuola. Ed infine alla riapertura della Don Milani, dopo le elezioni (vedi foto). Ricorda certi torpedoni che nei primi anni ‘90 giungevano numerosi dall’Est Europa, con un carico umano di speranze, orologi ed enormi cappelli dell’Armata Rossa, macchine fototografiche ed ottiche Zeiss, tovaglie ricamate amano, bicchieri in cristallo di Boemia, ecc.. Invece il nostro “DUMBO” a motore porta a spasso, in entrata ed in uscita da scuola, ciò che ci è più caro al mondo: i nostri figli. Cosa c’entra “DUMBO” con il trasporto scolastico a Giulianova? E’ sicuramente di proprietà della Ditta Gaspari Bus e porta a zonzo gli alunni della scuola Don Milani. Porta sulla maglia il numero 12. E’ il dodicesimo dei 12 mezzi della flotta dei mezzi con cui la Gaspari Bus gestisce il servizio scuolabus a Giulianova a seguito di gara di appalto vinta per il periodo 15 settembre 2011-30 giugno 2018. E le candeline? Anche “DUMBO”, come noi, spegne le candeline: fa il compleanno il 1° marzo di ogni anno. I suoi anni li porta bene: è così “vintage” che lo si può trovare sui siti internet per la vendita di usato; ad esempio: http://www.truck-expo.com/it/d/autobus/pullman/mercedes-o303-69664813 Mai saputo di un Comune che per il servizio scuolabus usa un pezzo da collezione. La carta di identità di “DUMBO” non la rilascia il Comune bensì il P.R.A. che è gestito dall’ACI. Questo documento rivela tanti particolari interessanti (vedi foto). Leggiamo un po’ … “DUMBO” è un autobus del tipo Mercedes O 303 15 R 365 I D CTG.M3. Va a gasolio, pesa oltre 17 tonnellate ed è omologato per 54 posti. La targa di DUMBO che conosciamo (quella della foto) è EJ755GZ. Nuova targa uguale nuovo veicolo? Macché. Prima ancora “DUMBO” aveva un’altra targa che risulta “distrutta”, la DP980GY. In poche parole, si è fatto un “lifting”. E si vede!! DUMBO è stato immatricolato per la prima volta il 1° marzo del 1990 ed è stato iscritto al P.R.A. come veicolo nuovo il 6 marzo dello stesso anno. Quindi DUMBO ha 23 anni ed il più giovane dei suoi fratelli ne ha 22, visto che la Mercedes Benz ha smesso di produrre il modello O 303 dal 1991! E’ stato acquistato dalla Gaspari Bus con atto del 5/10/2011 al prezzo di 7.200,00 Euro. Prima di finire alla Gaspari Bus, è passato di mano in mano già 7 volte. Quanti chilometri avesse percorso a quella data non è dato sapere: 500.000 o 700.000, come riportano gli annunci di usato in vendita? E chi lo sa! Il rinnovo della sua iscrizione al P.R.A. è del 25 gennaio 2012. DUMBO ha un motore alimentato a gasolio. I bambini -e non solo loro- fanno dunque i conti con le emissioni di anidride carbonica, di monossidi di carbonio, di azoto e con il particolato, tutti nemici giurati dell’ambiente e della salute. Tant’è che qualche Comune ha pensato bene di convertire i motori degli scuolabus da diesel a metano: http://www.dentrosalerno.it/web/2012/11/30/mercato-san-severino-scuolabus-da-diesel-a-metano/ E pensare che per salvaguardare la salute degli alunni della De Amicis dall’azione degli scarichi delle auto il Comune ha voluto il famoso semaforo “intelligente”! E che dire dell’adesione del Comune di Giulianova al Patto dei Sindaci, con l’assunzione d’impegno di tagliare le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020? Ed ora le domande rimaste senza risposta.
“DUMBO”è uno dei 2 mezzi messi a disposizione dalla Gaspari Bus in aggiunta ai 10 che il Comune ha già concesso in usufrutto alla ditta per svolgere il servizio, per un totale di 12 veicoli impegnati. E qui “casca” DUMBO; il capitolato d’oneri prevede infatti quanto segue: “Il servizio dovrà essere effettuato con n. 10 scuolabus di proprietà dell’Amministrazione Comunale concessi in diritto di usufrutto e con l’integrazione, da parte della Ditta appaltatrice, di non meno di n. 2 mezzi di trasporto di cui, la ditta concessionaria, abbia la giuridica disponibilità, nel rispetto delle previsioni di legge. Tali mezzi devono essere di recente immatricolazione e, comunque, di età non superiore a 10 anni dalla prima immatricolazione e con capacità non inferiore a cinquanta posti”. Il Dirigente responsabile e l’Assessore al ramo tengano presente che “DUMBO” non è esattamente un mezzo “nuovo”. Ha spento da poco 23 candeline, che sono 13 in più rispetto alle 10 dalla sua prima immatricolazione così come invece prevede il capitolato d’appalto. Qualcosa non torna, vero? Seconda domanda che attiene alla legittimità dell’appalto: per caso “DUMBO” è uno dei nuovi mezzi che, stando alle reiterate dichiarazioni dell’Assessore ai Servizi Sociali, la Gaspari Bus ha acquistato per sostituire altrettanti automezzi tra i dieci che la ditta ha ricevuto in usufrutto dal Comune, spendendo in tutto 400.000 euro? http://www.cityrumors.it/teramo/politica/critiche-cgil-e-progress-giuliese-per-esternalizzazione-scuolabus-giulianova-44166.html oppure http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/03/09/news/scuolabus-contratti-da-7-giorni-1.5060770 Se così fosse, premesso che “DUMBO” ha 23 anni e che la visura del P.R.A. prova che è costato appena 7.200 euro e che ha già avuto almeno 7 proprietari prima della Gaspari Bus, al posto dell’Assessore mi chiederei che ci ha fatto, oltre ad acquistare un ulteriore mezzo, la ditta vincitrice dell’appalto con i restanti 392.800 euro spesi. Noi intanto chiediamo all’Assessore da dove abbia preso il dato dei 400.000 euro (piano rinnovo del parco mezzi presentato dalla Ditta? Comunicazioni scritte e protocollate? Perizie? Documenti contabili esibiti dalla Ditta? Semplici rumors?) e a cosa si riferiscano esattamente. Vista la sua veneranda età, “DUMBO” è in possesso di tutti i requisiti richiesti dalla legge per l’effettuazione del servizio di trasporto scolastico? Per cortesia, non ci si venga a rispondere in “burocratese” con la solita affermazione che “il mezzo risulta omologato per il trasporto scolastico”. Non ce ne vogliano gli Amministratori ma la sostanza del discorso preme soprattutto ai genitori. Giusto per fare un esempio, “DUMBO” è dotato di sistema frenante ABS, che nel modello Mercedes Benz O 303 non è di serie, così come prevede la legge? Ma chi è questo “chi di dovere”? Il Comune? La ditta che fornisce il servizio? In questo caso la risposta la possiamo anticipare noi ed è “non solo”. Mimmo Di Donna, del Codacons Settore “Scuola Sicura”, che ringraziamo anticipatamente, ci aiuta a comprendere quanto l’argomento sia delicato e spinoso. “Il Dirigente Scolastico (D.S.) è responsabile (in qualità di datore di lavoro) anche dell’infortunio che si verifichi mezz’ora prima o dopo l’orario di lavoro (di lezione): è il c.d. “infortunio in itinere”, che avviene sul percorso di andata e ritorno dal lavoro. Pertanto, anche se il trasporto è istituito e gestito (in appalto/affidamento) da altro datore di lavoro (ad es. il Comune), il Dirigente Scolastico è tenuto a verificare che lo stesso trasporto sia effettuato con mezzi idonei ed omologati per la specifica funzione e che tali mezzi, potenzialmente, non possano procurare degli infortuni ai trasportati. Le caratteristiche tecniche di autobus e scuolabus sono stabilite dal Codice della Stradae relativo regolamento … nonché dal Decreto del Ministero dei Trasporti del 18/04/1977 (G.U. 19 maggio 1997 nr. 135) e succ. mod. ed int.. Per scuolabus e miniscuolabus, al contrario degli autobus, sono state dettate una serie di caratteristiche tecniche, costruttive ed ergonomiche idonee a garantire la sicurezza della tipologia particolare di utenza (bambini): colorazione gialla (Ndr: DUMBO non è di color giallo) che identifica il particolare pericolo connesso all’imprevedibilità dell’utenza del trasporto, pianale basso, finestre ampie (Ndr: le finestre sono tutt’altro che ampie), sedili ergonomici, ecc. ecc. …. E’ quindi pacifico che il trasporto scolastico, anche se venisse affidato a ditte private, per essere sicuro e di qualità deve essere effettuato con mezzi omologati scuolabus o miniscuolabus, aventi le prescritte caratteristiche tecniche (come ratificato ed affermato con il D. M. Trasporti del 02/02/96, in G.U. n. 747 del 26/02/96, che prevede l’effettuazione del trasporto scolastico solo con gli scuolabus)”. Che impressione Le fa, Assessore Cameli, rileggere a distanza di un anno il Suo fatidico “Insomma, abbiamo coniugato sicurezza e risparmio”? Sempre restando in tema di servizio scuolabus a Giulianova, siamo ancora in credito di più di una risposta da parte del Sindaco e dell’Assessore ai Servizi Sociali. http://www.iduepunti.it/cronaca/11_febbraio_2013/giulianova-chi-risponde-sul-trasporto-scolastico-e-sul-servizio-navetta I fatti sopra narrati (in particolare, il costo reale di “DUMBO”) rendono ancor più traballanti ed inverosimili i calcoli di convenienza economica (efficienza) che il Comune ha posto alla base dell’affidamento del servizio alla Ditta esterna, con tutte le conseguenze del caso anche in relazione alla legittimità dell’appalto ed alle connesse responsabilità di amministratori e dirigenti. Chi risponde questa volta per il simpatico “DUMBO”? Il Sindaco? Cameli (Assessore ai Servizi Sociali)? Forcellese (Assessore alla Mobilità)? Filipponi (Assessore all’Ambiente)? Avolio (Dirigente scolastico della Don Milani)? Toc Toc. C’è nessuno?
ILLEGITTIMI GLI ATTI DI SPESA NEGLI ENTI SENZA PUBBLICITA’ SU INTERNET
1 marzo 2013
GLI ENTI DISATTENDONO L’OBBLIGO DI PUBBLICAZIONE SUI SITI DELLE SPESE OLTRE MILLE EURO IN VIGORE DA GENNAIO. In base ad una ricerca condotta dal quotidiano economico-finanziario Il Sole 24 ORE, gran parte degli enti pubblici è “fuori legge”. La trasparenza in materia di spesa degli enti pubblici non è un più un optional ad uso e consumo del politico di turno. E’ un OBBLIGO ai sensi dell’art. 18 del DL 83/2012. L D.L. 22 giugno 2012, n. 83 è stato convertito nella Legge 7 agosto 2012, n. 134. Punto e basta. L’intento della norma è abbastanza chiaro: consentire a cittadini ed imprese di controllare come viene gestito il danaro pubblico; dove vanno a finire le entrate fiscali, l’IMU e quant’altro, in modo da tenere sotto controllo una spesa che nell’ultimo anno è stata pari a 140 miliardi di euro solo per acquisti, oltre a sussidi, contributi e finanziamenti a pioggia. Quanta parte di questi 140 miliardi di euro è spresco? Quanta parte va ad alimentare clientele e quanta, invece, risponde ai reali bisogni dei cittadini? Per ogni spesa superiore ai mille euro annui, in un elenco che comprende sovvenzioni, contributi, sussidi, aiuti finanziari e consulenze assegnati dagli enti territoriali a persone, professionisti, imprese, ecc., l’ente ha l’OBBLIGO di rendere pubblici, e scaricabili, sul sito Internet, nella sezione “Trasparenza, valutazione e merito”, il nome del beneficiario, l’importo, l’atto di spesa, il funzionario o il dirigente che l’hanno autorizzata e un link al progetto finanziato e al curriculum del beneficiario, e il contratto o il capitolato su cui è basata la prestazione pagata dall’ente pubblico. Senza la pubblicazione di tutte le informazioni richieste, l’atto di spesa è da considerarsi illegittimo, con tutte le conseguenze del caso per dirigenti responsabili ed organi di controllo sotto il profilo delle responsabilità amministrativa, contabile e patrimoniale. Destinatari della norma sono tutte le pubbliche amministrazioni, centrali, regionali e locali, nonché le aziende speciali e le società in house delle pubbliche amministrazioni. Come stiamo messi dalle nostre parti? A quanto risulta dai siti internet di alcune amministrazioni, MALISSIMO. Agorà Digitale, ad esempio, ha già riscontrato una irregolarità diffusa in tutte le ASL, Teramo compresa: http://www.aslteramo.it/operazione_trasparenza.asp La Regione Abruzzo non è da meno: http://www.regione.abruzzo.it/portale/index.asp?modello=operazioneTrasparenza&servizio=SSSL&stileDiv=sequence&template=default&msv=info7. Per quanto riguarda il Comune di Teramo (http://www.comune.teramo.it/index.php?id=10), il sito internet deve essere aggiornato ed adeguato agli obblighi di legge che impone trasparenza su tutti gli atti di spesa sopra i mille euro e non solo su alcuni. E in Provincia a Teramo? A cosa serve chiederselo? (http://www.provincia.teramo.it/trasparenza-valutazione-merito In linea con il DL 83/2012 è invece il Comune di Roseto degli Abruzzi:http://www.comune.roseto.te.it/trasparenza_amministrativa.php. Molto lacunoso il sito internet del Comune di Giulianova (http://www.comune.giulianova.te.it/Default.aspx?tabid=754). Comune di Atri idem (http://www.comune.atri.te.gov.it/home/trasparenza-2) e di Pineto pure (http://www.comune.pineto.te.it/internal.asp?art_id=59811&cat_id=28036&category_name=Casette%20dell’Acqua&art_titolo=Corrispettivi%20e%20compensi%20a%20persone,%20professionisti%20imprese%20ed%20enti%20privati). Ci fermiamo qui per evidenti ragioni di tempo e di spazio. Chi volesse verificare sui siti internet del proprio Comune potrà farlo liberamente e, se vorrà, segnalare le eventuali irregolarità alla nostra redazione.
COMUNI: L’ERA DEGLI ASSESSORI “ESTERNI” FINISCE QUI
28 febbraio 2013
Forse non é del tutto errato definire “storica” la Sentenza del TAR Calabria, Sezione I, n. 105 del 14 febbraio scorso: http://www.dirittodeiservizipubblici.it/sentenze/sentenza.asp?sezione=dettsentenza&id=4267 Chiamato a pronunciarsi su un ricorso presentato da un consigliere di un Comune con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, ritrovatosi di colpo escluso dalla corsa ad un posto da assessore, il TAR Calabria ha ribadito quanto giá stabilito dal Testo Unico degli Enti Locali (art. 24, comma 4): “Nei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti lo statuto può prevedere la nomina ad assessore di cittadini non facenti parte del consiglio ed in possesso dei requisiti di candidabilità, eleggibilità e compatibilità alla carica di consigliere”. Cosȋ ancora il TAR Calabria: “Ritenuto che da detta disposizione si desume che la regola (“normalmente”) è che gli assessori devono essere soggetti interni al Consiglio, e che solo eccezionalmente -“tuttavia … anche”-, e comunque limitatamente a due assessori su sette, l’incarico di assessore possa essere affidato a soggetti esterni al Consiglio”. La sentenza TAR Calabria n. 105 del 14 febbraio 2013 mina alla base quell’odiosa pratica, invalsa nei Comuni con meno di 15.000 abitanti -diffusa anche in quelli con popolazione superiore a questa soglia ma non soggetti alla previsione del TUEL sopra richiamata- di ricorrere al meccanismo di designazione di assessori “esterni” (=non eletti consiglieri), senza che il Sindaco ne motivi la nomina, giusto per puntellare maggioranze risicatissime. Quante e quali amministrazioni reggeranno allonda d’urto di questa sentenza? Enrico Gagliano
GIULIANOVA: VARIANTE DIMEZZATA MA NIENTE RIMBORSI ICI ED IMU
25 febbraio 2013
La variante generale al PRG per Mastromauro si è rivelata una Caporetto. La disamina fatta dal consigliere de Il Cittadino Governante, Franco Arboretti, non fa una piega (Tagliati dalla SUP 600.000 mq. di terreni previsti come edificabili. Il Comune dovrà rimborsare ICI e IMU ai proprietari delle aree.): http://www.giuliaviva.it/index.php?option=com_content&view=article&id=744:la-variante-dimezzata&catid=37:parliamone&Itemid=1
O quasi. Il “quasi” è riferito all’ICI e all’IMU che il Comune NON dovrà affatto rimborsare a coloro che hanno finora versato l’imposta in quanto proprietari di aree fabbricabili in base al PRG anche se quelle stesse aree oggi, alla luce della variante, risultano non suscettibili di edificabilità. Per quanto possa sembrare assurdo, il concetto di “area fabbricabile” secondo l’intendimento urbanistico è diverso da quello dell’ICI/IMU e quest’ultimo anticipa, a volte anche di molto tempo, quello urbanistico. Ne consegue che chi, preda di facili illusioni, negli anni del boom dell’edilizia aveva quasi pregato perché il terreno di proprietà cambiasse destinazione d’uso da agricola a fabbricabile, e poi pagato anche l’ICI in vista di una possibile edificazione, si trova ora a dover fare i conti con la variante generale al PRG. In altri Comuni, invece, i più accorti, spaventati dalla crisi del mattone e dalle imposte, hanno da tempo concluso il percorso inverso, restituendo ai terreni di proprietà la loro originaria destinazione agricola. Chi non è riuscito nell’impresa o ha continuato a voler credere nei miracoli della politica locale, ci ha rimesso le penne. A Giulianova in molti hanno atteso, invano, l’ennesimo miracolo fuori stagione. Neanche i Santi non sono più quelli di una volta. Raffaele Di Marcello In Italia il problema del consumo del suolo è ormai drammatico. E nonostante molte amministrazioni si riempiano la bocca di termini come riuso, recupero, consumo suolo zero, tutela del patrimonio agricolo, ecc., i P.R.G. e i P.R.E. poi affermano il contrario. Il fatto della restituzione dell’ICI pagata su previsioni di edificabilità contenute negli strumenti urbanistici adottati è una fattispecie prevista dall’art. 59, comma primo, lettera f) del d.lgs. 446/97, che afferma, testualmente, che i Comuni, con il regolamento sull’ICI (ora IMU) possono “prevedere il diritto al rimborso dell’imposta pagate per le aree successivamente divenute inedificabili, stabilendone termini, limiti temporali e condizioni, avuto anche riguardo alle modalità ed alla frequenza delle varianti apportate agli strumenti urbanistici.” Quindi i comuni “possono” e non “devono” prevedere il rimborso delle imposte pagate su aree che in sede di approvazione definitiva del piano regolatori hanno perso, per diversi motivi (osservazioni, emendamenti, prescrizioni di enti sovraordinati, ecc.) l’edificabilità. Sul fatto poi che sui piani regolatori comunali, che di pianificazione poco hanno in quanto, troppo spesso, si limitano a “concedere” diritti edificatori in maniera quantomeno “bizzarra” seguendo logiche che con la tecnica urbanistica e con il controllo e la conoscenza del territorio e delle sue dinamiche e caratteristiche insediative, culturali, economiche, ecologiche, idrogeologiche, paesaggistiche, ecc., nulla hanno a che fare, non posso che trovarmi d’accordo. E il pagamento dell’ICI non può che essere un deterrente alla “questua” di aree edificabili da parte di cittadini, e ancora più di imprese, che, anche attraverso le osservazioni, chiedono l’edificabilità di terreni che poi si rivelano commercialmente non appetibili. Ma questo non assolve le amministrazioni dalla loro colpa originaria: la gestione del territorio con metodi che di scientifico poco o nulla hanno, fatta “a tavolino” in base a richieste di singoli o di gruppi di pressione. E i risultati di questa politica alla “che te serve”, purtroppo, si vedono, basta farsi un giro per le nostre città ed i nostri paesi. E, purtroppo, è una questione di cultura e di consapevolezza del bene comune, e non basta far pagare l’ICI per frenare questa corsa al massacro. La Redazione 2 AD ADIUVANDUM Commento – L’ICI si paga in base al valore venale e non alle caratteristiche oggettive dell’immobile. Ne deriva che se si possiede un tereno agricolo esso ha un valore venale “effettivamente” basso. Se e quando lo stesso terreno viene destinato sin “dalla semplice approvazione in C.C.” ad area edificabile il suo valore venale si innalza perché ha acquisito una maggiore potenzialità commerciale. Il valore venale -diritto commerciale alla mano- è definito come quello in comune commercio, ed è determinato dall’incontro di due volontà. Al contrario, nel processo di determinazione della base imponibile di un’area edificabile il Comune fissa dei valori di “riferimento” che non troveranno mai riscontro in alcun rogito. Tanto premesso se ho un’area agricola che vale 100 e dopo una variante PRG il suo valore cresce fino a 1.000 e qualcuno se la compera, si è messa in movimento una evidente libera e lecita “speculazione” commerciale ed il Comune impositore ha diritto all’esazione del tributo così come lo Stato ha diritto ai suoi tributi relativi alla transazione (marche da bollo comprese). Se, come accaduto a Giulianova, la stessa area retrocede sempre per variante PRG, nessuno può richiedere indietro i soldi della compravendita e men che meno dei tributi versati. La Redazione Per l’Arch. Marina Rotini Ci piacerebbe essere del Suo stesso avviso … Il Sole 24 ORE e’ tornato sul punto lo scorso 25 febbraio (pag. 3).
Corte di Cassazione 19 Novembre 2007, n. 23889 La massima In tema di imposta comunale sugli immobili, la lettera b) comma 1 articolo 2 del D.lgs. n. 504/1992 è da interpretarsi nel senso che un’area è fabbricabile se utilizzabile a scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale adottato dal comune, non assumendo rilievo né la mancanza dell’approvazione della regione né la non adozione degli strumenti attuativi dello strumento urbanistico. L’inserimento nel piano regolatore generale di un’area – la cui edificazione avverrà attraverso un piano di recupero che il proprietario ha diritto di presentare al Comune – è presupposto idoneo e sufficiente per assegnare alla stessa la natura di terreno edificabile ai fini dell’ICI. Il commento Sommario: Introduzione – 1. La nozione di area fabbricabile – 2. Le difficoltà applicative ai fini ICI – 3. L’intervento delle Sezioni Unite della Suprema Corte – 4. La sentenza della Corte di Cassazione n. 23889 del 19 novembre 2007 – 5. La questione di legittimità costituzionale – 6. Le conclusioni Introduzione Un’area è qualificata – ai fini dell’Imposta comunale sugli Immobili, ICI – come area fabbricabile se è utilizzabile a scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale adottato del comune e ciò indipendentemente dalla sua approvazione (da parte della regione) e dall’adozione degli strumenti attuativi; l’ICI va quindi dichiarata e liquidata sulla base del valore di mercato dell’area. Principio affermato con l’intervento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25506 del 30 novembre 2006. Quest’interpretazione risolve un contrasto sorto nella stessa giurisprudenza della Sezione Tributaria della Cassazione tra l’indirizzo formale-legalistico e quello sostanzialistico (accolto poi dalle Sezioni Unite) ed ha trovato conferma nell’articolo 36 comma 2 del d.l. n. 223 del 4 luglio 2006 (convertito con modificazioni nella legge n. 248 del 4 agosto 2006, il cosiddetto decreto Bersani) che è intervenuto dopo che le stesse Sezioni Unite erano già state investite della questione. Lo stesso orientamento giurisprudenziale è stato confermato, sempre dalla Suprema Corte, con la sentenza n. 23889 del 19 novembre 2007 secondo cui l’inserimento nel Piano regolatore generale di un’area, la cui edificazione avverrà attraverso un piano di recupero che il proprietario ha il diritto di presentare al comune, è un presupposto sufficiente e idoneo per assegnare alla stessa la natura di terreno edificabile ai fini dell’ICI. 1. La nozione di area fabbricabile Uno dei presupposti dell’ICI[1] è il possesso di aree fabbricabili site nel territorio dello Stato, a qualsiasi uso destinati compreso l’utilizzo strumentale o alla cui produzione o scambio è diretta l’attività dell’impresa. Con l’articolo 2 comma 1 lettera b) del d.lgs. n. 504/1992 il legislatore dà una definizione di area fabbricabile quale area utilizzabile a scopo edificatorio in base agli strumenti urbanistici generali o attuativi ovvero in base alle possibilità effettive di edificazione determinate secondo i criteri previsti agli effetti dell’indennità di espropriazione per pubblica utilità. Il legislatore, quindi, fa riferimento all’edificabilità di diritto o legale delle aree fabbricabili, quando questa deriva dalla presenza di strumenti urbanistici a carattere generale – il piano di fabbricazione o il piano regolatore – mentre fa riferimento all’edificabilità di fatto nell’ipotesi, in realtà non frequente, in cui l’ente locale non sia dotato di tali strumenti[2]. Non sono qualificati come aree fabbricabili i terreni posseduti e condotti dagli imprenditori agricoli e da coltivatori diretti che esercitano la loro attività a titolo principale[3] purché, orientamento questo confermato da alcuni interventi giurisprudenziali[4] e dalla stessa prassi[5], vi sia identità tra il soggetto passivo e il conduttore del terreno stesso. Non rientrano nella nozione di area fabbricabile una lunga serie di immobili, come le aree destinate a verde pubblico, a servizi[6] o ad attrezzature scolastiche, le aree sottoposte a vincoli cimiteriali, a servitù militari e quelle destinate a grandi attrezzature. Infine non sono considerate aree fabbricabili le aree pertinenziali dei fabbricati destinate a giardino, le aree di svago, in quanto già comprese nella scheda catastale del fabbricato, le aree sulle quali non è possibile costruire edifici classificabili nei gruppi catastali da A fino a D. In relazione a quest’aspetto si ritiene, comunque, che in presenza di un vincolo temporaneo l’edificabilità non è esclusa, registrando degli effetti soltanto sul valore dell’area[7]. 2. Le difficolta’ applicative ai fini ICI Il legislatore[8] e successivamente la stessa Corte di Cassazione sono intervenuti per risolvere il contrasto giurisprudenziale in materia di soggettività passiva ai fini dell’ICI e delle aree fabbricabili. Con l’articolo 11-quaterdecies comma 16 del d.l.[9]. n. 203 del 20 settembre 2005 il legislatore ha disposto che quanto previsto nella lettera b) dell’articolo 2 del d.lgs. istitutivo dell’ICI è da interpretarsi nel senso che un’area è da considerare comunque fabbricabile se è utilizzabile a scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale, indipendentemente dall’adozione di strumenti attuativi del medesimo. Sulla base della sua formulazione la norma ha natura di interpretazione autentica, intervenendo su una questione che aveva spaccato la stessa Corte di Cassazione che con propria sentenza n. 10062 dell’8 marzo 2005 aveva rimesso gli atti alle Sezioni Unite per dirimere il contrasto interpretativo circa l’individuazione del quando i terreni debbono essere qualificati come aree fabbricabili[10]. Sulla base di un primo orientamento giurisprudenziale la Suprema Corte collega[11] la qualificazione di area edificabile ai fini dell’ICI, agli strumenti urbanistici generali o agli strumenti attuativi, concludendo per l’assogettabilità in entrambi i casi e facendo discendere l’edificabilità anche da Prg non attuabili o particolareggiati, essendo sufficiente che la qualificazione risulti da un Prg sebbene l’assenza di un piano attuativo dello strumento generale attenui la potenzialità edificatoria dell’area influenzandone la base imponibile. Quest’orientamento giurisprudenziale si associa alla prassi dell’amministrazione finanziaria secondo cui l’edificabilità emerge dal piano regolatore generale senza che ciò debba risultare da piani particolareggiati; la differenza incide soltanto sulla quantificazione della base imponibile che è rappresentata dal valore venale in comune commercio dell’area fabbricabile, in quanto è evidente che il valore di un’area è maggiore se compresa in un piano particolareggiato rispetto al caso in cui tale area sia compresa soltanto nel Prg[12]. A distanza di pochi mesi l’orientamento degli stessi giudici di Piazza Cavour cambia radicalmente interpretando la lettera b) dell’articolo 2 comma 1 del d.lgs. n. 504/1992 nel senso di considerare imponibili le aree che sono suscettibili di edificazione effettiva, escludendo quelle che, seppur inserite nel Prg, non sono oggetto di edificazione a causa della mancata approvazione dei piani attuativi[13]. Il legislatore interviene sulla querelle accogliendo la prima tesi e considerando aree fabbricabili quelle aree utilizzabili in base al Prg, anche indipendentemente dall’esistenza o meno di un piano attuativo. Il tempestivo intervento del legislatore ha dato vita a due importanti conseguenze. La prima è che in tutti i processi tributari che si fondavano sulla questione hanno visto uscire vittoriosa l’amministrazione locale, in quanto la norma ha una chiara natura di interpretazione autentica. In secondo luogo l’ente può applicare l’ICI per tutte le aree fabbricabili inserite nel Prg, anche in assenza di uno strumento attuativo [14]. La norma ha carattere interpretativo rispetto alle norme precedenti [15] con efficacia retroattiva sui rapporti di imposta non ancora definiti, in quanto rispetta
appieno le condizioni di ammissibilità della legge di interpretazione autentica, condizioni precisate con la sentenza n. 4616 del 3 marzo 2005 della Corte di Cassazione [16]. Il comune può, infine, prevedere – con regolamento e in base a quanto previsto dall’articolo 59 comma 1 lettera f) del d.lgs. n. 446 del 15 dicembre 1997 – il diritto al rimborso dell’imposta pagata per le aree successivamente divenute inedificabili, stabilendone termini, limiti temporali e condizioni, con riferimento anche alle modalità ed alla frequenza delle varianti apportate agli strumenti urbanistici. Il mancato esercizio di tale facoltà fa rientrare i rimborsi nella norma generale[17] contenuta nell’articolo 13 comma 1 del d.lgs. n. 504/1992, così come modificato dalla legge finanziaria per il 2007. L’articolo 36 comma 2 del decreto Bersani – d.l. n. 223 del 4 luglio 2006 convertito con la legge n. 248 del 4 agosto 2006 – interviene, nuovamente, sulla nozione di area fabbricabile precisando che ai fini delle imposte sui redditi, dell’Iva, dell’imposta di registro e dell’ICI un’area è da considerare fabbricabile se utilizzabile a
scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale adottato dal Comune, indipendentemente dall’approvazione della Regione e dall’adozione di strumenti attuativi del medesimo, confermando ed ampliando quanto già previsto dal d.l. n. 203 del 20 settembre 2005 e risolvendo, in tal modo, il contrasto giurisprudenziale[18]. 3. L’intervento delle sezioni unite della Suprema Corte Con la sentenza n. 25506 del 30 novembre 2006 la Suprema Corte a Sezioni Unite è intervenuta risolvendo il contrasto giurisprudenziale[19]. Il comune di Noventa di Piave (provincia di Venezia) ricorre contro la contribuente C. erede di un contribuente che aveva impugnato avvisi di accertamento notificati dal comune: · per gli anni 1993-94 per infedele dichiarazione ICI in quanto era stato dichiarato che i terreni agricoli di proprietà erano condotti direttamente – per beneficiare della riduzione prevista dall’articolo 9 del d.lgs. n. 504/1992; · per gli anni 1995-97 per l’omessa dichiarazione di variazione di destinazione urbanistica dei terreni, che erano divenuti edificabili a seguito dell’adozione del Piano regolatore generale. La Ctp ha accolto in pieno il ricorso relativo agli anni 1995-97 (che qui interessano) affermando che il Prg, seppur adottato, è stato approvato dalla Regione soltanto in epoca successiva. L’appello in Ctr è stato proposto da entrambi le parti in causa. La Commissione regionale ha confermato la tesi che la semplice adozione del Prg – non ancora approvato dalla Regione – non attribuisce il carattere dell’edificabilità al terreno. Il comune ha presentato ricorso, contro tale decisione, per Cassazione denunciando la violazione dell’articolo 2 comma 1 lettera b) del d.lgs. n. 504/1992 in quanto l’adozione del Prg è sufficiente per far considerare le aree fabbricabili e questo anche prima del perfezionamento dello strumento stesso. I giudici della Suprema Corte sono stati chiamati a dare l’interpretazione corretta all’articolo sopra richiamato[20] ed hanno fatto una breve premessa sulla stessa imposta comunale sugli immobile, definendola un’imposta locale sul patrimonio immobiliare, con aliquota unica, reale e riferita all’anno solare, che incide sia sul possesso dei terreni agricoli che su quello delle aree fabbricabili. La modalità per la determinazione della base imponibile è diversa e consiste: · per le aree fabbricabili, nel valore venale in comune commercio calcolato al primo gennaio dell’anno solare, considerando la zona territoriale di ubicazione, la destinazione d’uso consentita, l’indice di edificabilità, gli eventuali oneri per i lavori di adattamento, i prezzi medi rilevati sul mercato per aree con analoghe caratteristiche[21]; · per i terreni agricoli, nel reddito dominicale risultante in catasto moltiplicato per 75, oltre gli eventuali coefficienti di rivalutazione. Questa distinzione è rilevante esclusivamente per l’individuazione del criterio per determinare la base imponibile ma è non è da considerare per accertare se un bene è imponibile o meno. La base imponibile che per un’area fabbricabile può essere modificata in base all’andamento del mercato o in relazione al perfezionamento dello ius edificandi ed è fisiologico che l’ICI in quanto imposta patrimoniale, sia commisurata al valore del patrimonio e quindi possa subire variazioni, in aumento o in diminuzione. A fissare i criteri per determinare se un suolo è da considerarsi come terreno agricolo o come area fabbricabile è lo stesso legislatore del d.lgs. n. 504/1992, in quanto: · per terreno agricolo si intende il terreno adibito alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all’allevamento di animali ed alle attività connesse[22]; · per area fabbricabile si intende quell’area utilizzabile a scopo edificatorio in base agli strumenti urbanistici generali o attuativi. Accogliendo la tesi sostanzialistica, la novella legislativa (precedentemente richiamata) è intervenuta chiarendo i dubbi esistenti nella stessa giurisprudenza della Corte di Cassazione, secondo la quale non è necessario che lo strumento urbanistico, adottato dal comune, abbia perfezionato il suo iter con l’approvazione da parte della Regione. L’inserimento di un terreno nel Prg, infatti, viene percepita come qualcosa di esistente e di non facilmente reversibile e sufficiente per far venir meno il rapporto tra reddito dominicale e valore del terreno[23] e questo in quanto, continua la Suprema Corte, non interessa e non è necessario ai fini fiscali che il suolo sia, immediatamente ed incondizionatamente, edificabile affinché si possa far ricorso al criterio del valore venale in comune commercio. L’avvio della procedura di trasformazione urbanistica del suolo implica la sua trasformazione ai fini fiscali non consentendo più il riferimento al criterio del reddito dominicale. Per espressa previsione del legislatore la norma del decreto Bersani deve essere utilizzata per l’Iva, per il Tuir, per l’ICI e per l’imposta di registro e non introduce, come visto, un nuovo criterio di valutazione ma chiarisce che il terreno è considerato area edificabile dal momento che è stato inserito nello strumento urbanistico, anche se non è ancora operativo. Il punto fondamentale della norma e dello stesso intervento delle Sezioni Unite è la specificazione che l’edificabilità dei suoli ai fini fiscali non è condizionata dall’approvazione della Regione e dall’adozione di strumenti attuativi. Chiaramente lo ius edificandi e lo ius valutandi poggiano su presupposti differenti, il primo sul perfezionamento delle relative procedure, il secondo sull’avvio delle stesse. Non si può costruire se, da un lato, prima non sono state definite tutte le norme di riferimento, dall’altro si può valutare un suolo a vocazione edificatoria anche prima del completamento delle procedure. Con il decreto Bersani si mette un punto fermo sui diversi orientamenti giurisprudenziali, considerando sufficiente l’avvio della procedura per la formazione del Prg, per determinare un diverso criterio di calcolo della base imponibile, in quanto il semplice avvio genera un’impennata di valore e la volontà e la finalità del legislatore fiscale è quella di tener conto delle variazioni di valore che subiscono i suoli a seguito degli strumenti urbanistici. La finalità della legislazione urbanistica è, invece, quello di garantire che lo ius edificandi venga esercitato quando gli strumenti urbanistici sono perfezionati, ius da non confondere, come già detto in precedenza, con lo ius valutandi che poggia su un diverso presupposto. 4. La sentenza della Corte di cassazione n. 23889 del 19 novembre 2007 Nella sentenza in commento la Federazione Italiana dei Consorzi (in liquidazione giudiziale) ha presentato ricorso per Cassazione contro la decisione della Commissione Tributaria Regionale della Toscana – Ctr. Oggetto della controversia[24] è l’avviso di accertamento ICI con il quale il comune di Cecina (Li) ha aumentato (per l’annualità 1993) il valore di un terreno da circa 5 miliardi di lire a 24 miliardi. La Ctp di Livorno accoglieva parzialmente il ricorso, riducendo il valore del terreno a 18 miliardi. La sentenza è stata, poi, confermata dalla Ctr che ha ritenuto che il terreno è da considerarsi area edificabile in quanto inserito negli strumenti urbanistici, facente parte di un piano di recupero che permette la realizzazione di oltre 100 mila metri cubi di fabbricati. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso della Federazione per non ammissibilità del motivo dedotto dalla ricorrente secondo la quale non è sufficiente per l’accertamento della natura di un terreno, agricolo o edificabile, il suo semplice inserimento nel Prg visto che per la realizzazione dell’attività edilizia sono necessari ulteriori adempimenti burocratici, quali il rilascio di atti e attestati integrativi, che investono una questione non di legittimità ma esclusivamente di merito. Nonostante questo i giudizi di Piazza Cavour ritengono infondata la richiesta del ricorrente in quanto il d.lgs. n. 504/1992 dà una definizione di area fabbricabile ai fini ICI come l’are
