le più importanti varietà italiane da tavola e da vino


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Tra la seconda metà del mese di agosto e l’inizio di ottobre va in scena un rito agricolo che coinvolge tutte le regioni d’Italia. Stiamo parlando della vendemmia, ovvero della raccolta dell’uva, con il frutto che sarà destinato principalmente a due destinazioni d’uso: diventare della succosa uva da tavola o dell’ottimo vino. Entrambe le tipologie di impiego sono regolate da normative che fanno sì che vi siano delle differenze basilari che coinvolgono sia le fasi produttive sia la varietà stessa del vitigno, con coltivazioni di viti che andranno ad assolvere l’una o l’altra funzione: l’uva che mangiamo, insomma, non è la stessa che beviamo. Facciamo la conoscenza dei maggiori tipi di uva coltivati in Italia.

Uva da tavola: 14 varietà da assaggiare

Diciamo subito che l’Italia è il paese che produce più uva da tavola a livello europeo ed è anche un grande esportatore. Solo nella nostra penisola ne esistono più di 180 varietà, coltivate soprattutto nelle regioni meridionali e centrali come Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Lazio e Abruzzo. Nonostante la loro diversità di provenienza, forma e colore, sono accomunate da un gusto dolce e una consistenza soda, con un acino solitamente medio-grande perfetto per essere croccante al palato. Non potendo descriverle tutte, ecco 12 tipologie da assaggiare, a bacca bianca e nera, dalle origini antichissime o recenti, diffuse o di nicchia.

1. Uva Italia

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Spesso considerata la star delle uve da tavola italiane, l’uva Italia è riconoscibile per i suoi grappoli generosi, con grandi acini ovali di colore giallo-verde. Si tratta di una varietà messa a punto nel 1911 dall’agronomo Alberto Pirovano ibridando Bicane e Moscato d’Amburgo. Oggi è diffusa in tutta la Penisola, soprattutto nel meridione (in Sicilia si trova l’Uva da Tavola di Canicattì Igp) e matura durante la seconda decade di settembre. Ha un sapore dolce e aromatico, con una polpa croccante e succosa: si mangia fresca, ma è perfetta anche per confetture e succhi.

2. Moscato d’Amburgo

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La Moscato d’Amburgo è un’uva nera dall’affascinante colore violaceo, che dovrebbe provenire dall’Inghilterra (dov’è conosciuta come Black of Alessandria), per poi diffondersi in tutta Europa, Italia compresa. La sua caratteristica principale è quella di essere particolarmente aromatica, ma a differenza degli altri moscati la sua destinazione d’uso non è la vinificazione, ma si consuma fresca o si utilizza per la produzione di succhi. Gli acini sono di grandezza media, tondi, dolci e profumati, con una polpa delicata: si inizia a vendemmiare dalla fine di agosto.

3. Pizzutello o pizzutella

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Difficile non notarla: l’uva Pizzutello, o Pizzutella, con i suoi acini distintamente allungati e affusolati, è particolarmente amata, anche se la sua coltivazione è ridotta. Il colore varia dal bianco al nero e la buccia è sottile, ma resistente. Il sapore è dolce e al morso l’acino è piacevolmente croccante, con semi. È una varietà antica, apprezzata per la sua qualità: l’Uva Pizzutello di Tivoli, per esempio, fa parte dei Presidi Slow Food, ed è chiamata anche “uva corna” proprio per la sua forma leggermente ricurva.

4. Regina

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L’uva Regina è un vitigno tradizionale di origini antichissime, probabilmente introdotto in Italia dai Romani che avevano occupato i territori dell’attuale Siria. È diffusa nel bacino del Mediterraneo e si raccoglie dalla fine di agosto per tutto il mese di settembre. Gli acini sono grandi e ovali, con un colore che varia dal verde chiaro al giallo dorato, mentre la buccia è spessa e croccante, con polpa succosa. Il grappolo è di notevole pezzatura, di forma piramidale ed arriva a pesare mediamente sui 600-700 grammi.

