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- Massimiliano Carrà
Il Ftse Mib sfonda quota 30mila punti. Non accadeva da oltre 15 anni: da giugno 2008

Oggi, il Ftse Mib, principale indice di Borsa Italiana, ha sfondato la quota dei 30mila punti. Non accadeva da ben 15 anni, ossia da giugno 2008. Borsa Italiana: vola il Ftse Mib Durante la seduta odierna, il Ftse Mib, principale indice di Borsa Italiana, ha sfondato la quota dei 30mila punti. Al momento si attesta 30.038,39, in rialzo di quasi mezzo punto percentuale rispetto alla giornata di ieri. Era da oltre 15 anni che il Ftse Mib non toccava quota 30mila punti. L'ultima volta fu nel giugno 2008. La corsa al rialzo di queste settimane è probabilmente dettata dal sentiment positivo dei mercati nei confronti dei tassi di interesse. In quanto è sempre più auspicabile, probabilmente nel 2024, un taglio dei tassi da parte della Bce. Oggi Isabel Schnabel, membro esecutivo del board della Bce, ha dichiarato che dopo gli ultimi dati sull'inflazione è improbabile un ulteriore aumento dei tassi. Infatti, secondo le stime preliminari dell'Istat, l'inflazione in Italia è scesa allo 0,8%, valore che non si registrava da marzo 2021. Background A giugno 2022, per contrastare l'aumento incontrollato dell'inflazione, la Bce ha dato il la a una scia di dieci rialzi consecutivi dei tassi di interesse. Strategia che ha fatto schizzare i tassi di oltre 400 punti base. Lo scorso ottobre, però, ha deciso di invertire la rotta e di procedere al primo stop, proprio in virtù dei dati positivi sull'inflazione. LEGGI ANCHE: "Ecco dove investire nella seconda metà del 2023, dopo un semestre da record per i mercati" L’articolo Il Ftse Mib sfonda quota 30mila punti. Non accadeva da oltre 15 anni: da giugno 2008 è tratto da Forbes Italia. [...]

- Roberta Maddalena
Giorgia Meloni è la quarta donna più potente del mondo

Per il 20esimo anno consecutivo, Forbes ha stilato la sua classifica delle 100 donne più potenti del mondo. Una lista che, quest'anno in modo particolare, ha evidenziato un quadro complesso, e instabile, dell'influenza socio-politica, culturale ed economica delle donne. Quattro i parametri principali presi in considerazione: denaro, influenza media, impatto e ambito di riferimento. Giorgia Meloni è la quarta donna più influente La prima donna italiana a occupare una posizione di rilievo, la quarta, della classifica è innanzitutto la premier Giorgia Meloni. Il 22 ottobre 2022 Meloni ha assunto il ruolo di primo ministro italiano, diventando la prima donna nella storia a ricoprire questo ruolo. La premier è anche il presidente del partito di destra Fratelli d'Italia da marzo 2014. All'età di 15 anni si è unita all'ala giovanile del Movimento Sociale Italiano, partito fondato dai sostenitori dell'ex dittatore Benito Mussolini. Durante un discorso tenuto a giugno 2022 ha assunto chiare posizioni sulla famiglia: "Sì alle famiglie naturali, no alla lobby LGBT, sì all'identità sessuale, no all'ideologia di genere", ha detto. Oggi, Giorgia Meloni è l’unica donna alla guida di un paese del G20. Taylor Swift: al quinto posto la pop star miliardaria Occupando posizioni diverse in molteplici settori quali la politica, l'intrattenimento, la finanza, la salute e la filantropia, solo per citarne qualcuno, le leader di quest'anno sollevano però qualche interrogativo. Per esempio, fa riflettere che al quinto posto, proprio subito dopo un leader politico come Giorgia Meloni, ci sia Taylor Swift. Riflettere si, ma non sorprendere. Se è notizia di pochi giorni fa l'introduzione dal prossimo semestre di un corso dedicato al fenomeno da generato dalla cantante all'Università di Harvard, a fine settembre, grazie a una storia su Instagram, la superstar ha generato un traffico record sulla piattaforma Vote.org, facendo registrare oltre 35mila nuovi elettori che andranno alle urne nel 2024. Un tipo di influenza, quindi, che la cantante ha rafforzato in campi lontani ben dal puro entertainment. Non dimentichiamo che, nell’ultima classifica delle self-made women più ricche di Forbes, la 33enne Taylor Swift, con un patrimonio netto di 740 milioni di dollari, era al 34esimo posto. Swift incarna un nuovo tipo di influenza, certamente diversa rispetto al tradizionale potere politico e aziendale, il cui impatto economico quest’anno è stato stupefacente. Il suo Eras tour ha fruttato la cifra record di 850 milioni di dollari, dando impulso al Pil degli Stati Uniti per oltre 5 miliardi di dollari. Secondo le stime di Forbes, infine, il suo patrimonio vale ora più di 1,1 miliardi di dollari. Le altre figure politiche: Ursula von der Leyen al primo posto Nella classifica di quest'anno, tra gli altri nomi relativi alla sfera politica possiamo citare la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (al primo posto), la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde (n. 2), la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris (n. 3). Emerge, però, una netta differenza numerica rispetto agli anni precedenti e un'evidente scarsità di donne nei ruoli politici di vertice: dieci anni fa, ad esempio, cinque donne erano alla guida delle nazioni tra le prime 25 economie globali, mentre oggi questo numero si è ridotto a una sola. Solo 13 dei 193 stati membri delle Nazioni Unite, inoltre, sono guidati oggi da capi di governo donne. Margherita della Valle, la ceo di Vodafone al 42esimo posto C'è un altro nome italiano nella classifica e appartiene a Margherita della Valle, ceo di Vodafone, che si posiziona al 42esimo posto. Romana, 58 anni, Della Valle ha una laurea in discipline economiche e sociali, ottenuta nel 1988 alla Bocconi. Dopo avere iniziato la sua carriera in Montedison, nel 1994 entrò in Omnitel, acquistata sei anni dopo da Vodafone. Nel 2007 è diventata chief financial officer europeo del gruppo, quindi group financial controller nel 2010, deputy cfo nel 2015 e cfo nel 2018. Un quadro di leadership instabile Tra gennaio e aprile, i leader politici Sanna Marin, Jacinda Ardern e Nicola Sturgeon hanno perso o abbandonato i loro incarichi di supervisione di Finlandia, Nuova Zelanda e Scozia. Susan Wojcicki si è dimessa dalla carica di ceo di YouTube dopo nove anni, e lo stesso ha fatto Martina Merz, amministratore delegato del conglomerato tedesco Thyssenkrupp. Ognuna di loro è stata sostituita da un uomo. Ma c'è anche qualche buona notizia: a maggio, Robyn Grew è diventata la prima donna a guidare il Man Group, hedge fund con un patrimonio di 161 miliardi di dollari, e a giugno la veterana dell’esercito americano Debra Crew ha preso il timone del colosso dell’alcol Diageo, diventando una delle poche donne ceo delle 100 più grandi aziende della Borsa di Londra. Il potere di Beyoncé e la figura di Barbie Beyoncé è balzata al numero 36, rispetto all'80esimo posto del 2022. Il suo patrimonio deriva dai successi nella carriera musicale e più di recente dalla sua linea di abbigliamento Ivy Park, che ha tagliato da marzo i ponti con Adidas deludendo nei ricavi. Beyoncé ha inoltre battuto il record per il maggior numero di Grammy vinti: 32 a febbraio 2023. Ma Barbie? "Barbie occupa il posto numero 100, la posizione assegnata ogni anno a una figura che non è l'immagine tradizionale del potere ma che, nonostante ciò, è arrivata a definire un anno", dice Forbes. LEGGI ANCHE: "Barbie ha raggiunto il miliardo di dollari di incassi a 17 giorni dall’uscita" Lo scorso anno, la stessa posizione era stata occupata da Mahsa Amini, donna curdo-iraniana il cui arresto a Teheran per essersi opposta all'hijab, e la successiva morte, hanno scatenato proteste in tutto il mondo. Ecco la top ten delle donne più potenti al mondo per Forbes: Ursula von der Leyen, Belgio Christine Lagarde, Germania Kamala Harris, Stati Uniti Giorgia Meloni, Italia Taylor Swift, Stati Uniti Karen Lynch, Stati Uniti Jane Fraser, Stati Uniti Abigail Johnson, Stati Uniti Mary Barra, Stati Uniti Melinda French Gates, Stati Uniti Per la classifica completa clicca qui  L’articolo Giorgia Meloni è la quarta donna più potente del mondo è tratto da Forbes Italia. [...]