a utilizzabile a scopo edificatorio in base agli strumenti urbanistici generali o attuativi ovvero in base alle possibilità effettive di edificazione determinate secondo i criteri previsti agli effetti dell’indennità’ di espropriazione per pubblica utilità ed è la stessa Federazione dei Consorzi a sostenere (nel proprio ricorso) che l’area è inserita nel Prg e tale inserimento, sulla base della normativa richiamata, è un presupposto necessario e sufficiente per qualificare il terreno come edificabile ai fini dell’ICI. Per la Corte ciò che è rilevante è l’utilizzabilità edificatoria permessa dallo strumento urbanistico, essendo sufficiente la previsione del
Prg e non richiedendo che l’edificabilità derivi da piani urbanistici particolareggiati. La Corte fa poi esplicito richiamo alla propria sentenza a Sezioni Unite n. 25506/2006 con la quale si conferma che a seguito dell’entrata in vigore dell’articolo 11 quaterdecies comma 16 del d.l. n. 203 del 30 settembre 2005 e del comma 2 dell’articolo 36 del d.l. n. 223 del 4 luglio 2006 viene fornita l’interpretazione autentica del comma 1 lettera b) dell’articolo 2 del d.lgs. n. 504/1992 secondo la quale l’edificabilità di un’area è desunta dalla qualificazione a questa attribuita nel Piano regolatore generale adottato dal comune e ciò indipendentemente dalla sua approvazione da parte della regione e dall’adozione di strumenti urbanistici attuativi. E questa introduzione nel Prg, continua la sentenza della Suprema Corte – ricalcando l’intervento a Sezioni Unite – è sufficiente a generare un aumento sensibile del valore del bene e quindi giustificare una variazione del prelievo nel periodo d’imposta, in conformità alla natura periodica del tributo. L’inapplicabilità del criterio fondato sul valore catastale dell’immobile impone di tener conto nella determinazione della base imponibile della maggiore o minore attualità delle sue potenzialità edificatorie e anche dell’incidenza di ulteriori oneri di urbanizzazione. In considerazione, infine, dei profili della controversia e del recente intervento delle Sezioni Unite la Corte di Cassazione rigetta il ricorso della Federazione Italiana dei Consorzi e compensa le spese[25]. 5. La questione di legittimita’ costituzionale Nonostante tutti gli interventi indicati continuano a rimanere di dubbia legittimità costituzionale le norme previste con il d.l. n. 223/2006 sull’edificabilità dei terreni agricoli inclusi in un piano regolatore generale, privo di strumenti attuativi e dell’approvazione regionale. La Commissione tributaria Regionale del Lazio con propria ordinanza[26], dopo quella già presentata nel 2006, ha rimesso alla Corte Costituzionale le norme dei d.l. n. 203/2005 e 223/2006 che considerano edificabili gli immobili che per la Ctr tali non sarebbe possibile considerare nel rispetto delle leggi urbanistiche e di una consolidata giurisprudenza in quanto tale principio non è considerato compatibile né con i principi fissati dall’articolo 3 della Costituzione a tutela dell’uguaglianza, della ragionevolezza e della razionalità né con il principio della capacità contributiva, previsto dall’articolo 53 della Carta Costituzionale. Secondo la Ctr edificabile è solo quel terreno per il quale è stato rilasciato un permesso di costruire, in quanto soltanto in questo momento sono definite le caratteristiche dell’immobile da costruire, rendendo possibile determinare con esattezza il valore del terreno. Un’interpretazione diversa finirebbe, per la Ctr, col tassare un’edificabilità solo potenziale e non attuale, incidendo su una capacità contributiva non esistente, in contrasto quindi con i principi affermati dalla stessa Corte Costituzionale, secondo cui la capacità contributiva va verificata nei presupposti di fatto e di diritto. In conclusione, ritenendo d’ufficio che la questione di legittimità costituzionale per violazione degli articoli 3 e 53 della Costituzione nonché dei principi di ragionevolezza, razionalità, non contraddizione da parte dell’art. 11-quaterdecies, comma 16 del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, della legge 2 dicembre 2005, n. 248, e dell’art. 36, comma secondo del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, sia rilevante e non manifestamente infondata, la Commissione sospende il giudizio, ai sensi dell’art. 1 della legge costituzionale 9 febbraio 1949, n. 1, e dell’art. 23 della legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 87 e, riservata ogni altra decisione in rito e nel merito, invia gli atti alla Corte costituzionale. 6. Le conclusioni Il presupposto dell’ICI non è collegato, dal d.lgs. n. 504/1992, all’idoneità del bene a produrre reddito o alla sua attitudine ad incrementare il proprio valore o il reddito prodotto, in quanto il valore dell’immobile assume rilievo ai soli fini della determinazione della base imponibile e quindi per la concreta misura dell’imposta. Per le Sezioni Unite della Suprema Corte un’area è da considerarsi fabbricabile se è utilizzabile a scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale adottato dal comune, indipendentemente dall’approvazione della Regione e dall’adozione di strumenti attuativi. L’ICI va dichiarata e liquidata sulla base del valore di mercato dell’area e il beneficio della tassazione su base catastale (prevista per i terreni agricoli) non compete quando si tratta di suoli la cui vocazione è stata formalizzata in uno strumento urbanistico, benché non operativo, in quanto tale elemento è sufficiente a far incrementare il valore del suolo. Conformemente all’intervento delle Sezioni Unite il legislatore ha ritenuto che, a prescindere dallo status giuridico formale dello strumento urbanistico, non è più possibile apprezzare il valore dello stesso suolo sulla base di un parametro di riferimento – il reddito dominicale – che diventa superato da più attuali criteri di valutazione economica. Tutti questi principi sono stati ampiamente accolti nella sentenza della Corte di Cassazione n. 23889/2007 che ha fatto esplicito riferimento ai recenti interventi del supremo giudice di legittimità e del legislatore. La Suprema Corte nella sentenza in rassegna ha ribadito – e questo in applicazione della norma interpretativa di cui al comma 2 dell’articolo 36 del d.l. n. 223/2006 – che ai fini ICI un’area è fabbricabile se utilizzabile in base allo strumento urbanistico generale adottato, indipendentemente dall’approvazione della regione e dall’adozione di strumenti attuativi. Dalla sentenza dei giudici di Piazza Cavour si desume, quindi, che il valore di un terreno e la sua potenzialità edificatoria non rappresenta il presupposto dell’ICI ma è rilevante soltanto ai fini della determinazione della base imponibile e quindi dell’effettivi imposta dovuta che deve necessariamente tener conto sia degli ulteriori oneri di urbanizzazione che di quanto sia prossima ed effettiva l’utilizzabilità edificatoria del terreno. Eugenio Piscino Responsabile del Settore Finanziario del Comune di Gragnano Revisore Contabile ——————————————————————————– [1] Istituzione avvenuta con il d.lgs. n. 504 del 30 dicembre 1992. [2] L’articolo 5 bis del d.l. n. 333 del 11 luglio 1992 convertito dalla legge n. 259 del 8 agosto 1992 ha introdotto il concetto di edificabilità di fatto accanto al concetto di edificabilità legale e questo ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione per pubblica utilità. [3] Sui quali persista l’utilizzazione agro-silvo-pastorale mediante l’esercizio di attività dirette alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, alla funghicoltura ed all’allevamento di animali. [4] La Corte di Cassazione ha più volte ribadito (si veda su tutte la sentenza n. 19750 del 4 ottobre 2004) che al fine di applicarsi l’esenzione per i coltivatori diretti, il proprietario deve possedere lo status di coltivatore diretto o di imprenditore agricolo a titolo principale, non essendo sufficiente la coltivazione del fondo. [5] Si veda la circolare ministeriale n. 7/1106 del 10 giugno 1993, risposta 5.18. [6] Si vedano la circolare ministeriale 3 agosto 1979 n. 25/364695 e, sulla natura non edificabile di un’area sottoposta a “verde pubblico”, la risoluzione ministeriale 27 novembre 1988 n. 400756. [7] Per la determinazione della base imponibile si veda E. Piscino, L’imposta comunale sugli immobili e le aree fabbricabili, Rivista della scuola superiore dell’economia e delle finanze, n. 1/2007. [8] L’intervento del legislatore nel contrasto giurisprudenziale è stato commentato da M. Bonazzi, Imposta sugli immobili una batosta, ItaliaOggi del 12 novembre 2005.
[9] Convertito con modificazioni con la legge n. 248 del 2 dicembre 2005. [10] La sentenza è commentata da A. Buscema, Area edificabile basta il Prg, in FiscoOggi, edizione del 28 marzo 2006. [11] Con la sentenza n. 16751 del 11 maggio 2004, brevemente commentata da S. Cinieri, Osservatorio giurisprudenziale n. 131, FiscoOggi, edizione del 10 gennaio 2005. [12] Ministero dell’economia e delle finanze nella risoluzione n. 209/E del 17 ottobre 1997, commentata ampiamente da M. Altobelli, La base imponibile dell’Ici: le aree fabbricabili, Tributi Locali e Regionali n. 1/2006, Maggioli editore. [13] Ci si riferisce alla sentenza della Suprema Corte n. 21573 del 13 novembre 2004, in Bollettino Tributario d’Informazioni n. 7/2005. [14] In considerazione della discordanza interpretativa, giustificata dall’esistenza del contrasto giurisprudenziale, lo scrivente ritiene opportuno la notifica degli avvisi di accertamento privi di sanzioni in capo ai contribuenti, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 10, comma 3 della Legge 27 luglio 2000 n. 212 recante disposizioni in materia di Statuto dei diritti del contribuente. [15] In particolare l’articolo 2, comma 1, lettera b), del d.lgs. n. 504/1992. [16] Tale sentenza ha precisato le seguenti condizioni: 1. la legge di interpretazione autentica ha efficacia retroattiva ed è quindi applicabile ai rapporti d’imposta sorti prima della sua entrata in vigore e non ancora definiti; 2.il giudicato si pone come limite suscettibile d’impedire il dispiegamento di efficacia della nuova norma d’interpretazione autentica alla fattispecie concreta; 3. è ammissibile quella legge di interpretazione autentica che presuppone il contenuto non inequivoco della norma interpretata e la riconducibilità dell’esegesi prescelta dal legislatore a una delle alternative prima ammissibili – articolo 11 delle preleggi, e articoli 1 e 3 della legge n. 212/2000; 4. il dettato della norma interpretativa deve ridurre univocamente e non eccedere la portata precettiva teorica della disposizione precedente. [17] Art. 13 – Rimborsi – 1. Il contribuente può richiedere al comune al quale è stata versata l’imposta il rimborso delle somme versate e non dovute, entro il termine di tre anni dal giorno del pagamento ovvero da quello in cui è stato definitivamente accertato il diritto alla restituzione. Sulle somme dovute al contribuente spettano gli interessi nella misura indicata nel comma 5 dell’articolo 14. 2. Le somme liquidate dal comune ai sensi del comma 1 possono, su richiesta del contribuente da comunicare al comune medesimo entro 60 giorni dalla notificazione del provvedimento di rimborso, essere compensate con gli importi dovuti a titolo di imposta comunale sugli immobili. La legge finanziaria per il 2007 ha previsto al comma 164 dell’articolo unico quanto segue: 164. Il rimborso delle somme versate e non dovute deve essere richiesto dal contribuente entro il termine di cinque anni dal giorno del versamento, ovvero da quello in cui e’ stato accertato il diritto alla restituzione. L’ente locale provvede ad effettuare il rimborso entro centottanta giorni dalla data di presentazione dell’istanza. [18] Si vedano in particolare sezione tributaria della Cassazione, ordinanze n. 10062/2005 e n. 3504/2006 . Le sentenze sono brevemente commentate da M. Maiorino, Un’autentica liberazione, FiscoOggi, edizione del 10 agosto 2006. [19] La sentenza 25506 è commentata brevemente da G.P. Teti, Aree fabbricabili, Agel, Ancitel. La sentenza è altresì commentata da S. Giovagnoli e G. Rebecca, La sentenza n. 25506/2006 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione conferma la natura interpretativa della nuova definizione di area fabbricabile, Il Fisco, n. 2/1 2007. [20] Articolo che dispone che per area fabbricabile si intende l’area utilizzabile a scopo edificatorio in base agli strumenti urbanistici generali o attuativi. [21] Si veda il d.lgs. n. 504/1992 articolo 5 comma 5. [22] Articolo 2 comma 1 lettera b) del d.lgs. n. 504/1992 e articolo 2135 del codice civile. [23] Si vedano le sentenze della Corte di Cassazione: n. 17513/2002; conf., ex plurimis, n. 4381/2002, n. 4120/2202, n. 17762/2002 e n. 13817/2003. Una parte di tali sentenze, in particolar modo la n. 17513/2002 e la n. 13817/2003, sono commentate da A. Buscema e G. Caputi, Ai terreni divenuti edificabili non si applica la valutazione automatica, FiscoOggi, edizione del 6 novembre 2003. [24] L’argomento è trattato anche da E. Piscino, L’imposta comunale sugli immobili e le aree fabbricabili, Rivista della scuola superiore dell’economia e delle finanze, n. 1/2007. [25] Il principio è analogo a quanto previsto nella sentenza n. 19131 del 12 settembre 2007 della Corte di Cassazione. Sentenza brevemente commentata sul sito www.ufficiotributi.it, Maggioli editore. Ulteriori commenti sono di M. Maiorino, Ici nessun salvagente dal rischio esproprio, FiscoOggi, edizione del 21 novembre 2007 e A. Iannaccone, Terreni edificabili. La futura espropriazione non elimina l’Ici, FiscoOggi, edizione del 25 settembre 2007. [26] Ordinanza della Ctr del Lazio, pubblicata il 5 dicembre 2007 – G.U. I Serie Speciale n. 47. SVOLGIMENTO DEL PROCESSO La Liquidazione Giudiziale dei beni ceduti della Federazione Italiana dei Consorzi ha impugnato l’avviso di accertamento con il quale il Comune di Cecina ha elevato a fini ICI per il 1993 il valore di un terreno di mq. 75.000, da L. 5.060.323.840 a L. 24.000.000.000. La Commissione Provinciale ha accolto parzialmente il ricorso ed ha ridotto il valore a L. 18.000.000.000. La sentenza, gravata dalla contribuente, è stata confermata dalla Commissione Regionale, che ha ritenuto, e trattarsi di area edificabile inserita negli strumenti urbanistici, facente parte di un piano di recupero che consente la realizzazione di 120.000 metri cubi, e condivisibile la valutazione ai fini ICI di cui alla sentenza di primo grado tenendo conto questa della spese attinenti alla demolizione dei manufatti. Ha proposto ricorso la Liquidazione deducendo due motivi. Il Comune ha resistito con controricorso illustrato da memoria. MOTIVI DELLA DECISIONE Con il primo motivo la ricorrente ha dedotto violazione e falsa applicazione di norme di diritto in quanto la Commissione Regionale avrebbe ritenuto edificabile l’area solo perché sarebbe stata classificata come zona B/3, destinata secondo le previsioni del Piano Regolatore Generale alla realizzazione di una attività edilizia, e non avrebbe considerato, invece, che sarebbero stati necessari “ulteriori adempimenti burocratici” comportanti il “successivo rilascio, secondo gli strumenti urbanistici vigenti, di altri attestati o atti integrativi, che non sia il semplice inserimento in un P.R.G.”. il Comune ha rilevato l’inammissibilità della censura sia perché relativa ad una questione di fatto, e sia perché la ricorrente, pur denunziando una violazione di legge, non ha poi indicato la norma che sarebbe stata violata. Ha poi sostenuto anche l’infondatezza del mezzo in quanto nel caso specifico l’area è stata inserita nel Piano Regolatore Generale come edificabile, con la previsione che “l’edificazione dell’area” avvenga attraverso un piano di recupero che il proprietario ha il diritto di presentare al Comune. Su questa base, ha concluso che allo stato attuale non vi e alcun impedimento per realizzare le previsioni del P.R.G., essendo sufficiente la presentazione di “un semplice progetto di piano di recupero”. Ritiene la Corte che la censura è innanzitutto inammissibile poiché l’accertamento della natura di un terreno (edificabile o agricolo), riguarda una questione di merito sottratta al sindacato di legittimità. Peraltro, essa è anche infondata poiché il D.Lgs. n. 504 del 1992, art. 2, comma 1, lett. b), definisce area edificabile a fini ICI “l’area utilizzabile a scopo edificatorio in base agli strumenti urbanistici generali o attuativi ovvero in base alle possibilità effettive di edificazione determinate secondo i criteri previsti agli effetti dell’indennità di espropriazione per pubblica utilità”. Nella specie, la stessa ricorrente ha sostenuto che l’area di che trattasi è inserita in un Piano
Regolatore Generale. Ebbene, un tale inserimento, alla stregua della norma testè richiamata, è presupposto idoneo e sufficiente per assegnare la natura di terreno edificabile ai fini dell’ICI, dal momento che ciò che rileva e l’utilizzabilità edificatoria consentita dallo strumento urbanistico, il tenore letterale della norma esclude la necessità che l’edificabilità discenda da piani urbanistici particolareggiati, essendo sufficiente la previsione del piano regolatore generale.
La stessa Suprema Corte a Sezioni Unite del resto, con sentenza n. 25506/06, che questo Collegio pienamente condivide, ha affermato che in tema di ICI, a seguito dell’entrata in vigore del D.L. 30 settembre 2005, n. 203, art. 11 quaterdecies, comma 16, convertito con modificazioni dalla L. 2 dicembre 2005, n. 248, e dell’art. 36, comma 2, del D.L. 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla L. 4 agosto 2006, n. 248, che hanno fornito l’interpretazione autentica del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 504, art. 2, comma 1, lettera b), , l’edificabilità di un’area, ai fini dell’applicabilità del criterio di determinazione della base imponibile fondato sul valore venale, dev’essere desunta dalla qualificazione ad essa attribuita nel piano regolatore generale adottato dal Comune, indipendentemente dall’approvazione dello stesso da parte della Regione e dall’adozione di strumenti urbanistici attuativi. L’inizio del procedimento di trasformazione urbanistica è infatti sufficiente a far lievitare il valore venale dell’immobile, le cui eventuali oscillazioni, in dipendenza dell’andamento del mercato, dello stato di attuazione delle procedure incidenti sullo “ius aedificandi” o di modifiche del piano regolatore che si traducano in una diversa classificazione del suolo, possono giustificare soltanto una variazione del prelievo nel periodo d’imposta, conformemente alla natura periodica del tributo in questione, senza che ciò comporti il diritto al rimborso per gli anni pregressi, a meno che il Comune non ritenga di riconoscerlo, ai sensi del D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446, art. 59, comma 1, lettera f). L’inapplicabilità del criterio fondato sul valore catastale dell’immobile impone peraltro di tener conto, nella determinazione della base imponibile, della maggiore o minore attualità delle sue potenzialità edificatorie, nonché della possibile incidenza degli ulteriori oneri di urbanizzazione sul valore dello stesso in comune commercio. Con il secondo motivo la ricorrente ha dedotto omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione della sentenza in quanto la Commissione Regionale ha ritenuto non compatibile ai fini ICI il valore definitosi nel 1994 nel contesto della cessione del compendio immobiliare de quo da essa ricorrente alla Aulo Cecina s.r.l. nella misura di L. 7.000.100.000. Il Comune ha eccepito l’inammissibilità della censura sia per violazione del principio di autosufficienza del ricorso, non essendo stati in esso indicati con precisione i documenti che avrebbero dovuto essere valutati, e sia perché l’attribuzione del valore al bene non può essere sindacata in sede di legittimità. Ritiene la Corte che la censura è infondata poiché la Commissione ha esaminato le ragioni dedotte sul punto dalla contribuente ed ha ritenuto di non condividerle fornendo una sua motivazione, pur se estremamente succinta. Peraltro, la mancata contestazione del valore da parte dell’Ufficio del Registro non costituisce un elemento probatorio di particolare significato, da utilizzare in una fattispecie nella quale imposta ed Ente impositore sono totalmente diversi. In considerazione dei profili sostanziali della controversia e del recente intervento delle S.U. le spese del giudizio di legittimità vanno compensate. P.Q.M. Rigetta il ricorso. Compensa le spese. marinarotini Se la definitiva approvazione del piano annulla la edificabilità prevista in fase di adozione, è dovuta la restituzione delle somme introitate ai fini ICI e IMU come contemplato dalla Normativa di riferimento. In più, dette somme dovrebbero essere restituite con l’ interesse del 14% per ogni annualità versata entro e non oltre 180gg. dalla domanda di rimborso ai sensi dell’ art. 1, comma 164 della legge 296/2006.
PROVINCIA DI TERAMO: DOVE VIVE MONTEBELLO?
14 febbraio 2013
Il Consiglio Provinciale è convocato per il 7 febbraio scorso. Tra i vari punti da discutere c’è anche un ordine del giorno sulla TERAMO LAVORO, presentato in apertura di consiglio. A seguire il taglio ai rimborsi dei gruppi consiliari ed alle indennità dei consglieri. Passa il rinvio dei lavori proposto da un consigliere del PDL, Flaviano Montebello, causa incombenti impegni legati alla campagna elettorale. Scatta l’appaluso -ironico- dei numerosi ex dipendenti della TERAMO LAVORO presenti in aula. Qualcuno decide che la misura è colma e si dimette: il consigliere indipendente, Riccardo Mercante. Chapeau. Qualcun altro, sempre Montebello, anziché ritirarsi anch’egli sull’Aventino, invita il Collega a tornare in Consiglio. A far cosa e con chi, in un Ente perfettamente inutile e ridotto nella condizione in cui oggi versa a causa della “cattiva politica”? Montebello non intende il senso delle dimissioni di Mercante perchè, come molti tra i suoi colleghi, non abita più tra noi comuni mortali. Con altri pochi “eletti” vive in un tempo fuori dal tempo, quello delle correnti, dell’arte del galleggiare e degli incarichi, prossimo ad essere spazzato via dalla crisi e dalla degenerazione dei partiti, al tempo di certi riti antichi che oggi risultano ai più intollerabili. Il conto alla rovescia è già iniziato. La Redazione de I Due Punti
GIULIANOVA: CHI RISPONDE SUL TRASPORTO SCOLASTICO E SUL SERVIZIO NAVETTA?
11 febbraio 2013
Dopo le proteste di alcune mamme di Villa Pozzoni contro alcuni disservizi del trasporto scolastico gestito a Giulianova da una ditta privata, http://giuliaviva.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=19&Itemid=138 ci siamo presi la briga di andare a guardare il filmato della seduta del Consiglio Comunale del 29 novembre dello scorso anno. In quell’occasione il Consiglio si riunì per deliberare, tra le altre cose, anche sull’assestamento di bilancio 2012. Uno degli interventi più attesi fu quello dell’Assessore al Bilancio, Loris Vanni, http://www.ilcittadinogovernante.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2310:consiglio-29-novembre-2012-punti-1-2-3-riequilibrio-di-bilancio-intervento-vanni&catid=231:consiglio-comunale-29-novembre-2012&Itemid=151 che nell’illustrare i “numeri” di alcune spese, rivisti rispetto a quelli indicati nel bilancio di previsione, dedicò qualche minuto anche al servizio di trasporto scolastico (time 15:45): “Nella stima della previsione in sede di bilancio poiché si è trattato di un contratto in corso sono state fatte alcune valutazioni di merito e invece poi ad una più puntuale verifica si sono accertate che erano capitoli insufficienti. Anche qui la cifra è non significativa rapportata ai 150.000 euro cioè 213.000 euro”. In che senso “non significativa”? Una previsione di spesa che sballa per 152.000 euro (così preciserà meglio nel prosieguo dei lavori l’Assessora Cameli) non può essere definita poco significativa per un Comune che, come quel dibattito consiliare ha ampiamente dimostrato, attraversa una fase di gravissima crisi finanziaria, e che aveva fondato la scelta di esternalizzare il servizio di trasporto scolastico facendo propria la tesi, già debole in partenza, della maggiore economicità della nuova gestione in appalto del servizio rispetto a quella diretta. E già, perché nessuno è pregiudizialmente contro le esternalizzazioni di taluni servizi pubblici locali purché, come ogni cosa, le cose vengano fatte per bene. Tradotto in termini di opzione tra le diverse forme di gestione consentite dalla legge ciò significa che occorre soddisfare tre condizioni: economicità, efficienza e buon andamento della P.A. Tralasciando le due ultime due, ci soffermeremo sulla prima e per farlo esamineremo i fatti fin dal principio. Il dato iniziale da cui partire è quello del costo globale del servizio del trasposto scolastico al tempo in cui era gestito direttamente dal Comune. Maggioranza e minoranza consiliare concordano sulla cifra di 695.000 euro l’anno. Prima domanda: quali voci concorrevano al raggiungimento di 695.000 euro di spesa? Per quanto è dato sapere, contribuivano a raggiungere quella soglia anche il servizio pre e post-scuola per quasi 84.000 euro, le rate del mutuo che il Comune deve ancora finire di pagare per l’acquisto di alcuni mezzi ed il costo di 5 autisti dedicati esclusivamente alla conduzione degli scuolabus. Il piano analitico delle spese e delle entrate del servizio, con indicazione delle voci di spesa e dei relativi importi però non è stato mai stato reso noto. Per analitico intendiamo “dettagliato”, come quello predisposto dal Comune di Montecatini Terme e che servì, nel caso del Comune toscano, per decidere se esternalizzare o meno il servizio di trasporto scolastico (info: Dott.ssa Rossella Bonciolini, Servizio Pianificazione e Controlli – tel. 0572-9181). Secondo passaggio: la gara d’appalto per l’affidamento del servizio per la durata di 7 anni. Apprendiamo dal bando che l’importo stimato dell’appalto era di € 630.000,00 annui, oltre IVA. Curiosità: nel capitolato di gara qualcuno di era dimenticato di inserire nei servizi messi a gara il servizio pre e post-scuola, “recuperato” con un’integrazione postuma al capitolato datata 16 agosto 2011. Il servizio venne aggiudicato alla Ditta Gaspari a fronte di un corrispettivo di 482.000 euro l’anno, fisso per il primo anno ed indicizzato, a decorrere dal secondo, sulla base dell’indice Istat dei prezzi al consumo (FOI). A esternalizzazione compiuta, quanto costa dunque l’intero servizio al Comune di Giulianova? Per saperlo occorre sommare ai 482.000 euro dell’appalto, il costo annuo dei 5 autisti che sono rimasti a totale carico del Comune (circa 170.000 euro annui) e le rate del mutuo che il Comune deve pagare per l’acquisto di alcuni mezzi, più i 152.000 euro dell’assestamento di bilancio approvato dal Consiglio Comunale il 29 novembre 2011. In tutto fanno 834.000 euro ogni anno, ben oltre la fatidica soglia dei 695.000 euro di costo sostenuto in regime di gestione diretta. Il che significa che, stando così le cose, il servizio oggi esternalizzato è carente del requisito della economicità. Attenzione: si tratta di una quantificazione che dobbiamo ritenere per forza di cose PROVVISORIA almeno fin quando l’Amministrazione non renderà pubblico il prospetto ANALITICO, voce per voce, delle voci di costo del servizio. Seconda domanda: se tra gli obiettivi dell’affidamento all’esterno c’èra anche un alleggerimento dei costi del servizio, perché l’Amministrazione non ha previsto da subito, prevedendolo in capitolato, il passaggio PROVVISORIO, mediante distacco, di una parte o di tutti e
5 gli autisti scuolabus, dal Comune alla ditta privata, salvo poi riassorbirli negli organici alla fine dei sette anni dell’appalto? Questa è una possibilità prevista dai contratti di lavoro ma che non è mai stata presa in considerazione dall’Amministrazione. Si dirà: in realtà il Comune ha preferito occupare gli ex autisti scuolabus nel nuovo “servizio” bus navetta gratuito -non per l’Amministrazione, è chiaro- che assicura il collegamento tra il Lido ed il Paese: http://www.comune.giulianova.te.it/default.aspx?tabid=802. In fatto di mobilità sostenibile sarebbe stato doveroso ed opportuno fare di più e meglio ma questo è un altro discorso. Ciò che è importante sottolineare è che l’istituzione di un qualsiai nuovo “Servizio” comunale richiede passaggi amministrativi previsti dalla legge e che vanno sotto il nome di “Atti Programmatici ed Organizzativi”. Terza domanda: dove sono questi atti programmatici ed amministrativi? Quali sono questi atti programmatici ed organizzativi del Comune di Giulianova con cui è stato istituito un vero e proprio “Servizio” navetta e con cui sono stati assegnati allo stesso “Servizio” mezzi, strutture, risorse ed obiettivi? Di certo c’è che esistono numerose determinazioni del Dirigente dell’”Area Individuo, Famiglia e Cittadino” che riguardano le spese di manutenzione in officina, l’acquisto di carburante, ecc., di due mezzi acquistati molto prima dell’indizione della gara d’appalto del servizio di trasporto scolastico senza che il Comune avesse istituito il Servizio navetta (inteso come unità organizzativa) e senza sapere che si sarebbero “liberati” gli autisti del servizio scuolabus. Quarta domanda: quanto è costato al Comune acquistare i due mezzi? E’ stata indetta una regolare gara? Quinta domanda: tra costo del personale, ratei per l’acquisto delle navete, manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi, combustibile, assicurazioni, tasse regionali ed altro ancora, quanto costa il servizio di navetta tra la Spiaggia e il Paese? E soprattutto, quali sono i costi di gestione del servizio per ogni km percorso e per ogni utente trasportato? Dal dibattito consiliare è emerso un dato di costo che è di 180.000-200.000 euro ogni anno. Sesta domanda: facendo nostra la logica dell’Amministrazione che per il trasporto scolastico ha seguito la strada dell’esternalizzazione in quanto convinta -a torto- di ottenere per questa via maggiori economie, perché invece nel caso del “servizio” navetta si è rimasti ancorati alla gestione diretta? Perché si è disatteso l’obbligo di valutare le diverse forme di gestione del servizio e tra queste anche quella dell’esternalizzazione? Scendere sotto la soglia di spesa attuale di 180.000-200.000 euro l’anno, in tempi di crisi, non interessa proprio a nessuno? Chi risponde per il Comune senza polemizzare e senza esprimere giudizi di parte, conti ANALITICI e DETTAGLIATI alla mano?