5. Uva sultanina

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Questa bacca bianca o rosa è famosa per essere appassita, conosciuta con il nome di uvetta, uva sultanina o uva passa sultanina, da non confondere con la più generica uvetta o uva passa che può essere il risultato della disidratazione di altre varietà. Originaria probabilmente della Turchia o della Grecia, l’uva sultanina ha acini piccoli e ovoidali. È priva di semi (detta quindi apirena) ed è particolarmente zuccherina, cosa che la rende perfetta per il consumo fresco, per confetture, distillati e per l’essiccazione. L’uvetta prodotta è utilizzata in moltissime preparazioni culinarie dolci e salate (la più tradizionale è il panettone), rivelandosi molto versatile.

6. Red Globe

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Eccoci al cospetto di un’uva da tavola “imponente”, con i suoi acini molto grandi e rotondi, di un colore rosso-rosato: il grappolo può superare anche il chilo di peso. Originaria della California, è una varietà tardiva che si coltiva in tutto il mondo, inclusa l’Italia (a partire dagli anni ‘80): molto resistenze al trasporto, la si trova con facilità al supermercato e dal fruttivendolo. La polpa è croccante e succosa, con un sapore dolce e leggermente acidulo e vede la presenza di pochi semi, cosa che la rende una delle da sgranocchiare più richieste.

7. Victoria

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L’uva Victoria, originaria della Romania grazie all’incrocio tra Cardinal X e Regina, è diventata molto popolare in Italia per la sua precocità, l’alta produttività e la piacevolezza dei suoi acini. Come sono? Grandi, allungati e di colore giallo-verde, con una buccia sottile e una polpa croccante. Il sapore è dolce, con una nota acidula rinfrescante. La Victoria è una delle prime uve da tavola a maturare nella stagione (si raccoglie già all’inizio di agosto): acquistata nei mercati estivi, è la scelta perfetta per chi desidera un’uva fresca e saporita.

10. Black Magic

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Colore blu-nero intenso e acini grandi, allungati e succosi abbarbicati su un grappolo ricco e compatto (peso medio circa mezzo chilo). Le sue origini sono moldave (è conosciuta come Kodreanka o Kodryanka) ed è una tipologia semi-apirena, con un contenuto di semi davvero modesto (1 o 2 per chicco). La Black Magic è una varietà rossa precoce dalla polpa succosa e zuccherina, molto apprezzata esteticamente e per il bell’equilibrio tra dolcezza e freschezza. Si vendemmia tra la terza decade di agosto e la prima di settembre.

11. Uva fragola

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L’uva fragola, conosciuta anche come uva americana” o uva Isabella, è molto facile da individuare: ha acini piccoli e rotondi con caratteristiche nuance nero-bluastre, molto profonde. Originaria del Nord America, è la più nota tra le Vitis labrusca e i suoi ibridi, ed è diffusa soprattutto nel Nord Italia. È famosa per il suo aroma intenso e il sapore che ricorda quello delle fragole, da cui deriva il nome e viene spesso utilizzata per fare gelati, succhi, confetture e dolci, ma è anche consumata fresca, apprezzata proprio per il suo gusto. Vinificare da questo vitigno è possibile, ma proibito per legge dal 1931 in tutta Europa: il celebre “fragolino”, infatti, si può produrre solo a uso personale e non per la commercializzazione.

12. Uva Michele Palieri

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Foto di Venditapianteonline

Una varietà medio tardiva tutta italiana e recente è la Michele Palieri, che prende il nome dal suo ideatore: viene prodotta per la prima volta a Velletri nella seconda metà degli anni ‘50 attraverso l’ibridazione delle cultivar Alphonse Lavallée e Red Malaga. Si distingue per la buona conservabilità: ha acini grandi, rotondi e di colore nero-violaceo con la buccia spessa e consistente. Si trova soprattutto in Lazio e nel Centro-Sud d’Italia. È un’uva dolce e poco acida, ideale come uva da mensa e per la realizzazione di succhi.