- Andrea Celesti
Lamborghini come Luxottica: settimana corta e nuove assunzioni

Dopo Luxottica, un'altra azienda annuncia la settimana corta per tutti i suoi lavoratori. La casa automobilistica Lamborghini, guidata dal ceo Stephan Winkelmann, ha infatti trovato l’accordo sindacale con Fiom e Fim sul nuovo contratto integrativo aziendale. Dopo aver raggiunto l'intesa, arrivata dopo un anno di trattative, il testo sarà presentato alle assemblee dei lavoratori e sottoposto al voto. "È un'intesa storica perché vede per la prima volta un'industria dell'automotive in Europa raggiungere una consistente riduzione dell'orario di lavoro, non con una diminuzione del salario ma con una sua maggiorazione", spiegano i sindacati all'Ansa. "Lavorare meno e lavorare meglio, questo è il principio che ha guidato questa trattativa, e che si pone all'interno di un ragionamento più complessivo". Dalla riduzione dell'orario di lavoro allo smart-working L'accordo prevede la riduzione dell'orario di lavoro di 22 giornate all'anno, con l’alternarsi di una settimana da cinque giorni e una da quattro per il personale di produzione o collegato a essa che lavora su due turni (mattina e pomeriggio) e turno centrale. Prevista anche una settimana da 5 giorni e 2 da 4 per il personale di produzione o collegato ad essa che lavora su un regime a tre turni (mattina, pomeriggio e notte): in questo caso la riduzione complessiva sarà di 31 giornate di lavoro all’anno. Inoltre, gli operai non collegati alla produzione potranno lavorare 16 giorni in meno all’anno, mentre per gli impiegati sono previste 12 giornate in meno, oltre a poter sfruttare 12 giorni di smart-working al mese. L'aumento del premio per i dipendenti Lamborghini Per i lavoratori è previsto l'aumento del salario annuale: la quota che verrà erogata annualmente ai dipendenti, in aggiunta al salario previsto dal contratto nazionale, salirà da 13.500 euro a circa 16mila euro. Nella busta paga di novembre 2023 (pagata l'11 dicembre) sarà incluso un premio legato al sessantesimo anniversario dell'azienda, pari a 1.063 euro. Il piano prevede inoltre l'assunzione di 500 lavoratori e un percorso di miglioramento sugli appalti continuativi del sito. E ancora il contrasto alla violenza di genere, con l'obbligo di formazione, e il sostegno alla genitorialità, con permessi retribuiti in caso di adozione e affido di un bambino e per l’inserimento dei figli al nido o alla scuola materna, oltre che un aumento del 10% del contributo aziendale per il congedo parentale che arriva all’80% della retribuzione. L’articolo Lamborghini come Luxottica: settimana corta e nuove assunzioni è tratto da Forbes Italia. [...]