GIULIANOVA PERDE UN ALTRO PEZZO: L’UNIVERSITA’. A CHI DOBBIAMO ESSERE GRATI?
5 febbraio 2013
Dopo il Tribunale, Giulianova perde un altro pezzo: l’Università. A mettere la parola “fine” ad un film iniziato nel 2002 sono stati, ancor prima della decisione del nuovo Rettore D’Amico di dismettere le sedi periferiche lasciandole funzionare solo per master e specializzazioni, dieci anni di Amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi anni alla guida del Comune di Giulianova. A dirla tutta, qualcosa le Amministrazioni hanno fatto: ad esempio, tra canoni di affitto versati all’Istituto Gualandi e spese varie, oltre gli elevati costi di iniziale messa a norma dei locali, sborsare 300.000 euro ogni anno per dieci anni, che fanno in tutto la bellezza di 3.000.000 di euro di spesa largamente improduttiva di effetti sia per la Città sia per lo stesso Ateneo. Un numero su tutti: gli iscritti, pari a 600 nel 2006, nel 2012 sono stati appena 174, meno ancora dei 200 dell’anno accademico 2002-2003. Gli annunci del Sindaco di voler individuare una sede alternativa a quella, costosa, di Palazzo Gualandi hanno lasciato il segno solo sui mezzi di informazione. Correva il mese di maggio 2012 e sembra già preistoria. http://www.ilcorrieredabruzzo.it/teramo/politica-teramo/9013-giulianova-nuova-sede-per-luniversita-avviate-le-ricognizioni-per-lo-stabile.html Dopo dieci anni chiude i battenti la Facoltà di Scienze del Turismo in una cittadina che i suoi amministratori definiscono da sempre “turistica”. Sembra paradossale ma bisogna prenderne atto e riflettere sul perché di questo ennesimo fallimento dovuto in gran parte alla mancanza di un collante forte tra l’Ateneo ed il tessuto economico e culturale di Giulianova. Grazie a quel collante che è purtroppo mancato e che in altre realtà porta nuove opportunità di lavoro, nuove occasioni di fare business ma anche un’offerta culturale e formativa più vivace, l’Università di Giulianova sarebbe uscita rafforzata dall’attuale fase di crisi ed indenne dalla riforma voluta dal Ministro Gelmini. Oggi che i nodi sono venuti al pettine, se ne paga il prezzo. Chi avrebbe dovuto creare le condizioni perché non accadesse ciò che invece è accaduto se non chi ha amministrato Giulianova dal 2002 ad oggi?
Perchè Mastromauro non fa ricorso contro i Signori del Petrolio?
3 febbraio 2013
“Gaudium Magnum”: Monticelli ce l’ha fatta. Ha preso il coraggio a quattro mani ed ha scritto che farà ricorso al Presidente della Repubblica contro la decisione del Comitato V.I.A. che lo scorso dicembre aveva dato semaforo verde alla ricerca di idrocarburi in gran parte del territorio del Comune di Roseto e solo marginalmente di quello di Pineto. Il Sindaco di Pineto ha lasciato un posto vacante nel Direttivo del Club “AMICI DEGLI IDROCARBURI”. Gliene diamo atto. http://www.iduepunti.it/abruzzo/29_gennaio_2013/chi-sono-i-sindaci-che-favoriranno-la-ricerca-di-idrocarburi-provincia-di-te Gli subentra un collega, con qualche velleità per le prossime regionali, Francesco Mastromauro, che assume la delega agli Affari Interni: celebre il suo motto “A me ci penso io che agli altri pensa Dio”. Ma che avrà fatto di così importante il Sindaco di Giulianova per meritare questo prestigioso incarico, proprio Lui che fece fare le osservazioni contro i sondaggi della Geo-Spectrum in Adriatico e che inviò il prode Filipponi a sfilare a Termoli con tanto di gonfalone? A raccontarci dei suoi meriti fu qualche tempo fa la “pasionaria” del movimento di opinione che si oppone alla petrolizzazione dell’Abruzzo, la Prof.ssa Maria Rita D’Orsogna http://dorsogna.blogspot.it/2011/10/il-borsacchio-vs-il-sindaco-mastromauro.html che al Sindaco di Giulianova non ha perdonato, assieme alla scrittrice Dacia Maraini, l’uscita di Giulianova dalla Riserva del Borsacchio e la sua urbanistica tutta case e cemento. Nelle ultime ore il Palmarès di Francesco Mastromauro si è arricchito di altri tre primati che gli sono valsi la promozione nel Direttivo del Club “Amici degli Idrocarburi”: 1) leggendo le carte del fascicolo della compagnia Medoilgas, si scopre infatti che a fine 2011 il Comune di Giulianova NON ha presentato alcuna osservazione contro la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nei territori delle vicine Roseto e Pineto. Al Comitato VIA presieduto dall’Arch. Sorgi hanno scritto perfino dagli Statu Uniti e da ogni dove in Italia; il Comune di Giulianova, invece, non ha speso neppure una goccia di inchiostro, pur avendo un dirigente avvocato in casa. Evidentemente il Sindaco ed il Suo Vice ritengono che con le compagnie petrolifere si possa duellare in solitudine o, peggio ancora, che le attività di ricerca di idrocarburi a Roseto non abbiano conseguenze anche per Giulianova; 2) visitando il sito del Ministero dello Sviluppo Economico http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/istanze/dettaglio.asp?cod=37 si viene a scoprire che Giulianova è interessata da un’altra istanza di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi (la “Corropoli”) e che dal 20/02/2007 all’ 08/11/2007 il Comune, sebbene invitato, ha puntualmente disertato ben TRE conferenze di servizi, con la conseguenza che a breve anche nella tranquilla Giulianova si potrà bucare per cercare idrocarburi. Per la cronaca, a quel tempo l’attuale Sindaco ricoprì le cariche di: – Vice Sindaco fino al 27.07.2008; – Assessore al Turismo fino al 30.09.2007; – Assessore al Demanio fino al 17.08.2008; 3) tornando all’istanza Villa Mazzarosa di Roseto e Pineto, oggi il Comune di Giulianova non sembra abbia intenzione di discutere di un eventuale ricorso al TAR o al Presidente della Repubblica, al contrario di Monticelli, contro la decisione del Comitato VIA. Venuto il tempo di votare anche per le Regionali e potendo scegliere tra Monticelli e Mastromauro, gli elettori ambientalisti del PD sapranno di certo cosa fare.
Ps: Questo articolo contiene molta ironia. Astenersi politici dalla coda di paglia. Grazie.
GIULIANOVA: MASTROMAURO ABBANDONA LA NAVE CHE AFFONDA?
28gennaio 2013
Alla vigilia delle Politiche c’è chi pensa alle Regionali del 2014. Dopo la clamorosa debacle delle Primarie, il Primo Cittadino di Giulianova punta ad un posto sicuro in Regione. Gli spetterebbe di diritto dopo essersi speso per il partito in una piazza non facile come Giulianova e dopo esser stato costretto a partecipare per spirito di servizio, “chiamato” dal Partito, alle Primarie di dicembre. L’esito delle Politiche potrà essere soltanto d’aiuto: con il solo Ginoble a rappresentare la costa nei livelli di governo che contano e con Giulianova sprovvista di adeguata rappresentanza nelle alte sfere, ci sarà spazio anche per il Sindaco di Giulianova, che dovrà vedersela tuttavia con altri pretendenti tra cui Claudio Ruffini. Mastromauro però dovrà fare i conti con la difficile situazione finanziaria in cui versa il Comune di cui è Sindaco dal 2009. Dopo aver incassato i rilievi della Corte dei Conti sul mancato rispetto del Patto di Stabilità per il 2010, dopo aver messo una serie ipoteca sullo sforamento del Patto anche per il 2011 e malgrado abbia “buttato” dentro la partecipata Julia Servizi Più un cogeneratore “tossico” da 895.000 euro, il Comune di Giulianova si trova oggi a dover fronteggiare per l’esercizio 2012 un buco da oltre 3 milioni di euro derivanti dalla mancata vendita a privati di alcuni terreni di proprietà comunale. Quanto al 2013 siamo al dramma puro. I tagli ai trasferimenti dello Stato, già pari a 213.393,75 euro nel 2012, nel 2013 saranno quattro/cinque volte tanto: la politica di rigore montiana, avallata da una maggioranza bulgara in Parlamento, ha avuto certamente la sua parte ma per onestà intellettuale bisogna ammettere che Mastromauro ci ha messo anche del suo con una gestione che non ha brillato per virtù. Non si capisce perché, altrimenti, un Comune simile in tutto a Giulianova, Ortona, nel 2012 abbia avuto tagli per soli quasi ZERO euro: http://www.iduepunti.it/abruzzo/13_dicembre_2012/il-ministero-dell%E2%80%99economia-boccia-il-comune-di-giulianova-e-promuove-quello A fronte delle tante “sfortune” piovutegli addosso dal cielo, tuttavia Mastromauro un regalo l’ha ricevuto con il differimento dal 31 marzo al 30 giugno 2013 del termine entro cui approvare il bilancio di previsione per il 2013. E’ molto probabile che la data del 30 giugno possa slittare anche più in là, oltre l’estate, come accaduto, ad esempio, nel 2012 quando il paletto fu spostato al 31 agosto. Trattandosi di termine ordinatorio e non perentorio, nessuno griderà allo scandalo se ci sarà un ulteriore scivolamento in avanti così da avere, nella sostanza, un bilancio preventivo-consuntivo. No comment: queste son cose che in Italia accadono sistematicamente. Nel frattempo l’attuale Sindaco di Giulianova potrebbe essersi già dimesso, come prevede la legge regionale abruzzese, per poter partecipare alle Regionali del 2014, lasciando il Comune di Giulianova senza bilancio e, soprattutto, senza doversi accollare l’ingrato compito e la responsabilità politica di trovare una soluzione impossibile ad una situazione finanziaria di default che ha come unico sbocco la dichiarazione di dissesto. Sarebbe più saggio abbandonare la nave che affonda, dunque, e fare in modo che del doloroso salvataggio di Giulianova si occupi un superburocrate dello Stato (= Commissario) sconosciuto alla comunità locale. Mastromauro abbandona la nave in avaria? Vedremo.
COMUNE DI GIULIANOVA: LA PAGLIUZZA E LA TRAVE
26 gennaio 2013
Il Presidente del ConsiglioComunale, Nello Di Giacinto, di fatto assessore aggiunto della Giunta Mastromauro, depenna un ordine del giorno presentato dal Cittadino Governante su un debito fuori bilancio da 338.000 € che fa saltare il Patto di Stabilità. Sono stati persi i fondi regionali per le piste ciclabili e la maggioranza che fa? Riesuma una storia non tanto originale visto che il copyright è di un’altra forza politica (correva l’anno 2008). http://giulianovanews.blogspot.it/2008/09/censura-al-censore-nota-del-prc-di.html E lo fa in modo parziale prendendo da quella iniziale denuncia del 2008 ciò che più conviene, lasciando in ombra gli altri scempi compiuti ai danni del Quartiere dell’Annunziata. Per carità, su questo fatto specifico non abbiamo elementi tali che ci consentano di poter esprimere un giudizio ma se il punto sollevato dall’Assessore Forcellese ha a che fare con il rispetto dei beni che appartengono a tutti i cittadini e con il rispetto di tutto ciò che è pubblico, allora la maggioranza casca veramente male. Basta fare un giro a piedi nelle vie del centro di Giulianova (es.: Viale Orsini, Via Nazario Sauro, ecc.) per rendersi conto di quanta parte dei marciapiedi e pubbliche piazze è stata di fatto annessa ad attività privatissime, a spregio di chi, magari diversamente abile, avrebbe necessità di muoversi in modo più agevole e sicuro senza dover correre il rischio di finire dentro ad una aiuola. Ecco, vorremmo invitare per un giorno, sia il Sindaco sia gli Assessori (Forcellese in testa) a montare non su una bici o un SUV ma su una sedia a rotelle e a fare un giro su certi marciapiedi. Poi magari ne riparliamo. Se poi qualcuno ha intenzione di aprire il capitolo “abusi ediizi”, Dio ce ne scampi. Vogliamo ricordare le questioni, tutte aperte, della Migliori Longari o del palazzo Gavioli (primo caso a Giulianova di sequestro di un cantiere in corso, con tanto di sigilli), condite da numerosi avvisi di garanzia? Chiudiamola qui che è meglio.
COMUNE DI GIULIANOVA: ?????????????????????????
25 gennaio 2013
Accade che il 13 agosto dello scorso anno la redazione de I Due Punti accenda i riflettori su una delibera di Giunta passata sotto traccia, la n. 254 del 2011, con il Comune tenta di chiudere una partita da 338.000 € di lavori extra per la Scuola Don Milani. Era chiaro già allora che si trattava di un debito fuori bilancio e che il riconoscimento ed il finanziamento di quel debito era ed è ancora oggi di competenza del Consiglio Comunale e non della Giunta. http://www.iduepunti.it/la-voce/13_agosto_2012/giulianovalo-strano-caso-della-delibera-2542011 Accade che la vicenda di questo debito fuori bilancio da 338.000 €, di competenza 2010 ma emerso nel 2011 a seguito della delibera di Giunta n.°254, faccia venir meno il rispetto del Patto di Stabilità. La minoranza in Consiglio Comunale rumoreggia finché l’Assessore al Bilancio, Loreto Vanni, non è costretto a venire allo scoperto: “C’è stata una transazione nella variazione di bilancio 2011 il Consiglio ha iscritto nel documento come i lavori sarebbero stati pagati grazie agli utili di Julia Rete, quindi non c’è nessun buco”. http://ricerca.gelocal.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2012/12/11/TE_26_02.html Accade però che a più di un anno dall’approvazione della delibera n.° 254 e a quasi due mesi dalle perentorie dichiarazioni dell’Assessore al Bilancio, il Comune non abbia ancora versato i 338.000 €, immaginiamo con grande disappunto della ditta incaricata dei lavori. E immaginiamo anche il motivo: chi è così fesso da prendere su di sé le responsabilità conseguenti ad un atto approvato dalla Giunta ed istruito da un dirigente ormai in pensione? La Corte dei Conti è già stata allertata dalla minoranza e la Finanza in Comune ci è già stata già due volte in meno di un anno, una volta per le fatture Sogesa finite in fondo a qualche cassetto e l’altra per acquisire documenti utili per ricostruire la vicenda della nomina fiduciaria di un dirigente di cui i lettori di questo blog conoscono ormai vita e miracoli. Una terza sarebbe decisamente di troppo. Accade, infine, che il 21 dicembre 2012 il Cittadino Governante presenti un ordine del giorno su quel debito fuori bilancio da 338.000 € ed il Presidente del Consiglio Comunale lo depenni dal programma dei lavori del Consiglio Comunale dello scorso 23 gennaio. Il Presidente del Consiglio Comunale, Nello Di Giacinto ha così deciso sia contro la legge sia contro lo stesso Consiglio Comunale che è organo eletto direttamente dai cittadini sia, infine, contro la natura delle funzioni che la legge assegna al Presidente del Consiglio Comunale; quanto basta perché, secondo consolidata e prevalente giurisprudenza, qualcuno possa chiederne la revoca. Il Presidente di Consiglio Comunale ha il dovere di mantenere un’azione super partes e di garantire del rispetto delle regole. Il Presidente di Consiglio non può agire da censore ma ha l’obbligo di garantire la trattazione delle questioni richieste, e non può depennare un ordine del giorno quando la questione richiesta riguarda materia, come quella del riconoscimento di un debito fuori bilancio, che è di stretta competenza del Consiglio Comunale. Il Comune di Giulianova si conferma così fedele alla tradizione: oggi, Nello Di Giacinto continua a presiedere il Consiglio proprio perché in perfetta sintonia con la maggioranza.
La Julia Servizi ha in Comune il mercato coperto?
14 gennaio 2013
E’ il 14 settembre 2012: la Regione Abruzzo mette a disposizione della Giulianova Patrimonio, a seguito della partecipazione ad un apposito bando, la somma di 2.227.968 euro per interventi a destinazione prevalentemente residenziale nell’ambito dei programmi di edilizia residenziale pubblica “PUC” (Programmi Urbani Complessi). Il progetto presentato dalla Giulianova Patrimonio riguarda la costruzione ex novo di 18 alloggi e la ristrutturazione di altri 16. Prevede anche la realizzazione di altri 5 alloggi per gli anziani, di 2 piccole unità egualmente ubicate nel Centro storico da destinare ad attività di laboratorio artigianale e piccole botteghe, ed interventi sulla parte ancora non ristrutturata del Kursaal. Tutto bene ma l’apporto finanziario della Regione copre solo il 50% dei costi di progetto; al resto deve provvedere la Giulianova Patrimonio. Così il Presidente Di Giambattista: “Ma stiamo già studiando, insieme con l’Amministrazione comunale, le soluzioni per reperire i fondi necessari”. A distanza di quattro mesi pare che qualcosa inizi a prendere corpo. Sembra infatti essere tornata in auge, dopo essere stata inizialmente accantonata, l’ipotesi di vendere il Mercato Coperto di Piazza Dalla Chiesa che è della Patrimonio. Si fa presto a dire vendere. Le aste andate deserte per la vendita dei terreni dovrebbero avere insegnato qualcosa e in effetti è così. Vendere a chi, dunque? Chi già conosce la storia mai chiarita della vendita del cogeneratore avrà già azzeccato la risposta. La Julia Servizi dovrebbe trasferirsi, quindi, dagli attuali locali di Corso Garibaldi, il cui fitto lo scorso anno è costato 21.724 euro, nei futuri nuovi locali di Piazza Dalla Chiesa, da acquistare a non meno di 2.500.000 di euro e da rimettere completamente a nuovo. Anche a trovare una banca disposta a prestare l’intero importo alla Julia facendo pagare il 4% di interessi, l’operazione sarebbe comunque improponibile, insostenibile, quasi ai confini dell’inverosimile: 182.000 euro di rata annuale di mutuo per 20 anni, contro gli attuali 21.724 euro di affitto annuo. Il rischio? Mandare a carte e quarantotto la Julia Servizi che sta già facendo i conti con il pessimo affare del cogeneratore. E se anche fosse? Tanto non frega proprio a nessuno.
COMUNE DI GIULIANOVA: SMEMORANDA 2013
7 gennaio 2013
Per voi…
Ricordate il nostro “Giulianova? E chi se ne frega?” http://www.iduepunti.it/cronaca/20_dicembre_2012/giulianova-e-chi-se-ne-frega Era il 20 dicembre. Appena due settimane fa ma sembra un secolo con tutto ciò che è accaduto nel frattempo: la questione del cogeneratore, la nomina di Enrico Robuffo nell’OIV, la sconfitta di Mastromauro alle Primarie del Pd. Dopo l’Epifania, le attività riprenderanno a pieno regime; quindi, a seguire, le questioni del 2012 rimaste un po’ in sordina: Cogeneratore e Julia Servizi http://www.iduepunti.it/cronaca/31_dicembre_2012/giulianova-cogeneratore-le-domande-senza-risposta – Costi abnormi dell’illuminazione pubblica e Tares http://www.iduepunti.it/abruzzo/13_dicembre_2012/il-ministero-dell%E2%80%99economia-boccia-il-comune-di-giulianova-e-promuove-quello – Invio degli sms da parte del Sindaco dall’utenza telefonica del Comune in occasione delle primarie del PD http://www.iduepunti.it/cronaca/2_dicembre_2012/bersani-vince-il-duello-con-renzinel-frattempo-giulianova – Giulianova senza il Giudice di Pace (e il Tribunale) http://www.iduepunti.it/cronaca/15_novembre_2012/giulianova-senza-paceil-giudice-di-pace – Illegittimità dell’incarico a tempo determinato ad uno degli attuali dirigenti http://www.iduepunti.it/cronaca/11_novembre_2012/botta-risposta-con-il-sindaco-mastromauro – Vendite “tarocche” dei loculi cimiteriali http://www.iduepunti.it/cronaca/15_ottobre_2012/comune-di-giulianova-cucu%E2%80%99-cucu%E2%80%99-ed-i-loculi-non-ci-sono-piu%E2%80%99 – Appalto dei lavori di rifacimento della SS 16 tratto sud http://www.iduepunti.it/la-voce/21_ottobre_2012/clamoroso-giulianova-lidv-ricomincia-dalla-ss-16-e-da-matromauro – Condotta del Collegio dei Revisori e posizione del Dott. Fraticelli http://www.iduepunti.it/la-voce/20_settembre_2012/comune-di-giulianova-si-aggrava-la-posizione-dei-revisori-dei-conti http://www.iduepunti.it/cronaca/9_settembre_2012/comune-di-giulianova-il-collegio-dei-revisori-si-autodenuncia Oltre a tutto il resto, ovviamente. A fine 2013 verificheremo se “cane non morde cane”.
Giulianova: Signore e Signori…Robuffo è un Mistero Buffo
6 gennaio 2013
Proviamo a rimettere ogni pedina al suo posto. Per spiegare il titolo vi invito alla lettura di Mistero Buffo di Dario Fo con accorti distinguo (Premio Nobel per la Letteratura). Il Comune di Giulianovapubblica un bando per la selezione di uno dei tre componenti dell’O.I.V. Il bando, datato 14/12/2012 e a firma di Corinto Pirocchi, contiene anche uno schema di domanda compilando il quale il candidato chiedere di partecipare alla selezione pubblica ed autocertifica, tra le altre cose, ai sensi e nelle forme previste dal D.P.R. n. 445/2000, “di non rivestire incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali ovvero di non avere rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni, ovvero di non aver rivestito simili incarichi o cariche e di non aver avuto simili rapporti nell’anno precedente la designazione”. Per quale ragione solo “nell’anno precedente” e non “nei tre anni precedenti”, come prevede invece la legge, che viene espressamente richiamata nel bando con in “Visti gli artt. 14 e seguenti del Decreto Legislativo n. 150/2009 e s.m.i.”, lo sanno soltanto Pirocchi ed il Comune di Giulianova. Esaminate le candidature, con apposita ordinanza il Sindaco nomina componente dell’O.I.V. Enrico Robuffo, Vice Coordinatore Provinciale dell’UDC, Il provvedimento reca la data del28/12/2012. Intervengono sul punto: Progresso Giuliese e il Cittadino Governante. A titolo personale fa outing anche il Presidente del Cirsu, Andrea Ziruolo, componente unico dell’OIV del Comune di Vasto oltre che apprezzato docente, che su Facebook rincara la dose richiamando il D. Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150, art. 14 comma 8 (“I componenti dell’Organismo indipendente di valutazione non possono essere nominati tra soggetti che rivestano incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali ovvero che abbiano rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni, ovvero che abbiano rivestito simili incarichi o cariche o che abbiano avuto simili rapporti nei tre anni precedenti la designazione”). E il PDL? PDL non morde PDL senza la “L” come “cane non morde cane”. “Vasa Vasa” Vasanella è affaccendato a ringraziare Catarra per grazia ricevuta e inoltre non potrebbe mai smentire se stesso dopo aver dichiarato che Mastromauro è un grande amministratore. Interrogato su una successiva iniziativa di Antelli, si limiterà ad un laconico e minimalista “Non ne sapevo niente”. Il Sindaco invece va come al solito in tv (ci andò anche al tempo degli sms fuori ordinanza al tempo delle primarie del PD) e nel corso di un’intervista si limita ad un “Il Dottor Robuffo nella sua domanda ha chiarito di non ricoprire cariche elettive o politiche, precisando che quella che gli viene attribuita non è una carica politica. Ora, se così non è … Il Sindaco prende atto dell’autocertificazione …”. Al Primo Cittadino che si è limitato a prendere atto di quanto dichiarato da Robuffo, risponde a distanza l’UDC, nella persona del Coordinatore Provinciale del Partito. “E’ il mio Vice”, chiosa Dodo (Alfonso Di Sabatino Martina). E in effetti Dodo ha ragione da vendere visto che Robuffo è Vice Coordinatore Provinciale dell’UDC fin dal Congresso del 22 gennaio 2012 e che non è mai cessato da quella carica. Ma Dodo non demorde e siccome chi dovrebbe intendere non intende, cala la briscola anche su Facebook dove, riferendosi al Sindaco di Giulianova, commenta: “Evidentemente si ignora qualche insignificante dettaglio….”. Ad onor del vero Enrico Robuffo, ancor prima di ricoprire la carica di Vice Coordinatore, è stato Vice Commissario Provinciale e successivamente Presidente Provinciale del Partito e ciò basta ed avanza per metterlo definitivamente in fuori gioco alla luce di quanto prevede l’art. 14, comma 8 del D. Lgs. n. 150/2009 sopra richiamato. Quindi, quand’anche, per assurdo, fosse vero ciò che sostiene Robuffo, e cioè che quella di Vice Coordinatore non è una carica politica, quelle di Vice Commissario, prima, e di Presidente Provinciale, poi, lo sono invece di sicuro. Chi non ha orecchie per ascoltare ma occhi per leggere vada a consultare pure lo Statuto dell’UDC (in particolare articoli 2, 84, 86, 38, 40 lett. b, 42, 43 e 45) e lì troverà ogni risposta (vedi http://www.udc-italia.it/Dipartimenti/ContenutiStaitci.aspx?tipo=161&dip=2). Come fa Mastromauro a non sapere? Chi ratificò nel giugno del 2011 l’accordo per l’ingresso dell’UDC in maggioranza se non l’allora Presidente Provinciale del Partito, Enrico Robuffo? Da allora sono trascorsi meno di tre anni e, quindi, secondo la legge l’ordinanza di nomina firmata da Mastromauro il 28/12/2012 deve essere revocata. Andiamo avanti con la narrazione. Gianluca Antelli (PDL), Massimo Maddaloni, Laura Ciafardoni e Gianfranco Francioni, tutti e tre di Progresso Giuliese, si rivolgono direttamente al Prefetto di Teramo. Piccolo particolare: Francioni è egli stesso componente del Direttivo Provinciale dell’UDC, come Robuffo; e sia Progresso Giuliese sia l’UDC
sosterranno Monti alle prossime elezioni politiche. Fratelli coltelli. Dulcis in fundo, Pierangelo Guidobaldi lancia il seguente monito al Sindaco: “Quest’episodio comunque servirà a fare luce sulle reali incompatibilità passate, presenti e quelle che ci saranno in futuro nel Comune di Giulianova”. Il novello Savonarola in quota UDC allude forse al caso Fraticelli (Collegio dei Revisori)? Che dire di più? Tutta questa storia è da manicomio, un po’ come è da manicomio l’UDC, una e trina, con il centrodestra, col centrosinistra e con Monti indifferentemente, così come dimostrano anche le vicende giuliesi da giugno 2011 in poi. “Al lavoro per un’area di responsabilità nazionale. Ci sarà spazio per tutti coloro che credono nel valore della buona politica e nell’impegno della società civile. Non dovrà esserci spazio per opportunisti dell’ultima ora”. Non si direbbe ma è uno dei messaggi di Pierferdi ( Pierferdinando Casini) che l’UDC ha avuto il coraggio di condividere su Facebook. Ma come, a dire cose così forti è proprio quell’UDC che alle amministrative del 6-7 maggio 2012, nei Comuni con meno di 15.000 abitanti, corse in 35 Comuni con il PDL ed in 36 con il PD? Credibilità saltami addosso. A rifletterci bene, invece, il pensiero va a Rino Formica quando definiva QUESTA politica “sangue e mer ….”. Cari Befacchia e Serpentini, mala tempora currunt.
Giulianova verso l’ultimo posto per la trasparenza del Sito. Chi ha oscurato la scheda B?
4 gennaio 2013
Giulianova non ha la bandiera blu del sito istituzionale. Mancanza di trasparenza. A certificarlo è la Presidenza del Consiglio dei Ministri (!!). Qualcuno avrebbe motivo di pensare che in questo momento a Giulianova ci sarebbero cose più serie a cui pensare; forse ha ragione ma, dopo aver pazientato un attimo, questo “qualcuno” verrà premiato. Andando alla sezione “Albo Pretorio Telematico” del sito web del Comune di Giulianova è possibile trovare una delibera di Giunta, la n. 39 del 14/3/2012, avente ad oggetto: EMERGENZA NEVE 2012 – APPROVAZIONE SCHEDE DI QUANTIFICAZIONE DELLE SPESE E DEI DANNI SUBITI ALLE STRUTTURE PUBBLICHE E PRIVATE. Con la quella delibera la Giunta approvava due schede di cui una, la B, conteneva una prima quantificazione dei danni subiti, sia da soggetti pubblici sia da privati, a seguito delle abbondanti nevicate verificatesi nel febbraio del 2012. Per la cronaca questa è la classifica dei siti trasparenti per gli enti localiwww.magellanopa.it/bussola/page.aspx Per la cronaca e due, le schede sarebbero state poi trasmesse a chi di dovere, entro le ore 13 del 14 marzo 2012, per l’attivazione dell’apposito Fondo di Solidarietà della U.E. ai fini del ristoro delle spese e dei danni subiti. Ebbene, sul sito del Comune di Giulianova la delibera n. 39/2012 è stata pubblicata; le schede “A” e “B” invece no. Perché? Non abbiamo tutti diritto di sapere come vengono spesi i soldi pubblici (cioè nostri)? E se, come i più informati affermano, nella scheda “B” fosse presente un cognome eccellente, politicamente molto in vista e con indubbia capacità di condizionare pesantemente la vita politica cittadina, molto chiacchierato in questi giorni, a cui sarebbero poi finiti 100.000 euro a titolo di risarcimento causa neve? Perché la scheda “B” è stata oscurata? Perché il Sindaco e l’Assessore Forcellese non ne dispongono subito la pubblicazione, con tanto di nomi e cognomi?
Mastromauro, il Cirsu, Ziruolo e Robuffo in cerca d’autore…
3 gennaio 2013
L’antefatto: i Consigli dei Comuni soci del Cirsuconferiscono mandato ai rispettivi Sindaci affinché gli stessi si pronuncino in sede di Assemblea dei Soci per l’adozione del concordato preventivo con continuità aziendale. E così il 10 settembre 2012 l’Assemblea Straordinaria delibera all’unanimità di avviare le procedure per il concordato preventivo. Così come riportato nel verbale dell’Assemblea Straordinaria del 10 settembre 2012, l’Istituto del Concordato preventivo con continuazione aziendale, previsto dalla nuova normativa introdotta dall’art. 33 del D.L. 22 giugno 2012 n. 83 convertito con modificazione dalla Legge 7 agosto 2012 n. 134 (Cosiddetto “Decreto Sviluppo”). “…… si giustificherebbe al fine di garantire, da un lato, il soddisfacimento dei creditori sociali nel pieno rispetto delle norme di legge, dall’altro il recupero della redditività aziendale, concordando con i creditori stessi un piano di rientro e tenuto conto inoltre che con tale istituto si avrebbe la sospensione degli effetti delle azioni esecutive in corso”. Nel caso di Cirsu S.p.a. i creditori sono unicamente i Comuni soci. Il 26 settembre 2012, il Presidente de Cirsu, Andrea Ziruolo comunica ai Sindaci che i Comuni soci non hanno rispettato la prima scadenza prevista dal calendario dei versamenti da effettuare a favore del Consorzio stabilito ed approvato nell’Assemblea Straordinaria del 10 settembre. Da allora sono trascorsi più di tre mesi e non è accaduto nulla di quanto previsto dagli accordi. Secondo indiscrezioni trapelate da quel di Grasciano, infatti, il Presidente Ziruolo è tornato a scrivere al Comune di Giulianova per sollecitare nuovamente quel pagamento da cui dipendono presente e futuro del Cirsu. La domanda sorge spontanea: Mastromauro vuol far saltare il Consorzio? Il Presidente Ziruolo deve essere molto arrabbiato con il Sindaco di Giulianova visto che, nella notte di Capodanno, su Facebook (Gruppo “La Bacheca”), intervenendo in modo puntuale ed incisivo sul “caso Robuffo”, ha voluto richiamare l’art.14, comma 8, del D. Lgs. 150/2009 (“I componenti dell’Organismo indipendente di valutazione non possono essere nominati tra soggetti che rivestano incarichi pubb lici elettivi o cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali ovvero che abbiano rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni, ovvero che abbiano rivestito simili incarichi o cariche o che abbiano avuto simili rapporti nei tre anni precedenti la designazione”). Chi la fa l’aspetti!