13. Uva Baresana

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Originaria della Puglia, l’uva Baresana è un’eccellenza che si reperisce a livello locale, ed è un Presidio Slow Food. Si caratterizza per avere acini grandi e rotondi con un colore che va dal bianco-giallo perlato al dorato. È una varietà tipica di questa regione, dove viene consumata fresca per il suo sapore molto dolce, ma allo stesso tempo delicato. La polpa è morbida e succosa, e la buccia sottile la rende piacevole al palato. Si raccoglie solo manualmente dall’inizio di settembre a metà ottobre, e la sua produzione è regolamentata da un disciplinare che vieta l’uso di concimi e diserbanti chimici.

14. Regal Seedless

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Concludiamo con una tipologia completamente senza semi, proprio come suggerisce il nome Regal Seedless. Si tratta di una varietà tardiva (la vendemmia è da fine agosto a fine settembre) originaria del Sud Africa che riscuote molto successo. Il motivo è semplice: oltre ad appartenere alle uve apirene, gli acini sono grandi, allungati, sodi, di colore giallo-verde brillante, con una buccia sottile e una polpa croccante. Il sapore è avvolgente e aromatico (simile a quello dei moscati), con una leggera acidità che bilancia perfettamente la dolcezza naturale. Si rivela ottima anche per fare succhi di frutta.

Uva da vino: 12 vitigni da conoscere

Non è un caso se l’Italia sia una delle patrie del vino, con viti dislocate anche negli angoli più remoti del paese, dalle pianure ai vulcani, isole comprese. Ogni regione può vantare vitigni autoctoni, nazionali e internazionali che ne caratterizzano le numerose e pregiate produzioni: se ne contano, infatti, più di 540 varietà. Ecco quali sono le 12 uve da vino più popolari, tra Nord, Centro e Sud.

12. Sangiovese

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È la varietà a bacca nera più coltivata in Italia e rappresenta la base di vini iconici come il Chianti, il Brunello di Montalcino e il Sangiovese di Romagna rivelandosi così molto versatile: è diffusa soprattutto in Toscana (dove rappresenta la tipologia predominante), Emilia-Romagna, Marche, Umbria e Molise e le sue origini potrebbero risalire all’epoca degli Etruschi. Si tratta di un vitigno autoctono che presenta acini di medie dimensioni, dalla buccia sottile e colore blu-violaceo.

2. Montepulciano

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Originario dell’Abruzzo (dove si trova già ai tempi degli antichi Romani), il Montepulciano è un vitigno autoctono a bacca nera, con acini medio-grandi, dalla buccia spessa e colore nero-bluastro. Quest’uva è la seconda più coltivata in Italia, principalmente nelle regioni del Centro-Sud, come l’Abruzzo, le Marche, il Molise e la Puglia: nonostante il nome, non ha nulla in comune con il Vino Nobile di Montepulciano (Siena), che viene invece prodotto con il Sangiovese. Da questa tipologia si ricavano numerosi vini corposi e dalle nuance rosso rubino come il Montepulciano d’Abruzzo Doc e il Rosso Conero Doc.

3. Glera

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Chi dice Prosecco dice Glera: è con questo vitigno popolare soprattutto in Veneto (la sua zona d’elezione è quella delle colline di Valdobbiadene e Conegliano, in provincia di Treviso, Patrimonio Unesco dal 2019) e coltivato anche in Friuli Venezia-Giulia, che si produce una delle bollicine più note in Italia ed esportata in tutto il mondo. Quest’uva a bacca bianca ha acini medio grandi di colore giallo-verde.

4. Merlot

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Ecco un’uva a bacca nera internazionale, originaria della Francia nell’area di Bordeaux, ma ampiamente coltivata in Italia dal XIX secolo, dov’è diffusa in molte regioni, tra cui Lombardia, Veneto, Friuli- Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Toscana. Dal Merlot si ricavano vini morbidi e vellutati, con sapori di frutti rossi maturi, prugne e una tannicità delicata, spesso utilizzata in blend con altre varietà.