- Forbes.it
Dvb Pure: quando la finanza incontra l’equitazione

Il 22 novembre scorso si è tenuto presso Circolo Ufficiali di Palazzo Cusani un evento straordinario per presentare Dvb Pure. Forbes Italia è stata media partner dell’evento è ne ha accompagnato tutto lo sviluppo. Il progetto innovativo presentato, è la prima collaborazione tra un'eccellenza internazionale della finanza, Kobo Funds e Dvb Group Sa, e un'eccellenza internazionale dell'equitazione, Scuderia 1918. Grazie a un'operazione finanzia importante, la nuova entità Dvb Pure punterà a diventare leader mondiale nell’equitazione sia da un punto di vista sportivo che finanziario. [caption id="attachment_196026" align="aligncenter" width="800"] Eva Baldassin - fondatrice e ceo di Dvb Group Sa[/caption] Le parole del ceo e founder di Dvb Group Sa Eva Baldassin Ideatrice e protagonista dell’operazione è Eva Baldassin, un’imprenditrice nel settore della finanza e della consulenza societaria. Ha acquisito la sua vasta esperienza in Svizzera e all'estero presso istituzioni finanziarie, tra cui banche d'investimento, fondi d'investimento e fondazioni. Si è specializzata nella gestione di patrimoni individuali e istituzionali, fornendo consulenza strategica nell'ambito finanziario e societario. Attualmente è ceo e founder di Dvb Group Sa, una holding svizzera che include 3 società controllate, attraverso le quali offre consulenza integrata in ambito societario e patrimoniale. Tra queste, Dvb Asset Management Sa, autorizzata Finma, autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari, che gestisce capitali di clientela istituzionale e di ultra high net worth individual. Il gruppo è specializzato nella strutturazione e gestione di prodotti finanziari alternativi, decorrelati e indipendenti dalle dinamiche geopolitiche e di mercato. La testimonianza di Baldassin: https://vimeo.com/888730119?share=copy Finanza ed equitazione Quando Eva Baldassin ha scoperto Scuderia 1918, fondata da Emanuele Anchisi, è rimasta subito affascinata dal business model della scuderia. Questo non è solo quello di allenare cavalli per le grandi competizioni, ma anche quello di individuare potenziali campioni grazie alla genetica, crescerli, allenarli e rivenderli con alta marginalità; che oltre tutto è amplificata dalla possibilità di congelare il seme di questi campioni per usarlo o venderlo a sua volta negli anni futuri. Eva ha capito subito che unendo la leva della finanza a questo business model, si possono raggiungere risultati eccezionali, sicuramente sportivi, ma soprattutto finanziari. Nasce così Dvb Pure, che sta raccogliendo 50 milioni di euro e in cui confluirà Scuderia 1918. Questa è l’operazione presentata a Palazzo Cusani a una platea di grandi investitori. [caption id="attachment_196035" align="aligncenter" width="800"] Alessandro Tosi - fondatore e ceo di Kobe Funds[/caption] Le parole del fondatore e ceo di Kobo Funds Alessandro Tosi A gestire la raccolta di investimenti sarà Alessandro Tosi, fondatore e ceo di Kobo Funds. La sua storia spazia dalla consulenza direzionale, è stato director di A.T. Kearney, alla gestione degli investimenti in private equity e venture capital, con un focus costante sull'innovazione dei modelli di business e sulla convergenza tra management e capitali. Nel 2000 ha compiuto il primo passo verso l'imprenditorialità e ha fondato ExecutiveSurf, il primo head hunter completamente online, giunto nel 2012 a una dimensione internazionale con 10 uffici tra Europa e Asia. Nel 2013 ne ha rilevato la business unit dedicata al private equity fondando Kobo Funds, fintech di decentralised investment banking basata a Londra e Milano. Focalizzata sugli investimenti in startup e Pmi da parte della propria rete di investitori professionali, che dalla nascita a oggi ha mobilitato risorse per oltre 260 milioni di euro. A Palazzo Cusani, Tosi ha spiegato come Kobo Funds sarà la piattaforma internazionale per la raccolta dei 50 milioni di euro destinati al lancio di Dvb Pure. La testimonianza di Tosi: https://vimeo.com/888729461?share=copy Dopo una presentazione dettagliata, moderata dal giornalista di Forbes Italia Federico Morgantini, l’evento si è trasformato in conviviale e c’è stato modo tutti gli ospiti di parlare direttamente con i protagonisti. Qui le testimonianze di Emanuele Anchisi (https://vimeo.com/888729885?share=copy), Luigi Maisto (https://vimeo.com/888730429?share=copy) e Claudio Garavaglia (https://vimeo.com/888729727?share=copy). Qui un riassunto dell’intero evento: [embed]https://vimeo.com/888731105?share=copy[/embed]   L’articolo Dvb Pure: quando la finanza incontra l’equitazione è tratto da Forbes Italia. [...]