COMUNE DI GIULIANOVA: NUOVA TEGOLA SUL PATTO DI STABILITA’ 2011
2 gennaio 2013
Del sostanziale NON rispetto del Patto di Stabilità 2011 abbiamo scritto e riscritto sino alla nausea. http://www.iduepunti.it/cronaca/4_novembre_2012/il-comune-di-giulianova-ai-tempi-dei-pizzini http://www.iduepunti.it/cronaca/5_novembre_2012/comune-di-giulianova-whos-who http://85.94.221.114/cronaca/28_novembre_2012/giulianova-i-conti-non-sono-nobili Della vexata quaestio è stata investita la Corte dei Conti che è alle prese con l’esame di copioso carteggio. Oltre alle spese e spesucce varie, prive di regolare impegno, per complessivi 147.000 euro circa, liquidate in parte attingendo a residui relativi al periodo 2009-2011 in violazione della normativa che regola la contabilità degli enti locali, sta per abbattersi sul Comune di Giulianova una tegola da oltre400.ooo euro di entrate accertate ma solo sulla carta. L’incidente di percorso non è frutto di una maledizione divina abbattutasi su Giulianova ma di un artifizio contabile neanche troppo raffinato, degno della migliore tradizione italiota. Il mastro-trucco è datato 28/11/2011 (delibera di Consiglio Comunale n. 80) e si è concretizzato in occasione dell’assestamento di bilancio 2011. L’esito della votazione fu il seguente: favorevoli n. 12, contrari n. 6 (Massimo Maddaloni, Ciafardoni, Laura Gianfranco Francioni, Paolo Vasanella, Gianluca Antelli e Franco Arboretti) su consiglieri presenti e votanti n. 18 (assenti: Andrea Rota, Roberto Ciccocelli e Domenico Di Carlo). Cosa accadde in quel non tanto lontano 28 novembre del 2011 al secondo piano di Corso Garibaldi? Semplice: per rimettere in sesto i conti del Comune, la maggioranza decise di andare a riprendere per i capelli alcune entrate “extra” e tra queste quelle provenienti da multe e contravvenzioni stradali ancora non pagate nel 2008, 2009 e 2010, per complessivi 441.000 euro, che nessuno mai aveva preso in considerazione prima di allora. http://www.altraparola.it/l-altra-politica/1102-un-2012-di-lacrime-e-sangue.html Tutto merito di una salutare cura a base di fosforo oppure il punto è un altro? La finanza dei Comuni è materia affascinante e ricca di aneddoti che rasentano il tragi-comico. Enna, Catania, Verona (Provincia), ecc. ecc. L’elenco di amministrazioni pubbliche che hanno “gonfiato” certe entrate per mantenere in piedi i propri bilanci è pressoché sterminato. Fare il processo alle intenzioni di chi votò a favore in quel Consiglio Comunale a Giulianova è esercizio inutile ed improduttivo: preferiamo giudicare in base ai risultati sortiti da quel voto. Quali sono questi risultati? Quanti di quei 441.000 euro sono stati fin qui incassati dal Comune? Quanta parte di quel credito è ancora tale? Stando a “Il Sole 24 Ore”, in Abruzzo la percentuale di incasso nell’anno delle contravvenzioni stradali è del 51,9%. Nello stesso anno in cui viene elevata la multa, però. Quando si tratta di annualità pregresse e prossime alla prescrizione, le cose si complicano notevolmente e le percentuali di riscossione si abbassano paurosamente (chiedere a Equitalia). Tutto questo per dire che dell’entrata “extra” dei 441.000 euro, trovati miracolosamente con la delibera di Consiglio n. 80/2011, quella certa si attesta su livelli molto più bassi e, comunque, tali da rafforzare la tesi di chi sostiene che anche per il 2011 il Comune di Giulianova è in default.
Giulianova-Cogeneratore: Le domande senza risposta…
31 dicembre 2012
Alle numerose domande da noi poste ai “vari ed eventuali” (ex Sindaco, Sindaco in carica ed Amministratore Unico della Julia Servizi Più) a cui nessuno si è degnato finora di rispondere, tentiamo di rispondere noi. BREVE RIASSUNTO DELLA VICENDA Il 3 ottobre 2011 il Consiglio Comunale di Giulianova (atto n. 67) approva “una manovra che consenta di ripristinare l’ equilibrio generale del bilancio, nonché il perseguimento dell’ obiettivo del Patto di Stabilità Interno” e, nell’ambito delle misure adottate, delibera di “procedere all’ alienazione dell’ impianto di cogenerazione, ai fini della riduzione della spesa corrente e della realizzazione di maggiori Entrate sul titolo IV, da destinare alla riduzione dell’ indebitamento finanziario dell’Ente, ai fini del perseguimento dell’ obiettivo del Patto di Stabilità, nonché per consolidare risparmi di spesa sugli anni successivi”. La delibera passa con 11 voti a favore, 3 contrari (Maddaloni Massimo, Ciafardoni Laura e Francioni Gianfranco) ed 1 di astensione (Di Carlo Domenico). Al momento del voto risultano assenti 6 consiglieri (Ridolfi Vinicio, Rota Andrea, Arboretti Franco, Antelli Gianluca, Ciccocelli Roberto e Vasanella Paolo). In esecuzione della delibera n. 67/2011, l’impianto di cogenerazione viene dunque venduto. A chi? Ad un privato interessato ad investire in modo conveniente e redditizio, così come farebbe un qualsiasi investitore che abbia un po’ di sale in zucca? Macché! Alla Julia Servizi Più che è società di diritto privato ma con capitale interamente controllato dal Comune di Giulianova e, quindi, di proprietà dei contribuenti di quel Comune. Il valore dell’impianto viene determinato sulla base degli esiti di una perizia giurata a firma dell’Ing. Gabriele Ciabattoni che di quell’impianto è stato anche il progettista: scelta quanto meno inopportuna e viziata da un palese conflitto di interessi. Non sarebbe stato più corretto affidarsi ad una terza parte? Ad ogni modo, la perizia del 2/12/2011 fissa inizialmente il valore attuale dell’impianto in 1.310.000 euro. In base a quali criteri non è dato sapere: contabili (una parte del costo dell’impianto è stata già portata in ammortamento dal Comune di Giulianova ma nella perizia non se ne tiene conto), di mercato o di cos’altro ancora? Il perito abbatte il valore di 1.310.000 euro di un buon 31,6% (e perché non 33% o piuttosto 15% o 22%?) perché sono presenti evidenti criticità nell’impianto e nella sua gestione e così il conto della Signora Maria scende ad 895.000 euro così ripartiti: Centrale Cogenerativa 295.000 € Trigenerazione 200.000 € Opere Elettriche ed infrastrutturali 140.000 € Rete di distribuzione 260.000 € Scrive l’Ing. Ciabattoni che “Il maggiore o minore deprezzamento delle singole macrovoci deriva dalla considerazione che alcune parti dell’impianto hanno una vita utile di circa 30 anni (rete ed impiantistica elettrica) rispetto al resto dell’impianto (cogenerativo e trigenerativo) che ha un avita utile di circa 12 anni” (NdR: oggi, ad un anno dalla perizia, la vita residua dell’impianto è di 11 anni). Inoltre la relazione dell’Ing. Ciabattoni mette in risalto, in modalità “a prova di scemo”, diversi aspetti critici di quell’impianto; in particolare (riportiamo in corsivo esattamente quanto in perizia) : – – le ore di funzionamento delle singole macchine BIBLOK hanno raggiunto, per alcuni gruppi, un livello alto di funzionamento tale da rendere necessaria a breve la sostituzione del motore; – gran parte dell’impianto (circa il 50%) attualmente è in stato di fermo, dovuto in parte alla necessaria manutenzione ma (soprattutto) alla mancata richiesta di energia termica dalla rete (NdR: la sostenibilità economica di un investimento del genere dipende in gran parte dalla possibilità di massimizzare i ricavi che derivano dalla vendita del calore. Ma se nessuno richiede l’energia termica prodotta, l’impianto è condannato a rimanere in perdita e l’investimento di 895.000 a non rientrare); e ancora – – l’impianto è in perdita, così come si deduce dall’analisi puntuale della documentazione fornita (NdR: da chi?) e in particolare dei costi e dei benefici prodotti (NdR: perché il Comune e la Julia Servizi Più non rendono pubblica l’analisi-costi benefici dell’impianto?); – – l’impianto necessità di una complessiva riorganizzazione gestionale, ricomprendendo in essa la revisione dei rapporti con il GSE (NdR: ma allora fino alla cessione dell’impianto alla Julia, gli uffici preposti del Comune cosa hanno fatto con il GSE?) e la revisione contrattuale della cessione del calore alle singole proprietà degli edifici tele riscaldati (NdR: ma, come scrive altrove Ciabattoni, manca richiesta di energia termica dalla rete; e allora che si fa senza ricavi dalla vendita del calore?). Tale riparametrazione è necessaria anche a seguito dell’intervenuto
cambiamento di gran parte della normativa di riferimento; – – sull’impianto, per rendere sostenibile la gestione dal lato economico-finanziario, è necessario attuare investimenti tesi all’aggiornamento tecnologico (miglioramento del rendimento del I° Principio) e infrastrutturale (limitato ampliamento della rete di teleriscaldamento). I passi sopra riportati, tratti fedelmente dalla perizia giurata redatta dall’Ing. Ciabattoni, non necessitano di commento ad eccezione di uno soltanto: nessun imprenditore capace di intendere e di volere avrebbe mai acquistato sia l’impianto sia la rete dopo aver letto la perizia dell’Ing. Ciabattoni. In compenso ci ha pensato la Julia Servizi Più. L’operazione di vendita alla Julia Servizi della Centrale Cogenerativa, per 295.000 €, e della Trigenerazione, per 200.000 €, andò avanti indisturbata fino al rogito notarile avvenuto il 28/12/2011 presso lo studio del Notaio Campitelli. Il resto della storia, che presenta numerose analogie con quella di un “fondo tossico” buttato dentro una società sana ed in utile, con costi a carico della collettività, è nota: la Julia ha versato al Comune un primo acconto di 250.000 euro a fine 2011 e si è impegnata a versare il resto entro giugno 2015 in ragione di 240.000 euro annui. Infine, con atto del Notaio Campitelli del 23 aprile 2012 la Julia Servizi Più ha acquistato dal Comune tutta la rimanente parte dell’impianto (opere elettriche ed infrastrutturali e rete di teleriscaldamento) per ulteriori 400.000 euro. LE DOMANDE A CUI NESSUNO RISPONDERA’ Gli interventi di ammodernamento ritenuti necessari da Ciabattoni un anno fa sono stati effettuati e con quale impegno economico? Qual è lo stato dell’arte dei rapporti con il GSE? Ci sono problemi? Quali passi sono stati compiuti nella direzione auspicata dall’Ing. Ciabattoni? Che risultati sono stati ottenuti? Cosa voleva dire esattamente l’Ing Ciabattoni a proposito della revisione dei rapporti con il GSE? In passato si è omesso di fare qualcosa nei confronti del GSE e questo ha comportato mancati introiti per il Comune? A causa di chi e di cosa? E’ tutto da imputare alle passate gestioni del centro-destra o anche le successive compagini amministrative hanno qualche scheletro nell’armadio? Il motore di cui scrive l’Ing. Ciabattoni nella sua relazione è stato sostituito? A che costo? Qual è oggi il business plan reale dell’impianto? Quali sono esattamente i flussi finanziari che l’impianto si stima debba generare ogni anno per la Julia Servizi Più dal 2012 fino alla fine del ciclo di vita? In quanti anni è previsto il rientro degli 895.000 euro investiti? OLTRE AL DANNO ANCHE LA BEFFA La vendita dell’impianto avrebbe dovuto consentire al Comune di rispettare il Patto di Stabilità per il 2011 e di salvaguardare gli equilibri di bilancio. A rileggere la cronaca degli ultimi sei mesi, non è servito neanche a quello. LA PERIZIA DELL’ING. CIABATTONI La perizia del 2/12/2011 contiene altri dati interessanti che non riguardano soltanto il cogeneratore. Attraverso una serie di operazioni il Comune si è messo nella condizione di dover ricevere dalla Julia Servizi Più la bellezza di 1.015.934,00 euro (compresi gli 895.000 del cogeneratore). Ma di questo scriveremo in un’altra occasione.
Giulianova: Francè svegliati su Robuffo…non s’ha da fare
28 dicembre 2012
Al posto del Prof. Falini il Sindaco Mastromauro chiama Enrico Robuffo a far parte dell’Organo di Valutazione per 6.000 euro e passa l’anno. Peccato che Enrico Robuffo sia anche Vice Segretario Provinciale dell’UDC (guarda caso), che sia uno dei padri di quell’unione indifferenziata di centro-destra-sinistra che amministra Giulianova e, soprattutto, che il vigente Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi preveda all’art. 16, comma 6, che: “Non possono essere nominati a far parte dell’O.I.V. soggetti che rivestono incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici o in organismi sindacali o che abbiano rivestito tali incarichi e cariche nell’anno precedente la nomina o che abbiano in corso rapporto di lavoro dipendente o rapporti continuativi di collaborazione con l’Ente o che comunque siano per la loro attività in conflitto di interessi con l’ente”. Ergo, a meno che Robuffo si sia dimesso senza farlo sapere ad alcuno o che il Regolamento ancora oggi pubbicato sul sito del Comune sia stato cambiato alla chetichella (e in tal caso sarebbe stata una modifica ad personam), quella nomina spartitoria (di Robuffo si era detto anche di un suo ingresso in Giunta e, in seguito, nel CDA di una partecipata) il Sindaco Mastromauro non la può fare. Tutto chiaro?? p.s. Da Colle San Massimo avvistati nuovamente emissari in direzione UDC scopo sondaggio per candidato Sindaco. Francé, svegliati!
PRIMARIE PD: MASTROMAURO VITTIMA DEL SUO PATRIGNO
23 dicembre 2012
Quanto tutto si decanta le cose appaiono più chiare. La sintesi è questa: Mastromauro è stato assassinato -politicamente, si intende- oltre che da se stesso anche dal suo patrigno -politicamente, si intende-: l’ex Senatore Antonio Franchi. Ecco la ricostruzione dei fatti che hanno portato gli inquirenti a svelare i retroscena dell'”omicidio”. Il 19 dicembre, in piena bagarre per le primarie PD del 29 e 30 dicembre, Antonio Topitti, membro del coordinamento provinciale del Partito Democratico di Teramo, scrive una lettera al Senatore Marini, di cui riportiamo alcuni stralci. http://www.teramonews.com/component/content/article/27196.html?showcomme… “Senatore Marini, ………….. Mentre lei viene riconfermato in deroga alla quarta candidatura per l’ennesima rielezione al Parlamento Italiano ……………, umilmente mi permetto di rilevare che …. lei possa essere utilissimo al Partito Democratico scegliendo volontariamente di non ripresentarsi candidato alle prossime elezioni dando una lezione di etica, di moralità e di democrazia alla sua generazione politica e possa essere sì di esempio ai tantissimi giovani che si stanno attivando in tutto il paese per il rinnovamento …… Il miglior contributo che può dare per il futuro è fare da normale cittadino il “nonno” della politica, abruzzese e nazionale. Con la sua pluriennale esperienza, certamente potrà dare saggi consigli alle nuove generazioni del Partito Democratico e della società civile di questo nostro Paese“. Due giorni dopo la direzione nazionale del PD nega a Mastromauro la possibilità di partecipare alle primarie di fine dicembre. Nella ripartizione dei competitors su base territoriale, il PD sacrifica Giulianova e il suo Sindaco, entrambi sempre più isolati. Contemporaneamente però, il partito dà semaforo verde proprio ad Antonio Topitti che, oltre a far parte del coordinamento provinciale del PD, è anche Presidente della Sezione dell’Associazione Nazionale Partigiani di Teramo (ANPI). La lettera del 19 dicembre indirizzata al Senatore Marini ha sortito dunque il suo effetto. Però, come scrisse Machiavelli ne “Il Principe”, non basta saper scrivere per vincere le guerre. E infatti Topitti un “aiutino” lo ottiene a Giulianova dall’ex Senatore Antonio Franchi che, guarda caso, dell’ANPI è Presidente Provinciale. Il 21 dicembre, dopo aver appreso del verdetto negativo della Direzione Nazionale, partecipando alla riunione del regionale del PD, il Sindaco di Giulianova si esprimeva più o meno negli stessi termini in cui si era espresso Topitti due giorni prima: “….. Qualcuno che è in politica da tanti anni (Franco Marini ndr) doveva evitare di chiedere la proroga …. E’ assurdo impedire ad alcuni sindaci la partecipazione. In fondo siamo gli unici eletti direttamente dal popolo …. e siamo i primi interlocutori del territorio”. Sia Topitti sia Mastromauro hanno avanzato una richiesta di rinnovamento ma, evidentemente, a quella del primo è stato dato maggior peso malgrado Topitti non sia Sindaco del terzo Comune della provincia. A “cadavere” ancora caldo, ieri mattina i segretari dei circoli PD di Giulianova venivano “invitati” telefonicamente a raccogliere le firme per Antonio Topitti. Fine della storia. A questo punto Mastromauro dovrà prendere atto di almeno due fatti: 1) di essere stato adulato, “portato a spasso” e poi scaricato dal suo patrigno politico e dal suo stesso partito; 2) qualche fratellastro maggiore, malgrado dichiarazioni di rinuncia, sta lavorando sotto traccia per una riconferma in Regione e, in seconda battuta, per tornare in Corso Garibaldi e restarci fino al raggiungimento dell’età minima pensionabile. Francé, ma chi te lo fa fare a conservare il posto di Sindaco ben caldo per chi ha contribuito alla tua sconfitta? Chi te lo fa fare a farti massacrare, da qui fino alla fine del mandato, da “amici” ed avversari politici? A pensarci bene , appreso dell’infanticidio di cui sei rimasto vittima, ora avresti una ragione in più per DIMETTERTI. Sai che parapiglia? Sei già stato usato una volta (anche se il primo a volerlo sei stato proprio tu). Non lasciare che accada di nuovo. Come si dice in questi casi? Errare è umano, perseverare è diabolico. Ps: notizia dell’ultima ora…le ultime firme a Topitti sono state concesse da Marco Verticelli. Bravo Topitti.
MASTROMAURO: THIS IS THE END!
22 dicembre 2012
Le prequalifiche per l’accesso alle primarie del PD sono praticamente finite ed è tempo di bilanci. MAstromauro ne esce con le ossa rotte: mal consigliato dal Senatur, si è ritrovato di punto in bianco scaricato dal Partito anche a Giulianova dove la vittoria riportata dai renziani il 25 novembre scorso non è stata del tutto casuale. A voglia che il Comitato Matteo Renzi Giulianova abbia voluto chiarire che si è trattato di un fatto “senza alcun risvolto amministrativo a livello locale e, quindi, senza nessun riflesso sulle amministrazioni di centrosinistra in carica”. Chi può credere, infatti, che Ruffini, Giorgini e Ridolfi, da soli, possano aver determinato questo risultato? E’ venuta poi la richiesta ufficiale dei circoli del PD di Giulianova al Sindaco Mastromauro “di mettere a disposizione la sua persona per la candidatura alle primarie quale rappresentante della nostra provincia alla Camera o al Senato”. Sulla genuinità di questo appello oggi sarebbero davvero in pochi a giurare. E infine Lui che, nonostante i Sindaci di Comuni con più di 5 mila abitanti non lo possano fare, che chiede la deroga per concorrere alle primarie del 29 e 30 dicembre. L’esito ormai lo conosciamo tutti: il PD nazionale farà correre Monticelli e stoppa Mastromauro che a differenza del primo è appena al primo mandato di Sindaco. Fine della storia. Lui, il Sindaco che aveva giurato che mai avrebbe tradito Giulianova; Lui –giuliese verace- tradisce la sua Giulianova per un viaggio senza andata né ritorno per Roma, e viene a sua volta tradito dal suo “Consigliere” e dal PD che prima lo sega, poi lo implora in ginocchio e infine gli assesta un pugno sul naso. Che botta! In Comune, nel frattempo, gli accade di peggio. Viene meno un’entrata, già messa nel bilancio di previsione 2012, di oltre 3.000.000 di euro che avrebbero dovuto essere accertati entro il 31 dicembre. Andando deserta per la seconda volta l’asta per la vendita dei terreni edificabili di proprietà del Comuni, l’accertamento è venuto meno e nel bilancio 2012 si è creata una voragine che nessuno potrà colmare per mancanza di tempo: ci vorrebbe infatti un miracolo per riuscire a rimediare 3.000.000 di euro sotto forma di nuove entrate o di tagli alle spese entro il 31/12. Il Comune di Giulianova è tecnicamente in default. Il Patto di Stabilità per il 2012 non può essere più rispettato. Stando così le cose, Francesco Mastromauro ha ottime probabilità di essere ricordato a lungo come il Sindaco che ha mandato Giulianova in default; come il Sindaco di un Comune che presto non sarà più in grado di pagare i fornitori e neppure gli stipendi ai propri dipendenti. Perfino i cortigiani abbandonano il Re nel momento di massima difficoltà. Figurarsi poi se viene meno lo stipendio a fine mese: è la fine. Mastromauro è rimasto solo. Dopo le politiche di fine febbraio in Consiglio Comunale non si escludono colpi di scena e qualche tentativo di golpe pilotato. Mastromauro sa bene che in politica gli errori e gli orrori si pagano a caro prezzo. Non ne facciamo neppure una questione morale ma di dignità personale. Faccia dunque il più bello dei regali a Giulianova che dice di amare tanto; al PD che lo ha portato ad essere consigliere comunale, Vice Sindaco ed infine Primo Cittadino; ai suoi elettori, amici e collaboratori che finora hanno ciecamente creduto il lui; ai suoi cortigiani che potranno trovare qualcun altro a cui dire sempre “sì”; ma soprattutto a se stesso. SI DIMETTA. Meglio una ritirata dignitosa, con tanto di scuse, che lasciare di sé un pessimo ricordo. THIS IS THE END, THE END.
GIULIANOVA: COME STA LA JULIA SERVIZI PIU’?
21 dicembre 2012
Novanta metri da un portone all’altro. Appena novanta passi separano lo scempio della biblioteca Vincenzo Bindi dal portone della Julia Servizi Più, società soggetta a direzione e coordinamento del Comune di Giulianova che ne detiene la proprietà al 100%. La Julia Servizi Più vende gas metano in 12 Comuni: nel 2011 ha fatturato 8.370.570 euro (+7,71% rispetto al 2010) e realizzato utili per 213.698 euro (+59,54%), un tesoretto a cui attingere per porre rimedio alla traballante situazione finanziaria del Comune di Giulianova. Accade così che Julia Servizi Più debba versare a fine 2011 al suo unico socio 250.000 euro di acconto per l’acquisto dell’impianto di trigenerazione che, completato e collaudato 15 anni fa, sorge a ridosso della sede dell’Istituto Tecnico Industriale e dell’Ospedale, in via Gramsci. Per inciso, il mancato funzionamento dell’impianto per diversi anni ha già prodotto, secondo l’Amministratore Unico della società, la “perdita dei sostanziosi incentivi CIP6 che avrebbero permesso ancora oggi di incassare un extra di circa 300.000 €/anno”. Altrove, la denuncia di un fatto così grave avrebbe dato l’abbrivio a qualche esposto e, come minimo, ad un inchiesta interna: il Comune, retto oggi da una maggioranza teoricamente di centro-sinistra, ha ritenuto opportuno “lasciar correre”: forse per non urtare la suscettibilità di un suo fedele sostenitore di oggi ma al tempo Sindaco di Giulianova per il centro-destra a cui l’Amministratore della Julia Servizi e perfino il Sindaco Mastromauro hanno addossato la responsabilità di non aver fatto partire l’impianto? Perché a pagare il conto sono sempre i Cittadini e non i diretti responsabili? Ma torniamo all’attualità. L’acconto da 250.000 euro versato dalla Julia Servizi Più al Comune è solo l’antipasto; infatti, nella Relazione sulla gestione del bilancio al 31/12/2011 l’Amministratore Unico attesta che “Con atto del notaio Campitelli del 23 aprile 2012 la società ha completato l’acquisto dell’impianto di cogenerazione includendo opere elettriche ed infrastrutturali e tratto di rete di teleriscaldamento al prezzo di euro 400.000. Complessivamente tutto l’acquisto ammonta ad euro 895.000 di cui la società ha pagato nell’anno 2011 un acconto di 250.000, e si è impegnata a versare al Comune l’importo di euro 240.000 annui, iva compresa, e pertanto il completamento del pagamento avverrà a giugno del 2015”. Siamo certi che la Julia Servizi abbia fatto proprio un buon affare? La Julia Servizi potrà sostenere il peso di 240.000 euro l’anno fino al 2015 senza subirne i contraccolpi? Come proprietaria dell’impianto, Julia Servizi trarrà benefici economici dal funzionamento dell’impianto oppure, oltre a sborsare 240.000 euro l’anno, dovrà anche subire delle perdite? In quanti anni fu stimato, al momento dell’acquisto, che la Julia Servizi potesse rientrare dall’investimento pari, nel complesso, a 1.250.000 euro? A quasi un anno dal versamento del primo acconto, le previsioni iniziali si sono rivelate esatte o dobbiamo temere per l’arrivo di qualche sgradita sorpresa? Toc Toc, disturbiamo?
Risponde il Sindaco o l’Amministratore della Julia?
Giulianova? E Chi se ne frega….
20 dicembre 2012
La situazione è drammatica ma c’è chi pensa chiedere deroghe per poter correre alle primarie del PD. Nerone vuole darsela a gambe o suona la lira mentre la città brucia. Va deserta per la seconda volta l’asta per la vendita dei terreni di proprietà comunale e il buco da 3,6 milioni euro bel bilancio 2012 è sempre lì? E chi se ne frega! La spending review penalizza Giulianova con una sforbiciata in corso d’opera da oltre 200 mila euro nel 2012 a causa della condotta da cicala dell’Amministrazione mentre a Ortona, che ha più o meno gli stessi abitanti e le stesse caratteristiche di Giulianova, non si taglia neppure un centesimo? E chi se ne frega! Sta arrivando la superTARSU (si stima + 30% rispetto a quella del 2012), cioè la TARES che dovrà coprire i costi di gestione dei rifiuti e in più quelli dei cosiddetti servizi indivisibili tra cui quello dell’illuminazione pubblica, per cui il Comune, cioè i Cittadini, sborsano 800 mila euro l’anno contro i 712 mila di San Benedetto del Tronto? E chi se ne frega! Si perdono fondi pubblici per finanziare le attività gli asili nido e per le piste ciclabili? E chi se ne frega! Il servizio di trasporto scolastico, appaltato a ditta esterna, costa di più rispetto a prima?E chi se ne frega! Si lasciano in vita enti perfettamente inutili come l’Ente Porto ed il BIM? E chi se ne frega! Il costo dei lavori di rifacimento del tratto sud SS 16 lievita in corso d’opera ed annulla tutto il ribasso ottenuto dal Comune in fase di gara d’appalto? E chi se ne frega! C’è chi decide di spendere senza alcuna copertura finanziaria, violando le norme di corretta gestione contabile e finanziaria? E chi se ne frega! C’è chi dà pareri di regolarità tecnica e contabile su atti da guinness dei primati? E chi se ne frega! Devastano, come barbari, la biblioteca Vincenzo Bindi? E chi se ne frega! I controlli interni (es.: Collegio dei Revisori) non controllano un accidente? E chi se ne frega! Vanno a farsi benedire il Patto di Stabilità 2010 e quello 2011? E chi se ne frega! Scrive la Corte dei Conti? E chi se ne frega! Per la prima volta nella storia di Giulianova sequestrano un cantiere (= Gavioli)? E chi se ne frega! Eccetera, eccetera, eccetera. E Lui, intanto, con volo plastico, tenta di virare affannosamente verso Roma.
IL MINISTERO DELL’ECONOMIA BOCCIA IL COMUNE DI GIULIANOVA E PROMUOVE QUELLO DI ORTONA
13 dicembre 2012
L’ultimo Consiglio Comunale -quello del 10 dicembre in cui si è tornato sul mancato rispetto del Patto di Stabilità 2010- è ormai alle nostre spalle. Sarà la Corte dei Conti a valutare se le risposte date dal Sindaco Mastromauro e dell’Assessore Vanni sono aderenti alla legge. Nel dibattito consiliare è emersa in tutta la sua criticità la tenuta dei conti anche per il 2012, dovuta anche alla difficoltà di alienare alcuni gioielli di famiglia e, più in generale, agli effetti della politica di rigore imposta dal Governo alle amministrazioni locali nel quadro della “Spending Review”. Eppure, in questa nuova politica fatta spesso di tagli lineari, alcuni tagli NON sono stati lineari; al contrario, sono stati praticamente nulli per i Comuni più virtuosi ed invece significativi per quelli “spreconi”. A dare i voti ai Comuni è stato il SIOPE (Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici), archivio gestito dalla Banca d’Italia che fornisce al Ministero dell’Economia e delle Finanze informazioni utili per il monitoraggio degli incassi e dei pagamenti degli enti pubblici italiani tra cui anche i Comuni (www.bancaditalia.it/tesoreria/telematica/siope). Grazie al SIOPE si è scoperto, ad esempio, che ad Enna il costo di gestione dei rifiuti per abitante è il quadruplo della media nazionale o che a Lucca le spese di manutenzione sono cinque volte superiori alla media o che il Comune di Chieti spende 14.971 euro per ogni 100 abitanti, per comperare penne, matite e programmi per computer. Fatto sta che i tagli apportati nel corso del 2012 alle risorse destinate ai Comuni si sono basati sulla “fotografia” che SIOPE ha fatto dei flussi di cassa dei Comuni. Per conoscere poi l’entità di questi tagli, basta andare a consultare il sito del Ministero dell’Interno alla pagina finanzalocale.interno.it/apps/floc.php/in/cod/1/0. Mettendo a confronto due realtà abbastanza simili per popolazione residente (Giulianova 23.606 abitanti contro i 23.911 di Ortona), è possibile notare come nel corso del 2012 il Comune di Giulianova abbia subito una sforbiciata di 213.393,75 euro, (finanzalocale.interno.it/apps/floc.php/spettanze/index/codice_ente/4130790240/anno/2012/cod/1/md/0), mentre il Comune di Ortona non sia stata neppure sfiorato dalla “Spending Review” di Monti (finanzalocale.interno.it/apps/floc.php/spettanze/index/codice_ente/4130230580/anno/2012/cod/1/md/0). Il Comune di Ortona ha superato l’esame del SIOPE e quello di Giulianova no. Per effetto delle politiche di finanza locale già in atto, nel 2013 le penalità per il Comune di Giulianova saranno molto più aspre e andranno a sommarsi alla TARES, al nuova imposta il cui gettito dovrà essere pari a quello della “vecchia” TARSU maggiorato dei costi dei servizi cosiddetti “indivisibili” (es.: gestione del verde pubblico, manutenzione delle strade, gestione dell’illuminazione pubblica, servizi cimiteriali, ecc.). A proposito di sprechi, a Giulianova l’illuminazione pubblica costa ogni anno quasi 800.000 euro contro i 712.000 di San Benedetto del Tronto . Chissene, tanto pagano i soliti fessi (www.iduepunti.it/cronaca/19_novembre_2012/comune-di-giulianova-azzoppati-bilancio-di-previsione-e-patto-di-stabilit%C3%A0). Nessuno venga a lamentarsi poi, come ha fatto Di Primio a Chieti, se il SIOPE ed il Ministero dell’Economia poi bastonano Giulianova e promuovono Ortona. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, si dice.
Giulianova: Vasanella smentisce Vasanella. Anzi, no.
20 dicembre 2012
Appena insediato all’Ente Porto e fresco di dimissioni dal Consiglio Comunale (dovute per legge), il nuovo Mr. President ne fa una delle sue: elogia il Sindaco Mastromauro riconoscendogli doti di grande amministratore. Però! Evidentemente, tra “Pari” ci si loda ed imbroda. L’Ego parla all’Ego, senza pudore. Vasanella smentisce Vasanella e, soprattutto, il Partito di cui è ancora Coordinatore. Basta una poltrona per archiviare così in fretta gli orrori della Giunta Sinistra-Centro-Destra che amministra Giulianova? A Vasanella una qualità di fondo va comunque riconosciuta: la coerenza. “Amico” di Ruffini, ieri; ai tempi di Alleanza Nazionale; addirittura estimatore di Mastromauro, oggi, da Coordinatore del PDL (per quanto ancora, non è dato sapere, anche se certi promozioni hanno da sempre uno retrogusto amaro). Tanto implacabile con gli avversari interni quanto morbido e “propositivo” (così ama spesso definirsi) con quelli esterni (Sindaci PD in testa, ovviamente). L’interlocutore ideale, soprattutto per chi sta dalla “parte giusta”.
Giulianova: Vincenzo Bindi è “morto” dopo aver visto la sua biblioteca
18 dicembre 2012
“La collezione io l’ho destinata alla mia dilettissima Patria: Giulianova. Ho mirato così facendo, ad assicurare anzitutto la conservazione della parte del mio patrimonio che mi è più cara, sia per le cure ed i sacrifici che mi è costato di raccoglierla, sia per il conforto, che, in mezzo ad essa, ho trovato nelle moltissimi tristi contingenze della mia vita…”. E così Vincenzo Bindi faceva dono alla sua direttissima Giulianova di una ricca biblioteca di oltre 5.000 volumi di abruzzesistica, di una raccolta composta da 377 dipinti, di 27 cartelle contenenti la corrispondenza dello stesso Bindi, e la residenza familiare ovviamente, in Corso Garibaldi. Giulianova “dilettissima Patria” per Vincenzo Bindi ma anche città “deliziosa” per la Soprintendente ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo, Lucia Arbace, che, giunta tempo fa a Giulianova per un fine settimana di relax, fu accompagnata dal consigliere incaricato del Centro Storico, Alessandro Giorgini, e dal capo di Gabinetto del Sindaco, Sandro Galantini, “in una passeggiata nel Centro storico con visita alla Cappella de’ Bartolomei e alla Gipsoteca Pagliaccetti in piazza della Libertà, alla cripta di San Flaviano, al Sottobelvedere, alla chiesa della Misericordia, a quella di Sant’Antonio e, infine, al Museo d’Arte dello Splendore”. Così almeno nell’opera omnia di un fine storico del luogo. Nel congedarsi dalla “dilettissima Patria” del Bindi, la Soprintendente ebbe a dire: “Sono certa che tra la Soprintendenza e l’Amministrazione comunale potrà stabilirsi un proficuo rapporto di collaborazione, perché c’è ancora tanto da fare e occorre presto riaprire alcuni spazi d’importanza strategica, quali ad esempio la Pinacoteca Bindi “. Per carità, Soprintendente, da oggi in poi non dica più così! Ha visto che bel lavoretto è stato fatto nei rinnovati locali della Biblioteca Bindi di Giulianova che tanto Le ricorda la Sua Capri? Ma la Soprintendenza cosa ha fatto nel corso dei lavori? Sciocchi noi tutti a non prevedere ciò che poi si sarebbe plasticamente materializzato agli occhi dei visitatori sabato scorso. Che frutti possono nascere da una Soprintendenza che non soprintende ed un’Amministrazione che storicamente dà il meglio di se nello sfregiare in modo permanente i beni storici e paesaggistici di Giulianova? Per carità Soprintendente, per il futuro desista! Giulianova ha già dato con l’osceno rifacimento di Piazza Buozzi, con le pavimentazioni indo-cinesi del lungomare monumentale lato ovest e di Piazza Fosse Ardeatine, con quell’orrendo anfiteatro posto dietro il Municipio, con il cantiere Gavioli a ridosso del Kursaal, con l’edificazione ai piedi della collina nell’area Migliori-Longari, con il consumo di suolo che la Variante Generale al PRG porterà con sé, ecc. ecc. ecc.
