Giulianova: L’urlo dei grillini (e dei cittadini) terrorizza il palazzo del PD

Beppe Grillo a Giulianova venerdi 19 agosto 2016

Beppe Grillo a Giulianova venerdì 19 agosto 2016

di Christian Francia

Poche ore fa ho deciso di recarmi da Alba Adriatica a Giulianova con la bicicletta per andare a sentire il deputato M5S Alessandro Di Battista nell’annunciato comizio sul NO al referendum costituzionale, tappa del suo tour d’Italia in motocicletta.

Giusto nel pomeriggio era arrivata la notizia della visita a sorpresa di Beppe Grillo e anche dell’altro deputato grillino Luigi Di Maio, per cui il divertimento sarebbe stato triplo.

Ma la vera sorpresa è stata quella di imbattermi, proprio alla fine della pista ciclabile di Tortoreto, con uno sfigatissimo comizietto dove erano presenti in tutto dieci persone, delle quali sei dietro al microfono e quattro a fare da pubblico.

Pensando che fosse un incontro insignificante in attesa del concerto di un’orchestrina di campagna, ho tirato dritto per Giulianova, anche perché erano già le 21,30. Ma di colpo riconosco dagli altoparlanti la voce della disonorevole del PD Stefania Pezzopene (per via di quel nerboruto tatuato che le fa da fidanzato) e non ho resistito a tornare indietro per sentire di cosa si trattasse.

La senatrice parlava dinanzi ad un prato totalmente deserto, invitando i radi fili d’erba a votare Sì al referendum costituzionale del novembre prossimo, in uno scenario tanto surreale quanto divertente, in quanto non c’era uno straccio di passante o di villeggiante che interrompesse la sua passeggiata per sentire le intellettualmente putride ragioni della Pezzopene, a cui faceva da paggetto l’ancor più disonorevole Tommaso Ginoble ed altri quattro figuranti piddini.

Stefania Pezzopane a Tortoreto il 19 agosto 2016 deserto tartari

Stefania Pezzopane a Tortoreto venerdì 19 agosto 2016

La poveraccia ha pure avuto il coraggio di postare sulla sua pagina facebook alcune foto della desolazione, accompagnandole con queste parole: “Ora a Tortoreto per la Festa dell’Unità. Incontro sulla riforma costituzionale e sul referendum (…). Grazie (…) a chi si è impegnato nell’organizzazione”. E grazie davvero a chi si è impegnato, perché non è riuscito a portare nemmeno sua mamma, così giusto per fare numero. E poi, quella avrebbe dovuto essere una Festa dell’Unità? Così spoglia, senza nemmeno uno straccio di bandierina del PD per consentire ai passanti di sputarci sopra?

Colto da incontenibile ilarità ho proseguito ridacchiando per Giulianova, dove giungo al porto verso le 21,45. Lo scenario era quello tipico di un concerto di Vasco Rossi, con le persone assiepate ovunque sui muri. Dal palco stava parlando Luigi Di Maio, sempre preciso ed efficace con le parole.

Mi faccio un giro intorno con la bici per valutare la consistenza del pubblico. Secondo le mie stime potevamo essere 5.000 persone e non mi sarei aspettato di certo quella folla per un comizio d’agosto (per il quale non era nemmeno stata pubblicizzata la presenza di Beppe Grillo).

La prima sensazione è stata quella di confrontare il pubblico oceanico del M5S con i quattro gatti (di numero) del PD a Tortoreto, cosa che potrebbe anche essere di buon auspicio per il PD se si potesse applicare al contrario la famosa profezia di Pietro Nenni che recitava “Piazze piene, urne vuote”.

Il Vice Presidente della Camera Di Maio è stato applauditissimo e dopo di lui ha preso il microfono Alessandro Di Battista, l’ideatore del tour “#IodicoNo – Costituzione Coast to Coast” che sta riscuotendo un successo inverosimile lungo l’Italia, tanto che lo stesso Beppe Grillo ha interrotto le vacanze in Sardegna per essere presente a Giulianova.

Il “Dibba”, dopo aver ricamato verbalmente sul governo dei poteri forti, dei conflitti di interesse e della casta guidato da Renzi e dalla Boschi, ha spiegato che l’indignazione seguita all’occupazione della RAI da parte dei renziani lo ha costretto ad inventarsi il giro del Paese in scooter, per spiegare nelle piazze quanto sia “disperato e frustrato Renzi”, invitando al contempo a “boicottare il TG1”, ovvero la cloaca informativa del renzismo.

Dopo aver fatto l’approfondimento sulla schiforma costituzionale del PD che priva i cittadini della possibilità di votare i senatori, che li priva pure della possibilità di eleggere il 70% di deputati (i quali saranno eletti in quanto capilista bloccati scelti dai partiti), che li priva in buona sostanza della sovranità popolare, Di Battista ha inscenato un crescendo di critiche ficcanti sia alla riforma che a Renzi (tutte invero ineccepibili), culminando in un fragoroso “Vaffanculo!!!” che ha squarciato la notte giuliese ed è stato accolto con applausi da goal in una finale mondiale.

A quel punto è entrato in scena Beppe Grillo, il quale ha fatto i complimenti a Di Maio e Di Battista qualificandoli come “grandi leader e trascinatori di massa”, ha tessuto l’elogio del NO come categoria della dignità prima ancora che come categoria politica, ha invitato ciascuno ad essere “sindaco del proprio metro quadro, salvaguardandolo e curandolo”, ha elogiato l’onestà intellettuale più ancora che quella venale, ha spronato tutti a rinunciare alle scorciatoie, alle carriere facili e alle lusinghe della corruzione.

Poi, parafrasando il grande Monicelli, Grillo ha inveito contro “la speranza” e contro chi gliela nomina a sproposito: “Sono i governanti a dover sperare che non gli succeda niente di brutto”, mentre il popolo – a suo dire – deve abbandonare le sterili speranze e agire in ogni contesto con coraggio e determinazione.

“Il Movimento 5 Stelle” – ha concluso Grillo – “è l’ultima opportunità per questo Paese, chi non lo capisce vada affanculo!”.

Personalmente ho molto apprezzato questo ritorno al “Vaffa” che trovo adeguato e pertinente alla congiuntura politica che stiamo affrontando nell’ultimo quarto di secolo. Perché i toni in politica devono essere proporzionali al disagio dei cittadini e se la gente sta sempre peggio bisogna urlare sempre più forte, specie se lo scollamento fra governati e governanti si è trasformato in un burrone profondissimo.

Finito il comizio, una folla scatenata si è gettata sui leader per catturare una foto o farsi un selfie con i propri beniamini, come capita solo alle rock star e ai calciatori.

Io ho ripreso la bici sotto la luna piena di Giulianova per guadagnare la via di casa, facendomi largo in un groviglio umano indicibile e pensando alla povera Stefania Pezzopene dinanzi al prato deserto di Tortoreto.

Se l’estate non mente l’autunno sarà caldo, le urne referendarie saranno bollenti di rabbia e Matteo Renzi finirà sulla graticola arroventata, perché si sa che le bugie hanno le gambe corte e quelle del governo non arriveranno a novembre.

Luigi Di Maio a Giulianova il 19 agosto 2016

http://www.ilfattoteramano.com/2016/08/20/giulianova-lurlo-dei-grillini-e-dei-cittadini-terrorizza-il-palazzo-del-pd/

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