- Roberta Maddalena
La metà dei lavoratori italiani utilizza già l’intelligenza artificiale per scrivere mail e post sui social

La metà dei lavoratori italiani (48%) utilizza l’intelligenza artificiale per scrivere e-mail e post sui social network e il 53% ritiene anche che sia la più grande opportunità per il proprio futuro lavorativo. Il dato emerge da Future of work, l’ultima ricerca ServiceNow, leader globale nei workflow digitali. La ricerca è stata svolta dall’istituto Opinium e ha coinvolto 5.500 adulti che lavorano in Francia, Germania, Irlanda, Italia, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, UAE e UK.  In che modo l’intelligenza artificiale sarà di aiuto Secondo gli intervistati, la creazione di file Excel è destinata a essere il compito più affidato all'intelligenza artificiale. L'80% l'ha infatti già utilizzata o prevede di utilizzarla per questo scopo. A seguire, la revisione di documenti (77%) e la stesura di e-mail o post sui social network (75%, il 48% la utilizza già). Il 51% ritiene inoltre che l’intelligenza artificiale aumenterà la produttività della forza lavoro. La chiave per un’implementazione di successo si basa, però, su interpretazioni e informazioni chiare. Attualmente, tre persone su dieci non capiscono come l’intelligenza artificiale generativa li potrebbe supportarle nel loro ruolo (31%) e il 43% ammette di non avere le capacità tecniche necessarie per lavorare con i sistemi di intelligenza artificiale. “L’intelligenza artificiale è il futuro e questo studio ci aiuta a capire cosa pensano i lavoratori italiani e come siano già coinvolti in un suo utilizzo”, ha affermato Filippo Giannelli, area vp e country manager ServiceNow Italia. “ServiceNow è in prima linea nella creazione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di permettere ai dipendenti di svolgere al meglio il proprio lavoro per dedicare più tempo ad attività di maggior valore. Oltre allo sviluppo tecnologico siamo molto attenti anche al piano formativo, con programmi e corsi di formazione specifici su questo tema, rivolti a tutte le persone e non solo a quelle con una formazione tecnica”. L'importanza della formazione sull'intelligenza artificiale  L’IA e la programmazione dovrebbero essere materie di studio per i ragazzi sotto i 18 anni, rispettivamente per il 70% e il 76% del campione. Il 69% poi concorda sul fatto che nel mondo digitale moderno dovrebbe essere istituita una qualifica standardizzata per le competenze digitali, che i datori di lavoro possano riconoscere. Il 66% del campione concorda invece sul fatto che una formazione aggiuntiva sulla tecnologia o su competenze digitali aiuterebbe a sentirsi più sicuri delle proprie prospettive di carriera, e il 65% si è attivato in questa direzione. Competenze digitali: le paure degli italiani Solo la metà dei lavoratori italiani (48%) pensa di possedere tutte le competenze necessarie per avere successo durante la propria carriera. Una percentuale simile (46%) ritiene che avrà bisogno di ulteriore formazione per mantenere una posizione rilevante sul mercato. Il campione di età compresa tra i 18 e i 34 anni, inoltre, ha più fiducia nelle proprie capacità (53%) rispetto ai colleghi di età superiore. Nonostante la necessità di sviluppare competenze digitali sia riconosciuta, oltre un terzo (37%) trova difficile conciliare gli aggiornamenti con il proprio programma di lavoro e teme che, in un contesto di cambiamento costante, le competenze sviluppate possano rapidamente diventare obsolete (43%). Considerando l'attuale panorama tecnologico e i possibili sviluppi futuri, il 34% afferma anche che vorrebbe avere più tempo e risorse per aggiornare le proprie competenze, mentre il 21% preferirebbe aver intrapreso un percorso professionale diverso. Il 13% sta valutando la possibilità di cambiare settore e riqualificarsi. La consapevolezza sulla centralità del digitale Per concludere, i progressi tecnologici sono accompagnati anche da ottimismo. Il 72% dichiara di essere entusiasta di sviluppare le proprie competenze digitali nel corso della propria carriera e il 73% riconosce che le competenze digitali forniscono un vantaggio nel mondo degli affari. Inoltre, il 66% concorda sul fatto che le nuove tecnologie aiutano a raggiungere il proprio potenziale. L’articolo La metà dei lavoratori italiani utilizza già l’intelligenza artificiale per scrivere mail e post sui social è tratto da Forbes Italia. [...]