ENTE PORTO GIULIANOVA E NUCLEO DI VALUTAZIONE: CHE TRISTEZZA!
16 dicembre 2012
Le due storie in sé non sono granché originali: appartengono alla nostra SPRECOPOLI quotidiana. In tempi di ristrettezze e di tagli non bisognerebbe smarrire un po’ di pudore e invece no. Accade così che, come scrive la giornalista de La Città Quotidiano, Marzia Tassoni, “la forza dei partiti e le logiche di potere” continuino a tenere artificialmente in vita un ente molto al di sotto delle aspettative, da cui perfino un altro inutile (il BIM) ha deciso di uscire. Il che è tutto dire. A cosa servirebbe stupirsi della ritrovata pax, dopo gli scambi al vetriolo della vigilia, tra il “vecchio” (Guidobaldi) ed il “nuovo” Presidente (Vasanella)? Ben poco: queste cose fanno parte, appunto, di quel rituale vuoto e antico di certa politica politicante che, come la vicenda dell’Ente Porto dimostra, ha ancora molto peso nelle decisioni che contano. A cosa servirebbe far notare, sentenze alla mano, che la carica di Presidente dell’Ente Porto è incompatibile con quella di Consigliere Comunale? A niente. Vasanella ha chiesto alla Segretaria Generale di verificare se esista o meno questa incompatibilità. Idem per la futura nomina di uno dei tre componenti dell’OIV (Organismo Indipendente di Valutazione) del Comune Giulianova (www.comune.giulianova.te.it/LinkClick.aspx), che andrà a sostituire il dimissionario Prof. Alberto Falini il quale avrebbe lavorato fin qui senza chiedere un becco di un euro (www.comune.giulianova.te.it/LinkClick.aspx). Sul sostanziale fallimento dei meccanismi e degli organismi di controllo interno sono stati già versati fiumi di inchiostro e non saremo certo noi ad aggiungerne altro. Giulianova, poi, con gli organismi di controllo interno è particolarmete sfortunata, visto ciò che l’altro organismo di controllo interno -il Collegio dei Revisori- è riuscito a combinare negli ultimi anni. Ma questa è un’altra storia. Sul sito del Comune è stato pubblicato il bando: A.A.A. CERCASI VALUTATORE. Il bando è firmato da una nostra vecchia conoscenza, il dott. Corinto Pirocchi, che a Giulianova dirige l’area finanziaria. Nel bando c’è scritto che il seguente compenso (€ 5.000,00 +Iva) verrà “erogato con cadenza trimestrale”. Tradotto in italiano suona così: 5.000 € + Iva al 31 marzo; 5.000 € + Iva al 30 giugno; 5.000 € + Iva al 30 settembre e 5.000 € + Iva al 31 dicembre. Totale 24.200 € ogni anno, considerando anche l’Iva che il Comune non può compensare con niente. Qui le cose son due: o l’italiano di Pirocchi non è stato impeccabile e Corinto voleva dire altro e cioè che 5.000 € + Iva sono il compenso per tutto l’anno, visto che la Delibera di Giunta n. 160/2011 questo prevede; oppure il Comune di Giulianova è a caccia di un SuperValutatore che metta le briglie sia a Pirocchi sia al dirigente Sisino. Ventiquattromila euro l’anno? Ventiquattromila euro sarebbero veramente un’esagerazione sia in assoluto sia se paragonati all’entità del compenso degli altri due colleghi di cui uno è perfino Presidente del collegio: 5.000 euro+Iva annui vanno infatti all’Ing. Marco Lamolinara e 6.200+Iva al Presidente, il Prof. Carlo Di Marco che abbiamo già visto operare con il Comune di Giulianova, rispettivamente con l’Associazione Demos e con l’Università degli Studi di Teramo, nell’esperienza del sondaggio deliberativo e poi come docente nell’ambito di un corso di formazione per il personale del Comune,(www.comune.giulianova.te.it/Default.aspx). Il Prof. Di Marco lo abbiamo ritrovato in tv il 13 dicemvre scorso, nella sua nuova veste di promotore e rappresentante regionale del nuovo soggetto politico nazionale “Cambiare si può” (www.teleponte.it/index.php). En passant, il ruolo di promotore e di responsabile di un movimento politico (vedi art. 16, comma 6, del Regolamento sull’Ordinamento dei Servizi e degli Uffici) è in odore di incompatibilità con quella di componente dell’OIV. Ma anche questa è un’altra storia. Ma in una situazione del genere, a chi andiamo a raccontare che “cambiare si può”?
COMUNE DI GIULIANOVA: FUORI I TABULATI TIM DI TUTTI!
7 dicembre 2012
Dopo aver letto la confessione del Sindaco di Giulianova “Quando sono nel torto non ho difficoltà alcuna ad ammetterlo. E se ho sbagliato chiederò scusa per un errore che, se commesso, è assolutamente involontario” (leggi supoliticarosetana.blogspot.it/2012/12/primarie-del-centrosinistra-giulianova.html) ci è sembrato di avergli fatto torto quando, nel pezzo “Bersani vince il duello con Renzi … nel frattempo a Giulianova”, dopo aver raccontato dei suoi presunti sms pro-Bersani partiti da un cellulare TIM intestato al Comune (www.iduepunti.it/cronaca/2_dicembre_2012/bersani-vince-il-duello-con-renzinel-frattempo-giulianova), abbiamo chiesto SOLTANTO A LUI di esibire i tabulati della sua utenza di servizio. Un estimatore del Primo Cittadino giuliese ci ha chiesto: “Perché chiedete soltanto i tabulati TIM del cellulare di servizio di Mastromauro e non anche quello degli altri Assessori e Consiglieri Comunali? La trasparenza vale solo per Francesco?”. A giusta domanda rispondiamo facciamo nostro l’invito implicitamente rivoltoci del supporter di Francesco, in nome dell’universale principio della trasparenza. Regole uguali per tutti e fuori i tabulati di tutti (Filipponi, Di Giacinto, Vella, Cameli, Forcellese, Antelli, Di Carlo, Vasanella, Francioni, Ragni, ecc.) senza se e senza ma, ricordando che, a differenza di quanto dichiarato in una recente intervista televisiva dal Sindaco di Giulianova (“Può succedere che scappi un sms da un’utenza piuttosto che da un’altra. Se questo è successo non credo che sia una cosa voluta né tanto meno un utilizzo improprio del cellulare del Comune. Assolutamente”), inviare sms dal telefono del Comune per fatti privati costituisce uso improprio ed indebito di un bene strumentale pubblico (chiedere per conferma a Cassazione e Corte dei Conti). Restiamo in attesa dei tabulati telefonici TIM (di tutti, a questo punto).
Bersani vince il duello con Renzi…nel frattempo a Giulianova
3 dicembre 2012
Siamo rimasti in religioso silenzio nelle ultime 24 ore per non turbare il clima di un importante momento di democrazia e di partecipazione. Dopo la vittoria sonora di Bersani su Renzi, abbiamo deciso di trovare una soluzione ai nostri soliti dubbi. Ne scriviamo oggi, a seggi abbondantemente chiusi e a risultato acquisito, confidando in una risposta chiara. “Al ballottaggio di domani Ti chiedo di votare per Bersani. Ti ringrazio e saluto cordialmente. Francesco Mastromauro”.
320 2390358 Questo sms è frutto dello scherzo di un “buontempone”, desideroso di spargere veleni in casa PD, o è partito dal cellulare, intestata al Comune di Giulianova e in dotazione al Primo Cittadino? Il numero è pubblico ed è stato pubblicato da altri quotidiani cartacei. Chiediamo al Sindaco di Giulianova di rispondere come sono andate effettivamente le cose e di esibire i tabulati dell’utenza TIM in questione relativi agli ultimi quindici giorni, che danno conto di tutti numeri dei destinatari di telefonate e messaggi. Si chiama trasparenza.
A Giulianova la Politica non fa pio pio…ma Peg Peg
29 novembre 2012
Giusto ieri abbiamo bacchettato la Provincia di Teramo per non aver ancora approvato il Piano Esecutivo di Gestione (www.iduepunti.it/cronaca/27_novembre_2012/il-peg-della-provincia-%C3%A8-un-d%C3%A9j%C3%A0-vu). A costo di apparire ripetitivi (ma repetita iuvant), vogliamo ribadire un concetto di primaria importanza: il PEG è uno strumento di programmazione degli enti Locali. Ogni anno, sulla base del bilancio di previsione, la Giunta stabilisce quelli che sono gli obiettivi principali dell’Ente ed assegna ai dirigenti dei settori gli obbiettivi da raggiungere nel corso dell’anno e le risorse umane e finanziarie necessarie a questo scopo. Cosa succede alla Provincia di Teramo? Succede che il PEG 2012 non è stato ancora approvato. Come si può approvare uno strumento programmatico a dicembre per i mesi precedenti? Catarra viaggiatore nel tempo. L’uomo dello stargate. Cosa succede al Comune di Giulianova? Succede che il PEG 2012 è stato approvato dalla Giunta il 22 novembre (Delibera n. 196/2012). Come si può approvare uno strumento programmatico a fine novembre per gli 11 mesi precedenti? Curiosità: come può un Assessore affermare in Consiglio Comunale che il Dirigente responsabile dell’esclusione del Comune di Giulianova dalla partecipazione al bando “Interventi a favore del sistema dei servizi educativi per la prima infanzia” e della conseguente perdita di un finanziamento regionale per circa 60.000 euro, verrà sanzionato con la perdita della retribuzione di risultato se quell’obiettivo non gli è stato mai assegnato e se per di più il PEG 2012 è postumo rispetto alla perdita di quei 60.000 euro? Siamo decisamente alla folle competizione. Mastromauro supera Catarra. L’uomo della pole position.
Giulianova: I Conti non sono nobili
28 novembre 2012
In un articolo di qualche settimana fa (Il Comune di Giulianova ai tempi dei pizzini:www.iduepunti.it/cronaca/4_novembre_2012/il-comune-di-giulianova-ai-tempi-dei-pizzini) stigmatizzammo la condotta molto poco ortodossa di quell’Amministrazione, che tardava ad evadere una richiesta avanzata da alcuni consiglieri comunali, ( Progresso Giuliese) che volevano vederci chiaro su alcune spese, prive di regolare impegno, relative ad attività sportive e ricreative svoltesi nel 2011 e stimate in oltre 140.000 euro, più che sufficienti per far venir meno il rispetto del Patto di Stabilità 2011. Bene: un funzionario del Settore III (Area Individuo, Famiglia e Cittadino) del Comune di Giulianova, con una nota del 6/11/2012, ha rimesso al suo dirigente e, per conoscenza, ai consiglieri comunali che lo avevano richiesto, l’elenco completo di spese e spesucce varie, prive di regolare impegno, per complessivi 147.000 euro circa. Alla nota del 6/11/2012, viene allegata una proposta di determinazione (la n.° 2093 del 1/10/2012), non firmata, dall’oggetto: “Atto di liquidazione eventi pregressi”. Gli eventi in questione, si spiega nella bozza di provvedimento, hanno avuto luogo nel 2011 nell’ambito delle manifestazioni GIULIA EVENTI ESTATE e NATALE; comportano delle SPESE CHE IL COMUNE NON HA POTUTO LIQUIDARE MANCANDO DISPONIBILITA’ DI SOMME NEL BILANCIO DELL’ESERCIZIO FINANZIARIO 2011. Il provvedimento prevede che le somme, pari a 147.404 euro, debbano essere liquidate attingendo in parte a residui relativi al periodo 2009-2011 (= 31.235,64 euro) mentre per il resto (= 116.168,36 euro) tutto resta nel limbo e che con successivo provvedimento l’atto potrà subire modificazioni e/o integrazioni (come dire: forse non è finita qui!). Manca disponibilità di somme nel bilancio 2011 per passività relative al 2011? Per le necessarie liquidazioni di parte dei debiti il Comune attingerà a residui attivi di esercizi pregressi e per il resto si vedrà come fare? A parte la gravità di un’affermazione del genere, che sovverte ogni principio di regolare tenuta dei conti del Comune e che è in aperto ed evidente contrasto con la normativa vigente in materia, resta il valore dello scritto che ha come fonte ufficiale proprio il Comune di Giulianova. Per il Comune di Giulianova, dunque, per l’esercizio 2011 sono stati rilevati nuovi debiti fuori bilancio per oltre 147.000 euro. Premesso che il Patto di Stabilità era stato rispettato per appena 48.000 euro, il Comune di Giulianova va sotto l’obiettivo di 99.000 euro. Ergo, il Patto di Stabilità per il 2011 non è stato rispettato. La novità sta nel fatto che ad attestarlo è stato proprio il Comune di Giulianova con la nota del 6/11/2012. Tra le sanzioni previste dalla legge per i Comuni poco virtuosi che non rispettano il Patto di Stabilità c’è anche la revoca di diritto degli incarichi dirigenziali e dei contratti a tempo determinato. Qualora fosse la Corte dei Conti ad attestare il mancato rispetto del Patto, alcuni dirigenti del Comune (Sisino, Pirocchi e Mastropietro) andrebbero a casa anzitempo, assieme all’Amministrazione che li ha voluti.
Giulianova: DO YOU REMEMBER?
22 novembre 2012
Sono trascorsi ormai più di venti giorni dalla pubblicazione sul nostro blog degli articoli “Il Comune di Giulianova ai tempi dei pizzini” e “Comune di Giulianova: Who’s Who?”. (www.iduepunti.it/cronaca/4_novembre_2012/il-comune-di-giulianova-ai-tempi-dei-pizzini e www.iduepunti.it/cronaca/5_novembre_2012/comune-di-giulianova-whos-who). Ricevemmo, allora, una piccata replica del Sindaco di Giulianova, a cui rispondemmo, punto per punto, l’11 novembre (www.iduepunti.it/cronaca/11_novembre_2012/botta-risposta-con-il-sindaco-mastromauro).
Giulianova: I consiglieri comunali rischiano di lavare i piatti
21 novembre 2012
Come ricorderete, in data 18 giugno 2012 la Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti ha scritto al Presidente del Consiglio Comunale affinché questi informasse ogni Consigliere Comunale, fornendo il dettaglio di alcune gravi irregolarità ed osservando il mancato rispetto del Patto di Stabilità per il 2010. La Corte dei Conti chiede che il Consiglio Comunale risponda alle osservazioni di cui alla nota del 18 giugno. Di fronte alla richiesta di un Consiglio Straordinario avanzata a fine ottobre da alcune tra le forze di minoranza l’Amministrazione traccheggia. In realtà la richiesta sarebbe superflua visto che rispondere alla Magistratura Contabile è atto dovuto oltre che gesto di bon ton istituzionale. E invece il Presidente Di Giacinto ed il Sindaco Mastromauro fanno ciò che mai ti saresti aspettato: niente. In casi del genere (vedi di recente il Comune di Bologna), il Sindaco deve dire alla Città ed ai Consiglieri Comunali che la Corte ha visto male oppure se è possibile mettere in atto delle misure di riequilibrio e di che misure si tratta (sarà possibile per il 2010?). Sarà poi la Corte a decidere nel merito e a convocare il Primo Cittadino per i provvedimenti del caso (soluzione della crisi o dissessto finanziario). Ma c’e un secondo punto che non deve passare inosservato: tergiversare e non rispondere alle osservazioni della Corte dei Conti espone tutti i consiglieri comunali, eccetto quelli che hanno richiesto il Consiglio Straordinario, ad azioni di responsabilità in danno da parte della magistratura contabile. Per dirla in altro modo: Di Giacinto e Mastromauro stanno “giocando” con le tasche di Arboretti, Ragni, Cameli, Ciccocelli, Di Carlo, etc etc, e così sino all’ultimo consigliere. Il Sindaco dovrà spiegare ad esempio: – qual è stato il ruolo del Collegio dei Revisori in questa vicenda; – come mai il Sindaco ha sottoscritto il documento con cui l’Ente ha certificato il rispetto del Patto per il 2010; – come intende regolare la partita dei 338 mila euro di debiti fuori bilancio riconosciuti con delibera di Giunta n. 254 nel 2011 ma di competenza 2010 (accordo bonario per lavori extra di manutenzione della Scuola Don Milani). (www.iduepunti.it/la-voce/7_ottobre_2012/giulianovasforamento-patto-stabilita%E2%80%99-2010-sindaco-e-revisori-responsabili) Tutto chiaro adesso?
Dopo di che il silenzio. I diretti interessati hanno da dire qualcosa? Il Sindaco ha accolto il nostro invito a vigilare meglio ed ha avviato una qualche indagine interna oppure continua a navigare come se nulla fosse? E le forze rappresentate in Consiglio Comunale che dicono?
Comune di Giulianova: “Azzoppati” Bilancio di Previsione e Patto di Stabilità
20 novembre 2012
L’asta per la vendita dei lotti in zona E2 turistica, Via Ippodromo e Via Cupa è andata deserta, almeno per questa volta, e con la mancata vendita a privati dei lotti viene meno un’entrata una tantum di 3,6 milioni di euro prevista nel Bilancio di Previsione 2012. Colpa della crisi che deprime gli investimenti e l’economia, dice il Sindaco. Ma che ci fosse la crisi non era una novità neppure quando, il 10 agosto scorso, il Consiglio Comunale approvò il piano delle alienazioni e delle valorizzazioni del patrimonio immobiliare dell’Ente. La verità è un’altra: le Amministrazioni Locali più moderne e innovative si sono date serie politiche di gestione e valorizzazione del patrimonio almeno 15 anni fa mentre Giulianova … Adesso al Comune non resta altra scelta che procedere ad una seconda asta, puntando su cifre più modeste e sperando che qualcuno si faccia avanti. Una cosa è certa: con la mancata entrata dei 3,6 milioni di euro ed il recupero da parte dello Stato a carico del Comune di Giulianova di oltre 200.000 euro sui trasferimenti erariali del 2012 (finanzalocale.interno.it/apps/floc.php/spettanze/index/codice_ente/4130790240/anno/2012/cod/1/md/0#)mettono in pericolo la tenuta dei conti del Comune ed il rispetto del Patto di Stabilità 2012. Ma c’è anche una seconda importante questione: perché e come siamo arrivati al punto di dover vendere i gioielli di famiglia? Cosa poteva essere fatto e non è stato fatto? La risposta sta solo in parte nelle manovre di continui tagli dei trasferimenti statali agli enti locali ma anche nelle politiche di corto respiro degli ultimi 20 anni in cui gli amministratori di turno si sono limitati a gestire -e male- senza programmare in vista di un futuro sempre più incerto. Nelle “non scelte” amministrative ha prevalso un’impostazione localistica , da “campanile”, tarata sulla durata della consiliatura: niente che avesse neppure la parvenza di marketing territoriale e di promozione dello sviluppo locale, concetti vecchi di almeno trent’anni, senza i quali è difficile immaginare l’allargamento della base impositiva e, quindi, di nuove entrate nelle casse comunali. A leggere delle ultime scaramucce tra l’assessore Forcellese ed i balneatori viene un po’ da sorridere (mestamente, però). ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/11/10/news/forcellese-replica-sempre-vicini-ai-nostri-balneatori-1.6005860 Sviluppo locale a parte, gli ultimi anni di storia amministrativa, da Cameli a Mastromauro, sono contraddistinti da una programmazione e da una gestione finanziaria discutibili: entrate straordinarie che vengono destinate a finanziare la spesa corrente (vedi maggiori somme ICI e Tarsu evase o eluse, accertate ed incassate; vedi oneri di urbanizzazione incassati, ecc.); mancate entrate dovute ad incuria o negligenza (vedi il caso dei mancati introiti CIP 6 per complessivi 900 mila euro spettanti al Comune per il trigeneratore dell’Ospedale); cattiva e diseconomica gestione dei servizi (su tutti vedi i rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento….su tutti i 960.000 euro della Julia Reti ed i 60.000 euro delle concessioni cimiteriali fasulle); somme non pretese (vedi gli 8/9 milioni euro in opere che il Comune si guardato bene diall’esigere a fronte delle nuove costruzioni in area ex Sadam); infine, appalti border line (es.: rimozione spiaggiato 2011, lavori di ristrutturazione della Scuola Elementare Don Milani e di rifacimento della SS 16 tratto sud). Ci fermiamo qui per ovvie ragioni di spazio. Quanto alla programmazione, ponendoci in ottica 2013, domandiamo all’attuale amministrazione e, in particolare, al Sindaco ed all’Assessore al Bilancio, se abbiano già maturato un qualche disegno per il nuovo anno da cui ci separano pochi giorni. Non vorremmo rassegnarci all’idea di dover convivere nei prossimi anni con la prassi invalsa da tempo di svendere i beni di famiglia per far tornare ogni volta i conti. Gli elementi di preoccupazione non mancano: la forte esposizione debitoria nei confronti del Cirsu; il taglio dei trasferimenti statali; gli stringenti limiti di spesa imposti dal rispetto del Patto di Stabilità (fin qui violato per il 2010 ed il 2011). A proposito di riforma della fiscalità locale, ci chiediamo anche se il Sindaco e l’Assessore al Bilancio abbiano valutato le ricadute sul piano degli equilibri di bilancio dell’applicazione delle due imposte destinate ad essere i futuri pilastri del bilancio comunale: l’IMU e la futura prossima TARES, una specie di “superTARSU” che dovrà coprire anche i costi dei servizi “indivisibili” come la manutenzione
delle strade, la gestione del verde, l’illuminazione pubblica (a proposito, in virtù di un appalto tutto da approfondire, Giulianova spende in illuminazione circa 800.000 euro/anno contro i 712.000 euro di San Benedetto del Tronto!), ecc.. Tutto a carico dei cittadini, ovviamente. Cosa pensano al riguardo il Sindaco Mastromauro e l’Assessore al Bilancio Vanni? E le forze politiche di minoranza hanno da proferire qualcosa?
Giulianova senza pace…il Giudice di Pace
15 novembre 2012
Mentre la “favola” della sede distaccata o secondaria del Tribunale si trascinerà ancora un po’ fino a naufragare, ogni residua possibilità di conservare l’ufficio del Giudice di Pace è definitivamente sfumata il 12 novembre scorso. Entro quella data, infatti, il decreto legislativo n. 156 del 7 settembre 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 settembre, dava la possibilità agli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, di poter richiedere il mantenimento degli uffici del giudice di pace, con competenza sui rispettivi territori, di cui è stata disposta la soppressione, sopportandone tutti i costi -specifica il decreto- ad eccezione dello stipendio del giudice. Questo sarebbe stato l’unico modo per tentare di raggiungere quell’obiettivo che l’Amministrazione ha dato in pasto alla stampa solo poche ore fa e che a questo punto è irraggiungibile: “ …. non si avrebbe il sovraccarico logistico del Tribunale di Teramo avendo a disposizione una struttura ampia e funzionale ed oltretutto in posizione strategica a servizio di ben 13 Comuni, per un’estensione territoriale di oltre 270 Kmq. ed una popolazione complessiva superiore ai 102.000 abitanti, evitando così disagi ai cittadini, agli avvocati, al personale in servizio e persino agli operatori di polizia giudiziaria”. In realtà più piccole rispetto a Giulianova (es.: Dolo – provincia di Venezia, 14.400 abitanti; Rometta – provincia di Messina, 6.700 abitanti) la tattica delle amministrazioni locali è stato tutt’altra che rinunciataria. Risultato: i Comuni che si erano visti privare del Giudice di Pace sono riusciti a consorziare numerosi altri Comuni interessati a mantenere l’ufficio e a fare istanza, tutti assieme, al Ministro. In casi come questo non è affatto scontato affermare che l’unione fa la forza. Per quanto Giulianova, invece, non è dato sapere se il Primo Cittadino, anziché sprecare tempo prezioso in comunicati ed incontri inutili, ed in polemiche a distanza con il Presidente del Tribunale e con il Presidente del Consiglio degli Avvocati, abbia tentato questa strada o se, dopo averci provato, sia rimasto politicamente isolato dai colleghi dei 12 Comuni richiamati nel comunicato-spot di qualche giorno fa.
Tribunale di Giulianova: Aveva ragione Spinosa
14 novembre 2012
La montagna ha partorito il topolino. Dopo aver ottimisticamente confidato nella possibilità di spuntarla contro il Presidente del Tribunale di Teramo, Giovanni Spinosa, e perfino contro la legge, ed aver annunciato urbi et orbi che forse ce l’avrebbe fatta a far sopravvivere la sede distaccata del Tribunale di Teramo a Giulianova (leggiwww.iduepunti.it/cronaca/27_ottobre_2012/giulianova-il-tribunale-chiuder%C3%A0-legge), il Sindaco di Giulianova batte in ritirata e fa ciò che da questo blog era già stato pronosticato da tempo (leggiwww.iduepunti.it/cronaca/2_novembre_2012/tribunale-di-giulianova-nessuna-sede-secondaria). Non perché a scrivere sia stato il Mago Otelma ma solo perché è la legge ad aver già stabilito cosa NON è consentito fare (= NON si può mantenere in piedi una sede distaccata) e cosa invece si può fare ( = si può chiedere che l’immobile adibito fino a ieri a sede degli uffici giudiziari possa essere mantenuto ancora in uso per un periodo non superiore a cinque anni dalla data di efficacia della norma che sopprime le sezioni distaccate, MA NON come sede secondaria). Ed ecco quindi che con deliberazione n. 189 del 12 novembre scorso, la Giunta Comunale di Giulianova chiede al Ministero di Giustizia di procedere in tal senso. Sarà il Ministro eventualmente a decidere, dunque, se l’attuale stabile di Via Cerulli potrà trasformarsi in un grande deposito di faldoni e fascicoli, presidiato da un paio di impiegati al massimo. Il Tribunale di Giulianova, invece, è definitivamente morto per legge, a prescindere dall’ultima deliberazione della Giunta Comunale. Niente di più, niente di meno.
Province: La marcia su Roma è colpa nostra
13 novembre 2012
C’è un Italia che non potremo mai capire ed accettare: è quella drammaticamente reale in cui, secondo la CGIA di Mestre, le amministrazioni pubbliche, non raggiungendo lo standard di efficienza tedesco, ci fanno sprecare 75 miliardi di euro l’anno. E’ quell’Italia presa recentemente di mira dalla Corte dei Conti il cui Presidente, pronunciandosi sulle performance della P.A., afferma che il vero problema è il deficit di efficienza dovuto alla mancanza di un sistema serio e reale di incentivi e sanzioni. E’ quell’Italia che per ogni punto percentuale di inefficienza della Pubblica Amministrazione paga uno 0,9% di PIL, con tutto ciò che ne consegue in termini di mancata produzione di reddito e di incremento dell’ occupazione. Ma è anche l’Italia delle mille provincie, in cui il Sindaco di Teramo, mobilitando i colleghi per incontrare a Roma il Ministro Patroni Griffi, dichiara che ci sono “Mille posti di lavoro a rischio con la cancellazione di Teramo”; in cui la Provincia di Teramo, prossima a fondersi con quella de L’Aquila, bandisce un concorso per l’assunzione a tempo determinato di un dirigente tecnico; in cui l’Ordine degli Ingegneri e quello degli Architetti entrano in conflitto, rivendicando per i propri iscritti il diritto di andare a ricoprire quel posto vacante. E’ l’Italia in cui il termine “pubblico” è sinonimo “di nessuno” e, quindi, di “mio”. In tutto questo c’è qualcosa che urta e che stona: come può una classe dirigente che ha fatto un uso improprio e distorto delle pubbliche amministrazioni e, in particolare, del sistema delle autonomie locali, svilendone la funzione e trasformandole in centri di spesa spesso improduttiva e in fabbriche di posti di lavoro ad uso di parenti e clientes, ergersi oggi a garante della sopravvivenza di un sistema, pubblico nella forma ma molto privato nella sostanza, economicamente insostenibile ed eticamente inaccettabile? Di quali scelte, di quali programmi di sviluppo si è resa protagonista per far sì che Teramo e provincia potessero contare di più nei tavoli della concertazione e del confronto istituzionale? E chi l’ha espressa questa classe dirigente, sempre più piatta e uguale a se stessa? E’ giunto forse il momento di fare veramente sul serio?
Botta & Risposta con il Sindaco Mastromauro
12 novembre 2012
Gentile Signor Sindaco, siamo profondamente rammaricati per i toni ed ancor più per i contenuti della Sua replica. Lo siamo ancor di più, tuttavia, per non essere riusciti a far comprendere che la funzione di questo blog è informare e rendere pubblici fatti ed atti affinché altri – pubblica opinione, forze politiche, amministratori -possano farne buon uso. Tra i destinatari dei nostri scritti ci sono anche i Sindaci –e quindi anche Lei- che hanno il non facile compito di guidare le amministrazioni locali in un momento non facile e la responsabilità di assolvere al loro mandato garantendo sempre e comunque il buon andamento e l’imparzialità dell’azione amministrativa. In quest’ottica vorremmo che il nostro “Comune di Giulianova: Who’s Who?” www.iduepunti.it/cronaca/5_novembre_2012/comune-di-giulianova-whos-who fosse da Lei inteso non come un attacco all’Amministrazione e tanto meno alla Sua persona quanto come un segnale a Lei rivolto affinché vada a fondo a certe vicende che presentano evidenti criticità. Chiarito ciò e messo da parte ogni possibile equivoco, veniamo senz’altro al merito. Per farlo richiameremo quanto da Lei scritto. 1° PUNTO DELLA REPLICA DEL SINDACO MASTROMAURO E’ completamente falso che il comune di Campli abbia disposto il nulla osta alla prosecuzione dell’incarico sessanta giorni dopo la stipula del contratto. Se è vero che il nuovo contratto con il Comune di Giulianova è stato stipulato in data 21 settembre 2011, ed è vero che l’autorizzazione è stata assentita dalla Giunta Comunale di Campli con atto n. 243 del 29 novembre 2011, effettivamente sessanta giorni dopo, Si omette proditoriamente di riferire che, nelle more dell’adozione della citata deliberazione di Giunta Comunale della città farnese, sono intervenuti tre decreti sindacali di autorizzazione. Essi sono, nell’ordine: decreto n. 9961 del 22 settembre 2011, con cui è stata autorizzata la proroga fino al 31 ottobre 2011; decreto n. 11368 del 31 ottobre 2011 (autorizzazione dal 31 ottobre 2011 fino al 15 novembre 2011) e decreto n. 11892 del 15 novembre 2011 (autorizzazione dal 16 novembre 2011 fino al 30 novembre 2011). Quindi, prima della scadenza dell’ultimo decreto del sindaco di Campli, è stata adottata la deliberazione alla quale Lei fa riferimento, la n. 243 del 29 novembre 2011. Nessuna nullità, quindi. CONTROREPLICA Nel ringraziarLa per gli ulteriori elementi informativi da Lei messi a disposizione, dobbiamo tuttavia far presente che i tre decreti del Sindaco di Campli autorizzano proroghe temporalmente limitate al 30 novembre 2011. Il Comune di Giulianova ed il Dott. Sisino invece firmano un contratto triennale con scadenza giugno 2014 (quindi si va ben oltre il 30 novembre 2011) e lo fanno senza che la Giunta del Comune di Campli abbia rilasciato preventivamente il nulla osta “in uscita”. Il nulla-osta viene invece rilasciato 68 giorni dopo la firma del contratto. Questo non è consentito dalla legge. Le sembra normale che un funzionario possa trovarsi nella condizione di dipendere contemporaneamente da due amministrazioni diverse? Ecco meglio spiegato perché sosteniamo che quel contratto di lavoro è nullo e che di conseguenza sono nulli tutti gli atti alla cui formazione ha partecipato il Dott. Sisino. 2° PUNTO DELLA REPLICA DEL SINDACO MASTROMAURO I decreti del Sindaco di Giulianova, infatti, sono stati adottati in esecuzione di quanto previsto con un unico atto. Si tratta, infatti, della deliberazione di Giunta Comunale n. 139 del 10 settembre 2009 con cui il sottoscritto venne autorizzato, conformemente a norma regolamentare del Comune all’epoca vigente, ed al fine di assicurare la continuità dell’azione amministrativa all’indomani dell’insediamento dell’Amministrazione, a confermare, con durata parametrata alla durata del mandato elettivo, i dirigenti con contratto a tempo determinato, ossia il dirigente della II e quello della III Area. CONTROREPLICA Sul punto sollevato ci spiace doverLa smentire: i decreti del Sindaco di Giulianova NON sono stati tutti adottati in esecuzione della richiamata deliberazione di Giunta Comunale n. 139 del 10 settembre 2009. NON lo è il decreto sindacale n. 136 del 30 giugno 2009, che è anteriore alla citata delibera di Giunta del successivo mese di settembre e che è, a tutti gli effetti, un atto di proroga di incarico previamente affidato dal Commissario Straordinario nel 2008. Al riguardo facciamo inoltre rispettosamente notare che, per consolidata giurisprudenza, gli incarichi dirigenziali a tempo determinato conferiti a soggetto esterno all’Ente NON possono essere prorogati.
