Gli Stati Uniti confermano il primo caso di influenza aviaria senza esposizione nota agli animali


Le autorità sanitarie degli Stati Uniti hanno confermato un caso umano di influenza aviaria in un paziente che non era stato immediatamente esposto a nessun animale.

Il paziente, nello stato del Missouri, è stato curato in ospedale e da allora è guarito, hanno affermato i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC).

Secondo il CDC, si tratta del 14° caso umano di influenza aviaria negli Stati Uniti nel 2024 e del primo senza una nota esposizione professionale ad animali infetti.

L’agenzia ha affermato che, sulla base dei dati attuali, il rischio per la popolazione generale rimane basso.

L’influenza aviaria è una malattia virale che colpisce principalmente uccelli e altri animali. Le infezioni umane sono rare.

I precedenti casi negli Stati Uniti sono stati ricondotti all’esposizione a pollame o bovini infetti, ma il paziente del Missouri rappresenta “il primo caso di H5 senza una nota esposizione professionale ad animali malati o infetti”, ha affermato il CDC in una nota di venerdì.

Il caso del Missouri è stato individuato tramite la sorveglianza di routine della stagione influenzale. Il paziente aveva patologie pregresse e ha ricevuto farmaci antivirali per l’influenza.

L’influenza aviaria è in aumento tra le mucche negli Stati Uniti quest’anno. Un focolaio è stato segnalato per la prima volta a marzo e, secondo il CDC, il 3 settembre il bestiame in 14 stati era stato colpito.

Sebbene non siano stati segnalati focolai di influenza aviaria tra i bovini del Missouri, quest’anno la malattia è stata riscontrata nel pollame e in passato negli uccelli selvatici, hanno affermato le autorità sanitarie.

Le autorità sanitarie degli Stati Uniti hanno scoperto un caso umano di influenza aviaria nel marzo 2024, identificato dopo l’esposizione a mucche da latte potenzialmente infette.

L’influenza aviaria è stata individuata per la prima volta in Cina negli anni ’90 e da allora si è diffusa in tutti i continenti, compresa l’Antartide. I funzionari sanitari mondiali ritengono che il rischio attuale per gli esseri umani sia basso, ma monitorano attivamente la malattia da anni.

Ha una malattia ha colpito la fauna selvatica in tutto il mondoinfettando specie diverse come leoni marini, foche e orsi.



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