- Forbes.it
Rendere l’Erp un vero sistema di intelligenza nel cloud

BRANDVOICE | Paid program a cura di Scott Russell, membro dell’executive board di Sap Se, alla guida dell’organizzazione customer success Stiamo vivendo uno dei momenti di maggiore trasformazione della tecnologia per il business. È un periodo in cui le aziende hanno accesso a una quantità di tecnologia mai vista prima che permette loro di trasformarsi in modi sempre più intelligenti per diventare più resilienti all’incertezza e crescere con successo a lungo termine. Negli ultimi anni, uno dei modi più importanti con cui abbiamo aiutato i clienti ad avviare questo percorso è stato quello di facilitare il passaggio del loro sistema Erp al cloud tramite RIise with Sap. Rise è un pacchetto che include software ERP su misura, servizi di trasformazione, analytics avanzate e competenze dei partner. Questa offerta aiuta i clienti a migrare verso il cloud consentendo innovazione continua, maggiore velocità e agilità in un ambiente sicuro, conforme e scalabile. Perché questo passaggio è importante? Non tutte le aziende sono proattive a migrare al cloud, ma i vantaggi non sono banali. RISE with SAP continua ad evolvere e ad avere un impatto positivo sui clienti SAP di tutto il mondo. Proprio di recente, l’azienda di tecnologia per i viaggi Amadeus ha annunciato di aver migrato con successo le sue principali soluzioni SAP nel cloud attraverso RISE with SAP. In questo modo Amadeus avrà accesso esclusivo agli ultimi aggiornamenti, miglioramenti e soluzioni specifiche di settore, che consentono di reagire più rapidamente agli imprevisti e di adattare la sua capacità operativa in base alla domanda e alle condizioni del mercato. AI generativa per le aziende: il momento è adesso Se l’utilizzo di soluzioni nel cloud presenta i vantaggi descritti sopra, l’AI generativa è un moltiplicatore di forze. Queste due tecnologie si completano a vicenda in modi importanti. Insieme, hanno il potenziale per aiutare le aziende a diventare veri e propri sistemi di intelligenza in cui velocità e agilità incontrano dati e insight. A fine settembre, SAP ha fatto un grande passo avanti verso la realizzazione di questo obiettivo con il lancio del nuovo copilota di AI generativa, Joule. Joule è in grado di analizzare e contestualizzare rapidamente i dati provenienti da più sistemi per fornire insight più intelligenti. Quando i dipendenti di un’azienda pongono una domanda o inquadrano un problema da risolvere, Joule fornisce risposte intelligenti generate dalla ricchezza dei dati aziendali provenienti dalle soluzioni SAP e da fonti di terze parti, mantenendo il contesto. Immaginate di chiedere a Joule di aiutarvi a migliorare le prestazioni del punto vendita generando un riassunto che include informazioni sui prodotti, i target di riferimento, le scorte di magazzino, i modelli di acquisto, gli sconti e i suggerimenti di spedizione suddivisi per località. Oppure di aiutarvi a prendere decisioni sui fornitori in base ai tempi medi di pagamento delle fatture, ai margini e all’impronta di carbonio. Joule può anche gestire interamente alcune attività, come la stesura di job description convincenti e imparziali o creare le giuste domande per i colloqui di lavoro in modo da attrarre i candidati con le competenze e le esperienze necessarie per un determinato ruolo. In questo esempio, Joule aiuta a liberare il tempo delle persone della funzione HR che potranno concentrarsi su ambiti con un impatto maggiore sui risultati aziendali. Joule rivoluzionerà il modo in cui il lavoro verrà svolto. Cosa potrebbe significare per il futuro un cloud alimentato dall’intelligenza artificiale Nel mio ruolo in SAP, parlo continuamente con i nostri clienti che operano in industrie molto diverse tra loro. Alcuni di questi settori si stanno trasformando, altri convergendo, proprio come un’azienda che ha iniziato come libreria online per poi diventare una società di servizi web. Vedo con piacere come le aziende utilizzano le nostre soluzioni per trasformare le loro attività e le opportunità che hanno di fare ancora di più con un sistema ERP basato sul cloud e alimentato dall’intelligenza artificiale, che è rilevante, affidabile e responsabile. Sono fermamente convinto che in questa nuova era le aziende che combinano la potenza dell’AI con la profondità dei processi e i dati aziendali trarranno il massimo valore. E la posta in gioco è molto alta. Secondo uno studio di McKinsey, l’AI generativa ha il potenziale di aggiungere trilioni di dollari all’economia globale e il 75% del suo impatto ricade su quattro aree: customer operation, marketing e vendite, ingegneria del software e ricerca e sviluppo. È quindi fondamentale che ogni azienda che si occupa di AI lo faccia nel modo giusto. SAP dispone degli elementi costitutivi dell’AI da molto tempo e con l’AI generativa siamo in grado di accelerare ulteriormente. Oggi abbiamo oltre 26.000 clienti che utilizzano soluzioni con funzionalità di AI incorporate, da Accenture che le usa per abbinare le fatture ai pagamenti in modo più rapido e preciso, ad American Sugar Refining, Inc. che utilizza l’AI incorporata in Sap Business Technology Platform per prevedere con maggiore precisione i costi di movimentazione delle merci. Questa è solo la punta dell’iceberg di ciò che sarà possibile fare in questo nuovo ciclo di innovazione. Come SAP, abbiamo la fortuna di lavorare con migliaia di clienti che ce lo stanno già mostrando, offrendo anche uno sguardo a un futuro in cui il sistema Erp sarà alimentato dall’AI per creare veri e propri sistemi di intelligenza per far funzionare il mondo ancora meglio. Ed è un futuro che arriverà prima di quanto si pensi.  L’articolo Rendere l’Erp un vero sistema di intelligenza nel cloud è tratto da Forbes Italia. [...]

- Forbes.it
L’azienda spaziale giapponese che vuole tornare sulla Luna a fine 2024