Lo è il decreto sindacale n. 197 del 21 settembre 2009, con cui viene conferito l’incarico dirigenziale al Dott. Sisino per due anni a decorrere dal 21 settembre 2009 (quindi, fino al 21 settembre 2011). NON lo è invece il successivo decreto sindacale n. 384 del 9 settembre 2011 con cui l’incarico viene prorogato fino alla fine del mandato. Anche in questo caso si è in presenza di una proroga, NON consentita, di incarico dirigenziale a tempo determinato a soggetto esterno all’Ente. NON lo è per un motivo molto semplice: la deliberazione di Giunta Comunale n. 139 del 10 settembre 2009 non poteva dispiegare i suoi effetti oltre la fine del primo incarico. La domanda sorge spontanea: perché all’indomani del Suo insediamento, non si è provveduto all’approvazione di una delibera di Giunta che Le consentisse di affidare l’incarico per l’intero mandato evitando così di dover ricorrere ad inutili atti di proroga peraltro NON consentiti per legge? 3° PUNTO DELLA REPLICA DEL SINDACO MASTROMAURO “Come può essere affidato – e rinnovato più volte- un incarico dirigenziale a tempo determinato ad un dipendente inquadrato nella Categoria D1? La normativa sull’Ordinamento degli Enti Locali, i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, la giurisprudenza della Corte dei Conti e perfino lo stesso Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Giulianova (art. 24) precludono questa possibilità”. È quanto testualmente Lei afferma. Anche in questo caso è vero il contrario. Infatti, l’art. 24 del Regolamento per il funzionamento degli Uffici e dei Servizi, da Lei citato, testualmente prevede, in ordine alla copertura di posizioni dirigenziali con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato: “In applicazione delle disposizioni recate dall’articolo 110, comma 1, del D.Lgs. n. 267/2000, nei casi di qualifiche dirigenziali non rinvenibili nei ruoli nell’ente, le posizioni di responsabile di area ascritte a qualifica dirigenziale possono essere coperte mediante apposita costituzione di rapporti a tempo determinato, in osservanza dei requisiti richiesti per l’accesso alla qualifica dirigenziale …”. Prevede la legge (art. 28 d.lvo 31 marzo 2001, n. 165 e succ. modiff. ed ii.) che “l’accesso alla qualifica di dirigente nelle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo” sia riservato ai ”dipendenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni, muniti di laurea, che abbiano compiuto almeno cinque anni di servizio … svolti in posizioni funzionali per l’accesso alle quali è richiesto il possesso del dottorato di ricerca o del diploma di laurea”. L’Avv. Sisino è in possesso di tutti i citati requisiti: sia del diploma di laurea, sia dell’anzianità di servizio in categoria (D1), per l’accesso alla quale è previsto il diploma di laurea. Evidente e macroscopica la Sua carenza di informazioni. CONTROREPLICA Sul punto ci tocca scendere in dettagli per “addetti ai lavori”. Vista l’enorme mole di informazioni a nostra disposizione, cercheremo di semplificare senza banalizzare. A dettar legge in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali a tempo determinato nei comuni e nelle province è l’art. 27 del d.lgs. 30.3.2001, n. 165, prevede che “[…] le altre pubbliche amministrazioni, nell`esercizio della propria potestà statutaria e regolamentare, adeguano ai principi dell`articolo 4 e del presente capo i propri ordinamenti, tenendo conto delle relative peculiarità”. Il rinvio non è soltanto all’art. 28, da Lei citato, bensì anche e soprattutto all’art. 19, comma 6, del d.lgs. 30.3.2001, n. 165 nel testo modificato dall’art. 40 del d.lgs. 27.10.2009, n. 150, che tra l’altro esprime non un principio bensì una norma immediatamente precettiva (Corte dei Conti, Sezione Regionale di controllo per il Piemonte, Delibera n. 86/212) e che prevede che tali incarichi sono conferiti, fornendone esplicita motivazione, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’Amministrazione, che: a) abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali; b) o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio, anche presso amministrazioni statali, ivi comprese quelle che conferiscono gli incarichi, in posizioni funzionali previste per l’accesso alla dirigenza; c) o che provengano dai settori della ricerca, della docenza universitaria, delle magistrature e dei ruoli degli avvocati e procuratori dello Stato. Evidentemente il Comune di Giulianova ha ritenuto che l’affidamento di incarico dirigenziale ad un funzionario di categoria D1 fosse rispettoso del dettato normativo. COSI’ PERO’ NON E’; infatti: – la Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia, nell’adunanza del 27 marzo scorso, ha verbalizzato che “ … il conferimento di incarichi dirigenziali a funzionari di categoria D determina, di fatto, una progressione verticale in diversa categoria al di fuori di una prova selettiva, in grave contrasto con il principio costituzionale della concorsualità (art. 97 comma 3 Cost.), e con il divieto di attribuzione fiduciaria di incarichi dirigenziali”; – il 30/9/2011 il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda) accoglieva il ricorso presentato da DIRPUBBLICA contro una serie di provvedimenti con cui nel 2010 l’Agenzia delle Entrate aveva bandito una selezione-concorso per il reclutamento di 175 Dirigenti di seconda fascia pensando (male) di poter coprire i posti dirigenziali vacanti mediante il conferimento di incarichi dirigenziali a funzionari privi della qualifica dirigenziale. Secondo il TAR Lazio “rimane il dato indiscutibile del contrasto della scelta organizzativa del conferimento di incarichi dirigenziali, senza concorso, a funzionari privi della qualifica dirigenziale, con la puntuale disciplina di cui agli artt. 19 e 52 del d. lgs. n. 165/2001”. Sia la magistratura contabile sia il Tar Lazio sembrano dunque voler dire una cosa sola: è tempo di tornare a quanto prevede l’art. 97,
comma 3, per cui “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvi i casi previsti dalla legge”. Per costante giurisprudenza della Corte costituzionale e delle massime magistrature è accesso all’impiego non solo la prima assunzione, ma anche il caso di cui stiamo trattando. SUL PRESUNTO ATTACCO PERSONALE AL DIRIGENTE SISINO Contrariamente a quanto da Lei rimarcato, riteniamo che i fatti narrati sul nostro blog (leggi www.iduepunti.it/cronaca/4_novembre_2012/il-comune-di-giulianova-ai-tempi-dei-pizzini ewww.iduepunti.it/cronaca/5_novembre_2012/comune-di-giulianova-whos-who) non si concretino affatto in un attacco personale, ingiustificato ed ingiustificabile, al Dott. Sisino. Non si tratta di fatto personale: se lo riterrà opportuno, valuterà il Dott. Sisino se legittimamente agire nei modi di legge contro la testata. Tuttavia, Signor Sindaco, siamo fermamente convinti del fatto che ad uscire fortemente vulnerata dalle vicende narrate non sia la reputazione del “dirigente” Andrea Sisino quanto l’interesse dei cittadini di Giulianova e l’intelligenza di chi legge il nostro blog. RingraziandoLa dell’attenzione ed invitandoLa a far tesoro delle segnalazioni del nostro blog, La salutiamo cordialmente.
Comune di Giulianova: Who’s Who?
6 novembre 2012
Due giorni fa chiudevamo la nostra ultima fatica su alcuni fatti di Giulianova con la seguente domanda: “Chi è così folle da apporre la propria firma su atti del genere che inevitabilmente finiranno sul tavolo della Procura della Corte dei Conti?” La persona in questione è il medesimo dirigente che ha attestato la regolarità contabile della chiacchierata delibera di Giunta n. 254 del 2011 (leggi: http://www.iduepunti.it/la-voce/13_agosto_2012/giulianovalo-strano-caso-della-delibera-2542011e www.iduepunti.it/cronaca/29_ottobre_2012/giulianova-lidv-fa-suo-il-mancato-rispetto-del-patto-di-stabilit%C3%A0 . E’ sempre lo stesso dirigente che ha firmato, in rappresentanza del Comune di Giulianova, i contratti di finte concessioni e falsi rinnovi dei loculi cimiteriali. (leggi www.iduepunti.it/cronaca/15_ottobre_2012/comune-di-giulianova-cucu%E2%80%99-cucu%E2%80%99-ed-i-loculi-non-ci-sono-piu%E2%80%99 e www.iduepunti.it/abruzzo/3_novembre_2012/giulianova-silenzio-di-tomba-sul-caso-dei-loculi-cimiteriali). E’ sempre lui che ha istruito la pratica relativa all’appalto del servizio di trasporto scuolabus, gestito in economia dal Comune fino al 2010 con un costo di circa 695.000 euro (di cui 83.871 per il pre e post-scuola) e poi trasferito, a seguito di gara e con la benedizione dell’Udc e dell’Assessora Cameli, ad una ditta privata per una spesa di circa 1 milione di euro l’anno (682.000 euro l’anno per 7 anni, oltre le spese). Insomma, il minimo comun denominatore di alcune vicende amministrative degne dell’attenzione della Procura della Corte dei Conti è proprio il nostro personaggio misterioso a cui siamo in grado di associare nome e cognome: Andrea Sisino. Per sapere chi è Andrea Sisino basta navigare nel sito del Comune di Giulianova (www.comune.giulianova.te.it/Default.aspx e poi cliccare sul datato “Illustrativo dei dati personali dei Dirigenti del Comune di Giulianova” dove figurano ancora due dirigenti non più in servizio ed un terzo è collocato nel settore sbagliato!) e leggere il relativo curriculum. Apprendiamo così che l’Avvocato Andrea Sisino è dirigente incaricato a tempo determinato dell’Area Servizi Individuo, Famiglia e Cittadino dal 1 gennaio 2009, e che arriva a Giulianova dopo aver prestato servizio presso il Comune di Campli come dipendente inquadrato nella Categoria D1. Il primo incarico di dirigente a tempo determinato gli viene conferito proprio a Giulianova dal Commissario Straordinario in data 30/12/2008, con decorrenza 1/1/2009 e fino al 30/9/2009; gli viene prorogato con Decreto Sindacale per il periodo 1/7/2009 e fino al 22/9/2009, e successivamente, per ulteriori due anni fino al 21/9/2011. Infine, il 9/9/2011 il Sindaco Mastromauro proroga per la terza volta l’incarico dirigenziale al Dott. Sisino sino alla scadenza del mandato elettivo. Il 21/9/2011 il Sindaco incarica l’Ing. Luciano Massarotti alla stipula del contratto individuale di lavoro a tempo determinato. Il contratto viene così firmato nello stesso giorno. Sessanta giorni dopo, e cioè il 29/11/2011, con delibera di Giunta n. 243, il Comune di Campli concede al dipendente Dott. Andrea Sisino il nulla osta per il suo incarico a contratto presso il Comune di Giulianova. Sessanta giorni dopo? Proprio così: il contratto di lavoro individuale tra il Dott. Sisino ed il Comune di Giulianova viene firmato senza che il Comune di Campli abbia concesso il nulla-osta. Ciò comporta una cosa sola: quel contratto è nullo come nulli sono tutti gli atti alla cui formazione ha partecipato il Dott. Andrea Sisino dal 21/9/2011. Seconda annotazione: come può essere affidato -e rinnovato più volte- un incarico dirigenziale a tempo determinato ad un dipendente inquadrato nella Categoria D1? La normativa sull’Ordinamento degli Enti Locali, i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, la giurisprudenza della Corte dei Conti e perfino lo stesso Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Giulianova (art. 24) precludono questa possibilità. Terza annotazione: perché per coprire la carenza di organico il Comune non ha percorso la strada precedentemente seguita in occasione dell’affidamento di incarichi dirigenziali a personale già dipendente dell’Ente, come nei casi dell’Arch. Olivieri e dell’Ing. Massarotti, visto che il Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi lo consente? Quarta annotazione: perché il Comune di Giulianova ha optato per il rinnovo del contratto con il Dott. Andrea Sisino fino al termine del mandato del Sindaco anziché procedere con un normale concorso pubblico? La legge qualifica l’utilizzo di contratti a termine come ipotesi del tutto straordinaria e temporanea. E’ difficile parlare di temporaneità per un rapporto di lavoro –quello tra il Comune di Giulianova ed il Dott. Sisino- che si trascina da quasi quattro anni. In casi del genere la regola è il concorso. Si sta tentando forse di creare i presupposti giuridico-normativi per consentire al Dott. Andrea Sisino di poter partecipare ad un futuro
concorso pubblico per la copertura di un posto da dirigente a tempo indeterminato? Dopo tante domande si impongono una riflessione e due nuove questioni. La prima, di carattere generale: le modalità con cui è stato affidato l’incarico dirigenziale all’Avv. Andrea Sisino, incarico che ha natura temporanea e fiduciaria, pongono il dirigente in una posizione di oggettiva debolezza nei confronti del Sindaco e della Giunta Comunale. La distinzione funzionale tra compiti di indirizzo politico-amministrativo e quella gestionale, tipica del dirigente, appare messa fortemente in pericolo. Prima domanda: quali garanzie di imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa può offrire un dipendente posto in siffatta condizione di debolezza e di potenziale appiattimento rispetto ai desiderata del politico di turno? Seconda domanda: con che forza un dirigente in siffatta situazione può far valere i principi di imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa, sapendo che il suo incarico, come quello dei colleghi Pirocchi e Mastropietro, cesserebbe di colpo nel caso venisse accertato il mancato rispetto del Patto di Stabilità per il 2011?
Il Comune di Giulianova ai tempi dei pizzini
4 novembre 2012
A 22 anni dall’entrata in vigore della famosa legge n. 241 -quella sull’accesso agli atti e sulla trasparenza- in quel di Giulianova può anche accadere che l’Amministrazione risponda ad una richiesta scritta di un consigliere comunale con una serie di dati incompleti stampati su fogli di carta anonimi, cioè senza timbri e senza firme, a mo’ di pizzini. Inutile dire che sono trascorsi quaranta giorni da quella istanza e, nonostante il Comune di Giulianova possa contare su una macchina organizzativa ben oliata e su sistemi informativi all’avanguardia, l’elenco di delibere, determinazioni e liquidazioni sostenute nel triennio 2010-2012 per attività sportive, culturali e ricreative e manifestazioni varie non spunta fuori. Come ricorderanno i più affezionati lettori del nostro blog, si tratta di spese in gran parte prive di regolare impegno di spesa e, quindi, gestite in modo “border line”, al di fuori delle regole fissate dalla normativa sulla gestione contabile degli enti locali (vedi articolo dell’11 settembre 2012www.iduepunti.it/cronaca/11_settembre_2012/comune-di-giulianova-170000-euro-di-nuovi-debiti-fuori-bilancio-attivita-s). Scrivemmo allora – e torniamo a ribadirlo anche ora- che “ ……. la posta in gioco è il rispetto del Patto di Stabilità 2011 che potrebbe essere la stessa Corte dei Conti a certificare partendo dall’accertare la non veridicità dei conti del Comune di Giulianova, con tutte le pesanti conseguenze del caso. Come sanno anche i meno informati, ad Alessandria -e non solo- la Corte dei Conti è stata molto pesante”. Tutto questo senza considerare la “pietra tombale” dei debiti CIRSU di competenza dell’Esercizio 2011 (www.iduepunti.it/la-voce/16_settembre_2012/giulianova-non-rispettato-il-patto-di-stabilit%C3%A0) ed i 338.000 euro di maggiori spese (e di debiti fuori bilancio) dei lavori della Scuola Elementare Don Milani (www.iduepunti.it/la-voce/13_agosto_2012/giulianovalo-strano-caso-della-delibera-2542011 eiduepunti.macaronibros.com/cronaca/29_ottobre_2012/giulianova-lidv-fa-suo-il-mancato-rispetto-del-patto-di-stabilit%C3%A0), che determinano il mancato rispetto del Patto di Stabilità per il 2011. E’ questa la ragione vera che induce il Dirigente della III Area, Avv. Andrea Sisino, a prendere ancora tempo e a non rispondere in modo esaustivo alla richiesta del consigliere di minoranza? Su un noto quotidiano il Sindaco dichiara: “Se le somme da pagare sono state previste in bilancio saranno pagate come è sempre avvenuto”. Cosa vuol dire “Se”? Vuol dire una cosa sola: ci sono somme da liquidare per servizi e beni che sono prive di un regolare ed obbligatorio impegno di spesa “a monte”. Queste somme hanno un solo nome: DEBITI FUORI BILANCIO.
Sebbene l’Amministrazione continui comunque a tacere sull’elenco delle spese irregolarmente sostenute nel 2011 per le attività sportive e ricreative, stimate in oltre 140.000 euro, qualche rumors inevitabilmente trapela: parte delle spese a suo tempo non impegnate sarebbero in corso di liquidazione con tanto di determinazioni dirigenziali. La domanda è lecita: ma sulla base di quale regolare impegno di spesa? Chi è così folle da apporre la propria firma su atti del genere che inevitabilmente finiranno sul tavolo della Procura della Corte dei Conti?
Giulianova: Silenzio di tomba sul caso dei loculi cimiteriali
3 novembre 2012
Abbiamo scritto in un precedente articolo delle concessioni e dei rinnovi di concessioni di loculi cimiteriali (vediwww.iduepunti.it/cronaca/15_ottobre_2012/comune-di-giulianova-cucu%E2%80%99-cucu%E2%80%99-ed-i-loculi-non-ci-sono-piu%E2%80%99). Chiudemmo l’argomento ponendo una serie di domande rimaste per oltre due anni inevase; in particolare: 1) A quali conclusioni è giunta la commissione d’inchiesta interna nominata dal Sindaco Mastromauro e presieduta dall’attuale Segretario Generale? 2) Atteso che i contratti di concessione dei loculi vengono rogati dal Segretario Comunale, com’è possibile che si siano verificate “finte concessioni”? 3) Perché non è stato dato conto del lavoro svolto dalla commissione d’inchiesta interna? 4) A quanto ammontano le somme che sarebbero state distratte dalle casse comunali? 5) Nel caso la commissione abbia accertato gli autori di eventuali irregolarità, è stata avviata da parte del Comune una qualche azione di responsabilità e di risarcimento dei danni nei confronti dei responsabili dell’accaduto? Venerdì scorso abbiamo appreso dalla stampa… 1) l’indagine amministrativa interna affidata al Segretario Generale, Daniela Marini, si è finalmente conclusa e che la relazione finale è stata trasmessa alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti. Del suo contenuto nulla è dato sapere a causa del segreto istruttorio; 2) il procedimento disciplinare avviato nei confronti dell’impiegata indagata è stato sospeso in attesa della conclusione del procedimento penale, cioè fino a sentenza definitiva. Secondo il Consiglio di Stato l’obbligo di sospensione del procedimento disciplinare nei confronti del dipendente pubblico che debba essere contestualmente sottoposto ad un’azione penale per gli stessi fatti da cui trae origine l’illecito disciplinare è subordinato all’intervento di precisi atti processuali, successivi alla chiusura delle indagini preliminari e coincidenti con l’inizio dell’azione penale: la formulazione dell’imputazione ovvero la richiesta di rinvio a giudizio ai sensi del primo comma dell’art. 405 c.p.p.. Ciò significa che, essendo stato sospeso il procedimento disciplinare, l’azione penale nei confronti della dipendente comunale ha già avuto inizio con la formulazione dell’imputazione (peculato ed abuso d’ufficio) ovvero con la richiesta di rinvio a giudizio. Ciò che l’Amministrazione invece dovrebbe spiegare, e su cui nulla trapela, ha molto a che vedere con le
seguenti questioni: 1) Pur essendo sottoposta a procedimento penale, la dipendente continua a lavorare tranquillamente in Comune, anche se in altro ufficio, mentre avrebbe potuto essere sospesa a scopo cautelativo dal servizio per evitare di ledere la credibilità dell’istituzione nei confronti dei cittadini. Il Comune di Giulianova, contrariamente a tante altre amministrazioni, non ha ritenuto opportuno muoversi in questa direzione. Perché? 2) A condurre l’indagine interna fu chiamata l’allora ed attuale Segretario Generale, Daniela Marini, che all’atto della sottoscrizione dei contratti di concessione svolse il ruolo di “notaio”. Il notaio, come tutti sanno, prima di rogare un atto controlla che tutta la documentazione sia a posto, compresa quella relativa ai pagamenti. La Dott.ssa Marini ha dunque indagato su se stessa e sui contratti che sono archiviati nel Repertorio dei contratti di cui è gelosa custode? In caso di risposta affermativa, la cosa assumerebbe contorni grotteschi. 3) Restano tutte da chiarire le eventuali responsabilità del dirigente (Avv. Andrea Sisino) che firmò, per conto del Comune, quei contratti truffaldini e che aveva il dovere di vigilare sull’operato della sua sottoposta la cui condotta poco limpida era stata oggetto di segnalazione nel febbraio del 2009 da altro funzionario del Comune. 4) Cosa ha da dire su una vicenda che si trascina da oltre due anni il Sindaco Mastromauro che oggi si nasconde dietro il segreto istruttorio?
Tribunale di Giulianova: Nessuna sede secondaria…
2 novembre 2012
Il caso del morituro tribunale di Giulianova non esiste per la Legge, ma solo per le regole mediatiche del Primo Cittadino di Giulianova. Il DECRETO LEGISLATIVO 7 settembre 2012, n. 155 (“Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”)…è lapalissiano. Nella Tabella A, a pagina 8, il decreto lgs. 155/2012 indica tra le sezioni distaccate di tribunale soppresse quella di Giulianova. Punto e basta. Il sindaco Mastromauro dopo l’incontro definito “chiarificatore” del 31 ottobre scorso con il Presidente del Tribunale di Teramo, dichiara che Spinosa “ … si è detto pronto a valutarla e ad immaginare Giulianova come una sede secondaria”. Sede secondaria? La tesi attribuita all’avvocato Mastromauro è che se il tribunale di Giulianova divenisse sede distaccata, la sua soppressione sarebbe rinviata di cinque anni. L’unica cosa prevista dal decreto è che il Ministro della Giustizia possa disporre che vengano utilizzati a servizio del tribunale, per un periodo non superiore a cinque anni dalla data di efficacia della norma che sopprime le sezioni distaccate, gli immobili di proprietà dello Stato, ovvero di proprietà comunale interessati da interventi edilizi finanziati ai sensi dell’articolo 19 della legge 30 marzo 1981, n. 119, adibiti a servizio degli uffici giudiziari e delle sezioni distaccate soppressi. Traduzione: il Ministro Paola Severino potrebbe disporre che gli immobili che oggi ospitano la sezione distaccata di Giulianova vengano utilizzati a servizio del tribunale di Teramo. Ma per farci cosa? Un semplice deposito di faldoni e scartoffie con al massimo un paio di impiegati. Chi si immagina che si possa tornare ai bei tempi andati con le solite iscrizioni di cause a ruolo, l’andirivieni di avvocati e la lotta per trovare un posto dove parcheggiare si ravveda: il tribunale di Giulianova è morto per sempre. Cosa resterà di questi titoloni giornalistici? Camini accesi…
Giulianova: L’iDV fa suo il mancato rispetto del patto di stabilità
29 ottobre 2012
L’ex Assessore ai Lavori Pubblici della Giunta Mastromauro, Roberto Mastrilli, farà il suo ingresso ufficiale nell’IDV tra qualche giorno, portando con sé nuovi tesserati e nuove iscrizioni, azzerando di fatto gli esiti del primo congresso cittadino del partito che altri volti e ben altre sensibilità aveva espresso per Giulianova. Se dunque l’Italia dei Valori a Giulianova va connotandosi come il partito dell’aspirante candidato alle prossime elezioni regionali –e forse anche assessore dopo gli accordi di Vasto-, Roberto Mastrilli, è anche vero che quel partito si così assume doppiamente la paternità di un atto amministrativo che spezza definitivamente il raggiungimento, da parte del Comune di Giulianova, del Patto di Stabilità per il 2011; parliamo dell’ormai famosa delibera diGiunta n. 254 del 19/12/2011 di cui ci siamo già occupati in altro articolo (www.iduepunti.it/la-voce/13_agosto_2012/giulianovalo-strano-caso-della-delibera-2542011). L’atto n. 254 riguarda l’approvazione di un accordo bonario tra il Comune e la Ditta Bollettini Costruzioni con cui vengono erogati 338.000 euro in più rispetto al previsto per i lavori di ristrutturazione, messa a norma ed ampliamento della Scuola Elementare Zona Orti. Si tratta quindi di materia di stretta competenza dell’Assessore ai Lavori Pubblici del tempo, Mastrilli per l’appunto, che votò a favore dell’accordo assieme all’ex Assessore del suo attuale partito, Nadia Ranalli. Per inciso, Mastrilli era Assessore ai Lavori Pubblici anche nel periodo interessato dai chiacchierati lavori di rifacimento del manto sulla SS 16, già al centro delle nostre attenzioni, anche in questo caso, per le maggiori somme riconosciute alla ditta appaltatrice (www.iduepunti.it/la-voce/21_ottobre_2012/clamoroso-giulianova-lidv-ricomincia-dalla-ss-16-e-da-matromauro). Come detto, con quei 338.000 euro in più di debiti fuori bilancio portati in dote dalla delibera 254, il Comune di Giulianova va sotto rispetto all’obiettivo di oltre 290.000 euro e così il certificato di avvenuto raggiungimento del Patto di Stabilità per il 2011 si trasforma in carta straccia. Il nuovo acquisto giuliese targato IDV farà fiorire di colpo tante nuove tessere ma basteranno per cancellare tutto questo dalla memoria di elettori e simpatizzanti dell’IDV? Cosa ha da dire l’ex Assessore Mastrilli sulla delibera 254? E soprattutto, cosa pensano i vertici regionali dell’Italia dei Valori della vicenda dei lavori alla Scuola Elementare Zona Orti e del mancato rispetto del Patto di Stabilità 2011?
ELEZIONI POLITICHE 2013: MASTROMAURO SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
27 ottobre 2012
Qualche giorno fa abbozzammo una nota in vista delle primarie del PD ma in seconda battuta decidemmo di non pubblicarla. Avevamo cose ben più importanti di cui occuparci e non volevamo tediare i nostri affezionati lettori con il solito chiacchiericcio preelettorale. Ecco il pezzo mai andato on line. MASTROMAURO NON SI DIMETTE MA SI AUTOCANDIDA “Mi dimetto, non mi dimetto, mi dimetto, non mi dimetto, non mi dimetto”. Malgrado tutto, qualcuno del suo entourage lo ha indotto a mettere giudizio, almeno per questa volta. E infatti il nostro amico Francesco, anziché dimettersi, ha deciso di attendere e di fare pretattica. http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/10/13/news/niente-candidatura-alle-politiche-per-mastromauro-1.5855849 “Continuo a ricevere dichiarazioni di stima per il mio operato e inviti ad impegnarmi per il territorio attraverso una candidatura alle prossime elezioni”, dice Mastromauro. “ …. Di certo la mia candidatura è un’ipotesi che potrà essere valutata solo se inserita in un progetto più ampio di generale rinnovamento della politica”. Il messaggio rivolto a quegli ampi settori del PD che mal lo tollerano è il seguente: Vedete come mi cercano? Vedete come mi vogliono? Attenti che non ho affatto rinunciato a candidarmi . Perché mai Mastromauro dovrebbe dimettersi entro il prossimo 28 ottobre visto che l’obbligo di dimissioni per i Sindaci dei Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti è previsto solo in caso di scadenza naturale della legislatura? E infatti, si dà il caso che, per evitare l’ingorgo istituzionale, il Presidente della Repubblica scioglierà le Camere prima del tempo perché poi si possa votare il 13-14 aprile 2013. Questo significa che Mastromauro potrà continuare a fare il Sindaco (fatto salvo un non improbabile intervento “a gamba tesa” della Corte dei Conti) per poi decidere, resi noti i meccanismi della nuova legge elettorale su cui oggi nessuno scommette, cosa fare da grande. Ma la sua vicenda si incrocia con quella di un altro famoso “ex” di Giulianova, Claudio Ruffini, il quale ha dichiarato di volersi auto-rottamare malgrado siano in tanti “a volergli bene” e a rimpiangerlo dopo la disastrosa parentesi di centro-destra-sinistra-destra-sinistra-centro del suo successore. Ma anche in questo caso siamo alla pretattica pura. Insomma, chi vivrà vedrà. QUESTO DUNQUE SCRIVEVAMO UNA SETTIMANA FA. Leggiamo oggi, senza restarne stupiti, delle velenose dichiarazioni di Mastromauro rese in diverse occasione ( conf. stampa, Teleponte, consiglio comunale) in merito a certe scelte del suo predecessore Ruffini che, a differenza del Sindaco in carica, ebbe a consegnare Giulianova al Commissario Prefettizio per potersi candidare alla Regione. A questa frecciatina molto poco velata sarebbe seguita una “sparata contro i politici in carriera, contro quelli che, pur non esercitando alcuna professione, finiscono per anteporre il successo personale agli interessi generali”. La risposta di Ruffini non si è fatta attendere: l’attuale Consigliere Regionale del PD ha ricordato al suo ex Vice il contenuto di certi accordi faticosamente raggiunti in una lontana serata del 2004, nella sede della Citigas in quel di Colleranesco (“io mi metto al servizio del Partito per fare il Sindaco, con Mastromauro Vice, ma poi vado altrove e Mastromauro mi sostituisce”). Ari-sottolinea Ruffini che “la Città lo ha capito e, da quanto mi viene dimostrato con le azioni o detto a parole, la stima nei miei confronti non è finora venuta meno”. ((La Città- Marzia Tassoni)) Più chiaro di così? Che dire? Forse avevamo visto giusto una settimana fa: i due contendenti facevano solo pretattica e ad uno dei due evidentemente devono essere saltati i nervi (indovinate a chi?). Adesso è ufficiale: il PD a Giulianova ha un problema grosso come un con(t)…ominio ed in Comune si avvicina la prospettiva del commissariamento.
Giulianova: Il tribunale chiuderà per Legge
27 ottobre 2012
Alcuni organi di stampa riportano che alla notizia della sospensione, da parte del Consiglio Giudiziario, del provvedimento con cui il Presidente del Tribunale di Teramo ha stabilito la chiusura delle cancellerie delle sezioni staccate di Giulianova e di Atri per l’iscrizione a ruolo di nuove cause civili, Francesco Mastromauro, Sindaco di Giulianova nonché uomo di diritto, avrebbe dichiarato: “E’ stata una bella vittoria, sebbene momentanea. La nostra battaglia va avanti”. http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/10/24/news/tribunali-la-chiusura-per-ora-e-sospesa-1.5917457 http://www.emmelle.it/Prima-pagina/Cronaca/Chiusura-sospesa-per-i-tribunali-di-Gulianova-ed-Atri/11-24260-1.html L’esternazione del primo cittadino ha anticipato di un paio di giorni l’Assemblea dell’Ordine degli Avvocati svoltasi presso la Sala Buozzi di Giulianova lo scorso 25 ottobre. Senza entrare nel merito della opportunità o meno del provvedimento di chiusura delle sedi di Giulianova ed Atri, il grido di vittoria del Sindaco di Giulianova è del tutto immotivato in quanto la notizia della sospensione del provvedimento di chiusura delle sedi di Giulianova e di Atri è del tutto priva di fondamento: è falsa. Al contrario, stando a quanto scrive il Presidente del Tribunale di Teramo, Giovanni Spinosa, in una nota indirizzata al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, nella seduta di martedì 23 ottobre il Consiglio Giudiziario ha espresso parere favorevole; così scrive il Consiglio giudiziario: “il trasferimento alla sede centrale di Teramo della trattazione (sin dall’iscrizione a ruolo) delle nuove cause civili di entrambe le Sezioni distaccate di Atri e Giulianova è stato adottalo nell’osservanza delle forme di cui all’art. -18 quinquie O.G. e non realizza una soppressione ante tempus delle sedi distaccata”, anzi, “si ispira ai principi di distribuzione più razionale delle risorse e di passaggio graduale alla futura fase normativa”. Evidentemente qui c’è qualcosa che non quadra: o sulla chiusura della sede di Giulianova il Sindaco ha cambiato completamente opinione oppure Mastromauro, come molti politici nostrani, ha deciso di continuare a suonare la gran cassa, vestendo i panni del finto salvatore della Patria.
Clamoroso a Giulianova: L’IDV ricomincia dalla SS 16 e da Mastromauro
22 ottobre 2012
Secondo la Corte dei Conti, in Italia le opere pubbliche costano molto di più rispetto al loro costo reale. Giulianova conferma la regola: basta prestare un minimo di attenzione a quanto accaduto nel caso dei “Lavori di straordinaria manutenzione SS 16 – Rifacimento Pavimentazione Stradale”, il cui costo, secondo il progetto preliminare approvato dalla Giunta Comunale con la delibera n. 109 del 6/5/2010, è fissato inizialmente in 800.000 euro di cui 659.000 per lavori. Con successiva delibera n. 14 del 28/1/2011, la Giunta Comunale approva il progetto definitivo definendo ancora una volta il totale costi ad 800.000 euro; di questi, 665.000 euro per i lavori, 13.300 per la sicurezza e 121.700 per le somme in amministrazione. La Giunta Comunale approva il progetto esecutivo il 23/5/2011: lo stanziamento complessivo è confermato per la terza volta in 800.000 euro, di cui 655.000 per lavori a base d’asta. A metà giugno 2011 i lavori vengono aggiudicati alla ditta C&G Costruzioni con un ribasso percentuale posto a base di gara pari al 46,789%: ciò significa che i lavori costeranno circa 350.000 euro, oltre gli oneri per la sicurezza e l’Iva. L’Amministrazione ha così ottenuto un risparmio di circa 320.000 euro. L’opera sarà comunque, in parte (300.000 euro circa), con un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti. Ottimo! Purtroppo la storia ha un seguito tutto “all’italiana”. A fine giugno Comune ed impresa firmano il contratto. Bisogna fare in fretta perché il clou della stagione turistica è ormai alle porte. Qualche giorno dopo l’aggiudicazione definitiva dei lavori, viene approvata una prima perizia di variante (Determinazione Dirigenziale n. 220/2001) . E qualche giorno dopo ancora vengono affidati, sempre alla C&G Costruzioni, lavori “complementari” in aggiunta a quelli previsti in contratto (Determinazione Dirigenziale n. 234/2001). Risultato economico: gran parte dei 320.000 euro risparmiati dal Comune in fase di gara, grazie al ribasso del 46,789% offerto dalla Ditta, si è volatilizzata. E’ avvenuto, cioè, quanto descritto dalla Corte dei Conti: a causa di circostanze sopravvenute, impreviste ed imprevedibili al momento della firma del contratto, l’amministrazione appaltante ha approvato una variante al progetto originario e l’esecuzione di ulteriori lavori, facendo impennare i costi dell’appalto. www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/documenti_procura/molise/Relazione_per_lxinaugurazione_dellxanno_giudiziario_2012.pdf Premesso che: – La delibera con cui la Giunta approva il progetto esecutivo fissa l’importo dei lavori da mettere a gara in 655.000 euro; – tutta la gara viene espletata dando per buono il medesimo importo; – la ditta che risulterà aggiudicataria formula la propria offerta sulla base di un progetto ben definito e chiaro in ogni dettaglio; – i lavori vengono aggiudicati a metà giugno; – il contratto d’appalto viene sottoscritto tra Ditta e Comune a fine giugno. Il progetto è sempre quello; è sempre lo stesso e la statale 16 è purtroppo quella di sempre; – il giorno dopo la firma del contratto viene approvata una perizia di variante; – due settimane dopo la perizia, vengono affidati nuovi lavori complementari non previsti nel progetto originario, sorge spontanea una serie di domande; in particolare: – che razza di progetto è stato redatto ed approvato per ben tre volte consecutive dalla Giunta? – com’è possibile che l’Amministrazione e la Ditta abbiano firmato il contratto il giorno prima ed il giorno seguente l’Amministrazione abbia approvato una perizia di variante? – com’è possibile che dopo aver approvato una prima perizia di variante, nel giro di qualche giorno l’Amministrazione si sia improvvisamente accorta della necessità di appaltare, per il buon esito dell’opera, ulteriori lavori non compresi nel progetto originario ma necessari? – cosa saranno state mai queste circostanze impreviste ed imprevedibili fino a qualche giorno prima e a variante già approvata, che avrebbero costretto l’Amministrazione ad appaltare “lavori complementari” e necessari? – cos’hanno da dire al riguardo l’ex Assessore ai Lavori Pubblici, Roberto Mastrilli, ed il suo Sindaco, Francesco Mastromauro?