5. Pinot Grigio

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Un’altra uva di origine francese, in particolare della Borgogna è il Pinot Grigio, che si presenta con acini piccoli e rotondi che possono assumere sfumature dal grigio-rosa al giallo: si tratta dell’unica varietà a bacca grigia con cui si vinifica in Italia. È particolarmente diffusa nel Nord-Est, soprattutto in Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto.

6. Chardonnay

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Sempre dalla Borgogna arriva lo Chardonnay, un vitigno con acini medio-grandi di colore giallo-verde, conosciuto per essere una delle varietà a bacca bianca più diffuse al mondo. L’Italia non fa eccezione: si coltiva soprattutto in Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto e Sicilia. L’uva Chardonnay produce vini bianchi eleganti, senza dimenticare il suo uso negli spumanti con metodo classico, uno su tutti il Franciacorta.

7. Catarratto Bianco

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L’uva Catarratto Bianco è autoctona della Sicilia, con acini di medie dimensioni e buccia di colore giallo dorato. È una delle varietà più coltivate sull’isola e si presta alla realizzazione di vini bianchi freschi e fruttati, con note di agrumi e fiori, ma anche liquorosi. Tra le Doc siciliane che lo vedono protagonista ci sono l’Etna Bianco Doc e il Marsala Doc.

8. Barbera

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La Barbera è un’uva rossa con acini medio-grandi e buccia spessa e consistente di colore blu-nero, tra i simboli dei vitigni autoctoni piemontesi. Si trova soprattutto in Piemonte, ma anche in Lombardia e in piccole proporzioni in Emilia Romagna e Campania: le prime testimonianze della sua presenza risalgono al XVIII secolo. Tra i territori attorno ad Asti ed Alba dà il suo meglio, regalando due Docg, come il Barbera D’Asti e il Barbera del Monferrato Superiore

9. Primitivo

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Il Primitivo ci catapulta in Puglia: si tratta di un vitigno autoctono a bacca nera famoso per regalare nettari intensi e corposi, con sapori di frutta matura e spezie. I suoi acini sono medio-piccoli, di forma sferica e di colore nero-bluastro. Il Primitivo di Manduria Doc è uno dei vini più popolari e amati prodotti con quest’uva.

10. Vermentino

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Il Vermentino è un’uva bianca con acini medio-grandi e buccia sottile di colore giallo-verde. È diffusa principalmente in Sardegna, Liguria e Toscana. Come sono i suoi vini? Freschi e profumati, con note di agrumi, erbe aromatiche (dalla salvia al basilico) e una spiccata mineralità, che rispecchiano le sue origini marittime, legate al Mediterraneo.

11. Lambrusco

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Se si pensa a un vino rosso frizzante made in Italy, vivace e fruttato, il primo nome che viene in mente è senza dubbio il Lambrusco. Alla base c’è l’omonima uva a bacca nera tipica dell’Emilia-Romagna: non si identifica con un solo vitigno, ma in una serie che fa parte della famiglia dei Lambrusco come il Lambrusco Grasparossa, il Lambrusco Maestri, il Lambrusco Marani e il Lambrusco Salamino: hanno tutti in comune l’essere originari di viti selvatiche (vitis labrusca) che in antichità crescevano spontanee sull’Appennino.

12. Moscato

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Un’altra famiglia nota è quella dei Moscati italiani, che hanno la peculiarità di dare vita a vini molto aromatici. Un vitigno tra i più popolari è il Moscato bianco, con un’uva dagli acini dorati di media grandezza, che si distinguono per il loro profumo intenso. Siamo di fronte a una varietà che affonda le sue radici nel bacino del Mediterraneo e che viene coltivata in molte regioni italiane, specialmente in Piemonte, utilizzata per produrre vini dolci come per esempio il Moscato d’Asti Docg, probabilmente il più celebre d’Italia.



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