Articolo di Davide Lizzani "Abbiamo una lunga storia, ma siamo solo agli inizi", ha confidato a Forbes Italia Takeshi Hakamada, amministratore delegato di ispace, azienda aerospaziale giapponese con sedi negli Stati Uniti e in Lussemburgo e più di 250 impiegati. La storia di ispace Sebbene la fondazione di ispace risalga al 2013, la storia spaziale di Hakamada comincia molto prima, nel 1990, quando a dieci anni vede una replica di Star Wars. "Come tutti rimasi colpito dalle enormi astronavi, ma mi accorsi che a interessarmi ancora di più erano i robot". Questa passione lo porta a studiare ingegneria aerospaziale, prima a Nagoya, poi al Georgia Institute of Technology. “Guardandomi intorno, vedevo molti ingegneri entusiasti, ma per realizzare un business commerciale mancavano gestione aziendale e investimenti”, ricorda Hakamada. "Decisi che la mia carriera non sarebbe stata quella di un ingegnere che costruisce la sonda spaziale, ma quella di chi crea l’ambiente affinché la cosa sia commercialmente fattibile”. Per questo, nel 2010, Hakamada dà vita al team Hakuto per partecipare al Lunar X Prize, una competizione pensata per stimolare il primo allunaggio privato. Conclusasi senza alcun vincitore, a Lunar X Prize si deve però la “rifondazione” di Hakuto, trasformata nel 2013 in “ispace”. Nove anni più tardi, nel dicembre del 2022, il team dell’azienda lancia M1, la sua prima missione verso la Luna con payload paganti come il rover Rashid degli Emirati Arabi Uniti. In concomitanza con l’ingresso dell’azienda nella Borsa di Tokyo, il lander riesce a inserirsi in orbita lunare e a inviare immagini dell’ombra del satellite sulla Terra durante l’eclissi del 20 aprile 2023. Purtroppo, però, non riesce ad allunare e si schianta sulla superficie selenica – epilogo che fa peraltro scattare l’assicurazione stipulata col Mitsui Sumitomo Insurance Group, la prima a coprire un allunaggio privato, che a ispace rende circa 23 milioni di euro. Anche un italiano nel team Oggi ispace sta preparando M2, la missione in partenza a fine 2024. A bordo del nuovo lander, chiamato Resilience per simboleggiare la perseveranza di ispace, ci sarà un piccolo rover di circa cinque chilogrammi costruito da ispace Eu, la succursale lussemburghese. Il mission manager di M2, l’italiano Federico Giusto, è entrato in ispace nel 2019 per occuparsi, come ingegnere dei sistemi, proprio del nuovo rover. Per svilupparlo, ispace Eu si è avvalsa anche del supporto finanziario della Luxembourg Space Agency, attraverso il fondo di finanziamenti LuxImpulse. “La mobilità sulla superficie sarà un fattore primario per le prossime missioni di esplorazione scientifica", spiega Hakamada, "i nostri clienti ce lo stanno chiedendo per raccogliere informazioni come la presenza di acqua e altre risorse lunari”. Per ottemperare ai suoi compiti, il lander sarà equipaggiato con uno strumento per scomporre l'acqua in ossigeno e idrogeno, realizzato dell’azienda partner Takasago Thermal Engineering, con un modulo per esperimenti sulla produzione alimentare della giapponese Euglena, con una sonda per la rilevazione di radiazioni sviluppata dalla taiwanese National Central University, e con una targa in lega metallica realizzata dal Bandai Namco Research Institute ispirata all’anime di culto Mobile Suit Gundam, di cui Bandai realizza e vende i modellini. Il lander Resilience monterà anche un braccio meccanico per portare a termine il compito affidato a ispace dalla Nasa già dalla sua prima missione lunare: prelevare un campione lunare e cederne la proprietà all’ente spaziale americano. Una transazione simbolica, per 500 dollari, organizzata per creare un precedente legale nella compravendita di risorse extraterrestri. La missione M3 In cantiere c’è anche la missione M3, che nel 2026 comporterà il lancio di un lander completamente nuovo, chiamato Apex 1.0, per la cui realizzazione ispace ha ricevuto un finanziamento di 12 miliardi di yen (circa 74 milioni di euro) dal Ministero dell’Economia, del commercio e dell’industria giapponese. “Con M3 rivoluzioneremo i nostri lander per accomodare i payload della Nasa", ha spiegato Hakamada, "in più Apex 1.0 sarà in grado di ammortizzare le forti vibrazioni del lancio per evitare danni ai carichi a bordo”. Un servizio su misura del cliente che si estende anche alla sede manifatturiera: Apex 1.0 verrà infatti costruito a Denver, nella sede statunitense di ispace, anche in vista dei possibili contratti correlat al programma Artemis di ritorno alla Luna. “Abbiamo già investito oltre 40 milioni di dollari in ispace technologies Us", dichiarava a settembre il ceo Hakamada, “ci aspettiamo che questo numero continui a crescere”. È una vicinanza cruciale sia ai clienti primari, sia al fornitore dei servizi di cui ispace ha più bisogno: i lanci ai prezzi più bassi del mercato, quelli di SpaceX. ispace tiene un piede anche in Europa grazie alla sua sede nel Lussemburgo, Paese che offre investimenti pubblici sostanziosi, e una finestra sul mercato spaziale europeo. “Il nostro ufficio nel Lussemburgo sta lavorando a un potenziale contratto con un cliente italiano", ha detto Hakamada. "Noi non produciamo tutti i componenti” aggiunge il ceo alludendo alla filiera manifatturiera italiana. Hakamada continua poi rivolgendosi ai potenziali clienti: “offriamo la possibilità di testare sul campo le tecnologie lunari italiane senza dover organizzare una missione specifica”. Tecnologie che, infine, saranno necessarie per realizzare la visione di ispace: stabilire un ecosistema lunare e sbloccare l’utilizzo di risorse spaziali supportando la sostenibilità sulla Terra. L’articolo L’azienda spaziale giapponese che vuole tornare sulla Luna a fine 2024 è tratto da Forbes Italia. [...]

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Così questa società forma i talenti del digital investendo nella creator economy