COMUNE DI GIULIANOVA: CUCU’ CUCU’ ED I LOCULI NON CI SONO PIU’
15 ottobre 2012
Nel febbraio 2009 il Dirigente dei Servizi Demografici e Cimiteriali del Comune di Giulianova emana una nota in cui riferisce di alcuni fatti che sarebbero stati compiuti da un dipendente di quel settore. In particolare, in completa autonomia e con grande discrezionalità, quel dipendente avrebbe gestito alcune pratiche al di fuori dei locali del Comune. Per questo lo stesso impiegato avrebbe dovuto essere rimosso dall’incarico. A seguito di un esposto, l’anno seguente gli ufficiali della sezione di polizia giudiziaria della Forestale, su delega del PM Laura Colica, avviano un’inchiesta su presunti bollettini-truffa che sarebbero stati utilizzati da una dipendente del Comune di Giulianova. La stessa risulta destinataria di avviso di garanzia inviatole dalla Procura della Repubblica: la Procura indaga su una lunga serie di finte concessioni e falsi rinnovi di concessioni di loculi cimiteriali di cui sarebbero rimasti vittime circa cinquanta ignari acquirenti, in prevalenza anziani. Il valore di ogni pratica oscillerebbe da un minimo di 300 ad un massimo di 2.000 mila euro. Risultato finale: circa 60 mila euro sottratti alle casse del Comune e quasi certezza, per i cinquanta truffati, di non avere acquisito alcun diritto. Siamo in ottobre: nell’ambito dell’inchiesta vengono effettuate perquisizioni sia negli uffici comunali sia nell’abitazione dell’indagata. Appena due giorni dopo le perquisizioni in Comune avviene un fatto strano ancora non chiarito: qualcuno si introduce negli stessi uffici in cui si era recata la Forestale e porta via dei documenti. Nello stesso anno il Sindaco Mastromauro dispone l’avvio di un’indagine amministrativa interna, demandandola al Segretario Generale, Daniela Marini. Sulla vicenda si registrano un’interrogazione in Consiglio Comunale e qualche passaggio spot di esponenti di minoranza e del Sindaco. www.radiogiulianova.net/index.php www.giulianovanews.it/2011/01/page/19/ www.lacittaquotidiano.it/wp-content/uploads/2012/02/1782.pdf A distanza di due anni dall’avvio dell’indagine demandata al Segretario Generale, formuliamo le seguenti domande: 1) A quali conclusioni è giunta la commissione d’inchiesta interna nominata dal Sindaco Mastromauro e presieduta dall’attuale Segretario Generale? 2) Atteso che i contratti di concessione dei loculi vengono rogati dal Segretario Comunale, com’è possibile che si siano verificate “finte concessioni”? 3) Perché non è stato dato conto del lavoro svolto dalla commissione d’inchiesta interna? 4) A quanto ammontano le somme che sarebbero state distratte dalle casse comunali? 5) Nel caso la commissione abbia accertato gli autori di eventuali irregolarità, è stata avviata da parte del Comune una qualche azione di responsabilità e di risarcimento dei danni nei confronti dei responsabili dell’accaduto? E ancora: il Sindaco avrebbe dichiarato che i truffati possono stare tranquilli perché nessuno rimetterà in discussione i loro diritti di proprietà. www.funerali.org/ Visto che di “finte concessioni” si tratta, in base a quale titolo giuridico i 50 malcapitati acquirenti possono dormire sonni tranquilli? Se le cose stessero come avrebbe detto il Sindaco, non saremmo forse in presenza di un danno patrimoniale? Qualunque sia la prospettiva da cui la si osservi, questa storia non sta in piedi neanche un pò ed è bene che qualcuno, da Palazzo, dica esattamente come stanno le cose.
Giulianova: Sono queste le ultime ora da Assessore di Loreto Vanni?
12 ottobre 2012
In un altro articolo ci siamo occupati del caso dei 455.000 euro di entrate relative alla concessione perpetua delle aree cimiteriali per la realizzazione di cappelle gentilizie, previste dal Comune di Giulianova per il 2012 ed erroneamente iscritte al Titolo III anziché IV del Bilancio di Previsione 2012. Secondo Progresso Giuliese -e non solo- grazie a questo macroscopico errore, avallato dal Collegio dei Revisori, il Comune di Giulianova sarebbe riuscito a pareggiare la spesa corrente con un’entrata che corrente non è, modificando di fatto la previsione finanziaria. Dopo l’invio degli atti alla Corte dei Conti, l’Assessore al Bilancio del Comune di Giulianova, Dottor Loreto Vanni, (f.to Linearetta).già Amministratore Unico di Julia Rete, Revisore dei Conti del Cirsu e tante altre cose, ha ritenuto opportuno contribuire, da esperto della materia qual è, alla soluzione della vexata quaestio: Titolo III o Titolo IV? Intervenendo dalle colonne di un noto quotidiano locale, l’Assessore ha tenuto a precisare come il documento di previsione non sia che una proiezione finanziaria, quindi uno strumento estremamente fluido, non calcificato in calcoli che rimandano, appunto, ad una previsione di entrate ed uscite. Di diverso parere sembra essere invece l’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli Enti Locali, del Ministero dell’Interno, che nella pubblicazione “Finalità e postulati dei principi contabili degli Enti Locali” postula che “La caratteristica peculiare del bilancio finanziario è costituita dal contenuto autorizzatorio dei singoli stanziamenti di spesa per i quali non è possibile assumere “impegni” che eccedano gli importi autorizzati. L’autorizzatorietà degli stanziamenti rappresenta, sia una garanzia del rispetto dell’equilibrio finanziario del bilancio, sia uno strumento a supporto degli organi competenti per esplicare correttamente il governo della gestione”. Insomma, per il Ministero dell’Interno, soprattutto di questi tempi in cui si predica il “rigore” nella tenuta e nella gestione dei conti pubblici, la fluidità non abita qui. L’Assessore in realtà si sarebbe spinto ben oltre asserendo che se il Dirigente del settore ha firmato il Bilancio ed ha ritenuto di dover iscrivere i 455.000 € nel Titolo III anziché nel IV evidentemente lo avrà fatto basandosi su disposizioni normative in suo possesso. In ogni caso, gli equilibri di bilancio sarebbero stati salvaguardati. L’Assessore Vanni meglio di chiunque altro sa che le fantomatiche norme di cui sarebbe in possesso il Dirigente Pirocchi non esistono e che, quindi, gli equilibri di bilancio 2012 non sono stati salvaguardati. E di questo sono ben consapevoli anche i Revisori dei Conti. Noti esperti, tutti componenti dell’Osservatorio Finanza e Contabilità Enti Locali del Ministero dell’Interno, diversi anni fa ebbero ad osservare che “Nella realtà dei fatti, a volte si cerca di allocare gran parte delle entrate da concessioni cimiteriali nel titolo III (entrate correnti), effettuando una palese forzatura in merito al mantenimento degli equilibri finanziari nel tempo”. C’è inoltre un famoso precedente che ha visto protagonista in negativo il Comune di Roma che dal 2004 al 2007 si comportò esattamente come quello di Giulianova, beccandosi la censura della Corte dei Conti. La magistratura contabile trovò che il Comune avesse un bilancio fortemente criticabile quanto a criteri contabili applicati e, quanto alla sostanza, che occorresse definire un piano di rientro. Dal 2004 al 2007 era stata “compromessa la stabilità dei conti”, certificava la Sezione Regionale di Controllo per il Lazio della Corte dei Conti. Gli elementi allora contestati al Comune di Roma sono quelli che l’opposizione oggi contesta al Comune di Giulianova. La Corte laziale rilevò come fossero state utilizzate entrate in conto capitale per la copertura delle spese correnti e che ciò fosse accaduto in particolare per le concessioni cimiteriali. Dato lo squilibrio del bilancio di Roma e visto il parere negativo della Corte dei Conti sul bilancio capitolino, il Governo tentò di salvare il Comune di Roma consentendo al solo Comune di Roma che anche le entrate da concessione di area cimiteriale fossero considerate anche a copertura di spesa corrente. Ciò avvenne grazie al comma 16 dell’articolo 14 del D.L. 78/2010, noto come manovra finanziaria “Tremonti – Calderoli”. In queste ore il clima all’interno dell’ennesima Giunta Mastromauro si è fatto incandescente. La tuta ignifuga dell’Ass. Vanni sta cedendo e nelle prossime ore potrebbe svestire i panni dell’Assessore al Bilancio. Avanti un altro. C’è posto….
PROCESSO AGLI EX VERTICI CIRSU E SOGESA: TUTTO RINVIATO A GENNAIO 2013
9 ottobre 2012
Ricordate il processo in corso ad Atri contro Francesco Nardinocchi e Sergio Fano, rispettivamente ex Presidente ed ex Direttore del Cirsu, e Romeo Battistelli, ex Direttore ed Amministraore Delegato di Sogesa? www.iduepunti.it/cronaca/2_ottobre_2012/processo-agli-ex-vertici-di-cirsu-e-sogesa-ingiustizia-e%E2%80%99-quasi-fatta Titolammo “INGIUSTIZIA E’ QUASI FATTA” per via del rischio della PRESCRIZIONE. Il processo è stato rinviato a gennaio 2013 ed il rischio prescrizione si è fatto più concreto. Due considerazioni a margine della rabbia e dello sconforto. Primo: chi se la sente ancora di spiegare ai nostri figli che, nonostante tutto, esiste un sistema di regole scritte e non scritte che regola il vivere civile? Che chi rispetta queste regole rispetta se stesso e anche gli altri? Che è importante rispettare queste regole e che in caso contrario c’è chi le fa rispettare? Che il deterrente più efficace non è una sentenza di condanna ma la riprovazione sociale che in questo, come in altri casi, non scatta? Secondo: il Consiglio Comunale di Giulianova ha delegato il Sindaco a “richiedere una rapida verifica della sussistenza di condotte degli amministratori di CIRSU S.p.A. e SOGESA S.p.a., contrarie ai doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto e che abbiano arrecato un danno alle Società, quale conseguenza diretta ed immediata della loro attività , verifica già avviata e da estendersi a tutti gli organi amministrativi delle due Società, ivi compresi i collegi sindacali, con riferimento al periodo utile di accertamento previsto dalla legge”. Con una nota del 26 settembre scorso il Presidente del Cirsu, Andrea Ziruolo ha certificato che queste verifiche sono inutili e superflue in quanto la condotta degli ex vertici di Cirsu ha determinato pesanti sanzioni di cui il Consorzio si sta già facendo carico. Se così stanno le cose, perché i sei Comuni soci ed il Cirsu non promuovono un’azione di responsabilità e di risarcimento danni nei confronti di Nardinocchi, Fano e Battistelli? Attendiamo risposta.
CLAMOROSO AL CIRSU: IL CONCORDATO PREVENTIVO STA PER SALTARE
8 ottobre 2012
L’antefatto: i Consigli dei Comuni soci del Cirsu conferiscono mandato ai rispettivi Sindaci affinché gli stessi si pronuncino in sede di Assemblea dei Soci per l’adozione del concordato preventivo con continuità aziendale. E così il 10 settembre scorso l’Assemblea Straordinaria delibera all’unanimità di avviare le procedure per il concordato preventivo. Introdotto dal Decreto Sviluppo Italia (art. 33 del decreto legge 22/6/2012 n. 83), convertito nella legge 134 del 07/8/2012, il concordato preventivo in continuazione aziendale è una specie di sanatoria che per un periodo non superiore a quattro mesi blocca di fatto l’azione dei creditori nei confronti delle aziende in crisi dando modo alle stesse di poter recuperare eventuali crediti e di avviare un piano di rientro. Nel caso di Cirsu S.p.a. i creditori sono unicamente i Comuni soci. Il fatto: il 26 settembre scorso, ad accordo ormai raggiunto e ratificato, il Presidente de Cirsu, Andrea Ziruolo, armato di carta e penna, comunica ai Sindaci che: 1) i Comuni soci non hanno rispettato la prima scadenza prevista dal calendario dei pagamenti stabilito ed approvato nell’Assemblea Straordinaria del 10 settembre; 2) parte delle somme dovute dai Comuni soci servono per far fronte alle sanzioni irrogate al Cirsu a causa delle precedenti gestioni; 3) il piano di rateizzazione dei pagamenti delle somme che il Cirsu deve ai suoi creditori rischia di “saltare” a causa del mancato rispetto dell’impegno a pagare assunto dai Comuni soci con l’approvazione del concordato preventivo; 4) il Consorzio non è in grado di pagare neppure la ditta incaricata delle pulizie degli uffici; 5) se i Comuni soci continuano a disattendere quanto previsto nel concordato preventivo, Cirsu S.p.a. non ne avrà ancora per molto; 6) il contenzioso in atto con il Comune di Roseto per il mancato pagamento di somme pregresse rende la situazione ancora più critica; 7) le dimissioni presentate il 3 agosto 2012 da due dei componenti del Consiglio di Amministrazione, benché respinte, in realtà non sono mai state ritirate; ergo, i due amministratori sono ancora oggi dimissionari.
Insomma –sembra voler dire il Presidente Ziruolo-, in quanto componenti dell’Assemblea dei Soci, i Sindaci hanno votato a favore dello strumento del concordato preventivo con l’intento di far sopravvivere il Cirsu; in quanto capi delle rispettive amministrazioni, si rifiutano di versare al Cirsu quanto dovuto dai Comuni soci al Consorzio mettendone in discussione la sopravvivenza. Le affermazioni di Ziruolo ci inducono a fare una serie di considerazioni sul passato e sul futuro prossimo del Cirsu: 1) Il concordato preventivo, appena approvato, è in procinto di “saltare”; 2) Il Cirsu -e di conseguenza i Comuni soci- stanno pagando sanzioni dovute alla condotta della passate gestioni. Ne sarà lieto, ad esempio, il Sindaco di Giulianova che il Consiglio Comunale ha delegato a “richiedere una rapida verifica della sussistenza di condotte degli amministratori di CIRSU S.p.A. e SOGESA S.p.a., contrarie ai doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto e che abbiano arrecato un danno alle Società, quale conseguenza diretta ed immediata della loro attività , verifica già avviata e da estendersi a tutti gli organi amministrativi delle due Società, ivi compresi i collegi sindacali, con riferimento al periodo utile di accertamento previsto dalla legge”. Ebbene, Ziruolo ha certificato, nero su bianco, che le verifiche si sono concluse e che la condotta degli ex vertici di Cirsu ha determinato pesanti sanzioni a carico del Consorzio; 3) Il Presidente del Cirsu –verso il quale tutti, o quasi, hanno manifestato stima ed apprezzamento per il lavoro fin qui svolto- viene boicottato e questa volta potrebbe dimettersi sul serio; perché spingerlo in questa direzione dopo aver fatto tanto per trattenerlo? 4) La nota del Presidente Ziruolo circola da qualche giorno nei corridoi di sei Comuni e non è “top secret”. Le forze politiche di opposizione si astengono dal denunciare la “doppia” condotta dei Sindaci. Perché tanta cautela?
Giulianova:SFORAMENTO PATTO STABILITA’ 2010: SINDACO E REVISORI RESPONSABILI
8 ottobre 2012
Mai vista una caciara come quella a cui stiamo assistendo, attoniti, da quando il Presidente del Consiglio Comunale di Giulianova ha deciso di rendere pubblica, tre mesi dopo averla ricevuta, la deliberazione n. 95.2012 PRSE con cui la Corte dei Conti ha attestato il mancato rispetto del Patto di Stabilità per il 2010. Il Sindaco replica raccontando di uno zero in meno. Peccato che nessuno abbia fatto notare che il certificato del Patto di Stabilità 2010 dovrebbe averlo firmato anche lui, il Sindaco! Quanto alla Corte dei Conti, è lo stato lo stesso Mastromauro a ricordare che “la Corte ha precisato agli uffici, per le vie brevi, che quanto scritto è basato sulla lettura dei dati dei questionari relativi al rendiconto della gestione 2010 e al bilancio di previsione 2011 trasmessi dal Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti del Comune”; (vedi www.iduepunti.it/cronaca/9_settembre_2012/comune-di-giulianova-il-collegio-dei-revisori-si-autodenuncia ed anche www.iduepunti.it/la-voce/16_settembre_2012/giulianova-non-rispettato-il-patto-di-stabilit%C3%A0 ed ancorawww.iduepunti.it/la-voce/20_settembre_2012/comune-di-giulianova-si-aggrava-la-posizione-dei-revisori-dei-conti). Che diavolo hanno controllato Ettorre, Cordivani ed il nostro “amico” Fraticelli -che ci deve una replica ancora non pervenuta- prima di inviare alla Corte dei Conti i questionari da cui risultava il rispetto del Patto di Stabilità per il 2010? Cosa trattiene la minoranza in Consiglio Comunale a chiederne la rimozione anche alla luce di ciò che noi stessi, per primi, abbiamo denunciato? Last but not least: il Sindaco si è affrettato a replicare addossando la colpa ad uno zero in meno. Ammesso e non concesso che le cose stiano effettivamente così e che, quindi, la Corte sia stata indotta a prendere un granchio, rimane un dato oggettivo: il Patto di Stabilità per il 2010 è stato rispettato per quattro soldi, per un niente; e quel niente è molto ma molto meno dei 338.800 euro di debiti fuori bilancio riconosciuti con delibera di Giunta n. 254 nel 2011 ma di competenza 2010 (vediwww.iduepunti.it/la-voce/13_agosto_2012/giulianovalo-strano-caso-della-delibera-2542011). Questi 338.800 euro di debiti fuori bilancio, relativi ad un accordo bonario con la Ditta Bollettini Costruzioni S.r.l., basterebbero per far sforare il Patto di Stabilità 2010 non una ma dieci volte; tuttavia nessuno finora lo ha fatto rilevare né in Consiglio Comunale né in alcuno dei diecimila esposti inviati alla Corte dei Conti. Perché? Perché tanta superficialità anche da parte dei più instancabili detrattori del Sindaco (Cittadino Governante, Progresso Giuliese e P.D.L.)?
PROCESSO AGLI EX VERTICI DI CIRSU E SOGESA: INGIUSTIZIA E’ QUASI FATTA
3 ottobre 2012
Domani mattina, in quel di Atri, andrà in scena l’ennesima udienza del processo che vede sul banco degli imputati Francesco Nardinocchi e Sergio Fano, rispettivamente ex Presidente ed ex Direttore del Cirsu, e Romeo Battistelli, ex Direttore ed Amministraore Delegato di Sogesa. I tre furono rinviati a giudizio a seguito dell’inchiesta del pm Davide Rosati, che portò nel maggio del 2006 al sequestro ed al blocco delle attività della discarica per rifiuti non pericolosi di Grasciano. Perché parlare del processo di Atri? Perché i fatti di cui si discuterà domani sono la “madre” di tutte le vicende giudiziarie riguardanti Cirsu e Sogesa. Infatti, sette anni fa l’azione del locale Comitato per la Tutela della Val Tordino fece emergere per la prima volta la gravità dei danni arrecati all’ambiente dal cattivo funzionamento degli impianti di Grasciano ed aprì una breccia in un muro fatto di silenzi, omissioni ed omertà. Segnò l’inizio di una presa di coscienza collettiva sull’esistenza delle logiche criminogene che regolano la gestione del sistema di gestione dei rifiuti in Abruzzo e nel Teramano. Un particolare ringraziamento va ad Alessio Di Florio per averne scritto con puntiglio e competenza su: http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=17436 Tra un rinvio e l’altro, il processo di Atri si trascina stancamente dal 2007 e si avvia ad un esito pressoché scontato: PRESCRIZIONE DEI REATI. Fatte le debite proporzioni, come in casi giudiziari più blasonati (dal processo ad Andreotti a quelli a Berlusconi), la prescrizione si evolve mediaticamente in ASSOLUZIONE; sul piano sostanziale in IRRESPONSABILITA’, IMPUNITA’. Da quell’azione forte del Comitato in avanti, il Polo di Grasciano è stato oggetto di numerose inchieste, sfociate nel rinvio a giudizio e talvolta anche in processi ai vertici di Cirsu e Sogesa. ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2010/05/25/news/traffico-di-rifiuti-4-indagati-al-cirsu-1.4578483 http://www.lacittaquotidiano.it/polo-tecnologico-di-grasciano-a-processo-i-vertici-cirsu-e-sogesa/www.lacittaquotidiano.it/polo-tecnologico-di-grasciano-a-processo-i-vertici-cirsu-e-sogesa/ Tra i protagonisti di quella stagione di indagini difficili ed impegnative vogliamo ricordare l’ex Comandante della Forestale per la Provincia di Pescara, Guido Conti, che i cosiddetti “poteri forti” tentarono di far trasferire anzitempo fuori Abruzzo. (ns227626.ovh.net/news/cronaca/526673/-Fangopoli—volevano-far-trasferire-il-comandante-della-Forestale-Guido-Conti-.html). Di “emergenza rifiuti” si parlava già nel 2005. Di “emergenza rifiuti” si continua a scrivere anche oggi, a riprova del fatto che di “emergenza” non si tratta ma che siamo in presenza di uno stato di crisi strutturale perenne, voluto e deliberatamente ricercato da un apparato di potere criminale e corrotto. Mentre nei Consigli Comunali frequentati da amministratori da “0” in pagella, a Teramo come a Giulianova si discetta di “strategia rifiuti zero”, altrove i sistemi “a rifiuti zero” funzionano da un pezzo e generano vantaggi economici ed ambientali per quelle comunità. Ognuno ha ciò che si merita, forse. Tuttavia non è mai troppo tardi per dare un concreto segnale di reale e concreta discontinuità rispetto al passato: i Sindaci dei sei comuni soci, approvando un atto di indirizzo in sede di Assemblea del Cirsu, potrebbero spingere il Presidente Ziruolo, lo stesso che ha dichiarato che “Non ci sono vicende giudiziarie che riguardano il sottoscritto e Cirsu, ma sicuramente riguarderanno altri”… “sono stato sempre io a denunciare alla procura presunte tangenti riscosse da amministratori precedenti e altri episodi che sono stati considerati dubbi nella legittimità”, a promuovere un’azione di responsabilità nei confronti degli imputati al processo di Atri. Finora lo hanno fatto solo il Comitato per la Tutela della Val Tordino, il Wwf e, per dovere d’ufficio, il Comune di Notaresco. E perché non il Cirsu che avrebbe patito danni ingenti per la condotta del suo ex Presidente, del suo ex Direttore e del Direttore del suo braccio operativo? Perché il Cirsu finora è rimasto inspiegabilmente a guardare alla finestra anche rispetto all’altro processo che si sta celebrando sempre ad Atri? Forse i vari Nardinocchi, Fano, Cerquoni, Di Pietro, ecc., appartengono alla “Casta degli Intoccabili? C’è anche uno soltanto tra i sei Sindaci che crede di potersi impegnare in tal senso o ciò che i “Magnifici Sei” dichiarano nei rispettivi Consigli Comunali è solo “fumo”? Noi siamo pazienti e sappiamo attendere. In assenza di risposte, saremo di nuovo qui a chiedere “perché” e a raccontare i nuovi fatti di Atri.
AREA EX SADAM GIULIANOVA: IN COMUNE MANCANO ALL’APPELLO 8 MILIONI DI EURO
24 settembre 2012
Dopo un tira e molla durato un decennio e tre mandati (Cameli, Ruffini e Mastromauro-Cameli), la vicenda del recupero dell’Area Ex Sadam sembra essersi definita dal punto di vista autorizzativo con il rilascio alla Società Sky Line S.r.l. del permesso a costruire n. 18/2011 del 20/9/2012, riguardante “l’esecuzione dei lavori di intervento edilizio nell’ambito del piano di recupero dell’ex SADAM, finalizzato alla realizzazione degli edifici residenziali e commerciali compresi nell’unità minima di intervento n.7, presso Via Trieste, sull’area identificata al Catasto Fg. 16 Map. 1383”. Quella della ex Sadam è una storia di faide interne (dai trasversalismi del 2003, che portarono al “tradimento” ed alla caduta dell’allora Sindaco Cameli al cattolicissimo“perdono” incrociato del 2011 tra lo stesso Cameli e Mastromauro), assalti alla diligenza, accelerazioni, stop and go, ecc.. Giusto per capire come vanno certe cose a Giulianova -e non solo- è sufficiente sapere che il Piano di Recupero fu adottato dal Consiglio Comunale in variante al P.R.G. nel giugno 2008 con soli 11 voti su 21 (il numero legale fu garantito dalla presenza in aula del PDL): tra i contrari, allora, l’UDC che tre anni dopo, con un consigliere comunale in maggioranza, un assessore in Giunta ed un componente in Commissione Edilizia (tutti e tre con il medesimo cognome), è magicamente migrato nelle fila dei sostenitori del progetto. Quando si dice che la difesa della famiglia è un valore da preservare! Il piano di recupero interessa un’area di circa 55.000 mq. (di cui 33.000 ora edificabili) e prevede la costruzione di un hotel alto 50 metri (torre da 18 piani), tre edifici di circa 30 metri (11 piani) ed una decina di enormi palazzi tra i 23 e i 28 metri di altezza, per complessivi 200 nuovi appartamenti. Le superfici ed i valori in gioco sono importanti per una realtà economica di modeste dimensioni come quella giuliese. Qual è la logica dell’operazione? Francamente ci sfugge considerando soprattutto due stranezze: 1) secondo il Presidente di Confindustria, Squinzi, nei primi sei mesi di quest’anno l’attività edilizia in Italia è diminuita di oltre il 25%, e il mercato immobiliare è praticamente fermo -e tale resterà per lungo tempo- anche a Giulianova dove già esiste un notevole stock di immobili invenduti; 2) operazioni di recupero come quella della ex Sadam sono promosse da fondi immobiliari e non da un’impresa di costruzioni, per quanto l’unico socio rimasto, dopo l’uscita di Valentino Piergallini e Vittorio Beccaceci causa insostenibilità oneri finanziari (anche 600 mila euro di mutuo l’anno per l’acquisto dell’area dal Gruppo Maccafferi), sia a capo di un’importante realtà imprenditoriale. La questione del recupero della ex Sadam è fin troppo articolata e si presta a considerazioni che attengono all’aspetto strettamente ambientale (http://www.altraparola.it/l-altra-cronaca/3907-inquinamento-e-sicuro-l-e… oppurehttp://www.giulianovailbelvedere.it/attualita/2012/turismo/wwf_ex_sad.htm), finanziario, urbanistico, paesaggistico, della viabilità, ecc.. Occupandoci da qualche tempo dei “conti” del Comune di Giulianova e della crescente difficoltà dell’Amministrazione a provvedere ai servizi ed alle opere di cui Giulianova ha estremo bisogno (es.: risorse per finanziare la costruzione del collettore di Via Parma, sparite dal Bilancio di Previsione 2012, il rifacimento degli asfalti, la ristrutturazione del Mercato Coperto, ecc.), chiediamo che qualcuno ci spieghi perché al progetto di recupero dell’Area Ex Sadam, l’Amministrazione Mastromauro-Cameli non ha inteso applicare quanto previsto dalla D.G.R. n. 203/2006. Considerino il rispondere a questa domanda come un utile esercizio nella prospettiva che un domani possa essere magari la Corte dei Conti o qualcun altro a chiedere “perché”. Cosa prevede la D.G.R. 203? Che per la riconversione dell’area ex Sadam il Comune (e quindi anche i Cittadini) debba ottenere una contropartita in opere pubbliche per un importo pari al 10% dell’intera operazione immobiliare. Se prendiamo per buoni i valori dell’Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia del Territorio (http://www.agenziaterritorio.it/index.php?id=2158) e facciamo qualche moltiplicazione per i metri quadrati dichiarati dal costruttore (destinazione residenziale 19.380 mq / attività ricettive 6.000 mq / attività direzionale e turistica 12.920 mq / attività commerciali 6.500 mq / posti auto 1.100 mq / supermercato di quartiere 2.000 mq), il risultato è 8.300.000 di euro: tanto valgono le opere che il Comune (e, quindi, i Cittadini) dovrebbero ricevere come contropartita. Il Comune invece cosa fa? Decide di non applicare la norma. Il perché tentò di spiegarlo tempo fa il Sindaco Mastromauro in risposta al Cittadino Governante che oggi, a permesso di costruire rilasciato, ben potrebbe rivolgersi alla Corte dei Conti (lo farà a costo di scontentare una parte del centrosinistra?): “Il piano di recupero dell’ex area industriale è un Prusst ma vecchio. Le norme che il Cittadino Governante invoca si applicano ai nuovi Prusst. L’ho ribadito di recente, che quello per l’area ex industriale di via Trieste è un vecchio Prusst, per il quale non si applica il 10%. La contropartita del 10% a favore del Comune, infatti, è una previsione applicabile solo ai nuovi Prusst”.
Checché ne pensino il Sindaco di Giulianova ed i suoi colleghi di Giunta, la riconversione dell’area ex Sadam è un PRUSST. Non è né nuovo né vecchio: è uno dei tanti Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio, “promossi dal Ministero dei lavori pubblici con l’obiettivo di realizzare interventi orientati all’ampliamento e alla riqualificazione delle infrastrutture, del tessuto economico-produttivo-occupazionale, al recupero e alla riqualificazione dell’ambiente, dei tessuti urbani e sociali degli ambiti territoriali interessati. Prevede la partecipazione del privato sia per opere di iniziativa privata, sia per opere pubbliche o di interesse pubblico”. A meno che si voglia smentire il vigente P.R.G. del Comune di Giulianova in cui solo un cieco non sarebbe in grado di leggere che: L’area in cui è localizzata l’attività in oggetto ricade nel Comune di Giulianova, individuata in catasto al foglio 16 part. 1341. Il P.R.G., attualmente in vigore, approvato con delibera del Consiglio Provinciale n°101 del 07/10/1997 e pubblicato sul BURA del 6 febbraio 1998, classifica l’area come “Area dismessa” e la inserisce nella scheda d’ambito B3.2. Più precisamente l’area dell’ex-Sadam è normata dalla variante del 24 settembre 2001 (Delibera n. 96, scheda PRUSST M) denominata Sviluppo integrato della fascia costiera Abruzzo-Marche, delle vallate confinanti e valorizzazione dei parchi, avente come soggetto promotore il Comune di Ascoli Piceno e tra i soggetti proponenti il Comune di Giulianova, la Provincia di Teramo e i soggetti privati tra i quali Sadam. Come già fatto rilevare da altri, c’è il caso di un altro PRUSST, quello dell’area ex Monti a Roseto, che è sovrapponibile a quello della ex Sadam (http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2012/02/29/news/ex-monti-la-pr…) tranne che un “particolare: a Roseto il Comune ha ottenuto dal privato beni immobili per un totale del 12,50% dell’intero intervento. Perché l’Amministrazione Mastromauro-Cameli ha fatto sì che ciò non accadesse anche a Giulianova? Sono consapevoli gli amministratori di Giulianova che il loro stipendio lo pagano i Cittadini e non la Sky Line? Allora perché una scelta così penalizzante per il loro “datore di lavoro” (per l’appunto i Cittadini) e per i “conti non stabilizzati” del Comune?
COMUNE DI GIULIANOVA: SI AGGRAVA LA POSIZIONE DEI REVISORI DEI CONTI
21 settembre 2012
Il dott. Fraticelli è stato molto gentile e puntuale nella sua replica.
La risposta del dott. Marco Fraticelli
In riferimento all’articolo “ Giulianova : Non rispettato il patto di Stabilità” pubblicato sul sito in data 16 settembre u.s. intendo fornirLe due elementi assolutamente documentali, e conseguentemente scevri da ogni personale valutazione e/o interpretazione, tali da far emergere in maniera inequivocabile la inconsistenza delle sue valutazioni sul mio comportamento professionale, tanto in merito alla mia nomina di componente del Collegio dei Revisori del Comune di Giulianova, quanto alla mia, a detta sua discutibile, condotta in relazione alla ventilata richiesta di chiarimenti . Schematicamente : 1° FATTO DOCUMENTALE Il ruolo di Revisore del Comune di Giulianova non è incompatibile ( è questo il termine giuridico) rispetto a quello di membro del collegio sindacale di società partecipata . Ciò in base alla sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, del 16 novembre 2005, n. 6407, nella quale si afferma che è legittimo nominare come Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di un’amministrazione provinciale, chi contemporaneamente presieda il collegio sindacale di una multiutility del medesimo ente ( ossia partecipata al 100% ) : nel mio caso la situazione è assolutamente analoga con l’ulteriore elemento, a mio favore, in base al quale il Comune di Giulianova detiene una partecipazione nel CIRSU S.p.A. non di controllo, pari al 16,67 % . 2° FATTO DOCUMENTALE La nota, da cui traggono fondamento ed origine tutte le argomentazioni atte a screditare la mia condotta professionale, al contrario di quanto affermato dalla redazione de I Due Punti :, non è stata da me sottoscritta, in quanto non ne ero assolutamente a conoscenza ; aggiungo, avendola visionata che il mittente della stessa è, a titolo personale, il Presidente del Collegio dei Revisori, che impersonalmente, iniziando la missiva con il termine “Si chiede….”, avanza alcune richieste di chiarimenti ; la missiva stessa è sottoscritta anche dall’altro membro del Collegio dei Revisori dott. Cesare Cordivani . Conseguenza di ciò, tutte le considerazioni svolte sul mio conto dalla redazione de I due punti :, oltretutto con particolare livore, appaiono gratuite alla luce della documentazione illustrata .
Marco Fraticelli
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A noi il piacere di continuare un civile confronto tra persone libere. Le precisazioni del Dottor Marco Fraticelli in merito alle note vicende che hanno visto protagonista in negativo il Collegio dei Revisori del Comune di Giulianova non fanno che rendere ancor più grave e meritevole di censura da parte della Corte dei Conti quanto da noi denunciato a più riprese (www.iduepunti.it/la-voce/16_settembre_2012/giulianova-non-rispettato-il-patto-di-stabilit%C3%A0). Esaminiamo punto per punto la nota del Dottor Fraticelli (www.iduepunti.it/cronaca/19_settembre_2012/giulianova-la-risposta-del-dott-marco-fraticelli)
1° PUNTO Argomenta Fraticelli che “La nota, da cui traggono fondamento ed origine tutte le argomentazioni atte a screditare la mia condotta professionale, al contrario di quanto affermato dalla redazione de I Due Punti, non è stata da me sottoscritta, in quanto non ne ero assolutamente a conoscenza ; aggiungo, avendola visionata che il mittente della stessa è, a titolo personale, il Presidente del Collegio dei Revisori, che impersonalmente, iniziando la missiva con il termine “Si chiede….”, avanza alcune richieste di chiarimenti ; la missiva stessa è sottoscritta anche dall’altro membro del Collegio dei Revisori dott. Cesare Cordivani” . Ringraziamo il Dottor Fraticelli per aver dato risposta, seppur tardivamente, ad alcuni interrogativi che noi stessi avevamo posto in altro articolo(www.iduepunti.it/cronaca/9_settembre_2012/comune-di-giulianova-il-collegio-dei-revisori-si-autodenuncia). Una richiesta di documenti ed informazioni così importante avanzata in quel modo inusuale era parsa anche a noi un po’ fuori dalle righe. Ora il Dottor Fraticelli dà conferma di un fatto assai grave: la posizione del Collegio dei Revisori in merito al Bilancio di Previsione 2012 non era univoca; vi erano forti perplessità almeno da parte di due dei tre componenti ma ciò nonostante il parere preventivo reso dall’organo di controllo è stato positivo “senza se e senza ma”, salvo pentimento postumo da parte della Presidente Ettorre e del Rag.
Cordivani, sfociato nella famosa lettera del 3 settembre 2012 indirizzata all’Assessore al Bilancio, al Dirigente dell’Area Finanziaria, al Sindaco ed al Presidente del Consiglio Comunale. Con la missiva galeotta del 3 settembre la Ettorre e Cordivani hanno tentato di “smarcarsi” goffamente da un parere che non condividevano e che avevano sottoscritto obtorto collo? E’ un modo per affermare fuori dai denti “noi con quel parere non c’entriamo”? Si riaffacciano alcuni dubbi che andranno velocemente fugati: 1) Il Collegio è stato fatto oggetto di pressioni perché firmasse il parere ad un Bilancio 2012 poco veritiero? 2) La Ettorre e Cordivani sono consapevoli delle gravi responsabilità professionali che la loro condotta comporta e delle gravi sanzioni a cui potrebbero andare incontro? 3) Premesso che la nota del 3 settembre suona come una chiara autodenuncia della “leggerezza” con cui il Collegio tutto ha analizzato e validato il Bilancio di Previsione 2012 del Comune di Giulianova, evidenziando gravi responsabilità anche da parte del Dottor Fraticelli, perché lo stesso non querela gli altri due componenti? A screditare quindi la condotta professionale del Dottor Fraticelli non è stata la nostra Redazione bensì gli altri componenti del Collegio dei Revisori. Sottolineiamo un passaggio di quanto scritto da Fraticelli: “La nota……………. non è stata da me sottoscritta ………….”. La nota contiene la richiesta anche del Bilancio CIRSU, il cui Collegio dei Revisori è presieduto proprio da Fraticelli, e dei verbali. Gli crediamo: che bisogno aveva, infatti, di chiedere cose e numeri “da profondo rosso” (600 mila euro di debiti per ciascuno dei sei Comuni del Consorzio) di cui era già perfettamente al corrente ma di cui ciò nonostante non c’è traccia nel Bilancio di Previsione del Comune di Giulianova? TRA TANTI PUNTI DOMANDA UNA CERTEZZA ALMENO C’E’: i componenti del Collegio dei Revisori dovrebbero dimettersi. In caso contrario, dovrebbe essere l’Amministrazione Comunale, Sindaco in testa, a “dimissionarli”.
2° PUNTO Citando una sentenza del Consiglio di Stato del 2005, il Dottor Fraticelli sostiene che “Il ruolo di Revisore del Comune di Giulianova non è incompatibile rispetto a quello di membro del collegio sindacale di società partecipata . Ciò in base alla sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, del 16 novembre 2005, n. 6407, nella quale si afferma che è legittimo nominare come Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di un’amministrazione provinciale, chi contemporaneamente presieda il collegio sindacale di una multiutility del medesimo ente (ossia partecipata al 100% ): nel mio caso la situazione è assolutamente analoga con l’ulteriore elemento, a mio favore, in base al quale il Comune di Giulianova detiene una partecipazione nel CIRSU S.p.A. non di controllo, pari al 16,67 %”. La questione posta dalla nostra Redazione era soprattutto di carattere etico e deontologico, non giuridico. Sollevare questioni di etica e deontologia professionale, visto lo stato di degrado in cui versano le istituzioni, può far sorridere di questi tempi: ce ne rendiamo conto. Ad ogni buon conto nelle funzioni attribuite all’organo di revisione, la collaborazione, oltre a costituire la parte più qualificante dell’attività, ingloba la consulenza all’organo di indirizzo e controllo. L’assunzione d’incarichi o consulenze, anche non continuativi, rischiano di far coesistere il ruolo di controllore e controllato togliendo obiettività alle valutazioni e decisioni. Non a caso le regole di comportamento per chi effettua i controlli interni stabilite nel codice deontologico dell’Institute of Internal Auditors adottato il 17/6/2000, dispongono che il professionista “Non deve partecipare ad alcuna attività o avere relazioni che pregiudicano o appaiano pregiudicare l’imparzialità della sua valutazione. In tal novero vanno escluse quelle attività o relazioni che possano essere in conflitto con gli interessi della organizzazione”. Inoltre, se proprio vogliamo buttarla in diritto come desidera il Dottor Fraticelli, a nostro modesto avviso –e non solo, vista l’ampia casistica esaminata da L’Esperto Risponde de Il Sole 24 ORE- sussistono le cause di incompatibilità previste dall’articolo 236, comma 3, del Dlgs 267/2000. Ricordiamo che sulla incompatibilità fra l’incarico di sindaco in una società e quella di revisore nel Comune partecipante si è espressa anche la Commissione Enti pubblici del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, affermando che si configura un conflitto di interessi nel caso di “revisore dell’ente locale e sindaco di una società sulla quale, pur possedendo una quota di minoranza, l’ente locale ha una posizione di dominanza tale da considerare la stessa soggetta al controllo o vigilanza dell’ente locale”. Quindi, è innegabile che un qualche problemino di incompatibilità c’è. O no? Così come qualche problema di “incompatibilità” ( questa volta abbiamo virgolettato per non correre il rischio di essere fraintesi) si pone in relazione alla vicenda ex SAIG di Colleranesco, la cui area è di proprietà di una società con sede legale nello studio del Dottor Fraticelli e che è interessata da un piano di riqualificazione per una superficie coperta pari a 80.000 mq., illustrato nel giugno 2011 dalla società “Progetti Abruzzesi” a quella stessa amministrazione comunale presso cui il Dottor Fraticelli svolge da fine 2009 il suo incarico di Revisore dei Conti (www.cityrumors.it/teramo/cronaca/giulianova-progetto-riqualificazione-ex-saig-32952.html oppure ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2011/06/03/news/nuove-imprese-al-posto-della-ex-saig-1.4864653). Tutto normale?
Giulianova: Non rispettato il patto di Stabilità.
17 settembre 2012
Riprendiamo il racconto da dove avevamo lasciato: www.iduepunti.it/cronaca/9_settembre_2012/comune-di-giulianova-il-collegio-dei-revisori-si-autodenuncia In una nota indirizzata all’Assessore al Bilancio, Loreto Vanni ed al Dirigente dell’Area Finanziaria, Corinto Pirocchi, lo scorso 3 settembre il Collegio dei Revisori si autodenuncia: chiede infatti chiarimenti postumi sul Bilancio di Previsione 2012 approvato dal Consiglio Comunale l’11 agosto dopo il parere favorevole dello stesso Collegio. In verità i Revisori chiedono anche all’Assessore Vanni ed al Dottor Pirocchi che vengano loro messi a disposizione sia i bilanci 2011 sia i verbali delle società partecipate; tra queste c’è anche il CIRSU. Perché AUTODENUNCIA? Perché chi doveva vigilare ed esprimersi sul Bilancio di Previsione 2012 lo ha fatto evidentemente ad occhi chiusi, venendo meno agli obblighi che quella funzione comporta, salvo chiedere a cose ormai fatte “come” e “perché”. Quanto basta perché il Collegio venga “dimissionato” dall’Amministrazione Comunale e sentito dalla Corte dei Conti. SECONDA PUNTATA Più la si analizza più questa incredibile vicenda continua a regalarci inquietanti “sorprese”. Ecco la prima: a firmare la famosa lettera del 3/9/2012, indirizzata per conoscenza anche al Sindaco di Giulianova, sono i Dottori Luisiana Ettorre (Presidente del Collegio), Cesare Cordivani (già vice coordinatore di Forza Italia a Giulianova ed oggi membro supplente del Collegio dei Revisori Agenzia regionale per l’informatica e la telematica) e Marco Fraticelli (già Presidente del Collegio Sindacale della tristemente famosa San Marino International Bank –SMIB- www.iduepunti.it/il-caff%C3%A8/10_luglio_2012/liquidazione-la-finanziaria-collegata-con-la-banca-dei-teramani-san-marino già al centro di una inchiesta giudiziaria condotta dalla procura di Roma per riciclaggio, oggi in amministrazione straordinaria, e direttamente coinvolta nelle vicende che hanno portato al commissariamento della Tercas ) che è anche componente del Collegio dei Revisori dei Conti del CIRSU. Non è normale! Può un componente del Collegio dei Revisori dei Conti di un Comune essere al contempo Revisori dei Conti di una società partecipata dallo stesso Comune? La risposta è “NO” per via di un conflitto di interessi che nessuno finora, pur essendone perfettamente informato, ha inteso evidenziare, tanto meno chi ha nominato il Dottor Fraticelli il 21 gennaio 2010, malgrado lo stesso, ricoprisse analogo incarico presso il CIRSU già dal 22 dicembre 2009. Seconda sorpresa: riguarda la condotta del Dottor Fraticelli che, colpito improvvisamente da grave vuoto di memoria, nella lettera dello scorso 3 settembre chiede all’Assessore al Bilancio del Comune di Giulianova, Loreto Vanni, ed al Dirigente dell’Area Finanziaria, Corinto Pirocchi, di poter ricevere copia dei Bilanci 2011 e dei verbali delle partecipate (tra queste c’è il CIRSU), per trarre notizie e dati utili ai fini del suo “lavoro” di revisore del Bilancio 2012 del Comune di Giulianova. Ma questi “numeri” del CIRSU, che vengono goffamente richiesti il 3 settembre, il Dottor Fraticelli li conosceva benissimo da molto tempo visto che del CIRSU è Revisore dei Conti! Quei conti “in profondo rosso” del CIRSU Marco Fraticelli li conosceva da molto tempo e da Revisore dei Conti del Comune non poteva non sapere che sul Bilancio di Previsione 2012 si sarebbe scaricato il peso di 1/6 dei debiti CIRSU al 31/12/2011, pari ad oltre 600 mila euro. Di questi 600 mila euro di passività nel Bilancio di Previsione 2012, che il Collegio dei Revisori si spera abbia letto ed analizzato, dando poi parere favorevole, non c’è traccia. Chi conosceva la verità sulla pesante situazione debitoria del CIRSU e, quindi, della non veridicità del Bilancio 2012 del Comune di Giulianova, che il Consiglio avrebbe votato l’11 agosto, ha preferito tacere. Perché? In qualità di componente del Collegio dei Revisori, Marco Fraticelli ha certificato il rispetto del Patto di Stabilità 2011 da parte del Comune di Giulianova. Ora sappiamo che, purtroppo, il Patto non è stato rispettato e che questo dato di verità non riguarda soltanto Comuni di una certa entità come Giulianova e Roseto ma anche realtà con bilanci più modesti (Morro d’Oro, Bellante, ecc.), non attrezzate a far fronte ad una massa debitoria quantificata in 600 mila euro con riferimento al 2011 ma destinata a toccare quota 800 mila con tutto il 2012. Il mancato rispetto del Patto di Stabilità 2011 comporta per i Cittadini notevoli sacrifici economici ed espone i Sindaci dei sei comuni soci del CIRSU al più grande tra i castighi per un uomo politico che abbia un minimo di ambizione: l’ineleggibilità per 10 lunghissimi anni! Mastromauro, Pavone, Catarra, Di Marcello, Di Pietro e De Sanctis fermi al palo per 10 anni, privati della possibilità di far carriera in Regione o in Parlamento? Per tutti loro sarebbe la fine di ogni aspirazione.
Perché la Procura Regionale della Corte dei Conti, malgrado gli esposti, ha ritenuto finora non opportuno sentire i diretti interessati ed indagare sul mancato rispetto del Patto di Stabilità? Forse in segno di rispetto per un male inteso principio di separazione dei poteri? Cosa la trattiene dal piantare le tende nella bassa Valle del Tordino e dall’inviare emissari nei sei Comuni e al CIRSU il cui Presidente, Ziruolo, ha evidenziato una situazione di “presunte tangenti riscosse da amministratori precedenti e altri episodi che sono stati considerati dubbi nella legittimità”. Tertium non datur: in caso contrario chiunque potrebbe essere indotto a ritenere che i controlli interni sono un orpello, inutile e costoso, che spianano la strada a chi ha come unica meta L’Aquila o Montecitorio.
COMUNE DI GIULIANOVA: 170.000 EURO DI NUOVI DEBITI FUORI BILANCIO PER ATTIVITA’ SPORTIVE-2011
11 settembre 2012
Negli uffici finanziari del Comune di Giulianova da qualche tempo si respira aria pesante come se i magistrati della Corte dei Conti stessero per bussare alla porta del dirigente, del Sindaco, dell’Assessore al Bilancio e del Collegio dei Revisori dei Conti da un momento all’altro. Cosa c’è di nuovo a turbare i loro sonni? Oltre: – ai 338.000 mila euro “extra” deliberati dalla Giunta nel dicembre 2011 per i lavori di manutenzione della Scuola Don Milani senza neppure un passaggio in Consiglio Comunale; – ai 455.000 euro di entrate derivanti dalle concessioni perpetue di aree cimiteriali per la costruzione di cappelle gentilizie private messe, contro ogni previsione di legge, nel Titolo III anziché IV delle Entrate del Bilancio di Previsione 2012 così da rispettare il Patto di Stabilità 2011; – ai circa 500.000 euro delle quattro fatture non pagate a Sogesa, ed oggetto in luglio di un blitz della Finanza, a fronte dell’espletamento del servizio di raccolta differenziata durante il 2011, sarebbero saltate ulteriori fatture per un importo di circa 170.000 euro per attività sportive e ricreative rese al Comune di Giulianova nel corso del 2011 senza alcun preventivo impegno di spesa e che, quindi, non potranno essere saldate se non forzando (e parecchio) la legge e la mano del dott. Corinto Pirocchi, attuale dirigente dell’area finanziaria e del Consiglio Comunale. La cosa desta dubbi e legittime preoccupazioni: la posta in gioco è il rispetto del Patto di Stabilità 2011 che potrebbe essere la stessa Corte dei Conti a “certificare” partendo dall’accertare la non veridicità dei conti del Comune di Giulianova, con tutte le pesanti conseguenze del caso. Come sanno anche i meno informati, ad Alessandria -e non solo- la Corte dei Conti è stata molto pesante. Cosa hanno da dire l’ex Assessore alla Cultura, Nadia Ranalli, ed il dirigente responsabile di quel settore a proposito di questi ulteriori quasi 170.000 euro di debiti fuori bilancio riferiti al 2011? E l’attuale Assessore al Bilancio? E il Sindaco? E il dirigente dell’area finanziaria? E il Collegio dei Revisori dei Conti?
Comune di GIULIANOVA: IL COLLEGIO DEI REVISORI SI AUTODENUNCIA
10 settembre 2012
Ricordate la vicenda delle entrate derivanti dalle concessioni perpetue di aree cimiteriali, per complessivi 455.000 euro, messe in bilancio dove non possono stare senza che il Dirigente, l’Assessore al Bilancio, il Sindaco ed il Collegio dei Revisori scrivessero o dicessero niente? Perché “orrore” contabile? Perché le entrate derivanti dalle concessioni perpetue di aree cimiteriali per la costruzione di cappelle gentilizie private devono essere imputate al Titolo IV mentre sono state erroneamente inserite nei proventi del Titolo III. Ricorrendo a quell’orrore contabile che contrasta con quanto stabilito dal Ministero dell’Interno (Decreto del 16 marzo 2012), il Comune di Giulianova è riuscito a trovare la copertura delle spese correnti 2012 e a dimostrare di aver rispettato il Patto di Stabilità. Ora la vicenda si arricchisce di un nuovo capitolo. Per i corridoi degli uffici di Corso Garibaldi –soprattutto ai piani alti- ci si interroga su una comunicazione (inaspettata), datata 3 settembre 2012, redatta su carta intestata dello studio commerciale del Presidente del Collegio dei Revisori del Comune di Giulianova. A piè di pagina tre firme, tre scarabocchi, tanti quanti sono i componenti del Collegio. La nota è indirizzata al Dirigente dell’Area Finanziaria e all’Assessore al Bilancio, Loreto Vanni, e per conoscenza al Sindaco ed al Presidente del Consiglio Comunale. Consiste in una richiesta postuma, a Bilancio già approvato (sic!), di chiarimenti riguardanti il perché ed il per come i famosi 455.000 euro siano finiti nel Titolo III anziché nel Titolo IV delle entrate del Bilancio di Previsione 2012. Chi scrive (il Presidente o tutto il Collegio?) chiede inoltre al Dirigente e all’Assessore al Bilancio di ricevere copia del bilancio delle società partecipate (es.: Cirsu, Julia Servizi, Julia Reti, ecc.). Fin qui i fatti. Da qui in avanti i mille dubbi che si affacciano nella mente anche del lettore più sprovveduto, dubbi che il Collegio dovrà fugare; eccoli in sequenza: 1) A chi bisogna attribuire la paternità della comunicazione? Al solo Presidente del Collegio o a tutti e tre i componenti? Il Presidente scrive a titolo personale all’insaputa dei colleghi? I colleghi condividono il contenuto della nota? Perché una comunicazione così importante in una veste così irrituale? 2) Atteso che per regolamento il Collegio dei Revisori ha a disposizione 20 giorni di tempo per analizzare, studiare ed osservare il Bilancio di Previsione prima che lo stesso vada in Consiglio Comunale per l’approvazione finale, perché una richiesta del genere non è stata fatta prima del 10 agosto? Il Collegio ha dovuto “far presto” e non ha potuto svolgere al meglio il compito che la legge gli affida? E’ stato forse colto da “ansia di prestazione” sapendo di essere prossimo ad un’eventuale e non certa riconferma (scadenza incarico novembre 2012)? 3) Perché il Collegio dei Revisori ha dato parere favorevole sul Bilancio di Previsione 2012 considerato che, alla luce di quanto già emerso in Consiglio Comunale ed ora perfino avvalorato dai dubbi tardivi del Collegio, il Bilancio di Previsione 2012 potrebbe essere un bilancio “non veritiero”? 4) Nella nota del 3/9/2012 il Collegio richiede copia dei bilanci delle società partecipate perché, al momento dell’approvazione del Bilancio di Previsione 2012, gli stessi non erano nella disponibilità del Comune. Perché dunque, pur non disponendo del Bilancio della Julia Servizi, nel Bilancio di Previsione del Comune 2012 sono stati inseriti circa 2 milioni di euro di utili della Julia Servizi? Da dove è stata tratta questa informazione? Il Collegio aveva verificato e segnalato questa anomalia? No? Perché? 5) Perché i circa 2 milioni di utili della Julia Servizi, malgrado non fosse disponibile il bilancio della partecipata, sono stati inseriti nel Bilancio di Previsione 2012 e invece quanto compete al Comune di Giulianova dei 4,6 milioni di euro di debiti del Cirsu al 31/12/2011, risultanti da comunicazione ufficiale protocollata in Comune il 31/7/2012, sono stati ignorati? Perché due pesi e due misure? Cosa aveva “osservato” il Collegio al riguardo? Nulla? Perché? 6) Sono consapevoli sia il Presidente del Collegio sia i suoi due autorevoli colleghi, delle sanzioni cui andrebbero incontro qualora la Corte dei Conti, per effetto di quanto fin qui rappresentato, dovesse pronunciarsi per la non veridicità del bilancio con la conseguente mancata certificazione del Patto di Stabilità? 7) Cosa hanno da dire il Sindaco Mastromauro e l’Assessore al Bilancio? A fronte di tanti dubbi una certezza: il Collegio dei Revisori ha dato parere positivo su un bilancio che non aveva evidentemente controllato nella sua interezza. Perché scrivere a cose fatte, altrimenti? L’organo di controllo ha acceso il semaforo verde senza aver prima vigilato a dovere. Il forte sapore dell’autodenuncia.
Giulianova: Quanto ci costerà la Tarsu?
18 agosto 2012
Parliamo di TARSU 2012. Si legge dal comunicato stampa del Sindaco Mastromauro” Nessun aumento della TARSU alle famiglie, che per il settimo anno consecutivo rimane dunque inalterata. Lo avevamo detto e abbiamo mantenuto la promessa, nonostante fossero state messe in giro voci diverse. Va però precisato che è stato necessario effettuare un adeguamento della TARSU, in ragione del 30%, relativamente alle attività produttive, ciò che comunque non avveniva da sei anni”. Si legge dalla delibera di Giunta n. 113 del 2/7/2012 ” Ritenuto opportuno riservarsi, al fine di garantire l’equilibrio di bilancio, di riservarsi, in corso d’anno, ………………… di aumentare le tariffe nella misura che va da un minimo del 4% ad un massimo del 20% qualora la stimata copertura dei costi dovesse scendere al di sotto del 90%, con conseguente emissione del ruolo suppletivo. Le tariffe potranno aumentare, nel corso del 2012, nella misura che va da un minimo del 4% ad un massimo del 20%, qualora la stimata copertura dei costi dovesse scendere al di sotto del 90%.
Abbiamo molti dubbi.
1) Il comunicato stampa ci regala una visione deliberata. Ovvero che le tariffe siano quelle approvate in delibera (blocco tributo per le famiglie e primo aumento per le altre utenze dopo sette anni). Vi ricordiamo che Sogesa ne ha subito le conseguenze storiche. Potrebbe non essere così visto che la Giunta si è riservata il diritto di aumentare il tributo da un min del 4% a un massimo del 20%. 2) Per quale ragione economica sociale la stimata copertura dei costi dovrebbe scendere al di sotto del 90%? 3) Come fa la Giunta a stabilire che se aumento ci sarà potrà essere tra il 4% e il 20% ?
Dubbi.
Il bilancio sbilancia l’amministrazione Mastromauro.Tutti a dieta.
17 agosto 2012
Progresso Giuliese da i numeri. Una sorta di estrazione amministrativa. Giulianova il 17, “A Disgrazia”. Che succede? Nella notte compresa tra il 10 e l’11 agosto il Consiglio Comunale di Giulianova ha approvato a maggioranza il bilancio di previsione 2012. Ci interessa sottolineare un punto -tra i tanti- già richiamato nel corso del dibattito consiliare e che porta ad una conclusione: I conti sono poco nobili. Infatti, per quanto riguarda le entrate, quelle derivanti dalle concessioni perpetue di aree cimiteriali per la costruzione di cappelle gentilizie private devono essere imputate al Titolo IV mentre sono state erroneamente inserite nei proventi del Titolo III. A stabilirlo è il Certificato relativo al Bilancio di Previsione 2012 (vedere nota 2 a pagina 4 di 19), approvato con Decreto del 16 marzo 2012 e pubblicato nel Supplemento ordinario n. 52 alla G.U. del 23 marzo 2012 n. 70. Tecnicismo per addetti ai lavori? Non proprio. Con le entrate del Titolo III (tra queste le entrate dei canoni di concessione dei loculi cimiteriali) è possibile finanziare (e pareggiare) le spese correnti; con quelle del Titolo IV invece no. Questo significa che il bilancio di previsione 2012 del Comune di Giulianova, da poco approvato in Consiglio Comunale, presenta un disequilibrio nella parte corrente. Insomma, non sta in piedi; è da ricovero in rianimazione. Il Ministero ha rispedito indietro il pacco e contro pacco di 455mila euro. Tutto ritorna in consiglio comunale. Resta di stucco questo è un mastrotrucco.
Giulianova:Lo strano caso della delibera 254/2011
14 agosto 2012
A seguito di pubblico incanto il 22/08/2007 il Comune di Giulianova aggiudicava all’A.T.I., BOLLETTINI COSTRUZIONI s.r.l. (CAPOGRUPPO) IMPRESA EDILE MACINATI (MANDANTE), i lavori di “Ristruturazione, messa a norme ed ampliamento della scuola elementare zona Orti” di Giulianova, per l’importo di €.1.231.731,47, oltre €. 22.800,00 per oneri riguardanti la sicurezza ed IVA 10%. Nel corso dei lavori l’appaltatore formulava sui documenti contabili alcune riserve che sono state confermate sullo stato finale dei lavori in data 17/12/2009, il cui importo complessivo ammonta a €.432.040,50 al netto del ribasso d’asta del 17, 731%. Il Responsabile del Procedimento, dopo aver acquisito la “relazione riservata” del Direttore dei lavori e del collaudatore ha valutato l’ammissibilità e/o inammissibilità delle riserve come sopra formulate dall’appaltatore, alcune delle quali vengono respinte , mentre altre vengono accolte per un importo complessivo di 308.000,00 oltre IVA. Sulla base delle suddette risultanze, il R.U.P. ha proposto all’impresa appaltatrice e all’Amministrazione, con nota in data 10.11.2010, prot. 45661 una proposta motivata di soluzione bonaria per l’importo di Euro 308.000,00 oltre IVA. La nostra storia si conclude l’atto n. 254/2011 con cui la Giunta delibera di approvare la proposta di accordo bonario e determina in complessivi €. 338.800,00 IVA compresa, il credito complessivo della Ditta. Senza voler entrare nel merito della dubbia regolarità contabile della deliberazione n. 254 di cui con molta probabilità si occuperà la Corte dei Conti, ci preme porre invece alcune domande a quanti erano presenti “nella consueta dalla delle adunanze l’anno 2011, il giorno diciannove del mese di dicembre alle ore 15:30”; in particolare: al Sindaco Francesco Mastromauro, agli Assessori in carica Gabriele Filipponi e Nausica Cameli, agli ex Assessori Roberto Mastrilli, Fabio Ruffini e Nadia Ranalli, ed al Segretario Generale, Daniela Marini. Destinatari delle medesime domande sono altresì il Dirigente Responsabile del Servizio Finanziario, Andrea Sisino, il Dirigente Responsabile del Procedimento, Luciano Massarotti ed il Collaudatore dei Lavori; in particolare: 1) Esiste un certificato di collaudo dei lavori di ristrutturazione della Scuola Don Milani che risultano ultimati già da qualche anno? In caso affermativo, cosa attestò il Collaudatore in quel documento? 2) Com’è possibile che in presenza di un appalto pubblico –che si presuppone richieda il massimo della pubblicità e della trasparenza- possa spuntare fuori una “relazione riservata” (così apprendiamo dalla delibera) redatta dal Direttore dei Lavori e dal Collaudatore ed indirizzata al Responsabile del Procedimento? Perché “riservata”? 3) Qual è il contenuto integrale della “relazione riservata”? Il Sindaco, gli Assessori che votarono l’atto n. 254 ed il Segretario Generale ne sono a conoscenza? In attesa di cortesi quanto sollecite risposte, porgiamo Distinti Saluti.
Giulianova: Arboretti candidato sindaco per il Centro Sinistra
9 agosto 2012
Il Primo Cittadino di Giulianova, Francesco Mastromauro, se dovesse vincere le primarie nel centro sinistra, il centro destra potrebbe dargli paradossalmente una mano, si dimetterà dalla carica di Sindaco per le elezioni in Parlamento. Il centro sinistra avrebbe scelto il candidato principe per le prossime elezioni: Franco Arboretti, Capogruppo del Cittadino Governante, dopo le silenziose bocciature di Forcellese, Vanni e Conte. La storia è in breve raccontata. Amor di verità e calcolo mal si coniugano in casa Arboretti. Nel cenacolo arborettiano di Piazza Buozzi si accarezza l’idea di lavare l’onta subita in quel di Colleranesco (sede Citygas) quando, in una calda serata del 2004, alle vigilia delle amministrative, i DS guidati dal Senatùr Antonio Franchi, preferirono ad Arboretti Claudio Ruffini, con l’intesa che dopo cinque anni il testimone sarebbe passato nelle mani di Francesco Mastromauro, di rientro da una breve “fuiutina” in “Giulianova Domani”. Dopo 12 anni siamo punto e a capo: il centrosinistra torna a dividersi tra amici di Arboretti ed amici di Mastromauro. La resa dei conti è ormai prossima; la lunga marcia è prossima alla meta. Potrebbero giocare a favore di Arboretti l’inconsistenza di una compagine male assortita e sgangherata -un mix tra pezzi della vecchia amministrazione di centro destra e pezzi di quella uscita vincitrice dalle urne del 2009-, l’insoddisfazione di fette crescenti del PD nei confronti del Sindaco in carica e la condotta suicida dell’IDV. Contro, la nascita anche a Giulianova del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che tuttavia rappresenta un’incognita. Più questo scenario prende consistenza – più per demeriti altrui che per meriti del “Sindaco per un anno”- più l’Associazione smorza i toni, evita di urtare sensibilità “di area” e si astiene dall’intervenire od assumere iniziative in materie in cui il Cittadino Governante non ha mai fatto mistero di voler esercitare una sorta di egemonia culturale: l’esclusione dell’Annunziata dalla Riserva del Borsacchio; il potenziale inquinamento del sottosuolo dell’area ex Sadam; la mancata restituzione alla collettività, in opere e lavori, del 10% del valore dell’intera operazione immobiliare riguardante quell’area (a quando un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale?); i gravi fatti (tangenti, atti illegittimi, ecc.) denunciati dall’ex Presidente del Cirsu, Ziruolo; il conflitto di interessi che ha visto protagonista l’attuale Assessore al Bilancio, con delega ai servizi pubblici di rilevanza economica, Loreto Vanni, al tempo Amministratore Unico della Julia Rete, citato in una mail a dir poco imbarazzante indirizzata dal Segretario cittadino del PD al Sindaco e concernente strane vicende riguardanti la gestione del gas a Giulianova; i 300.000 € l’anno di incentivi CIP 6 persi grazie alla dissennata mal gestione del rigeneratore (chi paga?); gli strani sversamenti di escrementi in mare che si registrano in questi giorni sul litorale giuliese, il pessimo stato in cui versano i fiumi Tordino e Salinello, ecc.. Lo smalto e la grinta dei bei tempi andati sembrano aver fatto posto al calcolo ed alle alchimie tipiche del politico di professione. Il decantato metodo partecipativo e le tentate contaminazioni virtuose sono cessate da un pezzo. L’azione del capo e dei suoi accoliti tradisce una tensione egemonica mai sconfessata, come dimostrano le dimissioni dell’ex direttore responsabile di quel periodico, GiuliaViva, nato per essere organo di informazione libera e pluralista ed invece trasformatosi di fatto nell’organo ufficiale dell’Associazione: una “Piccola Città” di Marcozzi alla rovescia, in carta patinata colorata e con qualche contenuto in più ma molto attenta a toccare certi settori, certi personaggi, che andavano lasciati in pace perché “ci daremmo la zappa sui piedi”. Nato per costituire l’eccezione alla regola il Cittadino Governante è diventato esso stesso la regola. Abbaia, abbaia (ora un po’ meno) ma non morde (più).
Di Paolo Angelini in Movimento 5 stelle Giulianova
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