Articolo tratto dal numero di novembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati! Jungler – BRANDVOICE | Paid program In un momento in cui il mercato della creator economy continua a crescere e l’utilizzo dei social media è essenziale per comunicare con le nuove generazioni, Jungler realizza campagne di influencer marketing per brand e agenzie di comunicazione. Alla guida Irene Jin, che ha recentemente assunto il ruolo di ceo per accompagnare la società in una fase di trasformazione e crescita. Fin dalla nascita, nel 2019, Jungler ha concentrato la sua attività nello sviluppo di una piattaforma dedicata alla gestione delle campagne di micro-influencer: ricerca e profilazione dei talent, gestione dei processi operativi e analisi delle performance della campagna. Di cosa si occupa Jungler La piattaforma è stata poi finalizzata durante il percorso di accelerazione di startup di Luiss EnLabs di LVenture Group nel 2020. Oggi Jungler ha consolidato la sua posizione nel settore dell’influencer marketing estendendo la sua offerta anche nel supporto strategico, creativo e operativo delle campagne. I recenti sviluppi, uniti alla sua esperienza pluriennale nel settore, hanno permesso alla società di diventare un partner chiave per agenzie di comunicazione e centri media tramite la gestione totale delle loro campagne. Sebbene inizialmente i clienti fossero principalmente e-commerce e brand, da circa un anno il target di riferimento si è esteso, e Jungler ha trovato mercato fertile nelle agenzie di comunicazione. Il team si è da poco allargato includendo anche consulenti legali e fiscali in modo da poter offrire un servizio completo. “Il mio sogno è creare un’azienda capace di formare e valorizzare i giovani talenti che faranno il futuro del digital marketing”. Per questo motivo la squadra è composta prevalentemente da persone appassionate del settore, con un occhio verso la parità di genere. Il valore della parità di genere Non a caso, Jungler è stata selezionata tra le Women Value Company 2023, programma dedicato alle aziende che investono su talento femminile e gender equality, realizzato dalla Fondazione Marisa Bellisario in collaborazione con Intesa San Paolo. La visione strategica della ceo è legata non solo allo sviluppo di un’organizzazione che metta al centro il benessere dei propri dipendenti, ma anche al raggiungimento degli obiettivi legati a redditività e processi. I numeri di Jungler “L’impresa ha più che raddoppiato i ricavi da prestazione di servizi, puntando a raggiungere l’obiettivo di 700mila euro, con un miglioramento della redditività complessiva derivante dalle operazioni, sintetizzate da un ebitda in alta crescita rispetto all'esercizio precedente”. Come riporta Andrea Fato, advisor della società, questi risultati sono stati raggiunti da una pianificazione strategica in cui le persone giocano un ruolo chiave sia nella gestione operativa delle campagne e di vendita, sia nei nuovi rapporti di partnership. “Ci siamo resi conto che è fondamentale, in un settore fatto di persone e relazioni come quello nell’influencer marketing, mantenere la componente umana strettamente connessa agli strumenti digitali, in modo da poter sempre offrire al cliente un servizio su misura, efficiente e misurabile”, ha concluso Irene. L’articolo Così questa società forma i talenti del digital investendo nella creator economy è tratto da Forbes Italia. [...]

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Dal briefing fino all’industrializzazione: così Tecnica Group punta a digitalizzare i processi a supporto dello sviluppo del prodotto

"Far vivere esperienze emozionanti attraverso prodotti della massima qualità". È questa la mission principale di Tecnica Group, azienda italiana nata in provincia di Treviso, diventata leader nel mondo della calzatura outdoor e dell'attrezzatura da sci, con un portafogli di brand storici, come Moon Boot, Lowa - punto di riferimento in Germania e in tutta Europa per le calzature outdoor -, Rollerblade, inventore del pattinaggio in linea, e tre dei più importanti marchi del mondo sci: Nordica, Tecnica, Blizzard. [caption id="attachment_194733" align="aligncenter" width="800"] Nordica[/caption] La società si distingue per l'artigianalità e l'intelligenza applicata alle materie prime, caratteristiche che si trovano in ogni prodotto offerto sul mercato sin dal 1930, quando Oreste Zanatta fondò la prima bottega artigiana che nel 1963 diventò il Calzaturificio Tecnica Spa. Oggi l'azienda – che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 560 milioni di euro, e impiega circa 4.000 collaboratori in tutto il mondo - è attiva in Europa, Nord America e Asia, con una serie di sedi produttive e commerciali. Il quartier generale di Giavera del Montello (Treviso), punto di riferimento assoluto dello sportsystem, ha accompagnato l'ascesa della società e rappresenta oggi lo snodo principale per molti brand del gruppo. Il processo di trasformazione digitale di Tecnica Group A partire dal 2022, Tecnica Group ha avviato un importante progetto di trasformazione digitale, che coinvolge tutte le sue società del gruppo, con l'obiettivo di standardizzare i processi a livello globale, rinnovare i sistemi tecnologici e porre il consumatore finale al centro delle strategie. Per fare ciò, si è definito l’application landscape di Tecnica Group, ossia il modello applicativo, infrastrutturale e il modello di network, scegliendo soluzioni leader di mercato ed erogate in cloud allo scopo di ottimizzare le prestazioni di business, accedere a soluzioni più flessibili e rendere l'infrastruttura It più agile, aperta all’innovazione. "Stiamo digitalizzando i processi a supporto dello sviluppo del prodotto: dal briefing fino all’industrializzazione. Una roadmap che coinvolgerà tutti i brand del gruppo e le varie aree di ricerca", racconta Sonia Covi, group It & digital transformation director. Concretamente, l’azienda – che dal 2018 utilizza Sap S/4Hana - ha deciso in primis di migrare Sap in cloud nel 2022, scegliendo Sap with Rise, che offre maggior sicurezza e facilità di interazione con le altre componenti sia di Sap che di terze parti. Così facendo, il gruppo ha iniziato a digitalizzare sia i processi distributivi B2B e B2C che quelli produttivi. “Stiamo innovando il nostro più grande centro produttivo in Slovacchia. Oggi le anagrafiche di prodotto, le distinte e i cicli vengono alimentati attraverso un Plm (Product Lifecycle Management), che dialoga con Sap, che a sua volta usa le informazioni per gestire i processi produttivi e logistici” prosegue Covi. Ad accompagnare la trasformazione digitale della società, poi, una forte attenzione alle persone, considerate parte attiva del cambiamento. Per loro Tecnica Group ha creato una Academy interna, oltre ad aver adottato soluzioni specifiche per facilitarne il lavoro, soprattutto nel contesto produttivo: per ottimizzare i processi di lavoro negli stabilimenti e favorire una organizzazione intelligente dei turni, è stata implementata Awms, piattaforma di workforce management leader di mercato, sviluppata da Azzurro Digitale e facente parte del portafoglio soluzioni del Gruppo Zucchetti. Digitalizzare la gestione interna delle informazioni Sonia Covi e il team di Tecnica Group, inoltre, hanno introdotto una piattaforma Salsify, capace di gestire le informazioni digitali di prodotto dei brand del gruppo sia per i canali B2B che B2C. “È una soluzione integrata con Sap e Salesforce, serve per arricchire le informazioni di prodotto con le altre che solitamente sono richieste dal consumatore finale”. Infatti il prodotto stesso è stato digitalizzato inserendo al suo interno un identificativo digitale univoco a beneficio del consumatore finale. Ma non è tutto. Tecnica Group si è impegnata in un processo di standardizzazione delle piattaforme Erp del gruppo, portando ciascuna società a utilizzare Sap secondo un piano stabilito. Il cliente finale al centro L’evoluzione di Tecnica Group nasce dalla volontà di mettere al centro il cliente finale, principalmente in ottica B2B e B2C. "Abbiamo introdotto il Crm di Salesforce che ci permetta di gestire a 360 gradi i clienti e i consumatori finali dei nostri brand in un unico ambiente digitale, e attivato una piattaforma digitale per i clienti B2B in cui interagire con i nostri brand, i nostri agenti e il customer service”. In corso l’attivazione di un e-commerce B2E per offrire ai dipendenti, ai loro familiari e ai friends la possibilità di acquistare i prodotti di Tecnica Group. 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Come questa società di formazione sanitaria permette agli specialisti di restare aggiornati su diagnosi e terapie

Articolo di Matteo Borgogno tratto dal numero di novembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati! Più di 20 anni di esperienza nella formazione medico-scientifica. Dynamicom Education è una società milanese nata dall’idea di Giorgio Maggiani, presidente e amministratore delegato, di inserirsi nel nuovo business della formazione sanitaria, dopo l’approvazione della legge sull’Educazione continua in medicina (Ecm) nel 2001. Dopo l’intuizione, nel 2004 Maggiani ha lasciato definitivamente la sua azienda precedente e ha puntato tutto sulla nuova creatura, che oggi è un provider accreditato per tutte le categorie previste dal programma nazionale Ecm: formazione a distanza (Fad), residenziale (Res) e sul campo (Fsc). Durante la pandemia, la società è riuscita a crescere, sfruttando tutti i vantaggi dell’innovazione digitale. Come? Lo spiega Maggiani, artefice di questa piccola grande rivoluzione nel mondo della formazione medica italiana. Che cosa ricorda della nascita di Dynamicom Education? Nel 2001 il ministero della Salute iniziò a divulgare notizie sulla possibile introduzione della formazione di aggiornamento obbligatoria per tutti gli operatori sanitari. Di conseguenza, il 29 novembre 2001 ho fatto costituire un’apposita società, in attesa che l’eco diventasse realtà. Poi sono passati tre anni prima che Dynamicom diventasse operativa a tempo pieno. Che cosa sono i corsi di formazione Ecm e perché sono così importanti? Sono i corsi di aggiornamento post laurea che ogni operatore sanitario deve seguire tutti gli anni. Va da sé che la loro importanza è massima: frequentandoli, lo specialista rimane aggiornato sulle ultime novità in tema di diagnosi e terapia e può fare bene il suo lavoro. Quali sono i valori fondanti dell’azienda? Dynamicom Education ha uno slogan: ‘Passione per i valori’. Valori di vario tipo: formatori di valore, contenuti scientifici di valore, struttura organizzativa di valore. Crediamo nell’essere e non nel sembrare, e, pur essendo una srl, di solito preferiamo la sostanza di valore al facile profitto. Quali sono le sfide della formazione a distanza dopo il Covid? Come le eroga Dynamicom Education? Il periodo del Covid, nonostante tutto ciò che ha portato con sé, per noi è stato fondamentale per spiccare il volo. Tra i nostri collaboratori esterni avevamo la società One Coffee, specializzata in formazione a distanza tramite le varie piattaforme (Zoom, Teams, Google Meet, etc.). Dopo un breve periodo di sconcerto e preoccupazione, abbiamo convertito tutti i nostri corsi in forma residenziale in corsi a distanza, conquistando grandi quote di mercato. Che cosa manca alla sanità italiana per abbracciare la trasformazione digitale? Non lo so, a volte viene da pensare che manchi solo un pochino di coraggio in più. Con quello, si potrebbero fare scelte di rottura e proiettarsi nel futuro, anziché guardare troppo al passato. Quali sono gli obiettivi di breve e medio periodo della società? La società nel breve-medio periodo ha come obiettivo prioritario quello di ringiovanire il proprio parco account commerciali, che è composto totalmente da manager di sicura competenza e affidabilità, ma che al tempo stesso si stanno avvicinando al capolinea per motivi anagrafici. Lo faremo gradualmente, ma con la consapevolezza che non sarà un’operazione rapida e semplice. Proprio per questo sarà fondamentale realizzarla al meglio, per continuare a garantire alla società il ruolo di leader di mercato che detiene da diversi anni. LEGGI ANCHE: Come questa startup vuole rivoluzionare l’industria dell’assicurazione sanitaria L’articolo Come questa società di formazione sanitaria permette agli specialisti di restare aggiornati su diagnosi e terapie è tratto da Forbes Italia. [...]